Dopo pochi minuti dall’esito del voto su Brexit ha iniziato a girare in rete e sui giornali questa statistica:


Schermata 2016-06-26 alle 08.46.51


Quasi tutti l’hanno scambiata per un’analisi del voto che indicava con enorme chiarezza che i giovani inglesi avevano votato in massa per rimanere nella UE mentre gli anziani avevano scelto di abbandonarla.

Nonostante fosse chiaro che non si trattava di dati reali ma di indicazioni di voto raccolte prima delle elezioni è partita (e continua da due giorni e continuerà per chissà quanto ancora) la gara a chi commentava simili dati con la maggior enfasi possibile.

Del resto l’argomento era perfetto per spargere un po’ di retorica sui pensionati che tolgono l’aria ai giovani, sugli anziani e gretti agricoltori delle midlands che impedivano ai giovani metropolitani di rimanere in Europa. Vecchi contro giovani, conservazione contro innovazione: un tema perfetto.

Poi ieri sera Sky ha diffuso questi dati sull’affluenza alle urne in base all’età e tutto il castello di guerra generazionale si è un po’ indebolito.


Schermata 2016-06-26 alle 08.44.39


I giovani virgulti dell’innovazione e dell’abbraccio europeo semplicemente non sono andati a votare.


update: Il FT ha un grafico sulla partecipazione al voto basato su dati reali che conferma nella sostanza i numeri di Sky. (grazie a Carlo Nardone su Twitter)


Schermata 2016-06-26 alle 11.22.00

49 commenti a “Brexit: vecchi contadini vs. giovani metropolitani”

  1. Simone Biagiotti dice:

    Grazie per mantenere la lucidità. Non deve essere facile con tutto il rumore che si sente ultimamente

  2. mario.t dice:

    Ennesimo esempio di manipolazione dei dati ed errata informazione da parte dei media. Ho notato la stessa identica malafede nelle analisi di voto delle recenti elezioni amministrative in Italia. Titoloni dei giornali che dicono una cosa e dati reali che dicono qualcosa di diverso. I media dicono ciò che vuol sentir dire il proprio editore o il proprio gruppo politico di riferimento (che sono più o meno la stessa cosa) e non dicono la verità. Incanalano il pensiero dell’opinione pubblica mistificando la realtà.

  3. Shylock dice:

    Tra l’altro, già i 45enni hanno votato Brexit per il 56%:

    http://www.ilpost.it/2016/06/24/risultati-brexit-referendum-regno-unito-unione-europea/#liveblog-entry-407385

    Visto che già nella fascia 35-44 anni il Bremain ha prevalso di misura, il breakeven dovrebbe collocarsi intorno ai 40 anni: qualcuno può seriamente sostenere che, da quell’età in su, si trova una fascia marginale di popolazione, da rottamare tanto hanno ormai poco da vivere e niente da dire?
    La spiegazione è più semplice: nun ce vonno sta’. Ma è una narrazione rassicurante e consolatoria, quindi persisterà, anche perché ho visto diversi media ostinarsi a raccontare una realtà alternativa oscillante tra il mendace e il lisergico: fino alla diffusione dei risultati definitivi, sembrava che il Remain avesse trionfato, che Farage avesse già ammesso la sconfitta, eccetera. E il giorno dopo hanno continuato imperterriti a dipingere scenari catastrofici farlocchi: non potremo più volare low cost con Ryanair /che sta a Dublino)!

  4. Lorenzo Campani dice:

    Dati alla mano in effetti se i giovanissimi 18-24 fossero andati a votare quanto gli over 65 staremmo raccontando una storia diversa.

    Adesso vado a controllare se il “Remain” ha fatto una campagna mirata del tipo: Vuoi continuare a spiaggiarti ad Ibiza e Mykonos per quattro sterline ?

  5. ono-sendai dice:

    Ma in termini assoluti?

  6. Paolo dice:

    certo che, se “quelli là” sono ignoranti… questi qua sono proprio ignobili

    grazie per l’info Mante: l’informazione è fondamentale. Ormai i governi si sono ridotti a un’informazione infantilizzante (e forse fertilizzante). Una cappa di propaganda che io trovo veramente pesante per tutti, una disinformazione assurda, pensando in questo modo di aver sempre ragione. Però le persone non sono macchine. In questo modo s’indeboliscono i processi decisionali democratici e collegiali e si sostituiscono con più “veloci” autoritarismi

  7. T9999 dice:

    questo significa se i giovani fossero andati a votare con le stesse percentuali dei vecchi il remain avrebbe prevalso?

