Nella mia regione, come quasi in tutte le altre, i consiglieri si sono fatti rimborsare di tutto. Ogni regione ha i suoi record: ci sono i consiglieri che mangiano moltissimo tartufo, consigliere che acquistano a spese dei cittadini la lingerie; in Emilia Romagna il record forse riguarda Thomas Casadei mio concittadino che ha aggiunto alle spese da farsi rimborsare lo scontrino di un bagno pubblico da 50 centesimi. Casadei ha dichiarato di essersi sicuramente sbagliato e questo magari sarà anche vero, anche se io tenderei a diffidare di qualcuno che conserva, a qualsiasi titolo simili prove di acquisto. Da mesi le cronache sono piene di deprimenti episodi simili, ieri sera Crozza nel suo spettacolo diceva che ormai in Italia un consigliere regionale ogni 5 è indagato per peculato. Dentro questo numero come è ovvio ci sarà di tutto: i rimborsi legittimi, quelli truffaldini costruiti ad arte per ingrassare il proprio stipendio, le tangenti, gli errori. Tuttavia mi pare che sullo sfondo si possa ricostruire il fantasma di un’idea: quella secondo la quale i soldi pubblici non sono soldi propri. Sono soldi della comunità quindi non sono soldi miei, perché io sono altro. Essere altro, del resto, è la tragedia principe di questa nazione, non si capisce come la politica possa esserne esente. Dietro l’assenza dell’oculatezza del buon padre di famiglia (quella che ti farebbero dire, no, 900 euro per una auto con autista per 72 km, sono troppi, non prendetemi in giro) sta il vero crimine della politica italiana nel suo complesso. È un’impunità insopportabile e vastissima che non esclude nessuno e che apre la porta ad ogni populismo. Al “siete tutti uguali” dei grillini andrebbe risposto, sì, sono tutti uguali. Non sul piano giudiziario ovviamente ma su quello politico certamente sì. Brunetta che vola Ryanair e poi si fa rimborsare voli di linea o Michele Emiliano che mette le cozze pelose nella vasca di casa non sono politicamente troppo differenti dai pasteggiatori ad ostriche e champagne pagate dalle finanze pubbliche esauste. E non sono politicamente differenti dai tanti presidenti di Regione di ogni schieramento, dal PDL al PD alla Lega che non trovano maniera di trarre le proprie personali conseguenze politiche di questo fallimento. Se fossero parte della comunità che amministrano se ne andrebbero. Siccome sono altro, restano al loro posto come se nulla fosse.
23
Nov
Novembre 23rd, 2013 at 11:39
Sono “tutti uguali” perché sono uguali (e troppi) i soldi che maneggiano… e parlo di quelli “legali”, quelli per cui non sono indagati. Se la Regione Lazio ha ritenuto opportuno pagare € 6.600,00+iva al mese per un falegname che si occupasse di riparare eventuali arredi rovinati – ma solo per la sala consiliare, non di tutti gli uffici! – la spaghettata al caviale di “Batman”, o lo scontrino del bagno… rientrano nella “normalità”.
La storia del falegname è qui, dal Corriere.
Novembre 23rd, 2013 at 12:16
Si ma se l’alternativa proposta a simili sconcezze è l’assistenzialismo delle società pubbliche in cui l’idea di buttare soldi a fondo perduto per mantenere società gestite da cani come succede a Genova, con l’appoggio di tutti i populisti di sinsitra e grillini mi sembra che ci sia ben poco da fare i moralisti.
Novembre 23rd, 2013 at 12:55
La colpa Mante è solo mia: quando ero giovane criticavo i partiti di allora, credevo che dovessero essere rinnovati, ripuliti, rigenerati radicalmente, eppure quei partiti avevano gruppi regionali con consiglieri che godevano di emolumenti inferiori, con rimborsi per le attività gruppi più bassi ma che venivano spesi solo per fare convegni, ricerche, pubblicazioni , mi sono impegnato anch’io nel mio piccolo perchè le cose cambiassero e adesso è così…non mi impegnerò più a cambiare le cose, ho troppo paura di quello che potrebbe succedere ancora…
Novembre 23rd, 2013 at 19:22
Non è il politico che ruba, sono i cittadini collusi che gli danno l’opportunità di rubare. Finché ci sarà anche un solo falegname che si fa pagare 6.600 euro al mese sarà sempre così.
