Se, come sottolineano questi numeri pubblicati sul blog di Pier Luca Santoro negli ultimi anni i numeri degli utenti dei siti web editoriali italiani sono rimasti nella migliore delle ipotesi quasi stabili (in realtà sono mediamente calati anche se di poco). Se nello stesso intervallo di tempo il numero di italiani che accedono a Internet è aumentato di una percentuale variabile fra il 5 e il 7% (3 o 4 milioni di persone in più). Se, nello stesso periodo, la quantità di contenuti spazzatura che simili siti hanno deciso di ospitare è aumentata in maniera che a me pare sensibile (sia per quantità che per qualità della spazzatura stessa). Se nel frattempo quelle medesime imprese editoriali hanno perso cifre enormi legate alla crisi delle pubblicazioni e della pubblicità cartacea (e alla non crescita di quella on line). Allora mi pare si possa dire che tutti noi, non solo gli editori, abbiamo un problema. Grosso.
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Agosto 30th, 2013 at 22:51
I dati non sono allarmanti se visti nel rispetto di un business che non cresce a dismisura ma che tuttavia tiene i suo valori in modo costante.
Leggendo il tuo articolo mi è tornata in mente la notizia del mese scorso: “Jeffrey Bezos, il fondatore di Amazon, acquista il Washington Post per 250 milioni di dollari”
Molti attenti commentatori hanno pensato che l’operazione servisse solo per accreditarsi in un determinato contesto socio-economico, se fosse diversamente per una solida tenuta dei guadagni?
Agosto 30th, 2013 at 22:52
Purtroppo i motivi si spiegano da soli. Troppo spesso i media tradizionali hanno filtrato — per non usare altri termini — notizie, fatti ed eventi. Persino alla scuola di giornalismo non insegnano più l’imparzialità e il non inserire le proprie opinioni nei propri articoli.
Si chiamavano un tempo cronisti non per caso, o mi sbaglio?
L’utente medio di internet, non è passivo come un utente televisivo: passi la prima, passi la seconda, ma alla terza si abbandona un media e se ne trova un altro, formale o informale che sia, basta che sia imparziale.
Agosto 30th, 2013 at 22:59
mi colpisce quel -35% del 2011 e quel +38% del 2012 del Sole 24 ore… ;-)
Agosto 31st, 2013 at 00:31
Vorrei a tal proposito citare l’ottimo The Onion, che con un falso editoriale giustifica l’equivalente della colonnina infame di Repubblica/Corriere.
So, as managing editor of CNN.com, I want our readers to know this: All you are to us, and all you will ever be to us, are eyeballs. The more eyeballs on our content, the more cash we can ask for. Period. And if we’re able to get more eyeballs, that means I’ve done my job, which gets me congratulations from my bosses, which encourages me to put up even more stupid bullshit on the homepage.
I don’t hesitate to call it stupid bullshit because we all know it’s stupid bullshit. We know it and you know it. We also know that you are probably dumb enough, or bored enough, or both, to click on the stupid bullshit anyway, and that you will continue to do so as long as we keep putting it in front of your big, idiot faces. You want to know how many more page views the Miley Cyrus thing got than our article on the wildfires ravaging Yosemite? Like 6 gazillion more.
That’s on you, not us.
(grassetto mio)
via http://www.theonion.com/articles/let-me-explain-why-miley-cyrus-vma-performance-was,33632/
Agosto 31st, 2013 at 02:57
2 domande:
1 ma se tutti i maggiori quotidiani, tutti, duplicano le stesse identiche notizie, pure quelle di locale, che senso ha andarli a leggere?
2 perché dovrebbe essere un problema che quelle testate stiano perdendo lettori? (sono forse la voce della coscienza? sono la verità? trasmettono la realtà vera?)
Agosto 31st, 2013 at 06:32
Conforta che i tre quotidiani sportivi facciano insieme quanto il cds e vedere la gazzetta ai preliminari di cempions lighe
Agosto 31st, 2013 at 07:18
A me sembra l’ovvia conseguenza di una informazione fasulla, faziosa e che nulla aggiunge. Probabilmente gli utenti italiani trovano più utile scambiarsi news e castronerie varie su Fb o leggere i blog di gente che stimano che perdere tempo con la solita immondizia. Io la vedo come una buona cosa.
Agosto 31st, 2013 at 08:18
Sarebbe ora di tassare le ADSL per compensare la fruizione gratuita dei contenuti online, che appunto costano e non fanno soldi.