  8. gregor dice:

    L’affluenza non cambia una virgola al risultato

    Nelle democrazie moderne i giovani vanno meno a votare rispetto ai “vecchi”.

    Se si ri-votasse domani, sono certo che il risultato sarebbe diverso.

  9. Walter Stucco dice:

    Sono due dati distinti e differenti
    I giovani effettivamente hanno votato di più per il remain, dalla mezza età in su, hanno votato per l’out
    A meno che non ci si voglia appropriare del voto di quelli che non hanno votato e fare proiezioni inventate.
    Il dato dell’affluenza dice solo che gli anziani hanno votato più dei giovani, ma per sempio non dice che i giovani sono quelli che più facilmente lasciano il paese per studio, lavoro, fortuna, amore etc. etc. e che sono spesso meno attratti dalla retorica conservatrice del ‘noi contro loro’ che ha dominato questa campagna elettorale, mentre i vecchi non conoscono altro, ci sono cresciuti in quell’idea
    Rimane comunque una stupefacente guerra generazionale in cui i nonni non hanno chiesto ai nipoti “ma perché vuoi rimanere?”

    Comunque è un danno irreparabile.

  10. Gino Roncaglia dice:

    Caro Massimo, in questo caso non sono affatto d’accordo con la tua analisi. Verissimo, i giovani hanno votato di meno. Ma nessun dato – neanche quelli sulla distribuzione geografica del voto – suggerisce in alcun modo che le opinioni sulla Brexit di chi non ha votato siano radicalmente diverse da quelle di chi ha votato. Mentre va tenuto presente che nel Regno Unito college e università sono già chiusi e – in particolare per la fascia 18-24 – siamo nel pieno del periodo di ferie estive. Molti di quei giovani semplicemente sono in vacanza (magari in vacanza in Europa…), esattamente come sarebbe successo a noi alla loro età per un referendum convocato in un periodo di vacanze. Che poi un referendun voluto e richiesto dai sostenitori del Leave mobiliti di più le fasce di età orientate per il Leave non è certo una sorpresa. Le polemiche di queste ore nel Labour sono proprio centrate sulla scarsa capacità di mobilitazione manifestata da quella che doveva essere una delle forze più impegnate anche sul fronte del voto giovanile. Ma – di nuovo – questo non implica affatto che l’enorme ed evidente divario nelle scelte fra fasce più giovani e fasce più anziane sia in qualche modo ‘attenuato’ dalla minore partecipazione giovanile. I dati a mio avviso mostrano in maniera inequivocabile che la decisione dell’uscita è una decisione presa soprattutto dalle fasce di età più anziane, e in larga maggioranza non condivisa dalle fasce di età più giovani. Il generational divide c’è eccome.

  11. Paolo dice:

    Ma scusate, ma vi rendete conto di quello che scrivete?

    Quindi sarebbe un danno irreparabile perchè i giovani preferiscono andare al mare (e prima ancora che qualcuno consigliasse loro di farlo) Ma i giovani non erano i meno ignoranti?
    Capisco l’euforia, ma perchè infierire? Se fosse così sarebbe un buon indice di ignoranza civile giovanile, e non ignoranza senile
    Perchè quindi inscenare il Drama e la raffigurazione della ‘generazione Erasmus’ affranta? Questa purtroppo è la ‘generazione Esperanto’: un sogno diventato incubo e vince l’astensionismo.

    I dati mostrano in maniera inequivocabile che quei giovani in un momento così importante: non c’erano. Non che avrebbero votato contro ‘i vecchi’: non c’erano. “Perchè son giovani, erano al mare”
    e quindi tornato dal mare poi ti lamenti perchè la decisione è stata democraticamente presa da altri?

    considerando però il referendum è stato promosso da Cameron, presentato appunto come “un giovane”.

    è lo storytelling, bellezza

  12. Fabrizio R. dice:

    La narrazione della catastrofe e dell’avversario dipinto come diabolico, nazista, razzista, antiCristo ha uno scopo ben preciso.

    Legittimare il “qualsiasi mezzo”.

