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Mag
Oggi Sandro Ruotolo si è a lungo prodigato su Twitter per darci in anteprima nome, cognome, abitudini e foto di casa del sospettato di Brindisi. Una ampia rappresentazione di cosa accade quando un giornalista di grande esperienza incrocia i nuovi strumenti editoriali. Poi, vabbè, l’uomo è stato rilasciato e probabilmente non era lui, nel frattempo lo abbiamo dato in pasto al popolo assetato di vendetta, ma pazienza.
Maggio 21st, 2012 at 22:23
Mantellì, grazie per questi post. Ci vogliono proprio :)
Maggio 21st, 2012 at 22:23
In certe occasioni è bene restare al caro vecchio taccuino. Quello di carta, che tieni in tasca e scorri poi quando torni in redazione a fare il pezzo, dopo aver fatto decantare gli avvenimenti. Quello che sta su twitter è il taccuino di Ruotolo, se si leggono i tweet di fila infatti viene fuori il pezzo. Solo che non tutti sanno cos’è un taccuino e finiscono per prendere naturalmente, ovviamente, giustamente, gli appunti per notizie (dato che li leggono su twitter), e di questo bisognerà imparare a tenere conto.
Maggio 21st, 2012 at 22:28
[…] male che sono i blogger il pericolo all’oggettività dell’informazione. Ecco che cosa combina oggi su Twitter un giornalista professionista, uno “vero”, mica come […]
Maggio 21st, 2012 at 22:30
Si il discorso è che Ruotolo è un grande giornalista, però per usare twitter, o in generale i “nuovi strumenti editoriali” ci vuole un pò di sensibilità al mezzo, agli utenti del mezzo e a come funziona. Ma basta cambiare attitudine e decidere di premunirsi volta per volta, dire: “Ok, mi faccio klout, cosa NON devo fare?”. Un pò come quando si va a fare un reportage in un paese lontano e ci si documenta sulle abitudini del posto, per non venire scannati o fraintesi.
Maggio 21st, 2012 at 23:02
Mante, il titolo era “Sbatti il mostro in home page” ;-)
Maggio 21st, 2012 at 23:07
Dài, al tizio gli è andata di culo che non ha un profilo Facebook, sennò oltre a Ruotolo ci si buttava a pesce Riotta.
Maggio 21st, 2012 at 23:12
@Ishmael Ce l’ha, il profilo Facebook. Solo che Riotta non ama arrivare secondo.
Maggio 21st, 2012 at 23:32
Mboh. Siccome che non bisogna essere proprio Bill Gates per capire che se posti una cosa chiaramente qualcuno la leggerà – sinceramente non lo so quanto il problema siano i nuovi media e non invece la statura morale del noto giornalista di grande esperienza.
Maggio 21st, 2012 at 23:32
Magari non ha ancora capito cosa sono i follower e pensa che nessuno legga ciò che scrive.
Maggio 21st, 2012 at 23:41
@zauberei +1
Maggio 21st, 2012 at 23:43
Quindi, a leggere quello che scrivete, delle due l’una: o nn ha grande statura morale o è un pirla.
Maggio 21st, 2012 at 23:52
@marco: tertium datur?
a) non ha grande statura morale : pubblica nomi e cognomi di innocenti (fino a prova contraria) per fare scoop e il figo che sa le cose
b) scrive “innocentemente” le notizie che sa su twitter
c) ?
Maggio 21st, 2012 at 23:59
@zauberei Ruotolo direi che è uno abituato a farsi leggere, ascoltare eccetera. La sua ingenuità (lo considero ancora, il suo, un atto colposo) è stata credere che la gente potesse avere la pazienza che lui non ha avuto: leggere tutto, aspettare la fine del racconto, e non rendersi conto che il suo era un, come si dice oggi, work in progress, e non un pezzo fatto e finito. E questo ha a che fare col mezzo. Certo, anche con l’ansia da scoop: perché questo lo avremmo tutti considerato, se poi il tipo fosse stato arrestato: uno scoop.
Maggio 22nd, 2012 at 00:05
Non lo so, ho sentito tante volte Mentana dire che la regola n.1 del giornalismo è di dare la notizia sempre e non di chiedersi se farlo o no. Poi la si può dare in tante maniere diverse, ma bisogna darla.
Ruotolo ha ottenuto quelle informazioni e le ha dette.
Poi sinceramente se le ha ottenute Ruotolo vuol dire che girano per il quartiere, visto che l’interrogato abita a 200 metri dall’attentato. Dove volete che le abbia prese?
Quindi il linciaggio sul posto può scattare con o senza Ruotolo.
Maggio 22nd, 2012 at 03:24
@Marco Mentana dice una cosa semplice e vera, ragionevole: non valgono questioni di opportunità. Però, se dai una notizia, allora devi esplicitare il dubbio (non solo tuo, ma degli inquirenti). Perciò oggi, nel tempo reale, si si usano tanti condizionali: perché non si sa mai. Solo che mica li metti, nel taccuino.
