Per sintetizzare moltissimo: l’inchiesta che Beatrice Borromeo sta scrivendo per Il Fatto Quotidiano sul sesso fra gli adolescenti è spazzatura. Fa parte di quella vasta quota di giornalismo a tesi con il quale molto spesso in Italia abbiamo confuso la missione informativa con un utilizzo personale della notizia. A questa abitudine ormai consolidata va aggiunta la scelta paracula del tema e delle forme linguistiche utilizzate per descriverlo (ne ha scritto bene Matteo Bordone qui). In altre parole Borromeo più che Moravia sembra essere un troll.
Il giornalismo a tesi è in moltissimi casi semplicemente una scorciatoia: consente di ridurre le proprie pretese di comprensione del mondo adattandole con un tratto di penna ai propri preconcetti. È una forma di giornalismo che può essere esercitata con decoro e cinismo assai variabili: lo fa per esempio in maniera mimetica e con buoni risultati complessivi da anni Report di Milena Gabanelli; ne è una versione più penosa e infima il programma TV Le Iene (pensiamo al recente caso Stamina).
Il giornalismo a tesi ha una sola declinazione positiva possibile: quella in cui il talento dell’estensore (raramente un giornalista) sia in grado di sostenere ed argomentare tesi improbabili in maniera originale e culturalmente stimolante. In quel caso non è tanto importante che il punto di vista espresso sia assurdo o antistorico: la sua assurdità è bilanciata dal contributo intellettuale dell’estensore (un caso tipico di simili formati informativi sono gli elzeviri di Guido Ceronetti su Repubblica). Ovviamente Beatrice Borromeno non solo non è Moravia ma non è nemmeno Ceronetti: la sua inchiesta si iscrive senza difficoltà nella qualità di una parte del giornalismo proposto da Il Fatto Quotidiano (una parte, sul Fatto ci sono anche cose buone).
A tale proposito è interessante leggere il contributo di Marco Travaglio a commento e difesa dell’intera vicenda. In particolare in due punti. Quando scrive:
La discussione che s’è aperta sul web fra genitori e figli giovanissimi è la migliore testimonianza dell’urgenza dell’argomento. Purtroppo, come spesso avviene di fronte a una malattia sociale, c’è sempre qualche idiota che non trova di meglio che prendersela con il termometro che ha rilevato la febbre, o con il radiologo che ha rivelato il bubbone.
Questo approccio logico ricorda le mille discussioni che abbiamo animato in passato quando la peggior stampa italiana si occupava di Internet solo per descriverla come un covo di pedofili e terroristi. Che non ci sia alcuna malattia sociale attorno al tema del sesso fra adolescenti è evidente a chiunque abbia un minimo di onesta intellettuale (bastava armarsi di un po’ di umiltà e dare un’occhiata ai numeri disponibili come ha fatto Davide De Luca in questo bellissimo pezzo che ha scritto per Il Post oppure andare in giro con occhi ed orecchie aperti per il Paese ad ascoltare tutti e non solo due ragazzini presi fra quelli utili alla causa). In questo caso come in altri è chiaro che Il Fatto non è il termometro o il radiologo, è semplicemente la febbre o il bubbone.
L’altra questione è questa:
Per cui la nostra Beatrice viene subissata di insulti, insinuazioni, offese gratuite e ributtanti sul piano professionale e anche personale: chi se n’è reso responsabile ne risponderà in Tribunale non solo a lei, ma anche al Fatto, e spero che alla fine la merda che ha sparso in questi giorni gli verrà ricacciata in gola.
È la faccenda del vento e della tempesta. Al di là dei toni eleganti di Marco Travaglio (che per sbadatezza mi ero dimenticato di includere nella lista di giornalisti a tesi, essendone per altro uno dei rappresentanti più luminosi) sulla merda ricacciata in gola, credo non sfugga a nessuno che l’inchiesta della Borromeo serve esattamente a questo. A stimolare insulti, offese gratuite e altre piacevolezze. E più estesamente a far parlare di sé attraverso l’uso spregiudicato delle conversazioni di rete. È la banalità del male, il lanciatore di sasso che si gira e con sguardo spaesato ti guarda e dice: “Chi, io?”
Marzo 15th, 2014 at 09:54
Ah, pure quelli del fatto mi impallinate ora… non c’e’ piu’ religione…
Marzo 15th, 2014 at 09:55
@Minotti, per voi uomini di sinistra ormai non c’è più un punto di riferimento rimasto intatto
Marzo 15th, 2014 at 10:05
@Mante Sante parole…
Marzo 15th, 2014 at 10:21
D’accordissimo!
