Ho appena ascoltato Mario Draghi al Senato. Cinque veloci considerazioni.

1 Era arrabbiato.

2 Ha detto – in sintesi – i tempi sono difficili, “rimettete a posto la candela” o rimarremo tutti schiacciati.

3 Ha detto troppe volte “ce lo chiedono gli italiani” quando gli italiani si sa – da sempre – di loro spontanea volontà non chiedono quasi mai niente. “Ce lo chiedono gli italiani” era una delle frasi preferite di Pierferdinando Casini ed era adeguata a uno come lui.

4 Il ghost writer si è un po’ fatto prendere la mano (del resto era il suo discorso più importante) e ha aggiunto la reiterazione della domanda imperiosa “Siete pronti?. Solo che Draghi non è Madonna e no, comunque non sono caldi e non sono nemmeno pronti.

5 La qualità del flusso video dal Parlamento è sgranatissima e molto anni ottanta. Servirà qualche briciolo di PNRR anche per le vetuste tecnologie parlamentari.

3 commenti a “Cinque cose su Draghi al Senato”

  1. Annamaria dice:

    “Ce lo chiedono gli Italiani”: brutto scivolone di tipo demagogico-populista, e forse anche peggio.
    Stiamo tranquillamente scivolando in una forma di totalitarismo morbido, con il Parlamento messo severamente in riga e il popolo-quello vero, non quello dei Renzi&bin Salman-ignorato e silenziato.

  2. Giacomo Brogi dice:

    D’accordissimo sul punto 5. Basta vedere la differenza con una diretta del PMQs del parlamento Britannico.

  3. Cecilia dice:

    Secondo me quel “ce lo chiedono gli italiani” potrebbe essere inteso come “ce lo chiedono gli italiani che vi hanno votato, e lo chiedono a me che sono il PdC affinchè si facciano le riforme di cui abbiamo bisogno etc”