Oggi leggevo questo post di .mau. che inizia cosi’:
Oggi mio padre avrebbe compiuto settant’anni
Come si vede una cosa privata. Intima. A me serve per sottolineare un aspetto dei weblog al quale tengo molto. Esiste un lato personale nella comunicazione fra chi scrive un blog e chi lo legge. Che cresce e si consolida nel tempo mano a mano che la conversazione si sviluppa. Per questo, prima che per ogni altra cosa, leggo weblog e ne scrivo uno. Tutte le volte che mi viene chiesto che tipo di blog e’ questo io rispondo sempre, invariabilmente, che e’ un blog personale. Molti dei blog che leggo quotidianamente sono, prima che altro, blog personali. Questo perche’ cio’ che io cerco in rete non e’ sempre e solo informazione ma prima di tutto comunicazione. Scambio. Credo che per molti blogger sia lo stesso. Eppure scrivere un blog personale e’ugualmente un esercizio difficile. La grande maggioranza della fuffa presente sui weblog di tutto il mondo puo’ essere spiegata semplicemente come questo tentativo (mancato) di parlare anche di se’ stessi fuori da inutili enfasi. E non e’ che dipenda dall’eta’. Io leggo .mau. ogni giorno. E .mau. e’ probabilmente una persona da me diversissima (un ciclista per giunta, tze, un matematico, se non bastasse) che non ho mai visto di persona e al quale non ho mai nemmeno parlato per telefono. Ma i post del suo blog, come quelli di un pugno di altri blog, sono lo stesso ormai parte piccolissima anche della mia vita, come lo e’ ogni conversazione con persone che conosco (chesso’ Luca e Chiara, coi quali eravamo a cena ieri sera). Non vedo grandi differenze: i blog personali sono forme di relazione come le altre (in attesa che qualcuno dedichi loro il fatidico aggettivo idiota: “virtuali”). Vita reale invece, esattamente come parlare al telefono con un amico che non sentiamo da tempo. A volte anche meglio. Un giorno o l’altro scrivero’ qui un tributo lungo e palloso ai tanti blogger che hanno arricchito la mia vita in questi anni e che mi hanno fatto amare cosi’ tanto questi diarietti da 4 soldi. Non tanto e non solo per le (tante) informazioni che hanno condiviso con me. Ma per tutto il resto, ed e’ tantissimo, che puo’ essere racchiuso dentro l’aggettivo “personale”.
Settembre 18th, 2004 at 10:12
Bravo, Massimo.
Settembre 18th, 2004 at 12:07
Davvero. Bellissimo post.
Settembre 18th, 2004 at 12:29
Bleah… non tanto ai post, quanto ai commenti. Tipo le mail a quoting intero con sotto "Sono d'accordo"…..
Ciao, Fabio.
Settembre 18th, 2004 at 13:20
io credo che hai detto cose che vanno ben al di là dell'uso della rete (e che comunque danno un bellissimo significato all'uso della rete stessa).
io credo fino in fondo che noi siamo fatti per comunicare con gli altri e che sarebbe splendido sentire che tutto è in fondo un dono.
Noi siamo fatti (e per questo ne abbiamo nostalgia credo) per incontrarci e questo voglio dire quando talvolta mi intrometto nel tuo blog e scrivo che è necessario, perchè profondamente umano, accogliere l'altro…
Basta.
volevo ringraziarti per quello che hai scritto
e grazie per la citazione
Luca e Chiara (posso aggiungere che sono 16 anni oggi…….)
Ciao
Settembre 18th, 2004 at 13:37
@Fabio: le critiche dovrebbero sempre essere accompagnate da motivazioni dettagliate. Gli elogi possono venire anche soli, per il gusto di dire a Massimo: ti ho letto, mi sei piaciuto. Tutto lì. Si chiama "semplicità " :)
Settembre 18th, 2004 at 14:02
Sono d'accordo.
E aggiungo (vincendo il premio "Baci perugina") che la comunicazione è come il Natale.
Comunque sia c'è sempre qualcuno che spacca le palle.
Settembre 18th, 2004 at 16:06
@babsi: perdonami, non sono d'accordo. ci sta pure che si possa dire qualcosa cosi', solo perche' si sente, senza doverlo motivare.. consentimi un esempio:
"metitieri e' un intollerabile, vecchio trombone, nonche' un emerito coglione".
basta scriverlo per stare meglio. aah!
Settembre 18th, 2004 at 16:34
Se sono coglione e trombone io, che tendo a non dare mai giudizi monolitici e che di solito (o almeno finora) nelle previsioni ci azzecco, anche quando sono controcorrente rispetto alla massa dei fanatici religiosi, mi domando come fate a reggere le profezie sbagliate e i dogmi assoluti che ci/vi propina da anni il ManTaleb. Quanto al vecchio, Mante ha piu' o meno la mia eta', e alcuni altri che intervengono qui anche qualche annetto di piu'…
;-)
Sulla motivazione, Babsi, in Rete e' sempre esistita la regola che quando non si ha un beato cazzo da dire non si spedisce una mail ne' si produce alcuna altra forma di comunicazione vuota. Se dovessi rileggere Desmond Morris, poi, queste sono proprio e solo delle forme di autorassicurazione reciproca, destinate unicamente a rinsaldare il gruppo. Credo che in molti casi degli esseri umani adulti potrebbero limitare queste marginalita' sociali al minimo indispensabile, per preoccuparsi invece di produrre contenuti sensati e utili.
Ciao, Fabio.
Settembre 18th, 2004 at 16:58
@Fabio: rassicurati, caro. Le regole della rete non le stabilisci proprio *tutte* tu ;)
Settembre 18th, 2004 at 19:07
No, babsi, come e' noto, io sono quello che le regole le trasgredisce, da sempre. Pero' con gusto.