Marzo 15th, 2014 at 10:38
che il Fatto sia un quotidiano di sinistra è blogghismo a tesi, giusto?
Marzo 15th, 2014 at 10:40
http://edue.wordpress.com/2012/06/13/marchetto-travaglio/
E sulla Borromeo
https://twitter.com/biecoilluminist/status/444137959428595712
Marzo 15th, 2014 at 10:56
@.mau. ROTFL!
Marzo 15th, 2014 at 11:25
La prima parte dell articolo linkato di Bea Borromeo mi pare di averla letta su un giornalino realizzato da quelli del Liceo Scientifico quando facevo il secondo anno delle Magistrali , no non era La Zanzara, io sono giovane…forse era il 1979…
Marzo 15th, 2014 at 11:25
quello di bordone è il solito articolo di merda che lui è ggggiovane e gli piace tanto er sesso, e quello del sasso tirato non implica che il branco soffochi di merda la lanciatrice del sasso, esiste il rispetto e la libertà di opinione, cose che per gente come te sono a senso unico: c’è chi lo merita e chi no, e se è vero anche il 10% di quel che dice la borromeo è giusto scandalizzarsi al posto di nascondere il fatto che ci sono in giro un sacco di teste di cazzo, giovani e vecchi
Marzo 15th, 2014 at 11:46
L’altro giorno su FB ho rivisto un mio compagno di scuola delle medie, che ho terminato nel 1976, e che comunque non vedevo da 30 anni. Mi sono venute in mente delle storie pazzesche di feste con ragazze che mi raccontava, mentre ci nascondevamo nei bagni della scuole dei Salesiani, per fumare, tossendo tremendamente, delle sigarette al mentolo…A me sembravano delle palle e replicavo con palle ancora più incredibili…Però su FB c’erano le foto della moglie, bella e molto sensuale e della figlia carinissima con già un ragazzo..Forse mi diceva la verità…Il mio Profilo rivela invece che io non la dicevo..
Marzo 15th, 2014 at 12:03
Innanzitutto in un post come questo sarebbe decisivo scrivere qual è la tesi dell’articolo in questione (e non ne vedo traccia). A proposito di banalità, o meglio, di generalizzazioni: sono quasi sicuro che un grande giornalista definirebbe il titolo del post “a pene di segugio”.
Marzo 15th, 2014 at 12:16
Qui c’è un’altra critica con cui mi trovo molto d’accordo. http://www.softrevolutionzine.org/2014/borromeo-adolescenti-sesso/
Una cosa non mi è chiara: se la consideriamo un troll allora la reazione migliore è ignorarla? O ha senso cercare di farle notare che sta facendo del cattivo giornalismo?
Marzo 15th, 2014 at 12:55
Ho letto l’articolo (colpa tua Mante, perché non ne sapevo nulla fino a stamattina!), e mi chiedevo: secondo voi i grassetti (“stappata”, “sega”, “sesso orale”, ecc.) sono un’illuminazione di Beatrice oppure derivano da un suggerimento del caporedattore?
Marzo 15th, 2014 at 13:02
Ah ecco, i grassetti vedo che hanno ipnotizzato anche Bordone!
Marzo 15th, 2014 at 13:23
Quindi per Travaglio far sesso da adolescenti sarebbe una malattia. “Se non ora quando” e tutta l’ondata di bacchettonismo che ne è seguita han fatto solo danni.
Marzo 15th, 2014 at 14:10
@alf
Chi dice stappata poi dice sesso orale?
Ai tempi di ingegneria dicevamo:
Sesso orale? M’hanno sempre fatto fuori allo scritto.
Marzo 15th, 2014 at 14:11
Dimenticavo:
http://www.flickr.com/photos/vom/sets/1590444/detail/
Marzo 15th, 2014 at 15:17
Una premessa. Secondo me non c’è proprio paragone: sono proprio le policy del Fatto (e di Lettera43, ad esempio) ad essere diverse, più pluraliste e libertarie, rispetto a quelle dell’Espresso e altri quotidiani più integrati nel sistema partitico attuale. E conoscendo il particolare contesto italiano: quelle policy sono già una garanzia di democrazia. (E non disdegnando nemmeno la tesi di Paolo Barnard, cofondatore di Report, sulla funzione di quello che lui chiama “antisistema”. Una tesi che non scarto e tengo lì in attesa di valutazione)
Per quanto riguarda il caso della principessa azzurra Borromeo: non ho nemmeno approfondito il titolo strampalato in prima pagina. Un po’ perchè non ho tempo per la spazzatura. Un po’ perchè il pesce puzza sempre dal titolo e annessi (e un giornalista dovrebbe sapere che il titolo è un riassunto della credibilità stessa dell’autore, e quindi da maneggiar con cura e attenzione). Un po’ perchè è la Borromeo autrice di quei sondaggi “vivo o morto” di quel Santoro Show che spingeva Dragoni del Sole24 a parlar solo bene di Renzi e che nulla ha da invidiare al ‘gran maestro’ Costanzo, ovvero la ricerca spasmodica del ‘caso umano’ su cui lucrare scientificamente. Anche questa è politica.
