Fare il Ministro è una forma estrema di gestione della complessità. Vi sono molte maniere per educarsi ad un simile compito. Gli studi avanzati (laurea e oltre) sono la maniera usuale per iniziare a farlo. Ma ve ne sono altre. La politica attiva lo è. L’attività sindacale lo è. L’abitudine a professioni problematiche spesso lo è. L’esperienza, soprattutto e in generale lo è. Poi conta il talento. Poi conta l’umanità. Poi conta l’umiltà. Poi conta la diplomazia.

I poeti laureati oggi spiegano che il Ministro dell’istruzione deve essere laureato. È una scemenza, in generale. Altri sottolineano che Fedeli ha mentito, anche se vista da qui sembra solo una modesta millanteria, non urlata ai quattro venti come altre millanterie recenti. E per carità comunque sì, ha mentito, in una riga microscopica di un curriculum vitae, nei luoghi della politica di formidabili bugiardi. È successo, dentro una smargiassata infinitesamale che respira più senso di inferiorità che altro.

Vogliamo usare una simile vicenda come il simbolo di una nuova era? Siamo certi di esserne capaci? Meglio un cretino immacolato (decine di esempi recenti) al posto di un bugiardo marginale? Accomodiamoci pure. Il bugiardo marginale potrà forse essere un buon Ministro, magari con qualche possibilità in meno rispetto a più titolati candidati. Il cretino immacolato certamente no.

23 commenti a “Sul caso Fedeli”

  1. nicola dice:

    Be’, a questo punto sto prendendo in seria considerazione di aggiungere Dott. nella firma delle mail di lavoro o formali. Mai fatto, pur avendone pieno diritto e dopo aver sudato sette camicie per l’agognata pergamena. (E sì, un Ministro dell’Istruzione non laureato mi lascia molto perplesso e sto usando eufemismi.)

  2. ErPanfi (@ErPanfi) dice:

    Tra l’altro, mi risulta che il diploma in questione sia equiparabile al diploma di laurea triennale del corso di studi odierno… Quindi non è nemmeno una bugia, quanto un’imprecisione: anzichè “laureata in” il titolo corretto è “diplomata con attestato equiparabile alla laurea triennale in”.
    Se davvero le si vuol fare le pulci per una cosa simile abbiamo le priorità un po’ sballate, imho…

  3. andrea dice:

    che un ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca scientifica debba essere laureato è una scemenza. nemmeno un professore ordinario deve esserlo… che sia opportuno abbia contezza di che cosa sia l’istruzione superiore no, quella non è una scemenza. una navigata sindacalista specializzata del settore tessile, con un diploma di assistente sociale, con qualche divagazione nel settore della tutela dei diritti delle insegnanti della scuola dell’infanzia, non pare possederla, in tutta franchezza.

    quanto poi alla smargiassata che sa di inferiorità — se uno cerca su google, virgolette incluse, “dott.ssa valeria fedeli” troverà tutta una serie di locandine relative a convegni ed incontri pubblici alla quale la pur vice presidente del senato o presidente del sindacato tessile ha partecipato — beh, nessuno le ha prescritto di fare il ministro. il posto è uno, gli aspiranti sono tanti: è facile trovarne di migliori. il merito non è una delle keyword più ricorrenti nello storytelling renziano?

  4. rocco dice:

