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Oggi Michele Serra sulla sua rubrica su Repubblica si fa (e mi fa) una serie di domande (riferite a questo) alle quali tento di rispondere nella maniera più semplice possibile.

Prima questione. Credo ci sia un equivoco su quello che Serra definisce


“il mito dell’autoregolamentazione della rete”


Nel senso che il prefisso “auto” quando e se utilizzato non riguarda una sorta di automatismo proprio di Internet. Si riferisce invece a meccanismi di presa in carico individuale, a scelte di responsabilità di ciascuno di noi. Internet funziona egregiamente (fino ad oggi è stato così) quando è autoregolata, vale a dire quando le singole persone scelgono di occuparsene, esattamente come ci si occupa del giardino di casa propria (lo so è un esempio che faccio troppo spesso, ha stufato). “Togliere la parola, sia pure temporaneamente, a chi la usa per ferire e insozzare gli altri” è – per dirla con Serra – una delle molte forme di autoregolamentazione possibile. Per esempio su questo blog è da me applicata alla lettera. Occorre considerare che non è l’unica. Quando diciamo che la rete è orizzontale osserviamo che potranno esistere (ed ovviamente esistono) luoghi nei quali i criteri di filtro dei contenuti saranno altri o saranno assenti. In questo caso nessun sacro principio sarà violato: sarò io a scegliere se simili luoghi siano o non siano da includere nel mio personale filtro informativo. Anche in questo caso si tratta di autoregolamentazione: di nuovo stiamo parlando di un meccanismo di selezione dei contenuti che rientra nelle mie prerogative personali e non viene affidato ad altri.



Continua Serra:


“Più in generale come possono l’iperdemocraticità della rete, la sua rivendicata orizzontalità, il suo assemblearismo senza confini, riconoscere un principio di responsabilità e/o un principio di autorità?”.


Vale un po’ quanto detto poco fa: il principio di responsabilità (per una volta e finalmente) è un principio individuale: ognuno di noi frequenta la porzione di rete che desidera, mentre il principio di autorità è su Internet esattamente identico a quello che applichiamo alla bocciofila sotto casa. Ci sono leggi dello Stato che devono essere rispettate, nella maggioranza dei casi su Internet sono tecnicamente più facili da far rispettare che non altrove. (che poi questo non avvenga è un altro discorso)


“E un fornitore di servizi come Facebook, che grazie a quel servizio guadagna miliardi, se non è un editore in senso classico di quali nuove responsabilità e nuove autorità è investito? Nessuna? Solo onori e nessun onere?”


Facebook non è un editore, è un fornitore di giardino. Lo spicchio di giardino che Facebook (o qualsiasi altra piattaforma di rete) ci vende è una parte di rete esattamente come le altre e come tale (con maggiori limitazioni rispetto ad altre) è sottoposta alle medesime logiche di autoregolamentazione. Affidata alle nostre cure ma anche, in qualche misura, a quelle di Facebook stessa, che non a caso utilizza un’ampia serie di presidi tecnologici per controllare e filtrare i contenuti che ospita. Facebook, Google e gli altri grandi attori della rete hanno in realtà grandi oneri assieme ai molti onori. Noi vorremmo talvolta attribuirgliene di più, forse sbagliamo o forse no. L’alternativa comunque possibile, se il giardino di Facebook diventerà domani sporco e malfrequentato, sarà smettere di visitarlo. Anche in quel caso nessuna iperdemocraticità della rete (che del resto non è mai esistita) ne uscirà maltrattata.

24 commenti a “Due risposte a Michele Serra”

  1. Fabio dice:

    E come la mettiamo con il retorico “riproduzione riservata” che i giornali italiani si ostinano comicamente a mettere sotto a qualunque cosa. Specialmente sotto a foto e video prelevati dal web e sui quali, spesso, appiccicano il loro logo facendo intuire ai più distratti che sia sudore della loro fronte, invece è roba di altri (che nemmeno linkano)?

  2. Stefano Nicoletti dice:

    Michele Serra, vogliamo chiudere i bar perchè la gente che li frequenta spara cazzate?

  3. Pinellus dice:

    Ok. Chiarissimo.
    L’esempio del giardino sarà anche liso, ma è ancora efficace.
    Però ti chiedo (e non conosco manco io la rispota, eh!) se un giardino viene vandalizzato e magari sul muro spuntano scritte nelle quali si insinua il dubbio sulla mia certa paternità, io posso anche non frequentarlo più quel posto. Ma quelle scritte e la vandalizzazione restano.
    Metti che a me e alla mia famiglia quelle scritte diano un enorme fastidio, è pensabile un meccanismo di rimozione e ripristino?
    E la memoria nei motori di ricerca?