Detto questo a me Beatrice Borromeo “Mi piace” ma non ho facebook nè twitter.
Marzo 15th, 2014 at 16:02
grande post mantellini, e sante parole.
Marzo 15th, 2014 at 18:14
Mi si citi un solo caso in cui un bubbone sia di pertinenza radiologica: dermatologica, chirurgica, internistica, infettivologica, ma radiologica – ‘cazzo dice Travaglio?
Marzo 15th, 2014 at 18:31
Ma perchè e’ un articolo?
Marzo 15th, 2014 at 21:04
Ma non basterebbe smettere di parlare di questa inchiesta, e con ciò condannarla al meritato oblio?
Marzo 15th, 2014 at 21:49
Mi sembra una buona idea.anche perché mi sembra solo un eelenco di comportamenti
Marzo 16th, 2014 at 01:08
Ho letto questo pezzo è mi è venuta in mente Oriana Fallaci. Giudicate voi il perché. La notte del Giornalismo (con la G maiuscola) è tale perché mancano i fari di riferimento.
Marzo 16th, 2014 at 03:07
[…] banalità de Il Fatto – manteblog http://www.mantellini.it/2014/03/15/la-banalita-de-il-fatto/ "Il Fatto non è il termometro o il radiologo, è semplicemente la febbre o il […]
Marzo 16th, 2014 at 09:00
http://ilazzaro.altervista.org/esclusiva-il-lazzaro-sullo-scoop-de-lespresso/
A proposito di spazzatura. Il direttore dell’Espresso a novembre sparò come una smitragliata un numero titolato “Bevi Napoli e poi muori”, destinato a suscitare polemiche come tutte le operazioni sommarie al fine di aumentare le vendite. Lo scopo è ovviamente commerciale, per nulla sociale per ‘uomini di sinistra’ (ma chi è socialdemocratico? Scalfari? Il proprietario De Benedetti? Ai posteri la sentenza). Il 14 novembre il direttore Manfellotto a zapping su RadioUno spiegò infatti che l’obiettivo del settimanale era quello dare “un pugno nello stomaco”. Ma a colpire era il linguaggio squadrista di un direttore; menare le mani in modo sommario difficilmente contribuisce alla risoluzione di problemi complessi e a sostenere le persone in difficoltà.
Lo stesso Espresso che negli anni della milano da bere sparava il corpo della donna in copertina prima di diventare feminista in quota Boldrini. Anche questa è politica.
Osservando quindi il mercato (De Benedetti è infatti un competitor commerciale, non politico) e poi le mutazioni del linguaggio e dei contenuti è possibile individuare diverse sceneggiate, su piani diversi. Ma sarebbe sbagliato fermarsi alla sceneggiata senza valutare i risultati prodotti. Quel che conta alla fin della fiera è il risultato politico prodotto in questi anni, la sceneggiata può quindi essere solo un’aggravante.
Marzo 16th, 2014 at 10:02
Tralascio volutamente i periodici appartenenti alla galassia di Berlusconi, l’altro frodatore imprenditoriale (e non certamente l’unico dei grandi frodatori fiscali: “Intesa fa pace con il Fisco per 270 milioni” titolava il Corriere) e che oggi mantiene un profilo basso e con la solita scaltrezza. Le esplosioni sex-addicted del 2011 non credo proprio che siano causali e nemmeno casuali ma son parte di una chiara strategia speculativa, in sincronia con lo spread.
L’asse Renzi-Verdini e la spinta di De Benedetti (secondo quanto riferito da Barca forse a sua insaputa) è oggi un cartello politico dato che Berlusconi ha patteggiato con De Benedetti il prezzo di Mondadori. La guerra è finita. Quindi la politica non segue più il duopolio della retorica ‘destra-sinistra’ ma un solo potere con maggioranze variabili sempre con Berlusconi. E una nuova retorica ‘vecchio-nuovo’ (una retorica già scoppiata come la ‘rottamazione’, e ricorda molto Marchionne).
Ma un unico nuovo nemico: Beppe Grillo.