    la cosa orrenda non è la questione titolo/non titolo, ma che a gestire una “complessità” che non si può ridurre solo a rapporti con sigle sindacali, se non in una visione polemica, sia stata scelta una persona in ragione solo delle sue doti sindacali, per di più sviluppate in un settore completamente diverso (e pensare che siano ipso fatto trasferibili, o transferable, è se va bene una pia illusione). Con l’obiettivo elettorale, pure dichiarato, di richiamare i docenti delusi dal PD: ok, capisco il problema, ma davvero come funziona la scuola dove vanno i miei figli o l’università dove lavoro diventa secondario rispetto al bisogno da parte di Renzi di recuperare il mitico zoccolo duro (altra pia illusione?). Mi sfugge inoltre il ragionamento per cui chiedere, con un minimo di decenza, non un accademico come ministro ma semplicemente una persona che abbia una minima idea di quello che in quel ministero si fa e soprattutto dei servizi che svolge per la comunità, diventi subito la richiesta di un ‘cretino immacolato’. Almeno potevano scegliere una sindacalista della scuola così si saltavano un passaggio. Possibile che in Italia, nello schieramento governativo, non esista una persona appena più competente, a cui non si debba spiegare da capo, nei pochi mesi che restano, come funziona una scuola o un’università? Questa discussione sarebbe lunare in qualsiasi paese europeo abbastanza serio. E la complessità è anche ricordare che esistono più posizioni oltre ai cretini e ai bugiardi (entrambi presunti)

  5. DinoSani dice:

    I più grandi geni del digitale, da Steve Jobs a Mark Zuckerberg passando per Bill Gates, non sono laureati. Smettiamola con queste stronzate, fuorvianti. Competenza, professionalità, capacità organizzativa, creatività, non sono mai racchiuse in un pezzo di carta. Èuna retorica che parte da Veltroni, passa per i grillini e arriva a Renzi, ma non produce nulla, soprattutto per i poveri laureati…
    Resta il fatto che oggi chi ha competenza e capacità, tendenzialmente, si tiene lontano dalla politica, che resta in mano a personaggi spesso discutibili, che li trovano realizzazione dei propri interessi. Una volta i politici erano i più colti e istruiti, diciamo i migliori, almeno così la pensavano gli italiani. Oggi sono visibilmente i peggiori e, forse, non ci rappresentano più. Se ci permettessero di scegliere chi votare forse potremmo ricominciare a decidere da chi vogliamo farci rappresentare. E magari qualcuno dei “migliori” ricomincerà ad occuparsi di politica.

  6. annamaria dice:

    Ha mentito.E non solo sul titolo di studio.

    “””Io non sono attaccata alla poltrona”. Così parlava Valeria Fedeli durante un’intervista a L’Aria che tira, su La7. Dopo la nomina a ministro dell’Istruzione nel governo Gentiloni, il video è diventato nuovamente popolare in rete. Come Boschi e Renzi, anche l’ex vicepresidente del Senato assicurava un addio alla politica in caso della vittoria del “no” al referendum costituzionale. E ora che la riforma a firma Boschi non è passata, Fedeli sembra aver dimenticato la promessa”.(L’Huffington Post)

    Ha mentito come la collega Boschi.

    “”Nella puntata di ”In 1/2 ora” andata in onda lo scorso 22 maggio, Maria Elena Boschi disse a Lucia Annunziata che avrebbe lasciato la politica se avesse vinto il No al referendum costituzionale. Ieri l’ex ministra per le Riforme, ha giurato come sottosegretaria alla presidenza del Consiglio nel nuovo governo Gentiloni”
    di Martina Martelloni (video Repubblica.it)

    Vogliamo fare l’elogio della menzogna spudorata e seriale?
    Ma sì, facciamolo.

    P.s. Non mi è stato possibile linkare.

  7. Shylock dice:

    @rocco: i bugiardi non sono più presunti a partire dal momento in cui vengono beccati a mentire.