  4. andrea61 dice:

    Credo che Serra esprima molto chiaramente da difficoltà di comprendere la Rete per chi ha una visione classica del mondo in cui lo Stato legifera e regola ogni aspetto della vita umana.
    Penso sia un fatto sia culturale che generazionale.
    Io non credo che sia casuale il fatto che Internet si sia sviluppata più rapidamente nei paesi anglosassoni dove concetti come individuo, libertà e responsabilità sono maggiormente considerati e diffusi.

  5. ispido dice:

    Non sono sicuro di aver capito. Si sta sostenendo forse che se nell’edizione online del quotidiano X o se nel blog Y m’imbatto in commenti sgradevoli di determinati frequentatori, in assenza di controllo da parte di altri soggetti (quelli che la mia visione oscurantista considererebbe “responsabili”) la risposta consiste nel girare al largo?
    In pratica, darla vinta ai cialtroni?

  6. diamonds dice:

    Stai entrando in fase Herzog(Bellow). Buon segno

  7. gregor dice:

    Andando nel concreto, anche nelle pagine Facebook esiste lo strumento della moderazione. C’è da scoprire se Grilloleggio sono a conoscenza di questo fatto o lo ignorano volutamente.

  8. Marcello dice:

    Non dimentichiamo che i giardinieri, in questi casi, mettono a disposizione dei frequentatori diversi strumenti per (scusate se continuo con questa metafora) ripulire le aiuole dalle deiezioni canine: Facebook permette di segnalare e marcare post e commenti ritenuti offensivi o contrari alla policy che abbiamo esplicitamente accettato iscrivendoci al servizio. Analoga funzione è su YouTube (la bandierina “segnala”). D’accordo con Mante, in finale: buona parte della responsabilità, è nelle nostre stesse mani.

  9. Bruno Anastasi dice:

    Come per molti della mia generazione, fin dai tempi di “Cuore” Michele Serra è (stato) un riferimento direi quasi esistenziale, il che accresce la costernazione per l’Amaca odierna – un’inequivocabile risposta “trasversale” a difesa di Francesco Merlo dalle puntuali osservazioni di Massimo Mantellini (“Io confesso”) e l’ultima di una lunga serie di invettive contro Internet – che è triste non perché corporativa (lo è anche), ma perché è addirittura aziendalista, nel senso peggiore del termine.

    Qualche anno fa avrei scritto personalmente a lui, oggi non ne ho più voglia. Se mi legge qui, bene, altrimenti pazienza.

  10. Dino Sani dice:

    Pensare che Facebook sia un’editore la dice lunga sulla lucidità culturale di questi nostri intellettuali… Sono nei loro salottini, con i loro bei libri cartacei, la loro meravigliosa cultura classica, e pontificano su cose che non frequentano e non conoscono…
    La riflessione di @andrea61 è interessante, basta camminare su una qualsiasi strada piena di escrementi di animali non raccolti dai padroni, per capire quanto non la rete ma la nostra società debba fare ancora dei grandi passi verso i concetti di libertà, responsabilità e rispetto per il prossimo.
    Devo dire che la metafora del giardino, più che stufato, appare un po’ troppo americana…qui in Italia di giardini privati non ce ne sono tanti. È se usiamo come metafora il condominio viene da strapparsi i capelli. Infine trovo il termine iperdemocraticità assurdo: la democrazia è democrazia, come fa ad essere iper?

  11. ispido dice:

    Preoccupato, notavo la mancanza di un qualsiasi cenno allo snobismo moralista di quell’intellettualoide salottiero buonista e benpensante di Serra.

    Ah! Dimenticavo: anche radical chic.

  12. nicola dice:

    Io penso che l’autoregolamentazione bisognerebbe viverla, almeno una volta. Io l’ho applicata e l’ho anche subita. La vedo funzionare in alcune comunità internettiane e finché c’è qualcuno che si prende cura del giardino le cose vanno benissimo: spesso vi è alto livello di contenuti, basso rumore di fondo. Chi non l’ha vissuta fa fatica a credere che funzioni. Serra dovrebbe provare.

  13. frank dice:

    Massimo vuole curare il giardino, ma è stato incastrato in una Serra: a quanto pare non era soltanto la Boldrini..

    non era solo un flame

    Internet è un’interconnessione, non una piramide, la prospettiva è molto diversa, anche rispetto al sistema televisivo organizzato dall’alto da un partito politico (un modello, una ‘policy’, di tipo fascista) Di conseguenza il tono del post di Serra che è anche uno degli autori di Fazio un grande attore dell’informazione/formazione pubblica, in una piattaforma gestita dal partito, unidirezionale.