    Sì, perché se l’avversario è diabolico e nazista, allora (questo è il messaggio) non bisogna andare tanto per il sottile nel combatterlo.
    E quindi diventano legititmi brogli elettorali (vedi elezioni austriache), manipolazioni dei sentimenti (dall’ostensione del piccolo Aylan fino alla strumentalizzazione dell’omicidio Cox), bugie, raggiri, finte petizioni che in 24 ore raccolgono 2 milioni di firme di gente che si finge inglese, ecc.

    Il primo passo di ogni manipolazione è la demonizzazione dell’avversario.
    Passata quella, diventa facile convincere i “tiepidi” che qualsiasi mezzo è ammesso per sconfiggere il Demonio. Anche mezzi che suggeriscono una insidiosa trasformazione del suffragio universale nel “voto riservato solo agli istruiti/agli intelligenti” (senza spiegare CHI decide quali sono gli intelligenti e quali sono gli sciocchi).

  13. piero dice:

    1) Che nella prima tabella ci sia un intento manipolatorio è evidente dalla dimensione variabile del font utilizzato. È un trucchetto da due soldi che si poteva evitare.

    2)pensionati che tolgono l’aria ai giovani, sugli anziani e gretti agricoltori delle midlands che impedivano ai giovani metropolitani di rimanere in Europa
    Questa visione caricaturale funziona. Funziona perché poggia sulla realtà. Lo dicono tutte le analisi pre e post Brexit (esempio). E “che non si trattava di dati reali” lo dici tu.

    3) I dati di Sky integrano quelli della prima tabella, ma non li contraddicono. Basterebbe dividere gli elettori in quartili (per età) e si otterebbe lo stesso risultato, solo che il quartile più giovane sarebbe demograficamente più esteso, dovendo compensare per la bassa affluenza.

  14. Walter Stucco dice:

    @Paolo , non so se mi sono espresso male io, se ti riferisca a me, o se semplicemente non hai capito nulla.
    Il fatto è che la partecipazione giovanile è stata più bassa, ma nessuno può dire cosa sarebbe cambiato se fosse stata più alta.
    Io noto soltanto che i giovani sono più propensi a muoversi e tornare a casa per votare è costoso, i soldi sono proprio una di quelle cose che i giovani non hanno, ecco perché spesso emigrano dalla costosissima Londra dei collettoni bianchi alla Farage, per andare in città in cui possono permettersi di vivere, invece di sopravvivere.
    Ma quello che i dati mostrano è solo e soltanto che gli anziani hanno votato contro la modernità.
    È l’unico dato che si può ricavare, hanno votato per la restaurazione e hanno votato (in massa) per riportare l’orologio indietro, pur vincendo di pochissimo.
    Non hanno trionfato, hanno solo vinto di un punto percentuale ma ora si comportano come se avessero finalmente vinto una guerra di liberazione.

    I giovani sono anche quelli che non hanno il privilegio di pensioni d’oro con cui continuare a godersi la vecchiaia e questo agli anziani non è importato.
    Hanno sputato sul futuro della loro nazione, e non ne pagheranno le conseguenze.

    Lo scontro generazionale è iniziato, vedremo chi la spunterà.
    Ma non è un bel momento e dare la colpa a chi non ha avuto neanche il tempo di incidere sulla società e soprattutto non ha i mezzi per influenzarla è da vecchio trombone insicuro e iracondo.

    Comunque non ci si fa una bella figura a insultare chi vorrebbe vivere la propria giovinezza, come è suo diritto, mentre qualcuno vuole fargli pagare l’assenza della propria, per colpa delle guerre, di cui questi giovani sono solo vittime, non hanno alcuna responsabilità.

  15. Walter Stucco dice:

    > finte petizioni che in 24 ore raccolgono 2 milioni di firme di gente che si finge inglese, ecc.

    non poteva mancare il complottismo…

  16. Paolo dice:

    Siamo ai baccanali. In Italia invece ad essere ignoranti sono proprio i giovani elettori, dato che non votano come altri vorrebbero
    Dopo la frutta c’è il caffè

  17. Walter Stucco dice:

    @Paolo, sei solo un rancoroso.
    La storia ti seppellirà.

