Io non so molto di quello che è accaduto davvero ieri sera in Piazza Maggiore. Una grande bellissima folla che canta Dalla, senza bandiere, senza slogan di partito, che manifesta contro la discesa in regione di Matteo Salvini e il suo tentativo annunciato di “liberarla”.
L’hashtag utilizzato è bello pure lui #bolognanonsilega.
La storia di come queste migliaia di persone si sono ritrovate in piazza è altrettanto bella e contemporanea. Un flash mob, organizzato da quattro ragazzi su una pagina Facebook. Provare a mettere 6000 persone, strette come sardine, sul crescentone. Per quelli che sanno cos’è.
Poi ne sono arrivate il doppio e noi oggi a chiederci cosa significhi tutto questo. Sempre che significhi qualcosa.
Così, non avendo una risposta, sul futuro della sardina mi piacerebbe sognare un po’.
Prima di farlo segnalo un numero molto rilevante di tentativi di politici del centro sinistra di fare real time marketing sull’evento di ieri sera. Una cosa leggermente abietta, devo dire, come provare a sequestrare il pallone durante una partita ai giardini in cui sta giocando qualcun altro.
Sogno numero uno:
Quella piazza non è la piazza del PD. Non è la piazza di Renzi, di Articolo Uno, di Bonaccini, di Bersani, dei Verdi o di qualsiasi altro movimento riformista esistente. Quella piazza è la piazza dei molti cittadini che individuano correttamente Salvini come il pericolo imminente, ma che non si riconoscono necessariamente in quelli che li hanno governati fino ad oggi. Un tema nazionale e non solo locale. I riformisti in Italia oggi sono un popolo, grande o piccolissimo, non so, senza casa. Senza casa perché la politica li ha sfrattati da casa loro, loro l’hanno lasciata fare, per debolezza o pigrizia, ed ora sono lì, senza rappresentanza.
Sogno numero due
Lunedì prossimi Salvini sarà a Modena proseguendo la sua campagna elettorale di “liberazione” dell’Emilia Romagna. Le sardine hanno già annunciato nella loro pagina Facebook che saranno lì. Spero che resteranno lontane dalla retorica della contrapposizione, che resteranno sardine gentili, mi piacerebbe che il tam tam le facesse crescere di numero. E anche che i soliti furbacchioni restassero giù dal carro.
Sogno numero tre.
Il sogno più difficile e anche quello meno probabile. Che da questo movimento possa nascere una speranza di nuova rappresentanza di cui abbiamo grandissimo bisogno. Non so come e non so dove: non ho idea di come potrebbe succedere. Ma non aderisco alla retorica della “critica costruttiva”, del non fare il gioco di Salvini attaccando Salvini come si fece in passato con Berlusconi e blablabla. Il mio sogno ridicolo è che la sardina sia contro Salvini, per cominciare. E che poi sia contro l’occupazione militare dello spazio progressista da parte di una classe politica vecchia di trent’anni. Che si dedica alla propria sopravvivenza più che a qualsiasi altra cosa.
Una nuova onda riformista, se mai ci sarà in questo Paese dovrà per forza di cose nascere come un movimento contro. Contro Salvini, certo. Ma anche contro l’offerta miserrima che la sinistra organizzata offre oggi in Italia. Non sarebbe male che una simile rinascita iniziasse da queste parti, in Emilia Romagna, per poi estendersi altrove. Qua dove molte cose funzionano ma la gente, talvolta, riesce a guardare ugualmente un po’ più in là. Rendendosi conto che così – anche passata l’emergenza – non si potrà continuare comunque. Che servono persone nuove. Sardine nuove a dirigere il branco.
Novembre 16th, 2019 at 09:11
Non servirà a nulla perché quelle persone poi quando c’è da votare hanno la puzza sotto il naso, Renzi parla troppo veloce e Zingaretti è noioso.
L’Emilia Romagna andrà alla lega.
Novembre 16th, 2019 at 11:33
Ma perché si policizza il voto regionale?
Io ritengo che bisogna ragionare su come hanno amministrato,in Emilia Romagna la sinistra in questi cinque anni ha fatto cose ottime
Ne voglio citare solo tre
1 via il super ticket
2 via il reddito ai consiglieri ,una volta finito il mandato
3 asili gratuiti
Qui credo che le persone se ragionano in questo modo dovranno votare la sinistra!
