Il 22 ottobre scorso a 8emezzo il Primo Ministro Enrico Letta disse la seguente frase:
“Le potrei citare i 500 giovani che abbiamo deciso di assumere per la digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, per la prima volta si è ricominciato a investire alla cultura”
Che si trattasse di una balla ce ne eravamo accorti immediatamente: non di assunzioni si tratta ma di un corso di formazione della durata di 12 mesi per 500 addetti alla digitalizzazione dei beni culturali. Oggi è uscito il bando ufficiale e leggerlo è molto istruttivo. I 500 giovani devono avere meno di 35 anni, essere laureati con il massimo dei voti, parlare un buon inglese e partecipare ad un concorso per titoli ed esami. I fortunati vincitori avranno diritto ad un anno di corso di formazione durante il quale lavoreranno dalle 30 alle 35 ore a settimana, senza ferie e senza buoni pasto. In cambio riceveranno una indennità di 416 euro lordi al mese.
Dicembre 7th, 2013 at 22:58
Avrebbe senso se in Italia si investisse in questo genere di progetti e quindi dopo il corso si avesse una qualche speranza di non fare la fame. Altrimenti prevedo, finito il corso, 500 persone pronte per l’estero.
Sempre che il corso riescano ad iniziarlo. Uno col massimo dei voti e un fluente inglese si accontenta di 416 euro lordi x 12 mesi? Bah…
Dicembre 8th, 2013 at 01:34
Il migliore dei governi possibili, oggi. Figurarsi il resto.
Dicembre 8th, 2013 at 02:49
Ma se il corso ha luogo a Roma, “praticamente” è solo per i residenti.
Dicembre 8th, 2013 at 07:25
Devono inoltre esere ricchi di famiglia x potersi permetere di vivere con quella misera
Dicembre 8th, 2013 at 07:55
Se l’avesse detto e fatto B …
Dicembre 8th, 2013 at 08:37
Suvvia! Non iniziamo ad essere choosy: ci sono ragazzi africani che se li sognano 416 euro (lordi) al mese!
Dicembre 8th, 2013 at 08:40
Voglio comunque dargli una chance: se il giovane e’ appena uscito dall’università (24-25 anni) può ancora avere un senso…oltre no.
Dicembre 8th, 2013 at 09:04
E visto che di questi lavori ne ho fatti parecchi. Non serve essere laureati ma avere gli skill tipici dell’operatore di call center.
Quello che mi manda in bestia è che sta gente ne dice di cotte e di crude e mai un giornalista che gli contesti qualche cosa.
Dicembre 8th, 2013 at 09:26
Sarebbe stato più corretto, e retoricamente piu funzionale, rivoltare la frittata annunciando l’apertura di una “scuola digitale dei beni culturali”, addirittura con rimborso spese!
Ma tant’è la sostanza non cambia. Oltre al destino dei 500 stagisti, mi preoccupa il destino del progetto di digitalizzazione del patrimonio a cui dovrebbero partecipare: cosa digitalizzeranno? E a che scopo, e in che contesto? E terminato l’anno, sarà terminato il progetto? E le conoscenze digitali instillate ai 500 stagisti, come potranno esser messe a frutto altrove? Insomma il Ministero investe 2,5 mln per fare cosa, digitalmente parlando, per il nostro patrimonio culturale analogico e digitale?
Ps. Qualcosa di simile alle ferie nel bando c’è (lo stagista si può assentare per “motivi personali”). Quello che non c’è è l’idea di futuro.
Dicembre 8th, 2013 at 10:11
…e magari devono pure dire “Grazie”.