Agosto 31st, 2013 at 09:43
Non sorprende
– notizie ripetitive e copiate
– alcuni argomenti del tutto ignorati, affossati o minimizzati (ad es datagate pare che in Italia non interessi a nessuno)
– frequentemente articoli di bassa qualità (corti o lunghi ma vaporosi; errori)
– poche o assenti inchieste, analisi o reportage giornalistici
Personalmente ho un elenco di siti di notizie o blog alternativi da cui attingo tutto ciò che le testate web mainstream non riescono a dare. Non sono perfetti e qualche volta deludono ma colmano un vuoto.
Agosto 31st, 2013 at 11:06
A me paiono ottime notizie, incluso il fatto che lastampa.it (più parca in quanto a spazzatura) sia in controtendenza.
Vorrei i dati del post.it per sicurezza, però.
Agosto 31st, 2013 at 11:16
Considerando il periodo tra il 2011 e il 2013 direi che i giornali dovrebbero essere piú che soddisfatti. Infatti 4 di questi hanno un incremento vicino o superiore al 30% uno (Repubblica). Tra il 10 e il 15% ci sono solo 3 giornali ma il Messaggero ha un incredibile +65% Resta da spiegare il calo di tutti tra il 2010 e il 2011, io propenderei per un cambio nei metodi di rilevasezione…
Agosto 31st, 2013 at 12:14
Wilson, i dati del post non esistono poiché Audipress rileva solo quotidiani che hanno versione cartacea. Esistono i dati Audiweb sui quali c’è ne sono da dire a bizzeffe in termini di parzialità ed attendibilità.
Pier Luca
Agosto 31st, 2013 at 12:44
preoccuparsi, certo, però credo sia piuttosto il confluire di vari fattori, elementi che non vengono presi in considerazione
innanzitutto una domanda: che utenti sono? sono gli stessi?
provo a fare alcune ipotesi
c’è innanzitutto un ritardo digitale italiano, e il passaggio avviene in modo caotico e su vari mezzi, e con vari contenuti e modalità di fruizione
sulllo smartphone avrò un titolo, uno slogan e non tanto l’articolo, un approfondimento del titolo. E ho notato che sempre più spesso il titolo strombazzato non rispecchia il contenuto. Quindi se ad esempio utilizzo un aggregatore di notizie, dovrò stare attento a leggere anche parte del contenuto, ma non è sempre possibile se uso solo schermi piccoli
è un discorso complesso, c’è anche un adattamento e un passaggio a fruizioni diverse, oppure lo stesso utente che ha più dispositivi e diversi per la fruizione
sono gli stessi utenti?
perchè potrebbe essere una migrazione diversa dalla TV ad internet: conoscendo però la natura culturale della TV di provenienza
insomma utenti che usano internet avendo in mente la tv
Agosto 31st, 2013 at 13:08
Massimo, visto che siamo in tema, propongo il finanziamento progressivo, esattamente come l’idea di tassazione
perchè dovrei finanziare pubblicamente i controllori milionari del Corriere della Sera? che valore ha il Corriere della Sera per i vari duellanti multimilionari?
liberissimi. contesa libera. ma non con le finanzie pubbliche.
E questo vale per il giornale di Confindustria, il Sole24Ore, vale per il giornale di De Benedetti, e così via, il Giornale dei Berlusconi, la Stampa di Torino
ma il finanziamento è uno strumento importante per il pluralismo informativo e per chi non ha le capacità e i soldi: lì interviene il finanziamento pubblico
quindi: finanziamento progressivo.
Agosto 31st, 2013 at 16:18
La stampa italiana e l’informazione sono due cose diverse. Se la prima è in declino, la seconda è in pieno rigoglio. Se non sei un editore, qual’è il problema?
Agosto 31st, 2013 at 16:49
@Gaspar il problema è che bisognerebbe riuscire a quantificare il “rigoglio” sul quale io oggi. così a spanne, mi sentirei di avere discreti dubbi
Settembre 1st, 2013 at 08:49
Farei notare che repubblica e corsera su mobile (da dove oramai moltissima utenza compresa me legge il giornale) da 3 si pagano, e che una buona alternativa sono appunto lastampa il messeaggero e il post.
Inoltre quoto interamente Tom, eccetto che per il termine “mainstream” che non si può sentire.
Settembre 1st, 2013 at 10:45
Questo solo se pensi che quello che viene scritto su Corriere, Repubblica, Gazzetta etc sia di valore. io non lo penso.
Settembre 1st, 2013 at 12:50
@trentasei hai ragione, ero di fretta non mi é uscito di meglio..
Settembre 1st, 2013 at 16:39
Prima o poi tutti dovranno affrontare di petto il problema della monetizzazione online, e questi vent’anni di contenuti gratuiti peseranno, nel bene e nel male, come macigni.
Se il paywall funziona poco anche negli USA (NY Times a parte), figuriamoci da noi dove c’è una cultura di lettura dei quotidiani assai più debole.