  8. Pepato dice:

    Mante, occhio però che poco tempo fa tu stesso mettevi la laurea come requisito primo per il “politico che vorresti”: http://www.mantellini.it/2016/06/23/il-politico-che-vorrei/

  9. LucaP dice:

    Concordo in pieno sul fatto che per fare il Ministro non serva assolutamente una laurea, e che servano molto più l’esperienza, la capacità di gestione, di relazione, e mediazione con i vari attori in gioco ecc…
    Non concordo sul fatto che sia veniale il malizioso millantare, e non concordo a questo gioco tutto italiota del gioco al ribasso, del meno peggio.
    Tra un bugiardo ed un cretino, scelgo chi mi deve pulire il bagno, non chi deve essere Ministro della Repubblica. Per tale ruolo, dobbiamo esigere chi sia in gamba e contemporaneamente non millanti e non menta. Forse il panorama italiano è orfano di figure migliori? Non credo proprio.
    In altri luoghi la prassi sarebbero scuse pubbliche e dimissioni da tale ruolo, qui invece c’è sempre un “massì, vabbè, chessaramai…”, per non parlare della curiosa definizione “infortunio lessicale”, quasi ad edulcorare, a camuffare…
    Ha ragione Rizzo, con il titolo del suo ultimo libro “La Repubblica dei Brocchi”

  10. alessandro dice:

    @pepato

    LOL

  11. Mauro dice:

    Ma tutto questo benaltrismo non entra nel merito della questione: la dichiarazione del falso!

    Uno studente può sbianchettare il voto su un compito in classe? Qui stiamo parlando di un Ministro della Repubblica

    Sapete bene che in Europa un ministro darebbe le dimissioni il giorno dopo, scusandosi con i cittadini.

    Più antieuropeisti di così si muore! L’Europa è solo una ghigliottina economica per la desertificazione e la creazione di disoccupazione e miseria??

  12. Claudio dice:

    “E per carità comunque sì, ha mentito, in una riga microscopica”

    per aver dichiarato il falso in Germania il ministro si dimette scusandosi con tutti e prima di tutto coi suoi elettori, in Italia viene giustificato dai suoi tifosi: più antieuropeisti di così si muore

    si vallo a raccontare in Inghilterra che l’alunna ha dichiarato il falso e sbianchettato il voto, e che l’alunna è Ministra della Repubblica d’Italia, Ministra dell’Istruzione

    – tanto è microscopico, marginale

    – così fan tutti

    – solo una smargiassata

    – meglio di un cretino

    – non siam capaci

    – non sarà certo una nuova era

  13. Claudio dice:

    UP @pepato

  14. Emanuele dice:

    Pepato,

    “Mi scuseranno tutti gli altri ma vorrei un politico laureato. Io non attribuisco alla laurea alcun valore particolare, penso anzi che spesso alcune professioni che richiedono una laurea allontanino spontaneamente dalla comprensione del mondo. Molti dei peggiori idioti che ho incontrato in vita mia erano idioti felicemente laureati. Non si tratta di questo: è solo che studiare un certo numero di anni per me è un valore in sé che aiuta a vivere meglio. E no, non è un caso che questo Paese abbia così pochi laureati.”

    Magari citerei il pezzo per intero. Visto che la tizia ha studiato per un certo numero di anni, rientra nel profilo comunque.

    Per il caso in sé, è così irrilevante e stupido che penso che sia un segno del declino della politica italiana (con tutto quello che succede, la gente discute di un corso post maturità di decenni fa), ma la vicenda è molto semplice. E’ un corso post-maturità equiparabile ad una laurea triennale? Sì. Fine, inutile discutere, soprattutto quando la polemica è stata creata ad arte da Adinolfi perché ha paura della ministra a favore del “Gender”.

  15. Shylock dice:

    “Visto che la tizia ha studiato per un certo numero di anni, rientra nel profilo comunque.”

    Beh no: allora andrebbe bene anche un diplomato, che ha studiato ‘un certo numero di anni’.
    Invece la tizia non ha studiato un numero di anni sufficienti per avere la laurea, quindi non rientrava nel profilo: ci rientra adesso solo perché nel frattempo Mantellini ha abbassato i suoi standard.

  16. andrea dice:

    «Scherziamo? Io sono una persona seria. Se volevo mentire o truffare non avrei mai messo nel mio curriculum diploma di laurea, ma avrei scritto laurea e basta»

    il ministro dell’istruzione della repubblica italiana.