    (e tralasciando il discorso lobbistico, e non proprio democratico, esercitato dal Gruppo Editoriale sui rappresentanti pubblici, vedi affare Sorgenia)

    (e tralasciando la policy privatistica e monarchica di un quotidiano chiamato ‘la Repubblica’… un paradosso unico, la trafigurazione delle parole)

    Internet è invece un’interconnessione di giardini, rimanendo alla metafora di Massimo (quindi neutrale, l’interconnessione)

    “Io diffido della massa e del suo bisogno di un capogruppo, di un leader. Strano che accada sul web: la rete è orizzontale e interconnessa. Sono i partiti politici ad avere una struttura piramidale top-down. Per un cybernauta, la pretesa dei leader di ergersi a capo dovrebbe essere irritante.” – Daniele Luttazzi

    la pretesa politica di Serra è un pulpito, non un’amaca

    e il punto debole di Mantellini è proprio politico: indicando Grillo come capro espiatorio induce ad un pericoloso equivoco, buttando anche l’acqua sporca col bambino :- )

    Questo è il contesto, gli attori, l’ipocrisia, l’autoritarismo reazionario, le forme e i limiti dei medium presi in considerazione.

    Detto questo concordo con l’analisi di Massimo.

    PS
    “Buffone! Fatti processare!”

    e accadde quel che auspica Serra

    Berlusconi trascinò Ricca in tribunale. Qualcuno all’Espresso ricorda come andò a finire? La memoria è corta.

    la parabola dell’espresso dall’antiberlusconismo al berlusconismo. Dalle tette e culi in copertina al ‘corpo della donna’ della Boldrini

    L’ipocrisia del ‘decoro condominiale’ di Gilioli nasconde un’altra violenza: nella pratica politica, a proposito di etica del web

    ‘io ti denuncio così sistemo la famiglia’ ‘Fassina chi?’ ‘non sai chi sono io’ ‘io ho le palle d’acciaio’ e così via

  14. frank dice:

    Si mettano a confronto le battute di Littizzetto e quelle di Grillo,

    Serra (autore del programma di Fazio) vuol quindi censurare Luciana Littizzetto?

    [e vergognatevi oltre a ridere e battere le mani … altro che ‘giustizia social’ ..]

  15. cla van dice:

    … e purtroppo ormai da queste parti si respira aria di fighettismo digitale (solo noi abbiamo le opinioni gli altri invece sono tutti deficienti soprattutto se hanno opinioni diverse dalle nostre).
    Premetto che augurare il male alle persone è comunque moralmente sbagliato (anche se in taluni casi se non altro comprensibile soprattutto per motivi personali), ma nessuno, e Mantellini in primis, si chiede perchè siamo arrivati a questo punto… anzi non è corretto Mantellini si da la risposta senza neanche fare la domanda (è colpa di Grillo e di tutti i suoi emuli che, anche se appartenenti a partiti presenti da prima dell’entrata in politica di Grillo e anche se dicevano becerità sempre prima dell’entrata di Grillo in politica, sono sempre ascrivibili a lui in quanto emuli)… non è che qui ci sia un po’ di rabbia per il fatto che comunque questa bella (ehm) gente è quella che ha condotto noi a delle situazioni indecenti mentre loro si sono aumentati i privilegi? Non è che magari la gente ragiona di testa propria e non ne può più ? non è che meno male che ci si sfoga su internet augurando la morte che se non ci fosse questa valvola di sfogo qualche testa calda avrebbe già imbracciato un fucile e sarebbe andato a cercare quelli che ci hanno ridotto così e che continuano a prenderci per il fondoschiena? Ma ah già la colpa è tutta di Grillo che ha scoperchiato certe becerità:vuoi mettere quanto si stava meglio nella prima repubblica in cui avveniva qualunque porcata (leggi accordo stato – mafia) ma tutto con molto aplomb?
    Poi onestamente sono spaventato dal fatto che si voglia condannare penalmente queste persone che augurano la morte: mi ricordo che non tanto tempo fa dalle sue parti MAntellini (che poi sono circa anche le mie) si sentiva dire spesso e volentieri ‘ut vegna un chencher’ (chiedo perdono se lo spelling non è corretto): cosa facciamo, mettiamo in galera anche questi? ed infine un’ultima cosa, un po’ di coerenza che diamine: lei dice che la rete deve rimanere libera ai commenti ma lei nel suo blog (con ogni diritto per carità di dio) censura chi scrive frasi non congeniali al suo senso morale? E’ come dire : una città è bella perchè è piena di street art che la rende molto caratteristica ma se uno viene a fare un graffito nel mio giardino gli spacco la faccia… ma giustamente anche la coerenza ormai è merce rara…

  16. Dino Sani dice:

    Mante come mai ultimamente i commenti sono più interessanti i tuoi post? Merito comunque tuo di aver creato uno spazio intelligente di libera conversazione su temi accattivanti e importanti. Ma trovo curioso e molto “iperdemocratico” (sigh) che i commentatori di un blog siano all’altezza intellettuale di chi lo scrive.

