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“Ha l’indirizzo di un alberguccio a Porta Venezia frequentato da puttane e rappresentanti di commercio. Arriva si chiude in camera, non disfa la valigia, scrive a Maria:” La sua prima lettera è tremenda: “Fa caldo da morire, la gente è orrenda, è tutto sporco, c’è puzza di benzina, le macchine sono sui marciapiedi, voglio tornare a casa”.
Pino Corrias, Vita agra di una anarchico. Luciano Bianciardi a Milano, Baldini e Castoldi 1993.
Luglio 23rd, 2022 at 20:55
Quella stessa città in quegli stessi anni appariva come il paese di Bengodi per una cifra (linguaggio contemporaneo da milanese imbruttito) di pugliesi, siciliani, campani, persone originarie della Basilicata (basilichesi?) per l’energia, le opportunità, la libertà che i grandi spazi anonimi donano sia agli irregolari (tra virgolette) che ai regolarissimi. Gli intellettuali sono persone strane; se poi anche anarchici di più.
Luglio 24th, 2022 at 13:43
Lucani. Ma Milano poteva benissimo essere tutte queste cose insieme per tutti, intellettuali anarchici compresi. (Le auto vengono ancora parcheggiate sui marciapiedi, seguendo un regolare calendario per quartieri, perché le strade di Milano vengono ancora regolarmente lavate)