Romano Prodi sul Messaggero di oggi:


Mi risposero che il suono della mia voce era stato probabilmente inserito nel grande cervello angloamericano chiamato Echelon e che quindi ogni mia conversazione veniva automaticamente registrata da qualsiasi apparecchio telefonico fosse generata, compresi i posti pubblici più lontani e incluso il caso che avessi avuto il raffreddore o avessi messo una molletta attorno sl naso per modificare la mia voce”


6 commenti a “Faccio l’accento svedese?”

  1. mORA dice:

    Prondo?! Prondo?!? Eeh, ci dev’essere…. un’itntefferènza – Solidarnosh, Solidarnosh, ingulash, ingulash – Prondo?!

    http://edue.wordpress.com/2013/10/25/temppismo/

  2. Pier Luigi Tolardo dice:

    Ma quale era la differenza fra con molletta o senza?

  3. Domiziano Galia dice:

    Quindi in realtà Prodi ha una flemma argentina e vivace ed è vent’anni che finge di fare il pacato borbottatore per non farsi intercettare.

  4. Luigi dice:

    …il grande cervello?!?!?

  5. gregor dice:

    Ecco perché faceva le sedute spiritiche… Per non farsi intercettare :P

  6. frank dice:

    la prima cosa che guardano negli USA durante un processo d’impeachment alla più alta carica pubblica: è la ‘ricattabilità’

    nel processo a Clinton non era tanto l’atto sessuale e “il puritanesimo” come direbbe Giuliano Ferrara: ma proprio la ricattabilità

    non tanto la ricattabilità nazionale, visto che il presidente è un burattino di potenti corporazioni che finanziano la politica, quanto la ricattabilità da parte di nazioni estere

    e quindi non c’è molto da ridere a leggere quel che ha scritto Prodi: c’è la consapevolezza di essere controllati. e questo vale per tutti, dal tecnico al senatore Dudù

    l’Italia è forse il Paese più disarmato d’Europa, ecco perchè è così mafioso e corrotto: ma questo dipende dalla cultura e dai cittadini

    non c’è ad esempio una cultura del contrasto alla concentrazione d’interessi: non c’è nulla di niente

    e ad essere osservati sono anche i giornalisti, cioè gli stessi che poi minimizzano, in un clima di paura