  17. Claudio dice:

    Brutti cattivi che dite la vostra su Facebook e Twitter. Cattivi: nutrite la vecchia editoria, che in fase di tracollo culturale e fiscale, tenta di dare delle linee guida imboccando “autorevoli penne” al compito. Tutti brutti cattivi. Non esistete: siete solo dei piccoli stronzetti che non sanno nemmeno i verbi e vi permettete di dire delle brutte cose cattive verso gente che soffre (es Bersani).

    Peccato che tutta questa rabbia sia il prodotto di anni di abusi, al limite del sessuale, praticata dalla vecchia editoria, asservita alla politica, nella testa di tanti ma tanti ma tanti Italiani (quelli con la I maiuscola).

    Siamo il prodotto, il risultato, il conto che si deva pagare alla cassa. Poco importa chi sarà il prossimo che verrà colpito dalla violenza verbale.Il problema è che per 50 anni qui in questo paese s’è cercato di far digerire bocconi amari a milioni di persone, ora che questi bocconi indigesti provocano rutti non è che si possa additare la colpa “all’autoregolamentazione” delle coscienze.

    Anni che prendono per il culo la gente ed ora che la gente sa dove scaricare la propria frustrazione non gli sta bene?

    Ma questi ci stanno con la testa?

    Ma dove hanno vissuto fino ad ora?

    Sono stati troppo chiusi nei loro uffici, a lucidare perle da dare ai porci. Ora che i porci gliele rispuntano in faccia, perché con le perle non ci si campa, si lamentano pure. Siamo al ridicolo.

    Ekkekazzo!

    (giuro non userò più lemmi volgari)

  18. wlyit dice:

    Se Facebook è un editore, Serra è un giornalista.

  19. luciano pontiroli dice:

    Due rapide osservazioni:
    – Michele Serra ragiona da vecchio statalista, diffidente della capacità delle persone di autoregolarsi. Le sinistre di frammentano e si contrappongono, un soffio libertario ne anima una parte: era ora!
    – troppi commenti manifestano un astio, fuori luogo nella presente sede, nei confronti di tutti e di tutto. Chi l’ha nutrito? non nel senso di individuare responsabilità di persone da additatre al pubblico ludibrio, ma piuttosto di innescare una riflessione sul modo di gestire nei quali avviene l’interazione tra i partecipanti alla rete.

  20. Polvere sulla rete | Luca De Biase dice:

    […] consultazione). Più in generale sui principi dell’autoregolamentazione si è autorevolmente discusso. Forse, l’esempio dell’autoregolamentazione organizzata, in altro settore, dalla […]

  21. Bruno Anastasi dice:

    Approfitto del tema per segnalare un articolo di tale Anais Ginori su Repubblica di oggi (9 Gennaio 2014):

    http://ilmiolibro.kataweb.it/booknews_dettaglio_news.asp?tipoord=news&id_contenuto=3749359

    Considerando che si tratta dell’elogio di una legge volta a ostacolare gli sconti praticati da Amazon (alla faccia dei lettori), un passaggio appare particolarmente inquietante:

    “Ancora una volta la Francia fa da apripista nella tutela della creatività e della pluralità culturale, sfidando i giganti americani.”

    Credo che di gente così si debba aver paura.

  22. massimo mantellini dice:

    @Anastasi, mi sa che sullo stesso giornale ti è sfuggito Curzio Maltese ;)

  23. Bruno Anastasi dice:

    Ciao Massimo,

    mi credi se ti dico che mi sono astenuto dal segnalarlo per non apparire schierato e perché non volevo andare troppo fuori tema?

    Comunque ho letto anche quello, confesso un grande dispiacere e una pena infinita per firme così prestigiose ridotte in questo stato. Somigliano a replicanti depressi di Emilio Fede.

  24. Remo dice:

    Il problema è che le segnalazioni su FB non funzionano, la moderazione è praticamente inesistente, soltanto se il post desta scandalo si muovono, altrimenti non fanno niente.