Dicembre 8th, 2013 at 10:23
Guarda che al 99% cercano manovalanza
Dicembre 8th, 2013 at 11:49
“e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro”
E’ una legge matematica: sostituendo il nome di Letta con quello di Berlusconi il risultato non cambia, e nemmeno la demagogia, e nemmeno l’elettore pronto a giustificare tutto. Così va l’Italia
quando il 40% dei giovani è disoccupato e la digitalizzazione è la solita lenzuolata per il precariato istituito per legge negli anni novanta dagli stessi soggetti che ora sono al governo, soggetti costruiti in TV e che hanno imposto un duopolio: ad immagine e somiglianza statunitense
c’è una ragione ideologica e meschina: la digitalizzazione è vista come automazione e quindi il personale diventerebbe solo un esubero, cioè disoccupazione, cioè la perdita della ‘base’ del consenso. Non vanno più in là
c’è una combinazione ideologica, una componente di sinistra con una componente ultraliberista e coloniale, quella dell’FMI e per questo motivo “i comunisti” vanno così tanto d’accordo con l’FMI
Andare oltre significa invece che quel che guadagni con l’automazione spinta al massimo lo reinvesti in nuove possibilità di lavoro, e l’Italia ne ha parecchie in molti campi, ha potenzialità quasi infinite. E quindi ha garanzie da offrire per prestiti e investimenti continui e un continuo ciclo economico. Se ci fosse organizzazione: se la banca fosse banca tradizionale. Ma è proprio questo il punto: la disorganizzazione a qualcuno conviene, il profitto viene infatti spostato sulla rendita, oggi sono solo banche d’affari
manca solo una parola: investimento, un normale investimento per continuare un ciclo economico, come sempre, ricostruendo l’economia su altri settori
Barroso ripete lo stesso dogma ideologico: se non hai i soldi non puoi chiedere nemmeno un prestitoper mandare i tuoi figli a scuola. Il loro futuro è segnato, è già deciso. questo è l’EURO oggi.
Eppure molte delle imprese solide che conosciamo sono nate grazie al prestito, al debito, all’investimento. Questo il ruolo della banca, prima che diventasse solo banca d’affari e solo una scatola finanziaria eterodiretta.
https://it.wikipedia.org/wiki/Glass-Steagall_Act
Perchè l’Italia è un Paese manifatturiero che può ancora offrire solide garanzie. Distruggendo quelle garanzie, trasferendo quella conoscenza manifatturiera, distruggendo la cultura e l’arte: l’Italia è morta
Ma il nostro futuro non è ancora segnato, ma bisogna rendersi conto che alle primarie non c’è Roosvelt, bisogna costringerli alle dimissioni ed eleggere un nuovo Roosvelt
il braccio destro di Roosvelt era un progressista, uno dei primi provvedimenti che prese fu quello di occuparsi della povertà estrema e dare assistenza a tutti, rafforzando la solidarietà, la socialità e la nazione
Dicembre 8th, 2013 at 12:04
Io ho seguito un workshop (spesato) in Giappone sulla stessa materia. Mi sono limitata a imparare a digitalizzare i libri e in generale i materiali bidimensionali, d’accordo (un workshop a parte, della stessa durata, è stato tenuto per la digitalizzazione di oggetti tridimensionali), ma sapete quanto è durata la formazione? Una settimana.
Perché, nel concreto, cosa bisogna imparare a fare? Maneggiare i materiali (tipi di rilegature, ecc), impostare la macchina fotografica, montare il set, gestire l’ambiente di lavoro e le luci con una certa flessibilità (perché lavorando in biblioteche/musei diversi si troveranno sempre ambienti di lavoro diversi). A ritmi meno… “giapponesi” la cosa può richiedere forse un mesetto di lavoro. Dopo una settimana, io sono stata valutata in grado di partecipare a progetti di digitalizzazione di libri e stampe giapponesi (in cui poi, in effetti, sono stata coinvolta, migliorando, pagata, le mie capacità direttamente sul campo).
Un anno di formazione, a cosa corrisponderà? Due-quattro settimane, forse, di effettivo corso, e 11 mesi di manovalanza sottopagata spacciata per formazione di alto livello.