TENIAMOCI STRETTI L’EMILIA ROMAGNA!
Novembre 16th, 2019 at 11:55
Se io vedessi che un partito a me avverso raccoglie consensi, invece di cullarmi sui buoni sentimenti delle manifestazioni di piazza “dalla parte giusta”, passerei tutto il tempo a capire perché la gente segue gli altri in modo da evitarlo. La “parte giusta” non l’ha fatto con Berlusconi e non lo fa con Salvini. Il risultato è che contribuisce ad estremizzare la politica, spacca socialmente il paese e perde le elezioni.
Novembre 16th, 2019 at 13:31
Qui in Emilia Romagna il nome c’è: Elly Schlein.
Novembre 16th, 2019 at 18:23
Oltre alla favola raccontata sulle tv e su qualche social c’è la realtà fatta di corteo di antagonista di scontri con la polizia di idranti sulla folla e tutto nello stesso identico momento del flashmob dove si giocava a fare le sardine, ovviamente queste cose sono ampiamente documentati su tutti i siti di controinformazione appartenenti al mondo della sinistra estrema e. Qualcosina davvero qualcosina su Twitter dell’interno e sky Tg 24.
Novembre 17th, 2019 at 00:52
Sogno con te!!!
Novembre 17th, 2019 at 06:59
La debolezza attuale delle politica dipende secondo me da molti fattori.
Ad un estremo abbiamo lo spostamento delle relazioni politiche dai quartieri ai Mass media, dall’altro la disaffezione dalla pratica politica.
Ne consegue che non si faccia più un dibattito politico fondato sulla realtà da persone che la conoscono ma solo su slogan e immagini stereotipate da persone in larga parte reclutate fuori dal sistema. Ne consegue anche che non esista quasi più una classe politica dirigente, quelli che conoscono i problemi, il territorio e il sistema.
Questo per dire che i movimenti sono belli, sono sempre pulitissimi ed emozionanti, ma un paese non si può governare con un flash mob, un paese si governa con una visione di lungo termine e un sistema per formare quelle persone che possano realizzarla.
I partiti dovevano fare questo lavoro, mi pare che siano rimasti in pochi ed è un male
Novembre 17th, 2019 at 11:51
Il declino della classe politica è iniziato con tangentopoli che ha fatto fuori il sistema partitico che era la scuola da cui venivano fuori i dirigenti. Casualmente l’unico partito tradizionale uscito quasi indenne ha dimostrato a sua volta di non avere politici adeguati al ruolo di governo che si è trovato ad esercitare dopo la giravolta politica seguita alla caduta del muro.
Trovatemi nomi di politici (non dico statisti perché in questo campo c’è il vuoto pneumatico) di livello prima repubblica formatisi dopo il 1992.
Novembre 17th, 2019 at 11:57
Giusto quello che dice Jacopo. Tuttavia, da un quarto di secolo la “visione” della sinistra è tutta contenuta nelle tre parole “battere le destre”. Pertanto, mi sembra che i flash mob siano perfettamente funzionali a tale visione strategica. E, a volte, pure sufficienti.
Novembre 17th, 2019 at 22:18
[…] alle vicende piemontesi se vogliono avere un presente e un futuro. Forse devono far avverare il sogno del giornalista Massimo Mantellini: creare una nuova rappresentanza riformista in contrapposizione non solo a Salvini, ma anche […]
Novembre 19th, 2019 at 09:54
Se la risposta a Salvini si riduce a canti e balli, speriamo vinca Salvini
Novembre 21st, 2019 at 11:00
Questo tipo di risposta di stampo un po’ goliardico non è mai servita a nulla se non a dare effimera notorietà ai promotori, evidentemente quanto accadde (dai Girotondi in poi) quando governava Berlusconi non è servito da lezione. Per fare politica occorrono impegno, serietà e grande competenza oltre che a progetti concreti e capacità adeguata agli obiettivi, qui vedo solo la voglia di fare un po’ di casino, del tutto legittima (anche divertente) ma finisce lì.