Novembre 23rd, 2013 at 19:27
Amico mio purtroppo lo scrissero già paro paro Alberoni e Veca vent’anni fa.
Novembre 24th, 2013 at 00:13
Condivido tutto, uno schifo, ma nonostante gli sprechi l’Emilia-romagna rimane una delle regione più virtuose:
http://www.lavoce.info/quanto-costano-consigli-regionali/
Novembre 24th, 2013 at 09:47
Ma ciò che dice Crozza (uno su cinque) è vero?
Novembre 24th, 2013 at 09:48
Non so perché si continuino a chiamare sprechi. Sono lussi. Di finti ricchi che fanno gli uomini e le donne di successo con soldi e virtù non loro. Gente che nel mondo reale prenderebbe il treno dei pendolari e mangerebbe in trattoria, figurati se vuole continuare a farne parte, in quell’immaginario classista e anche un po’ razzista che si ritrova. Saluti da Bologna :-)
Novembre 24th, 2013 at 13:47
basterebbe applicare ai consiglieri le regole che valgono per i dipendenti pubblici quando sono in missione. Rimborso degli hotel, delle spese del treno o dell’aereo a pie’ di lista, rimborso kilometrico per auto. Rimborso dei pasti solo per chi e’ in missione. Puo’ essere rimborsato tutto quello che e’ esplicitamente consentito.
Tetto prefissato dei budget per missione in base agli incarichi ricevuti. Piccolo rimborso forfettario a chi rinuncia al pie’ di lista.
Novembre 24th, 2013 at 15:53
non sono assolutamente d’accordo
il vero problema d’Italia è l’organizzazione: il Bel Paese viene sistematicamente abbruttito e l’eccellenza viene sistematicamente tagliata per una chiara volontà politica e colonialista, siamo una colonia e il rappresentante pubblico si adegua in modo meschino
più si sale e più aumenta la responsabilità, quindi vuol dire che sono veri e propri delitti di massa
perchè il voto democratico non è un’autorizzazione al reato di massa: c’è una Costituzione
l’assenza di vincolo di mandato non è un via libera al crimine e all’impunità e al potere assoluto
è una distorsione: un potere che mette le mani dappertutto e lo fa apposta per manomettere l’economia
così ha fatto la politica e Mediobanca
bisogna cambiare testa, mentalità e amministratori, in tutti i sensi: meno abuso, meno “governabilità” e più controlli trasversali
la “governabilità” in Italia è esclusivamente abuso del potere, e che sta manomettendo una Costituzione che nemmeno viene applicata
Novembre 24th, 2013 at 16:30
La soluzione per evitare la mangiatoia dei rimborsi:
Affidare ad ogni politico che ne abbia diritto un bancomat che attinga direttamente dai fondi a disposizione e, ogni qual volta viene effettuato un acquisto, pubblicare in un feed pubblico titolare, importo e causale.
Novembre 24th, 2013 at 22:06
Andrebbe sottolineato che a furia di non avere nessun cazzo di problema di scarsita` risorse questi buffoni hanno perso qualsiasi stile e vestono e vivono sulla falsariga delle peggiori telenovas di Caracas ,alla stregua di un camorrista qualunque.senza contare che prima di convertirsi alle larghe intese sul qualunquismo di grillo hanno costruito la campagna elettorale,salvo poi smentirsi sui fatti(senza contare ormai che le eccezioni ormai hanno puro valore testimoniale)
Novembre 24th, 2013 at 22:10
lasciando correre refusi e reiterazioni ortografiche