Dio creò la terra, ma la terra non aveva sostegno, e così sotto la terra creò un angelo. Ma l’angelo non aveva sostegno, e così sotto i piedi dell’angelo creò una montagna fatta di rubino. Ma la montagna non aveva sostegno, e così sotto la montagna creò un toro con quattromila occhi, nasi, bocche, lingue e piedi. Ma il toro non aveva sostegno, e così sotto il toro creò un pesce chiamato Bahamut, e sotto il pesce mise acqua, e sotto l’acqua mise oscurità, e la scienza umana non vede più oltre.
(Jorge Luis Borges, Manuale di zoologia fantastica, Einaudi 1962- traduzione di Franco Lucentini)
Alcune persone che conosco e che stimo sono state recentemente rimosse o non confermate nei ruoli che ricoprivano nel mondo culturale italiano. Penso per esempio a Edoardo Camurri e Marino Sinibaldi. Sono state allontanate forse ragioni ideologiche, forse per ragioni di antipatia personale, non ne ho idea, forse per motivi diversi. Comunque sia, sarà interessante osservare chi prenderà il loro posto.
Il problema è che nella destra italiana oggi al potere l’ambito culturale è da sempre un deserto senza oasi. I medesimi quattro nomi ripetuti ogni volta, buoni per ogni stagione, sempre gli stessi da almeno due o tre decenni. Quindi ogni tentativo di sostituzione della vecchia guardia con la nuova ha ottime probabilità di trasformarsi in una barzelletta. Nessuno è poi indispensabile, inoltre di soldi da quelle parti ne girano comunque pochi, ma se il sostituto è ogni volta una macchietta, un italianista senza congiuntivi, un artista famoso nell’hinterland di casa sua, un giornalista cresciuto nella fucina di quei giornaletti senza lettori pagati con i soldi del contribuente, capirete bene che le possibilità di ritrovarsi domani con una legione di sangiuliani che straparlano di antifascismo è un rischio concreto. Lo stesso ministro della cultura è un esempio di questo iter di emersione verso l’alto di cospicue nullità. Altri poi seguiranno.
Perché sta accadendo questo? Forse perché alla destra la cultura non è mai interessata? Perché gli intellettuali – chiunque essi fossero – volevano visibilità personale e da quelle parti fino a l’altro ieri era impossibile trovarla? Oppure si tratta di una discussione del tutto oziosa visto che gli intellettuali da tempo non servono più a nulla? Anche fosse oziosa andiamo avanti lo stesso.
Poiché escludo del tutto che quelli bravi siano a sinistra e quelli scarsi a destra l’emersione ormai quotidiana dei sangiuliani di certo ha qualche relazione con l’idea stessa di cultura che ha la destra. Un’idea che mantiene a prudenziale distanza dalla politica le persone colte che votano Meloni, aprendo così le porte a legioni di agguerriti arrampicatori. Ma non potrà comunque essere tutto lì. Manca per i vertici dei partiti del centro destra non solo la disponibilità di figure rilevanti da schierare ma anche la capacità di individuarle e di sceglierle. È questo, se possibile, il peggior difetto che un politico possa avere: se Meloni, Salvini e Tajani scelgono come punti di riferimento dei fessi patentati (succede in continuazione) di chi potrà mai essere la colpa? Mancano le pedine, non ci sono alternative, o sono anche le mosse di chi sceglie ad essere irrimediabilmente perdenti?
Non è un caso che quanto sta accadendo nell’ambito culturale accada anche in ambiti di ben maggior peso come quello finanziario e quello sociale. Scelte che indicano un metodo, un metodo che, a sua volta, indica il nome del colpevole.
Molto di quello che vediamo ogni giorno nelle piccole notizie di rimozioni, ripicche, sostituzioni, ridimensionamenti, è il risultato del lavorio dei servi sciocchi e del loro realismo sempre superiore a quello del re. Questo però non basterà: ciò che sta sotto il pesce Bahamut, “l’oscurità sotto l’acqua” come dice J.L.Borges, in casi come questo non è così oscuro.
Una classe politica di ignoranti si è circondata di altri ignoranti.
Febbraio 1st, 2024 at 11:39
Ma prima o poi si estingueranno i sangiuliani vero?