    Mi piacerebbe sapere cosa ti spinge a dare la colpa a chi non c’entra nulla con la situazione attuale, ma la subisce, ma credo risponderesti solo con altre amenità di poco valore…

    Mi piacerebbe anche sapere quanti anni hai per portare tutto questo rancore
    Io ne ho 40 e non sono per niente felice di come andrà per quelli più giovani di me

    In Italia i giovani sono mediamente più ignoranti dei corrispettivi europei, ma non è quella la vera differenza, la differenza è che sono schiacciati su posizioni conservatrici, proprio come i loro nonni, quindi non c’è scrontro generazionale, ma ancora scontro tra classi, come 150 anni fa.

    Finché non si arriva al momento catartico di ‘uccidere i genitori’ (metaforicamente) non si esce dalla pubertà
    Troppa paura di deludere mamma, papà o nonno per poter davvero cambiare le cose

    Ma d’altronde siamo il paese del Gattopardo, no?

  18. Walter Stucco dice:

    Questo non significa che in Italia sia colpa dei giovani, ma che il nostro modello familiare standard non favorisce l’ammodernamento, a scapito dei giovani stessi, che continuano ad essere vittime

  19. Paolo dice:

    Il punto 2) non ha alcun senso. Non ha alcun senso ‘rimanere in Europa’ o ‘lasciare l’Europa’ è stato letteralmente caricato di paura e sensi non appropriati, è stato insomma politicizzato, e prima di tutto da Cameron e dai remain.

    Poichè giovani metropolitani sono europei indipendentemente dalla UE o dall’Euro. Se ntirsi europei è un’altra cosa e riguarda gli scambi e la cultura, scambi che non possono essere bloccati dalla UE, con ritorsioni

    Inoltre una burocrazia che m’impone l’inglese come lingua ufficiale, e cancella l’Italiano come lingua per le pubblicazioni scientifiche europeee, lasciando il francese, il tedesco e l’inglese.

  20. Walter Stucco dice:

    Paolo, non hai ancora detto quanti anni hai, perché da come parli del sentirsi europei dei giovani sai molto, ma molto poco.
    Non penso ne frequenti assiduamente qualcuno da almeno 15 anni…

    Poi vabbeh, sorvoliamo sulla lingua ufficiale delle pubblicazioni scientifiche, la lingua serve a comunicare agilmente, non ha nulla di identitario, è uno strumento

    Io sono felice di sapere l’inglese e poter parlare con tutti quelli che lo sanno come me, con l’Italiano non ci vado manco a Napoli da Roma…

  21. Paolo dice:

    ma si, rancoroso, in assenza di argomenti puoi passare direttamente ad attaccarti a chi scrive una certa idea che non condividi

    entrambe siamo stati giovani, entrambe siamo andati al mare, ma la differenza tra me e te è nelle priorità: io son dempre andato al mare dopo il voto..

  22. Walter Stucco dice:

    Non stai facendo niente altro che metterti in difesa.
    Un po’ pochino come interlocutore, stai francamente uccidendo la discussione.

    Io sono ancora giovane e vado ancora al mare.
    Mi spiace per te che col passare degli anni sei diventato un trombone noioso e rancoroso che deve prendersela con chi lo fa ancora.
    Si chiama invidia, e per voi italiani cattolici non praticanti dovrebbe essere un peccato capitale.

    Puoi raccontare quanto vuoi di essere stato un giovane impeccabile che metteva il dovere davanti al piacere, il fatto è che sono quelli della tua età che hanno permesso questo, non chi ha oggi 19 anni…
    Non puoi cancellare questo dato semplicemente dicendo che tu sei andato sempre a votare
    Cosa a cui dobbiamo credere in buona fede, in assenza di prove.

  23. Walter Stucco dice:

    Detto questo, il fatto non era i giovani vanno al mare, ma che i giovani non possono più permettersi di vivere nelle grandi città inglesi e sono dovuti andare via…
    mentre chi può permetterselo con le pensioni pagate da chi oggi lavora, ha chiuso il cancello col lucchetto
    se poi molti di questi verranno abbandonati negli ospizi, un motivo ci sarà…

  24. Paolo dice:

    la differenza è radicale: mentre identitarismo vuol dire negare l’altra lingua, nella cultura europea si è sempre avuto il bilinguismo, che è un diritto, esattamente come per il francese e il tedesco
    La lingua è prima di tutto diffusione di cultura: la lingua della scienza è come la lingua della Bibbia, non avete proprio imparato nulla da Gutemberg e Lutero. E sulle minoranze linguistiche è stato scritto in Costituzione: non la lingua della maggioranza che cancella le altre, è un atto autoritario

    mancano anche le basi, è chiaro che poi i commenti scadono, è sempre uno stupido aut aut a prevalere, come la legge del più prepotente