  17. Emanuele (l'altro) dice:

    Giusto, parliamo delle competenze: una persona diplomata (con diploma equiparato quando?… 20 anni dopo? a una laurea triennale) in scienze sociali e che per tutta la vita è stata sindacalista dei tessili che c’azzecca con il ministero dell’istruzione, università e ricerca scientifica?
    Tra l’altro leggo che in una intervista a La7 dichiarò che in caso di vittoria del no sarebbero andati tutti (pure lei) a casa.

  18. andrea61 dice:

    Io non credo che il titolo di studio sia necessariamente un must per valutare la nomina di una persona e nello specifico, più che la laurea mancante mi crea molte più perplessità la scelta per in dicastero così delicato di una persona che faceva la sindacalista nel settore tessile.

  19. Giovanni Turano dice:

    È importante il titolo di studio per avere un posto di responsabilità dopo tanti anni di attività? Probabilmente no. Anche se, se si vanno vedere in giro per ml mondo i criteri di selezione di posizioni importanti, non parrebbe essere così. Anzi, spesso si chiedono molti titoli e certificazioni in più, che vengono solo dopo una laurea. Ma diciamo che esistono eccezioni (l’ingegner Ferrari? un classico sempre di moda) e pure Fedeli potrebbe rientrare nella casistica.

    Ma la “bugia marginale” in una “microscopica riga del CV” è importante? Mille volte più del titolo di studio mancante. Perché è indice di una forma mentis, quella di essere pronti a falsificare e mentire all’occorrenza, che non si addice moltissimo ad una figura chiamata a dirigere la cosa pubblica.

    In tribunale, conta l’atto, nel farsi un’opinione conta molto più l’intenzione.

  20. Emanuele (l'altro) dice:

    Per anni ci hanno fracassato i timpani con interviste e dichiarazioni in cui si diceva che l’Italia ha pochi laureati rispetto al resto del mondo con cui vorremmo confrontarci e che la laurea è importante. Manuela Ghizzoni del pd di Modena ha detto qualche mese fa che l’Italia è l’ultimo paese per numero di laureati di tutti i paesi dell’Ocse e che “il problema, cruciale per il futuro del nostro Paese, è semmai che l’Italia non ha un numero sufficiente di laureati per garantire competitività sul mercato globale della conoscenza e delle opportunità. ”
    Da quando è saltata fuori questa storia ecco i distinguo, e conta l’esperienza, e la laurea è un pezzo di carta, e così e cosà.
    Mi raccomando, facciamo passare il messaggio per bene così avremo ancora meno laureati in futuro.

  21. VivaIPoetiAncheNonLaureati dice:

    Pare non sia manco diplomata. Mantellini a parte l’insofferenza per i “poeti laureati”, che in parte condivido, ma non ti pare che sta tizia non abbia titoli ed esperienza adatti al ruolo? Parliamo anche di università e ricerca, ma che ne sa sta Tizia? Fare il ministro è un ruolo tecnico, ed infatti non necessita essere eletti. Sta tizia è davvero una delle migliori in Italia (diciamo fra le prime dieci) adatta a ricoprire quel ruolo? Non esite nessuno di meglio di sinistra e del Pd? Ma devvero? Non ci credo, non ci voglio credere.

  22. Shylock dice:

    @VivaIPoeti: poche chiacchiere, la complessità va gestita.
    Considera anche che sovrapporre i due insiemi “di sinistra” e “del Pd” restringerebbe eccessivamente l’area di ricerca: una volta uscito Civati, che già era nessuno, chi rimane? Meno di nessuno? Al fixing odierno è un titolo sufficiente per fare il ministro? Non saprei, chiediamolo a Mantellini.

  23. massimo mantellini dice:

    A beneficio della discussione ( a proposito grazie) dico che, conoscendo poco o nulla la Fedeli, la mia impressione è che la sua nomina a Ministro sia del tutto inadeguata