L’intervista di Repubblica a Giovanna Melandri oggi è un ottimo esempio, uno dei tanti, di quel campo di distorsione della realtà che ha riguardato buona parte della politica italiana da molti anni a questa parte. Quando i politici si abituano negli anni a rispondere solo ai meccanismi delle strutture di potere cui appartengono, finiscono per trovare questo ambiente di riferimento come ovvio, naturale e in certi casi, perfino lodevole. È quella sindrome che, nei casi della cronaca di questi giorni, fa collezionare a politicanti di second’ordine, gaffes straordinarie sulla esiguità dei loro stipendi/vitalizi/pensioni maturati con sudore e stimati in molte migliaia di euro.

Nel caso di Melandri, che appartiene ai piani alti di quello stesso campo di distorsione, una sorta di gradinetto dal quale finalmente si può piantarla di riferirsi al vil denaro per concentrarsi su temi di maggior spessore come competenza e pregresse esperienze, la tendenza al gigantismo immaginifico non è troppo differente.

Leggiamo per esempio cosa dice oggi a Repubblica in un pezzo intitolato “Ma quale paracadute io ora sono un tecnico”:


D: Va ad occupare un posto di potere in una logica spartitoria, onorevole Melandri? È un paracadute che lei sta usando dopo aver anninciato un quasi certo addio al Parlamento.

R: Ma che! Ornaghi mi ha chiesto di rilanciare internazionalmente il Maxxi che, ricordo, nasce da una mia scelta da ministro nel 1999.


D: Non ritiene ci siano ragioni di non opportunità della sua nomina?

R:Io sono serena, forse un po’ amareggiata perché si sta perdendoil senso delle cose. Nominare me ha un senso istituzionale per la mia storia, la competenza. Ora improvvisamente tutto questo non vale più da nessuna parte…cerchiamo di rimanere alla valenza sua propria della vicenda.



“Rimanere alla valenza sua propria della vicenda”, qualsiasi cosa significhi è un ottimo suggerimento. E la valenza sua propria sembra essere che le competenze cui si riferisce Giovanna Melandri discendono dai 2 anni e mezzo in cui è stata Ministro dei Beni Culturali alla fine degli anni 90. Il che potrebbe anche essere. Seguendo il medesimo ragionamento e consultando la lunga voce Wikipedia della nostra dovremmo però dedurne che Giovanna Melandri è un tecnico ed un possibile candidato per qualsiasi posto di vertice anche nei seguenti campi:

Economia (laurea a La Sapienza)
Ambiente (presidente Lega Ambiente)
Bioetica (Pres della Ass. Madre provetta)
Telecomunicazioni (Responsabile DS Comunicazione)
Pari opportunità (presidente Emily)
Giovani e Sport (Ministro del Governo Prodi)

Mancano gli scacchi, la fisica termonucleare e poco altro e questa lunga lista di “competenze” che altro non rappresenta se non l’usuale movimento rotatorio che qualsiasi politico di lungo corso al vertice del sistema ha affrontato per amore o per necessità durante la sua carriera. In altre parole, stai abbastanza tempo in politica e sarai “competente” in quasi ogni campo.

Fino a quando il sistema mantiene in equilibrio se stesso tutto va bene. Quando questo, per qualche ragione, smette di succedere vaste competenze si trasformano in una unica grande e riconosciuta inadeguatezza. Da naturali e riconosciuti protagonisti si diventa inadatti a qualsiasi ruolo. Fa male, certo ma è come se qualcuno avesse alla fine spento il distorsore e consegnato Giovanna Melandri alla sua vita normale. Anche se lei sembra non volerlo per nulla.

9 commenti a “Giovanna io me la ricordo”

  1. gregor dice:

    Questo è un assist per Renzi…

  2. Dino Sani dice:

    Sei fin troppo tenero con i politici del Pd… Loro hanno creato una ragnatela tale di incarichi tra le varie amministrazioni che neppure il piú forte governo di centro destra della nostra storia é riuscito del tutto a scalfirla. È se restringiamo lo sguardo sulle istituzioni culturali parliamo di una vera e propria occupazione “militare”. Resta il fatto che tutte queste nomine politiche e non di competenze (stiamo parlando del museo delle arti del XXI secolo, se lei é un’economista o ambientalista o quel che diavolo vuole, cosa c’entra?) regnano sovrane anche nell’era dei governi “tecnici” (ah ah) segno di un tratto distintivo del nostro Paese, dove i più bravi fuggono o devono lottare contro la politica (hai presente la storia del Direttore del Festival di Roma, che é l’unico veramente bravo e competente messo in un’istituzione e che ha avuto veti proprio dalla sinistra?). Grr…

  3. riccardo dice:

    è un ricordo che vale 10 lire comunque.

  4. Signor Smith dice:

    Fanno quasi più male le dichiarazioni in cui la signora Melandri si ammanta (nuovamente) di “tecnicità” grazie alle sue dimissioni dalla Camera dei Deputati. E, ad essere “cativi”, questa vicenda un piccolo buon risultato l’ha avuto…

  5. mario dice:

    Non ce ne liberemo mai (e non solo di lei)

  6. andrea61 dice:

    Ci siamo dimenticati del crollo delle mura Aureliane causa mancanza di fondi per la manutenzione mentre l’agenda di eventi mondani organizzati dal ministrero esondava come non mai ?
    Puo’ essere che non fosse farina del sacco della Ministra, ma vista la sua nota passione per le serate malindiane a casa Briatore, di sicuro non se lamentò.

  7. Andrea dice:

    Grande

  8. sav. dice:

    Il campo di distorsione della realtà era tipico di Steve Jobs e questi, scusami, non sono degni essere accostati minimamente a Steve….

    Spero vadano tutti a casa, nessuno escluso.

    Lo so, si rischia di buttare il bambino con l’acqua sporca, ma questi hanno oltrepassato ogni limite…..

  9. Fulvio dice:

    Quando Melandri fu Ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili (maggio 2006 – maggio 2008) mi capitò di partecipare a delle riunioni da lei presiedute nell’ambito di un’iniziativa che aveva come obiettivo il sostegno e la promozione della creatività giovanile (!). L’impressione che me ne feci all’epoca fu quella di una persona priva di particolari qualità e competenze (soprattutto ‘politiche’, che credo sia l’aspetto sotto il quale la nostra debba essere giudicata), che probabilmente non avrebbe occupato quel posto se non fosse stata donna.