Maggio 22nd, 2012 at 03:57
Ruotolo giornalista? Ah si vero è iscritto all’albo!
Maggio 22nd, 2012 at 06:26
non è che se una cazzata la fa uno “de sinistra” allora dobbiamo per forza cercare giustificazioni.
se questi tweet fossero venuti da Belpietro sareste stati così indulgenti? io a ruotolo e santoro ho dato pure i 10 euro per il loro “servizio pubblico”, ma stavolta ha proprio sbagliato a fare il nome della persona interrogata.
Maggio 22nd, 2012 at 07:17
non so se e’ peggio ruotolo o te che ci fai un post
Maggio 22nd, 2012 at 07:18
La gaffe di Ruotolo su Brindisi è dettata non dalla voglia di fare uno scoop, ma dalla necessità di trovare un capro espiatorio
Maggio 22nd, 2012 at 07:26
Io penso che tutto sia stato Ruotolo in quel occasione, tranne che un giornalista.. Trovare delle informazioni e pubblicarle è da gossippari..
Maggio 22nd, 2012 at 09:24
Mi stupisce che tra un mostro e l’altro non abbia twittato sul suo cane, sul Napoli, su servizio pubblico, o su ‘oggi è ‘na bella iurnata.#vietaretweetteraigiornalisti
Maggio 22nd, 2012 at 09:36
Che tristezza….
Maggio 22nd, 2012 at 09:59
Vado a leggere cosa dice di se Ruotolo sull’account di Twitter: “Giornalista dal 1974”. Io mi sono fatto un paio di conti. 2012-1974=38 anni. Il mio commento è stato “Ma perché NON ti metti in pensione, che forse è meglio?”. Che se ha il riscatto della laurea ha già maturato da tempo la pensione. Neppure ai tempi della Caduta di Ceausescu in Romania si sono viste così lampanti prove di disinformazione. Alla fine della carriera uno NON dovrebbe essere spinto così assurdamente dal desiderio di SGOOP. :(
Maggio 22nd, 2012 at 10:21
Ma è giornalismo? Il punto è questo. E già il fatto che alcuni professionisti usino lo strumento con leggerezza mi fa dire che Twitter sia usato (a torto) come camera di decantazione e di auto-promo. Ovviamente c’è chi invece ha capito lo spirito della piattaforma – ammesso che ne esista uno -.
Maggio 22nd, 2012 at 10:42
“ho sentito tante volte Mentana dire che la regola n.1 del giornalismo è di dare la notizia sempre e non di chiedersi se farlo o no. Poi la si può dare in tante maniere diverse, ma bisogna darla”
A me sembra una cavolata pazzesca, come dire che il compito dell’imbianchino sia imbiancare e basta, porte e finestre comprese. Il compito del giornalista dovrebbe essere quello di trovare e dare notizie, quelle di ieri, non le erano.
Maggio 22nd, 2012 at 11:23
Se Sandro Ruotolo riuscirà a intervistare il sospettato dato in pasto al popolo assetato di vendetta (cit.) si chiude il cerchio.
Maggio 22nd, 2012 at 13:43
Su lastampa.it c’è già una videointervista all’uomo, che appare di spalle: una intervista di gruppo, con molti intervistatori…
Maggio 22nd, 2012 at 14:43
va anche detto che il procuratore di brindisi stava più tempo a parlare coi giornalisti, che a fare altro. Una rana parlante. Se il magistrato dice al giornalista “l’assassino è lui” il giornalista scrive “l’assassino è lui”. In quel caso il factcheching si fa parlando col procuratore, in quanto autorevolissima fonte giudiziaria (sulla carta).
Maggio 22nd, 2012 at 17:13
ha fatto la stessa parlando dei forcon in sicilia, e fregandosene del fatto che i siciliani non avevano più acqua da bere e che la testa era fatta da mafiosi e fascisti. Ruotolo ha toppato
Maggio 22nd, 2012 at 17:18
Nelson
A parte il fatto che non è vero niente che se il procuratore dice nome e cognome al giornalista poi questo lo deve per forza scrivere (deve fare altre valutazioni)
Qua però il punto è che diffondere notizie, anche così circostanziate come quella riguardante il luogo di abitazione, e in particolare su Twitter, dove il livello di propagazione del passaparola è altissimo, concede il là a molte persone che non vedono l’ora di insultare o prendersela con qualcuno (cosa puntualmente accaduta, con la bacheca della società di quel signore riempita di insulti e minacce).
E questo è più facile accada se, a queste stesse persone, la notizia viene loro data da un giornalista che loro stimano e che seguono su Twitter
.
Maggio 22nd, 2012 at 19:05
Certa è una cosa: se questi sono i nostri inquirenti che prendono un’uomo che abita a 200mt (se è vero) dal luogo dell’attentato, credendo che sia lui solo per il fatto che ha una mano offesa, stiamo messi bene. Cercavano il folle, ma credo che non si rendono conto che hanno a che fare con degli infami, ma Molto Intelligenti.