  25. Andrea dice:

    I dati sono solo di un sondaggio, forse un presondaggio proiezione su dati 2015 di SkyData. Nessuno sa come è stato realizzato nè se ne conosce l’affidabilità, vedi http://www.newstatesman.com/politics/staggers/2016/06/how-did-different-demographic-groups-vote-eu-referendum

    Alla meglio ha l’affidabilita di un sondaggio, e sappiamo bene quanto sono stati affidabili in questi giorni.

    I dati di FT (sebbene anche qui non si sa come sono elaborati visto che i Census Data potrebbero includere anche i residenti non UK) sono già piu credibili, e mostrano una certa correlazione tra eta e partecipazione al voto. Ma in nessun caso confermano il 36% dei 18-24, si passa dal 67% delle citta con 32anni di eta mediana (con la notevole eccezione di Oxford e Cambridge al 72% media nazionale) ai 77% delle citta con eta mediana poco sotto i 50.

    Una differenza del 10% di affluenza tra i due estremi significa semplicemente una tendenza -debole- ad una maggior propensione al voto degli over 40. Non certo una fuga di massa dei giovani.

    Poi, se dovessero uscire altri dati potrei essere d’accordo con le vostre analisi. Ma a mio avviso servirebbero fondamenta ben piu solide.
    Grazie

  26. massimo mantellini dice:

    @Andrea grazie, commento interessante
    @Walter Stucco + @Paolo vi ho cancellato alcuni commenti inutili raccomando temperanza, grazie

  27. Walter Stucco dice:

    @Mantellini, grazie, lo avrei fatto io ma non sapevo come fare.

    Come dicevo in precedenza il dato di Skydata, che a questo punto è discutibile, non cambia l’impianto di base della discussione iniziale.

    Quello che trovo piuttosto inspiegabile sono i politici come Letta che l’hanno rilanciato subito, volendo dimostrare non si sa bene cosa…

  28. Paolo dice:

    i giovani sono più propensi? O più influenzati? Chi lo sa, e pur sempre il 36% dei giovani, non “i giovani”

    quindi hai detto bene, volendo più troika, contrariamente ai giovani francesi, sono anche più vecchi dei vecchi.

    e delle due l’una: se questi “giovani” è gente che mette il piacere davanti al dovere non è gente che subisce e anche questo referendum vale quel che vale, cioè molto poco.
    Ma vale tanto per chi vuole sfruttare il referendum per dire e fare altro parlando di gente che subisce, per chi su quest’idea di sfruttamento ha fondato un partito, e per fare poi altro

    perchè la realtà è molto amara: questa costruzione politica non è una burocrazia pensata e attuata da giovani. Quindi è altamente improbabile che dei giovani vogliano usare la Troika per fare una rivoluzione generazionale

    è semmai il contrario: il rischio di essere usati è altissimo, anzi certo

    questa roba è modernità? No, continuo a leggere decine e decine di commenti di convinti sostenitori del super-stato
    Ma purtroppo non c’è nulla di propositivo, sono sempre minacce: se non fai questo e quest’altro muori

    inoltre sono tutti argomenti pretestuosi come l’evocare lo scontro generazionale, quando invece si sta parlando di un assetto politico-burocratico che, come vediamo in Francia, semmai aggrava questo scollamento

    i giovani dovrebbero poi ribellarsi contro i vecchi entrando nella logica della Troika? E’ paradossale (e puzza di populismo)
    A me ricorda le primavere rivoluzionarie di twitter, manipolate dai massmedia fino all’ossimoro, e oggi diventate guerre civili. Insomma, un modo come un altro per far cassa in tempi di crisi, riprendendo il mercato bellico e la vendita di ferri per uccidere. Ovvero: uscire dalla crisi con la guerra.

  29. Walter Stucco dice:

    @Paolo: considerazioni basate, di nuovo, sul niente.