Ciao, Fabio.
Settembre 18th, 2004 at 20:29
“Se dovessi rileggere Desmond Morris, poi, queste sono proprio e solo delle forme di autorassicurazione reciproca”
vale quanto:
“se i cavoli sono ortaggi, allora gli ortaggi saranno ben lieti di essere cavoli.”.
Morris propone schemi che tu applichi come farebbe Richard Dawkins: male. Riduzionismo raffazzonato. C’è, nell’atto gratuito di un “bravo”, un significato sociale che fraintendi del tutto (probabilmente in virtù di una tua semiotica orba).
Settembre 18th, 2004 at 22:32
La "rete" è un insieme di persone, ogni persona stabilisce cosa vuole dire, come lo vuole dire e a chi. Il "linguaggio utile" o "appropriato" o "regolamentare" non c'è: non c'è in rete perché non c'è nella vita. Ognuno sceglie il proprio linguaggio e incrocia le dita sperando d'essere capito. Il mio linguaggio contempla *persino* di dire "mi piace" quando vedo qualcosa che mi piace. Sarà irregolare, non conforme o banale ma chissenefrega: è il mio.
Settembre 19th, 2004 at 04:00
Roquentin, benchè non vorrei mai intrecciare le spade con te o con Babsi, che siete troppo bravi a scrivere e mi fareste a pezzettini, mi piacerebbe sapere cosa trovi di sbagliato in Dawkins.
Settembre 19th, 2004 at 06:47
Concordo in pieno.
Settembre 19th, 2004 at 08:19
Il motivo per cui ho tirato in ballo Dawkins è semplice: Dawkins ha il vizio di confezionare le teorie in modo tale che si possano applicare a tutto, come nel caso della “memetica”. In più, scendendo nel dettaglio, mi posso limitare ad affermare (ma non ad argomentare, non qui) che Dawkins procede così: sia dato un insieme di fatti da analizzare, per ricavare le proprietà di quell’insieme basterà scomporre l’insieme in unità elementari, studiare le proprietà di quegli “atomi” e infine ricavare le proprietà dell’insieme. Niente di più sbagliato, ci sono spessissimo proprietà che appartengono alla struttura ma non ai singoli elementi (es.: società =struttura/uomo=atomo). E’ il nocciolo del programma riduzionista (mi scuso per la lunghezza, ma sarei felice di discuterne altrove).
Settembre 19th, 2004 at 08:23
@Morelli Non ti farei mai a pezzettini, credimi :)
Settembre 19th, 2004 at 09:14
Ecco, vedete il bello di internet?
Si parla di weblog personali, di comunicazione, di trasmissione di sentimenti ed opinioni e sensazioni ET VOILA', si va dalla parte opposta nei commenti.
O forse è questo il bello del blog, non so.
Sta di fatto che do ragione a Mantellini.
Un "blog" è innanzitutto una forma di espressione personale.
Si apre un blog perché si ha voglia di comunicare, perché se non c'è questa voglia, il risultato ottenuto è un altro.
Al massimo, si apre una vetrina e nulla più. Una bella vetrina con dentro noi.
Inutile, aggiungo io.
Meglio il blog personale e la condivisione con gli altri. L'apertura alle critiche, l'apertura agli apprezzamenti.
Basta che non li si condiscano, da un lato e dall'altro, con intellettualismi che non servono A NESSUNO…
Settembre 19th, 2004 at 11:02
Quanti "vuommechi parasemiotici". Scrivo perchè ho voglia di comunicare.
Se faccio informazione, sono iscritto ad un Albo e ho un contratto, sono un giornalista (in Italia).
Se racconto i fatti miei ogni tanto qualche spunto non mio, qualche copiaincolla, qualche agenzia , qualche commento, allora sono "solo" un blogger.
Ce vo' Dawkins, Parkinson e Mario Merola pe' capì ?
Settembre 19th, 2004 at 11:46
Condivido in parte le critiche al riduzionismo. Purtroppo staccarsi da quello è molto difficile senza precipitare negli oroscopi o nelle religioni.
E convengo che questo margine è troppo stretto per contenere questa discussione (sempre poi che non arrivino i troll).
Settembre 19th, 2004 at 12:42
se volete vi apro un blog apposito. Basta che mettiate le figure se no io non capisco…
Settembre 19th, 2004 at 13:13
"C’è, nell’atto gratuito di un “bravo”, un significato sociale che fraintendi del tutto (probabilmente in virtù di una tua semiotica orba)."
Che e' ben descritto da Desmond Morris, rileggitelo…
Ciao, Fabio.
Settembre 19th, 2004 at 13:22
Oh, ma Dawkins e' quello del "Gene egoista"? E fate tutto sto casino teorico su una piccolezza del genere? Per la serie, come complicare delle questioni semplici…
L'ho letto, all'epoca, solo che allora si chiamava sociobiologia e non memetica. So what? Per caso siete dei filosofi con scarsa preparazione in genetica? Il che spiegherebbe molte cose….
Ciao, Fabio.
Settembre 19th, 2004 at 13:42
rieccolo..
Settembre 19th, 2004 at 13:46
Massimo… mentre loro discutono, tu vieni qui, per favore, che ti abbraccio forte. Con gratitudine, per quel che hai scritto. Occorre aggiungere altro? :)
Settembre 19th, 2004 at 15:02
E tutto solo perché io e il caro Zu abbiamo osato dire che ci piaceva il post. Mantellini, la prossima volta te lo scriviamo in mail ;)
Settembre 19th, 2004 at 16:08
Babsi, perché? Il gradimento è arrivato forte e chiaro e fa piacere a tutti, saperlo :)