E poi si rinfaccia a noi giovani il fatto che abbandoniamo la patria per fuggire all’estero.
Dicembre 8th, 2013 at 15:42
Letta le balle d’acciaio le racconta
Dicembre 8th, 2013 at 15:45
tra l’altro il sito dei beniculturali non mi pare raggiungibile
immagino che ciò sia dovuto ai milioni di giovani italiani e comunitari che desiderano informarsi sul bando
Dicembre 8th, 2013 at 19:23
I nuovi schiavi, 400 euro al mese è schiavistico
Dicembre 8th, 2013 at 23:40
OT
mi ritorni in mente
sarà un sesto senso, o la monotonia di questa brutta politica, ma le indovino :-)
il primo politico a commentare la vittoria di Renzi è proprio Veltroni
“è un Paese che ha bisogno di esser scosso alle fondamenta”
al minculpot di rai3, la rete del PD
(e poi c’è ancora Berlusconi, con le reti concesse dal PD illegittimamente)
ma le battute di Renzi non fanno rimpiangere quelle di Berlusconi: “è un cambio generazionale” come sottolinea Mieli
“vi è andata maleeee!” – Renzi
ti immagini se adesso il Renzi si trasforma in Berlusconi? per un attimo su quel palco ho visto Berlusconi, con le bandiere di un altro colore, sempre una vittoria di D’Alema.
“vincere è una parola fascista? rifiutare la logica del vincere non significa rifiutare la logica fascista” – Renzi
d’altra parte: potevi votare solo Renzi o D’Alema, o Civati, l’utile dissidente. La libertà prima di tutto, la democrazia….
Dicembre 9th, 2013 at 09:05
[…] che non sia lavoro ma formazione per un anno a tempo quasi pieno per 415 Euro lordi al mese, comunque questo post non è per quel motivo, ma solo come promemoria a me stesso e per richiesta […]
Dicembre 9th, 2013 at 12:37
Invito tutti gli interessati a leggere bene il bando. L’indignazione nasce non solo dalla natura del compenso previsto in relazione ai requisiti richiesti. C’è di più. Il bando è aperto anche a laureati in giurisprudenza, sociologia, geografia ecc, purché con il massimo dei voti e con un livello di inglese che molto spesso nell’università non si insegna. In quanto storica dell’arte laureata con il massimo dei voti mi sento delegittimata di una professionalità acquisita con anni di studi e sacrifici, non solo per il compenso previsto, ma anche perché a conti fatti alla mia preparazione non viene riconosciuto nessun valore specifico.
Dicembre 10th, 2013 at 13:02
In realtà cercano ragazzi appena laureati di ceto medio-alto disposti a passare il tempo davanti allo scanner per 416€ così da integrare la paghetta dei genitori…… (magari 100€ settimana…)
Dicembre 14th, 2013 at 07:58
Hai visto? Gramellini te l’ha copiato pari pari. Il suo sì che è giornalismo.
https://www.facebook.com/groups/buongiornouncazzo/permalink/603109163070933/
Dicembre 14th, 2013 at 11:27
@Ranx interessante, grazie del link ;)
Dicembre 14th, 2013 at 12:45
Massimo Grantellini.
Dicembre 14th, 2013 at 15:54
[…] Buongiorno di oggi di Massimo Gramellini su La Stampa siano “inspirati” da questi due post che ho scritto nelle ultime settimane. Mi fa piacere che ad un pubblico ben più ampio di quello di […]
Dicembre 15th, 2013 at 11:47
[…] Da ManteBlog […]
Dicembre 15th, 2013 at 19:19
[…] almeno in questa sede, se nello scritto di Massimo Gramellini si possa ravvisare il plagio di un post di Massimo Mantellini. Di certo, alcune parti sono sovrapponibili e la cosa non ha reso felice il […]
Dicembre 19th, 2013 at 22:50
[…] Giovani straccioni laureati […]