    Hanno votato per restare nell’unione, che non significa amino questa unione più di te, ma che sono consapevoli che fuori è peggio.
    Sono anche consapevoli che loro possono cambiare le cose, tu invece, essendo ormai avanti con l’età, mostri solo tanto cinismo e rassegnazione, al punto da sostenere il paradosso per cui mettere a repentaglio il futuro altrui, ti farebbe stare meglio.
    Mal comune, mezzo gaudio.
    Contento te…

    La smetterei anche con i complottismi vari, si sono appena dimessi due ministri in Inghilterra, il brexit ha conseguenze vere, che tu lo creda o no.

    p.s.: ci sono più giovani nelle istituzioni europee di quanti ce ne siano nelle fabbriche o nelle campagne inglesi.
    fattelo un giretto e Bruxelles, che è anche una bella città.

  30. Paolo dice:

    ma no, Mante, almeno quella battuta lasciamela, qualcuno è partito all’attacco insultandomi, lasciami la libertà di andare in montagna

  31. Paolo dice:

    no attienetevi ai numeri e solo ai numeri: non TUTTI i giovani ma il 36%. Qui si fanno analisi sociologiche senza l’hostess, partendo da considerazioni preconcettuali e costruendo in mondo artificiale

    i protestatari francesi sono contro il governo francese e la UE e in tutta risposta il governo francese vuole negare il diritto di manifestare

    a proposito di giovani reali.. e giovani inventati

  32. Paolo dice:

    Comunque sempre i soliti accordi: nervosismo alle stelle, insulti e non poteva mancare l’accusa di complottismo. Vorrei ricordare a questo proposito chi sventola un giorno si e l’altro pure gli attacchi dello spread, l’implacabile Troika e l’austerità lacrime e sangue, ad un passo dal baratro.

    Una comunicazione enfatizzata e basata sul terrore

    Ed è proprio questa la novità che riguarda il voto inglese: il terrorismo non ha funzionato. Al di là del risultato, una novità positiva: hanno fatto gli inglesi e sono andati a votare democraticamente. Come in Norvegia a prevalere è la democrazia sul terrorismo

    In Italia penso facciano cinema. Ma brutto cinema.

  33. Paolo dice:

    io sto coi giovani francesi, una lunga lotta per la liberazione, non la paura nè la rassegnazione, contro il cinismo e il terrore di persone in fondo pavide e al contempo violente come le ricette che propongono: austerità, riduzione dei diritti civili, del welfare, del lavoro

    una crisi non può durare 8 anni! Non è una crisi, è un nuovo assetto

    ed è sintomatico il fatto che i teorici “rivoluzionari” nostrani siano a favore di logiche ancora più forti, turboliberiste, ingiuste e incontrollabili ignorando che al primo articolo della Costituzione d’Europa c’è il mercato: come un palazzo fondato sulle sabbie mobili
    e un Euro che non ha senso poichè c’erano e ci saranno le carte, il giovane Erasmus con la carta di credito del papà (a proposito di scontro e incontro generazionale)

    i giovani dovrebbero affezionarsi, anima e core, a quella roba? Sappiatelo: è senza futuro. La desolante situazione italiana mi ricorda un periodo di decadenza anni 80 dominato da rampanti quarantenni della milano da bere. La vendita di un sogno

    E’ caduto il Regno Unito e cadrà anche l’Unione Europea, di fatto una monarchia della BCE su una burocrazia altrettanto corrotta e fuori controllo. E come tutte le monarchie è destinata a cadere

  34. Emanuele dice:

    Stavo pensando che i giovani scozzesi votarono in massa per la secessione al contrario dei vecchi scozzesi. Allora si lodò la saggezza di questi ultimi contrapposta al voto di pancia dei primi, ignoranti e poco riflessivi.
    Forse era perché i primitivi giovani scozzesi tracannano solo birra mentre la sofisticata generazione erasmus metropolitana londinese bagna l’ugola col prosecco. O forse perché l’elettore va bene fintanto che vota come ci si aspetta ma se prova a sgarrare diventa un appestato.

