Sempre più spesso mi pare di notare, per esempio mi è successo questa mattina quando uno di costoro mi ha quasi investito sulla ciclabile mentre andavo a fare la spesa con la vecchia bici che era della mamma di mia suocera, una di quelle bici con i freni a bacchetta, la dinamo che non funziona e tutto il resto, che la peggiore genia in movimento sulle strade della penisola, o almeno su quelle romagnole che sono quelle che io frequento, non sia più quella degli sboroni con le auto con i pneumatici ribassati, la vernice opaca e la marmitta squillante e nemmeno quelle dei ducatisti o dei possessori di Harley-Davidson, che poi lo sa il diavolo come facciano quelli con la Harley ad andarsene in giro seduti a quella maniera, e che non sia più nemmeno quella dei transumanti su scooteroni più o meno enormi tanto in voga fino a qualche anno fa, ma sia quella dei ciclisti professionali, con la tutina attillata, le scarpette ad incastro, gli occhiali avvolgenti a specchio e il caschetto a punta per penetrare meglio l’aria. Nonostante le altre categorie di tizi variamente trasportati non siano comunque scomparse oggi, mentre il ciclista professionale tentava di battere un suo record personale nella ciclabile-marciapiede di Cervia, mi è venuto il sospetto che alla fine si tratti sempre delle medesime persone.
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Maggio 31st, 2023 at 18:29
A mio modesto avviso è inutile discutere di automobilisti, motociclisti, ciclisti, pedoni e chi più ne ha più ne metta.
Le categorie sono sempre state solo due: i civili e gli incivili.