Oltre al tifo per Renzi, a reti unificate, sui quotidiani (che vivono anche in un mercato, a differenza del regime monopolistico televisivo) una delle tecniche più abusate è quella di rappresentare sempre ‘il meno peggio’ per sostenere sempre Renzi: se Renzi sporca in giro e la fa grossa quanto Berlusconi …i sostenitori di Grillo sono proprio dei talebani. In questo modo si può giustificare tutto, anche le peggiori politiche.
E dove non arriva la distorsione informativa arriva la censura, e mi riferisco all’Espresso. Non la censura degli ‘insulti’, anzi quelli vengono tenuti come trofeo “liberale”, ma la censura di messaggi tipo questo:
Berlusconi: ”Italia in crisi? I ristoranti sono pieni’
o si riempiranno
Renzi: “la maestra si può comprare due libri in più e la mamma può uscire una volta al mese a cena con le amiche”
Non è una svolta storica ma vince chi offre di più prima delle elezioni, la cena come termometro sociale. Prima delle elezioni sono infatti tutti “keynesiani”, dopo le elezioni tutti “post keynesiani”.
Ma nonostante il ventennio TELEguidato è sempre il voto a tenerli ancora a galla.
Marzo 16th, 2014 at 11:17
gente che ragiona
“Renzi sta seguendo la stessa via. Come il Papa telefona direttamente alle persone.”
[..]
“Nb
Non sono diventato renziano, ma come dico da tempo, a differenza di Grillo, sono disposto ad allearmi anche col diavolo per riuscire a far fuori burocrazia e spreco… ora come ora non sogno un’Italia socialista mi basterebbe avere un governo di destra svizzero: gente che ragiona…”
(Jacopo Fo per il Fatto)
Svizzera, il referendum: “Chiudere a immigrati e lavoratori frontalieri”
madò… Jacopo riprenditi! santo cielo. Abbiamo un monarca al Quirinale e vogliamo un Papa. Ma dov’è finita la Res Pubblica?
Stefano Feltri, responsabile economico del Fatto, puntava sul superamento del 3% proposto da Renzi, una proposta economicamente fondata e credibile, anzi l’unica strada percorribile. Bene, anzi male: ieri Renzi (una volta preso il potere) ha giustappunto detto che il 3% non si discute… [Vertice a Parigi tra il presidente francese e il premier italiano che assicura: “Non sforeremo il tetto del 3%”]
Era l’unica strada. E quindi?
Carissimi del Fatto, mentre ragioniamo sul possibile astensionismo, l’azzurra bandiera europea è fatta di stelle, io nel frattempo comincio a votarne 5.
Marzo 17th, 2014 at 09:09
Ricordo solo le parole del Direttore di Peter Parker su come vendere i giornali: sesso, tragedie e supereroi.
A quando i supereroi?
Marzo 17th, 2014 at 10:07
@stefano: c’è Renzi, no? (e prima c’era Berlusconi. Letta e Monti restavano un po’ più in ombra, ma qualcuno ha tentato di parlare di SuperMario)
Marzo 17th, 2014 at 15:40
Caro Frank,
credo che più che Jacopo Fo debba essere tu a riprenderti almeno un po’: Jacopo Fo ha scritto un .ibro “Gli svizzeri sono più intelligenti” che ti consiglio vivamente di leggere dove Fo jr. esprime una sincera e giustificata simpatia per un popolo che vive in pace da secoli, un modello d convivenza fra popoli di diversa lingua, cultura, religione, la cui democrazia è essenzialmente una democrazia diretta, referendaria, in cui il popolo ha direttamente l’ultima parola sulle questioni fondamentali, anche sulle quote sull’immigrazione, un esito deciso per pochi voti, che non condivido ma la democrazia diretta significa anche questo e mi pare che i tuoi amici 5 Stelle siano per la democrazia diretta o no? E anche la posizione di contingentare gli immigrati in arrivo in Italia non è una posizione già più volte espressa da Grillo sul suo Blog? Come vedi anche tu grande Frank non sei del tutto esente da contraddizioni, un po’ come tutti noi, del resto…
Marzo 17th, 2014 at 22:30
Credo che il problema dei giovani d’oggi con la sessualità precoce e confusa sia evidente, almeno per chi ha a che fare spesso con loro. Tutto dipende, ovviamente, da come lo si affronta. Come ha scritto qualcuno qui su, questa non è nemmeno una inchiesta, ma un accumulo di confidenze chissà quanto veritiere (nel senso che spesso i ragazzi esagerano apposta nel raccontare) riproposte in stile Bukowski senza un gran che di conclusivo; elenchi di storie grottesche appetibili più per lettori morbosi che per genitori preoccupati.
