Il Giornale e Libero sono da sempre spazzatura in forma di giornale. Oggetti democratici come altri, in un certo senso indispensabili in quanto prezzo da pagare alla democrazia. Negli ultimi giorni pensavo che tutto sommato Libero e Il Giornale sono oggi per l’informazione italiana il problema minore. Anche il giustizialismo un tanto al chilo de Il Fatto Quotidiano lo è, perfino l’inginocchiatoio renziano della nuova Unità non mi pare più questo gran problema.

Questi fulgidi esempi non preoccupano troppo perché il carico ideologico che sta dietro alle parole di un giornale è un fenomeno decodificabile. Certo non da tutti, non da quelle (poche) migliaia di italiani che ancora la mattina escono di casa per acquistare Libero o Il Giornale, non per quelli che leggono un fiero editoriale reazionario di Travaglio e fanno sì con la testa. Per tutti gli altri il senso complessivo del progetto è, almeno nei suoi tratti principali, ben evidente fin dalla prima riga.

Invece oggi esiste una questione molto seria con l’informazione italiana, che non risparmia quasi nessuno e che utilizza il web per sperimentare il peggio di sé (estendendo poi l’esperimento sempre più spesso alla nobile carta da edicola), della quale è più difficile accorgersi. La lunga lista di bugie che ha travolto la stampa in questi giorni a riguardo dei fatti di Colonia potrebbe esserne un esempio calzante.

I giornali italiani (tutti o quasi) hanno giocato col fuoco di temi fondamentali per le democrazione occidentali come quelli dell’immigrazione, della soldarietà, della religione, della dignità delle donne, esattamente come Il Giornale e Libero giocavano con l’appartamento di Fini a Montecarlo o con le veline del caso Boffo. Ma se la macchina del fango dei fogli di centro destra era in quei casi chiaramente identificabile sia nelle modalità sia negli scopi, la leggerezza con cui i maggiori giornali italiani hanno virgolettato notizie false e gravissime su quegli eventi non sono altrettanto trasparenti. Non alla grande massa dei cittadini i quali si aspetterebbero che i più importanti quotidiani italiani non solo sapessero tradurre correttamente la parola tedesca “fremden” ma comprendessero che in certi casi scrivere estraneo al posto di straniero rivoluziona completamente il senso del discorso nello spazio di una sola parola.

Esistono due opzioni possibili a giustificare una simile inadeguatezza. La prima è la superficialità solita che in Italia avvicina i grandi quotidiani a qualsiasi foglio di provincia. Si legge l’agenzia, si copia l’agenzia, si pubblica l’articolo. L’articolo è falso, domani tutti lo dimenticano e non succede nulla.

La seconda, e questa secondo me è la vera novità di questi tempi di grande crisi editoriale, riguarda le scelte utili al mercato. Il sindaco di Colonia ha detto estranei o stranieri? Non ha importanza. Quale delle due espressioni ci fa maggior gioco? Quale delle due solletica maggiormente il borbottio sordo dei nostri lettori? Quale delle due ci fa vendere una copia in più? Immigrati? Ok si pubblichi.

12 commenti a “Rivalutare Libero e Il Giornale”

  1. Claudio dice:

    C’è da un po’ quasto modo di fare, giusto da un po’.

    Nei paesi di lingua inglese questo genere si chiama Yellow journalism (o più propriamente Yellow Kid journalism) e riguarda perlopiù quotidiani. La tendenza, e il conseguente uso dell’espressione, si diffuse negli Stati Uniti tra gli ultimi anni del XIX e i primi del XX secolo. Gli anni dello Yellow journalism furono caratterizzati dalla battaglia giornalistica tra il New York World di Joseph Pulitzer e il New York Journal di William Randolph Hearst. Entrambi i giornali furono accusati dai critici di sensazionalizzare le notizie per incrementate la tiratura e quindi la diffusione anche quando pubblicavano articoli seri e veritieri. La stampa di New York coniò il termine Yellow Kid journalism nel 1897 (dal nome del popolare fumetto) per sottolineare il mercato di riferimento dei due magnati del giornalismo. Venne poi abbreviato in Yellow journalism.

  2. Pippo dice:

    la frase tenere a distanza di un braccio un estraneo però è altrettanto stupida quanto la traduzione con straniero

    è come dire non fate entrare i ladri in casa vostra

    insomma la sindaca di colonia pur avendo detto una cosa politicamente corretta ha detto una stupidata

  3. .mau. dice:

    Mah. I miei ricordi di tedesco sono fumosi, ma anche se è vero che fremdschämen è il vergognarsi per qualcosa fatto da “un estraneo” io continuo a ricordarmi dei Fremdarbeiter che sono lavoratori “ospiti” nel senso di stranieri.