  35. Paolo dice:

    Penso abbiate votato il referendum sulle modifiche costituzionali del governo Berlusconi (oggi riproposte da un PD subalterno). In quel caso Berlusconi era “moderno” per alcuni e quindi i detrattori erano “conservatori”. Oggi con Renzi si ripropone la modifica costituzionale in senso verticistico

    -restaurazione- -conservatorismo- vengono sbandierati come valori assoluti ma non lo sono mai stati. E nemmeno -modernità- non ci siamo proprio: interpretare poi il pensiero “dei giovani” attribuendo i propri pensieri politici è un cinema

    “consapevoli che di fuori è peggio”
    che detta così sembra proprio una minaccia a tutti gli effetti, invece è solo ottimismo :-))

    “Sono anche consapevoli che loro possono cambiare le cose”

    non è una consapevolezza perchè senza fondamento:c’hanno provato i giovani irlandesi, gli spagnoli, portoghesi, i greci sono stati manganellati a sangue, ora i francesi

    è un muro di gomma

    e non si può cambiare perchè la UE è una struttura burocratica fatta da governi già corrotti da interessi forti e in un regime di concorrenza interna sempre più spietata in cui gli Stati si sbranano a vicenda.
    Per cambiare asetto mancano proprio gli strumenti democratici oltre alla mentalità, dato che oggi le sinistre sono diventate liberiste
    E come sanno tutti i cantori del libero mercato: la solidarietà non si può imporre per legge, nemmeno a forza con una camicia di forza come l’Unione. Quindi un sistema in cui comanda il più forte e senza controllo

    modificare un assetto a livello nazionale è difficile, a livello continentale è impossibile

    erano strumenti democratici da costruire prima degli assetti finanziari…. non solo è troppo tardi ma chi non se n’è accorto se ne accorgerà sotto le prossime lacrime e sangue. Ormai il gioco è lo stesso: sappiamo benissimo che il debito pubblico fatto da Renzi verrà sistemato dalla prossima austerità lacrime e sangue. E’ un palese sfruttamento e se continuate a dire che gli italiani sono ignoranti io continuerò a osservare che la circonvenzione d’incapace rimane un reato penale

    “remain” si ma come? “leave” si ma come? siamo sicuri che i “remain” non siano favorevoli alla sterlina?

    (una battuta: tra i due, Verdini e Renzi, chi è il giovane?)

  36. Cristiano Genovali dice:

    Trovo il titolo estremamente offensivo ! Perché non ha scritto vecchi operai o impiegati o meglio medici o informatici . Le vorrei ricordare che nei paesi occidentali la categoria degli “arretrati contadini ” rappresenta al massimo il 3% della popolazione . Un saluto e grazie dell’analisi .

  37. alessandro dice:

    Fabrizio R.

    grazie

  38. massimo mantellini dice:

    @Paolo @Walter cercate di darmi retta su, Paolo in particolare rimanere in topic (magari senza mettere 10 commenti in un giorno) sarebbe utile a noi poveri lettori

  39. Mariano Giusti dice:

    E inutile che ci girate intorno, i giovani hanno votato remain, i vecchi leave.
    Questo è l’unico dato che esce dalle urne.

  40. Paolo dice:

    Non c’è niente da fare, bisogna essere più precisi: un terzo dei giovani hanno votato ramain, gli altri due terzi si sono astenuti

    quindi la notizia è che tra i giovani vince l’astensionismo: e non è un bel segnale!

    Cosa sarebbe successo se la partecipazion fosse aumentata? Non lo sappiamo! Non possiamo saperlo, però possiamo dire una cosa: generalmente aprendo la partecipazione e la democrazia il risultato è imprevedibile

    perchè è pedagogico: i nostri strumenti di previsione sono legati agli strumenti informativi del potere e ragionano spesso allo stesso modo

    Non era però difficile prevedere un certo umore: le promesse della UE come terra promessa sono tutte, tutte, andate a farsi benedire ed è rimasto solo lo scheletro bancario-finanziario, e pagamenti tra debiti ultranazionalisti. Quindi è rimasto il terrore, la minaccia, non una speranza perchè non c’è speranza l’abbiamo visto con Monti: la democrazia viene sospesa.

  41. Paolo dice:

    ultimo e chiudo: ho letto il commento di Luca Sofri e sono rimasto di stucco, è allucinante, parte dalla convinzione che la ridiscussione di un modello burocratico istituzionale possa compromettere lo scambio, la civile convivenza e il commercio. Irreale. Tratta una questione di assetti burocratici continentali come fosse una guerra e lo fa ignorantemente fino all’ossessione: viene paragonata la Raggi all’ascesa del nazismo. Delirio! Indipendentemente da Raggi, che nemmeno conosco e nemmeno ho votato, provo pietà per entrambe.