Da docente piuttosto giovane, spesso mi trovo ad ascoltare le confidenze dei ragazzi e non sarebbe male dibattere di questi ed altri temi dinnanzi ad una inchiesta fatta per bene; quella del Fatto, però, non lo è, risultando in sostanza inutile.
Marzo 18th, 2014 at 19:06
@Tolardo
Te lo scrivo con sincera e giustificata simpatia: quel che stai mettendo sul tavolo, condivisibile o meno, NON è in alcun modo Renzi, o ‘l’amico Renzi’ e nemmeno ‘Papa Renzi’. Parliamoci chiaro: quale film si vuol guardare?
Esistono due Svizzere, da un lato quella delle oligarchie bancarie, della ricchezza arrogante, della xenofobia e della corruzione. Dall’ altro quella dei cittadini che non sopportano più il peso di un benessere fondato sulla saldatura tra business e crimine mondiale, sul riciclaggio del denaro di dittatori, finanzieri e politici senza scrupoli.
«La rabbia può essere una potenza benefica, motore della lotta per la giustizia sociale. Prima l’ esistenza di un tesoro segreto nel cuore dell’ Europa era tollerata; ora la crisi obbliga i governi a chiedere sacrifici ai cittadini: più debito pubblico, più tasse ma meno lavoro. L’ unico modo per evitare la rivolta delle masse è individuare e punire i responsabili. Obama l’ ha capito prima degli altri e la strategia nella quale s’ inserisce l’ accordo con Ubs mira proprio a seminare terrore tra gli evasori, che negli Stati Uniti hanno già cominciato ad autodenunciarsi, oltre che a rassicurare la società sulla fine dell’ impunità. Questione di opportunità politica, ma anche un’ occasione di rigenerazione etica». Quali saranno le conseguenze per il sistema? «Ai primi cinquemila nomi ne seguiranno altri; sarà quindi la volta delle altre banche svizzere “complici”, almeno venti. Da settembre all’ azione dell’ Irs, l’ ufficio fiscale Usa, si aggiungerà quella dell’ Unione europea, che sta progettando un Eurofisco contro l’ evasione. È l’ inizio della fine» (Jean Ziegler, classe 1934, docente di Sociologia all’ Università di Ginevra e alla Sorbona di Parigi, parlamentare socialista, relatore speciale per la Commissione Onu sui Diritti umani, autore del libro «La Svizzera lava più bianco»)
Sembra incredibile, soprattutto per chi segue il mainstream, ma di fatto ad essere europeista è il movimento politico promosso da Grillo e che vuol regole e patti chiari come nel resto d’Europa, vuole uniformarsi. Sull’immigrazione Grillo non vuol “Chiudere a immigrati e lavoratori frontalieri” come nella svizzera xenofoba ed ‘antieuropea’, vuole invece regole uguali per tutti come nel resto d’Europa, dove non c’è lo ius soli, e dove c’è un altro sistema rispetto all’Italia.
Pensiamo ora al sistema televisivo e all’informazione, alla corruzione, al conflitto d’interessi, alla burocrazia, al sistema giudiziario e così via: sulle grandi questioni l’Italia (governata anche dal PD) è fuori dall’Europa, il PD che si è alternato al governo con Berlusconi risulta antieuropeista di fatto ma allo stesso tempo è un crociato dell’Euro. Non è una contraddizione: Europa ed Euro sono infatti due entità culturali, politiche e socioeconomiche molto diverse. Senza Euro la Svizzera non sprofonda affatto nella globalizzazione, come teorizzano alcuni sacerdoti finanziari, anzi. Le guardie svizzere (di quella destra che ragiona) sono in Vaticano, date al Papa ciò che è del Papa: una teocrazia.
Per avere una democrazia diretta il massmedia svizzero non è amministrato dal partito (come avviene in Italia). E così la finanza e l’industria: la Svizzera non è una colonia e nemmeno periferia dell’impero, non esiste Mediobanca-FIAT che possa radere al suolo Olivetti e lo sviluppo digitale. Mi fermo qui, solo alcuni spunti di riflessione.
Marzo 19th, 2014 at 12:29
[…] Mi sono accorto solo ora che anche Massimo Mantellini ha scritto sul suo blog considerazioni simili, ma scritte meglio, ça va sans dire, che meritano ovviamente una […]
Marzo 20th, 2014 at 06:22
Poveracci… un branco di bamboccioni che si preoccupa degli organi genitali dei loro bamboccini… portarli in un bordello e raccomandarsi alla madame di insegnargli come si mette un preservativo no eh?
Per le figliole, se proprio non c’e’ qualche baldo giovane sul posto, mi offro io volontario, gratis (ho una qualche dignità).