Da qualche settimana è in corso una piccola discussione pubblica su un argomento importante. La questione è se, in un’epoca in cui il loro uso si è esteso gradualmente a ragazzi e adolescenti sempre più giovani, i telefoni cellulari debbano o meno essere vietati a scuola.
L’iniziativa di alcuni presidi, che all’inizio dell’anno scolastico hanno annunciato nelle loro classi lezioni libere dagli smartphone – i telefoni verranno consegnati dai ragazzi all’inizio delle lezioni e riconsegnati a fine giornata – ha scatenato prevedibili contrapposizioni.
I due fronti impegnati nella discussione sono ben delineati. Da un lato il potente spirito conservatore che riempie ogni angolo del nostro paese, quel sentimento mille volte citato di rifiuto di ogni cambiamento che si fa particolarmente saldo quando un simile pericolo è mediato dalla tecnologia. Dall’altro il piccolo afflato resistente di chi, anche da noi, ambirebbe osservare il proprio mondo finalmente al passo con i tempi, un sentimento che in alcune occasioni sfocia in un pregiudizio positivo verso ogni tecnologia.
(continua su L’Essenziale)