Maggio 22nd, 2012 at 19:19
Nick82
io non ho detto che se il procuratore dà il nome, il giornalista lo “deve” scrivere.
La legge dice – se non erro – che il giornalista può scrivere il nome dell’indagato, soltanto dopo che l’indagato è stato messo a conoscenza del fatto che a suo carico è stato aperto un fascicolo.
Pur rispettando questa procedura, inoltre il fatto di scrivere il nome è passibile di ammenda amministrativa (che può fra l’altro essere oblata).
Dunque, a mio giudizio, c’è una corresponsabilità tra il giornalista e il procuratore che invece di cicaleggiare, dovrebbe fare il magistrato (che comunque giornalisticamente è una fonte).
Aggiungo (cosa non meno importante): se il sospettato di Brindisi si vuole rivalere dopo lo sputtanamento.
Quindi, visto che abbiamo regole e norme 1.0, il discorso è tutto legato a etica e deontologia professionale, tanto del giornalista quanto del procuratore (che pare fortunatamente sia stato messo a tacere).
Maggio 22nd, 2012 at 19:51
[…] tutti si sono fiondati a saccheggiare immediatamente il profilo facebook della ragazzina); – Sandro Ruotolo (ma, anche qui, non è stato il solo) approfittando della rapidità di twitter ha provato a […]
Maggio 23rd, 2012 at 01:10
Nelson
E io sono d’accordissimo con te. Quello che voglio dire è che il fatto che il magistrato cicaleggi non deve essere una giustificazione per SR, il quale ha fatto una cosa da dilettante allo sbaraglio. Per non dire allucinante. Poi che anche il magistrato non brilli per professionalità e arguzia siamo d’accordo
Maggio 23rd, 2012 at 11:38
@nelsonmau @nick82 Eh no, su questo punto non sono d’accordo, e la deontologia la conosco bene. Io, giornalista, se una cosa la so, la scrivo. Se il magistrato mi dice che quello è un sospetto e mi dà le generalità, io le scrivo. Il peccato, chiamiamolo così, di Ruotolo non è stato fare la cronaca, ma violare una delle tre regole (verità, pertinenza, continenza): è stato incontinente, bastavano le iniziali e certo non serviva andare a fargli le foto della porta di casa (neppure se fosse stato arrestato). Ma l”errore è stato tutto del magistrato, che ha ben altre responsabilità, e ben sapeva che quello che aveva di fronte era un giornalista.
Maggio 23rd, 2012 at 13:43
@valentinaa ah, adesso uno sciacallo dal basso profilo morale che butta il mostro in prima pagina senza certezze si chiama incontinente?
Maggio 23rd, 2012 at 13:46
Prima o poi sarebbe successo. Noi siamo l’unico paese civile dove ci sono giornalisti che sistematicamente e acriticamente trasformano in realtà storica qualsiasi ipotesi accusatoria formulata da un PM e dove ci sono magistrati che passano piú tempo a dettare comunicati stampa che ad interrogare testimoni e indiziati.
Maggio 23rd, 2012 at 14:00
@trentasei Sì, si chiama proprio così. Se poi chiamarlo “sciacallo dal basso profilo morale” ti fa sentire meglio fai pure, ma non sei molto diverso, quanto a incontinenza.
Maggio 23rd, 2012 at 14:11
@valentinaa: se fossi stata tu a rischiare il linciaggio avresti parlato di incontinenza ?
Quei tweet sono proprio il perfetto esempio di giornalismo da sciacalli, quello che, tanto per fare un esempio, porta all’applicazione del metodo Boffo perché “quelle carte erano giunte sul tavolo di Sallusti e perció erano di per se stesse una notizia”.
Maggio 23rd, 2012 at 14:18
@andrea61 Io ho ricevuto minacce e rischiato la ritorsione violenta, per aver scritto qualcosa che che secondo qualcuno non andava scritta. E, come tutti, come Ruotolo, sotto ci avevo messo il mio nome e cognome. Fare un parallelo con Sallusti non ha alcun senso, in quel caso non c’era solo un problema di continenza, ma pure di pertinenza (una cosa anche se vera non la puoi scrivere, se lo fai solo per offendere).
Maggio 23rd, 2012 at 15:08
@valentinaa io non sono un giornalista, quindi non ho gli stessi doveri e visibilità, nell’ esprimermi nel limitato contesto di questo blog, altrimenti starei molto più attento, stanne certa. quoto in pieno @andrea61, suqlla questione.
Maggio 25th, 2012 at 02:49
[…] delle ipotesi degli inquirenti dopo i fatti di Brindisi. Ne ha parlato, sintetico ma ficcante, Massimo Mantellini, in un pezzo dal titolo Giornalismo di […]