  4. .mau. dice:

    l’avevo detto che erano fumosi… quelli erano i GASTarbeiter. Resto però della mia idea. D’altra parte “straniero” ha al suo interno “strano”, proprio come “stranger” ha “strange”. Per “fremd” è più complicato, ma leggo su https://de.wikibooks.org/wiki/Soziologische_Klassiker/_Migrationssoziologie/_Grundbegriffe »Das Adjektiv „fremd“ leitet sich von dem in Neuhochdeutschen untergegangenen Adverb „fram“ ab, das so viel bedeutet wie „vorwärts weiter, von, weg“ und ursprünglich „entfernt“, danach „unbekannt“ und „unvertraut“.«; insomma qualcosa di lontano e sconosciuto. Bene: perché il sindaco di Colonia non ha usato “unbekannt”, appunto “sconosciuto”?

  5. Shylock dice:

    Se è per quello c’è anche Fremdsprache, ‘lingua straniera’. Rilevo comunque l’assurdità delle dispute semantiche rispetto alla sostanza dello stupro etnico.

  6. Massimo Morelli dice:

    Come in tutte le lingue anche in tedesco le parole hanno più significati, che si possono evincere dal contesto. Nel caso specifico era chiaro che fremd volesse dire estraneo e non straniero. L’intervista è online: https://youtu.be/ci0hl3u8yvo?t=9m9s

  7. Emanuele dice:

    Il sindaco di Colonia ha basato tutta la sua campagna elettorale sull’accoglienza, ed è stata pure accoltellata da uno xenofobo per questo.
    Aggiungere la ritrosia e il ritardo con i quali i media tedeschi hanno trattato il fenomeno e il comportamento della polizia che non interveniva durante la notte di capodanno per evitare accuse di razzismo e si capisce il perché del politichese nelle dichiarazioni. E’ meno politicamente scorretto far intendere estranei che stranieri.
    Quando bastava ascoltare le prime testimonianze delle vittime (attualmente solo a Colonia sono circa 120) per capire come stavano le cose.

  8. Mariano Giusti dice:

    Se mai è successo esattamente l’opposto: il sindaco di Colonia ha usato volutamente un termine ambiguo per svicolare da una situazione pessima per lei.

  9. Colonia e le Responsabilità dei Giornali - DataMediaHub dice:

    […] condivisibile la riflessione al riguardo di Massimo Mantellini quando scrive che “I giornali italiani [tutti o quasi] hanno giocato col fuoco di temi fondamentali per le […]

  10. Isa dice:

    [Molto lateralmente se non proprio OT: Libero è una schifezza da quando esiste, sì, ma Il Giornale (ex “nuovo”) non è spazzatura “da sempre”. Finché lo ha diretto Montanelli era un quotidiano che si poteva leggere, e qualche volta ne valeva addirittura la pena. Poi, certo, è passato tanto tempo.]

  11. Andrea dice:

    Caro Mante, di solito sono d’accordo con te, e sicuramente condivido la critica al nostro giornalismo generalista lontano dagli equivalenti europei.
    In questo caso però mi permetto di obiettare: sin dall’inizio sui nostri giornali i fatti di Colonia sono stati attribuiti a “immigrati”, e qualcuno ha da subito cercato di smontare questa tesi riprendendo appunto articoli esteri in cui si usavano espressioni più generiche “individui di colore, mediorientali”.
    Francamente ho trovato questi articoli più confusionari dei nostri: chiunque li avesse letti avrebbe pensato all’istante “immigrati”, anche se il testo non lo diceva esplicitamente. Ed è poi emerso che una parte rilevante degli arrestati a Colonia è effettivamente entrata in Europa di recente, chiedendo Asilo in Germania.
    Se il nostro problema è il pressapochismo, quello anglosassone è il politicamente corretto, che in questo caso non ha fatto altro che generare qualche confusione e dubbio in più. Come se, peraltro, avesse senso negare che tra migliaia di persone arrivate in Europa negli ultimi mesi ci possano anche essere dei ladri, dei molestatori, degli ubriaconi. Non trovo questo approccio particolarmente utile a risolvere il problema: meglio sarebbe stato riportare la notizia, riferendo che alcuni dei sospettati erano effettivamente immigrati e chiarendo che si tratta comunque di un numero limitato, che la polizia tedesca ha avuto le sue responsabilità, che questo non vuol dire che tutti gli immigrati siano dei molestatori, anzi.

  12. Rivalutare Libero e Il Giornale | hookii dice:

    […] Una riflessione di Massimo Mantellini sul suo blog. […]