    Faccio solo una considerazione: alle consultazioni politiche Farage singolarmente ha perso, ma se oggi ha vinto il Brexit vuol dire che il Brexit è un insieme moolto più grande e complesso di Farage. Farage non è il Brexit: è chiaro? Complessità che non viene assolutamente colta e sostituita con una teoria: l’ascesa del nuovo nazismo. Teoria ovviamente assurda e complottistica come le scie chimiche e che però ha grande efficacia emotiva, insomma gioca sulla paura

    ora in tre righe vi posso dare una mia spiegazione, molto più aderente alla realtà (imho): col passare degli anni il primo ultranazionalismo è diventato un oggetto chiamato ‘debito pubblico’ o ‘debito sovrano’: la sovranità popolare e democratica è stata alienata mentre è diventata ancora più forte la sovranità di un debito, trasformato in una colpa (dove la concezione è molto vicina al senso religioso, ma distorto). Questo è l’ultranazionalismo che ha distrutto la Grecia, la causa reale

    Ovviamente abolento il nazionalismo del debito, non ci sarebbero nemmeno (Farage, Le Pen, Salvini) la UE sarebbe molto diversa, ma questo non avverrà mai perchè la cultura economica dominante è oggi fondata su quell’idea di debiti pubblici nazionalisti. E Sofri non ammetterà mai che i “buoni” e la cultura dominante sono ultranazionalisti, prima ancora dell’armata brancaleone indicata come mostro.

  42. Carlo Pepato dice:

    Peraltro la colonna “number of years they have to live with the decision” non ha senso, non è che questa decisione durerà per l’eternità. Che ne sappiamo di cosa sarà del Regno Unito e dell’Europa fra 10, 20, 50 anni, ecc.

  43. stefano dice:

    Faccio notare che il recupero dell’astensionismo smuove pochissimi punti percentuali. Non si astiene ‘la sinistra’, ‘i nazi’, ‘i complottisti’, si astengono i cittadini.
    Insomma, se il 100% dei giovani di fascia 18-24 fosse andato a votare, il remain sarebbe stato al 78%, o al 72%, ma non al 40% o al 100%.
    Le statistiche sull’astensione dicono sempre più o meno questo. Poi chiaro che se devi eleggere un sindaco con due candidati a 51% e 49% quelle piccole variazioni possono essere decisive.

  44. Walter Stucco dice:

    Faccio anche io notare che

    http://www.debunking.it/2016/06/brexit-enrico-letta-smonta-la-teoria-giovani-pro-europa-contro-vecchi-anti-europa/

  45. T9999 dice:

    pare che molti giovani non si siano registrati per andare a votare

    Alarmingly, he noted, 1.5 million young people aged 18 to 24 who are entitled to vote are not on the electoral register with a further 2 million people aged between 25 and 35 not registered either.

  46. diamonds dice:

    non ho letto il commentario ( e nemmeno tutto il post, a dire il vero), ma penso che bisogna disaggregare i dati e capire la distribuzione dei votanti nelle realtà rurali distinguendoli da quelli provenienti dai grossi e medi centri. E’ abbastanza lampante che normalmente una parte consistente dell’elettorato conservatore proviene dai borghi periferici(e non perché ci siano pregiudizi che mi facciano pensare ciò, anzi, credo che le statistiche sui laureati premino qui come altrove i giovani che non abitano le città). Bisogna inoltre capire nella stessa ottica la distribuzione per fasce di età e il numero. Solo allora, una volta deciso chi fossero stavolta i conservatori, si possono tirare le somme. Insomma un casino

    https://www.youtube.com/watch?v=mBDgfBunNyc

  47. diamonds dice:

    (ok, non avevo letto manco il titolo. Vado )

    https://www.youtube.com/watch?v=NTymtAbaG08

  48. Più morti che gol. - Sentiero Digitale dice:

    […] riascolteremo la canzone che canta che i vecchi hanno deciso per i giovani. Un ritornello secondo Massimo Mantellini facile da mandare a memoria sempre utile e comodo. Pagine  e servizi ad hoc tendono a […]

  49. Contorsioni logiche della sinistra europeista – Militant-blog dice:

    […] stando ai dati, anche questo è un altro artificio populista non confermato dai fatti. Secondo le analisi del voto, i giovani, semplicemente, non hanno votato. Alla faccia della “generazioni Erasmus”, ai […]