Sul blog di Mario Tedeschini Lalli il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia Villotta argomenta la sua posizione nella vicenda da lui stesso scatenata in tribunale nei confronti di Pnbox. Non ho bisogno di commentare visto che Tedeschini in poche sagge parole esprime anche il mio pensiero, copio però ugualmente alcune parole di Piero Villotta perché sono comunque utili a comprendere la vetustà disarmante di certe posizioni.


Al momento la legge stabilisce chiaramente che se uno stampa un bollettino parrocchiale periodico anche in sole 100 copie per riproporre l’omelia del parroco e annunciare la festa del patrono ” deve” , dico deve ,essere iscritto in tribunale e avere un giornalista come direttore responsabile. Per una struttura informativa via web che dà notizie in continuazione ed ha un pubblico potenziale vastissimo non serve niente . Finora avevamo ritenuto che, per analogia, si potesse applicare all’informazione via web la normativa della stampa come si fa da sempre con le radio e le televisioni pena l’assoluta incoerenza della normativa e quindi l’impossibilità di applicarla.

Io, modestamente, e in via del tutto pratica mi permetto di dire che la differenza tra la notizia data da un qualsiasi blogger e quella messa in pagina su un media giornalistico sta nella sua ” verifica” . Il giornalista ha il dovere di verificare ciò che propone ai lettori, o almeno così dovrebbe sempre essere. Se così non fosse i giornalisti non avrebbero ragione di esistere. Invece ci sono e, fammelo dire, di buoni giornalisti c’è sempre più bisogno.


10 commenti a “Un qualsiasi blogger”

  1. Mat dice:

    Ricorda molto lo strepitar di certi amanuensi ai tempi di Gutenberg

  2. Christian Giordano dice:

    Posto che l’obbligo per il bollettino parrocchiale mi sembra assurdo, penso che lo spartiacque sia davvero la verifica: se stampo qualcosa, il lettore legge e a meno che non compra altri giornali non ha rettifiche, versioni alternative, critiche alla notizia etc. come invece accade nei blog.

    Quindi è giusto che i giornalisti siano bravi e controllino attentamente le fonti (e magari anche l’ortografia, visto che ultimamente mi sembra sia un po’ maltrattata dai giornalisti di carta stampata). Chiedere lo stesso a un 15enne che ha un blog non mi sembra intelligente.

    Poi è chiaro, le responsabilità sono diverse: se sei un professionista devi attenerti al tuo codice deontologico. Io ad esempio non posso scrivere che la poligamia è un disturbo psicologico, che le donne che fanno sesso prima del matrimonio sono affette da ninfomania o altre assurdità antiscientifiche.

  3. massimo mantellini dice:

    @Christian Giordano, stai dicendo che Sallusti è tagliato fuori?

  4. roberto dadda dice:

    Dove vive questo signore? Probabilmente sulla luna perché dire che i giornalisti controllano le fonti in modo preciso e puntuale vuole dire non avere visto in generale i giornali.

    Non è esatto dire che ci voglia un giornalista per ogni giornale, esiste un albo speciale al quale su richiesta dell’editore chiunque può essere iscritto come direttore

    bob

  5. Signor Smith dice:

    Davvero spiritosa quella dei giornalisti che controllano fonti e veridicità di quanto scritto…
    Frse come Direttore può essere nominato chiunque ma la legge, se non ricordo male, prevede – proprio per casi simili – la figura del Direttore Responsabile, e deve trattarsi di un iscritto all’ordine (si, minuscolo apposta, eh…).

  6. Trentasei dice:

    Ok, è vero che “notizie che non lo erano” ci dimostra il contrario, ma quello e solo quello dovrebbe e potrebbe essere lo spartiacque: la verifica delle fonti e la responsabilità di pubblicazione nei confronti dei lettori. Il fatto che sia diventato una cloaca immonda, in alcuni casi, non dovrebbe farci dimenticare che quello è o dovrebbe essere uno dei distinguo più importanti fra le due categorie.

  7. Paolo dice:

    Il fatto è che è troppo scandaloso affermare che sia il lettore a scegliere cosa leggere o cosa credere senza qualcuno che glielo filtri ex ante. Quei signori vivono del fatto che chi legge è considerato un minore o, meglio, un minorato. Se così non fosse ognuno scriverebbe ciò che vuole e ogni altro sarebbe libero di leggerlo o meno. Sia mai.

  8. Trentasei dice:

    @paolo: bè, scusa, però, il senso è come prendere un elettrodomestico con marchio IMQ: mi garantisce che soddisfa certi parametri di qualità senza che sia io a dover verificare, testare, cercare. poi magari ce n’è uno non IMQ che è anche meglio, ma il senso dovrebbe essere garantire al lettore la qualità dell’ informazione che sta leggendo. poi che oramai se ne sia perso il senso è un altro discorso, ma non si può nemmeno pensare, come accade oggi, che molte informazioni “alla beppe grillo” (piene di imprecisioni, populismo, non verifica delle fonti, etc) siano equiparate a quelle di un “Espresso”, per dire. Poi mi dirai che c’è Sallusti, chiaro, ma quello è perchè si è perso il senso. Non penso che il lettore medio debba verificare le fonti, quello è compito del giornalista, punto. Poi, col tempo, magari imparo a riconoscere chi fa meglio il suo lavoro.

  9. Christian Giordano dice:

    @Massimo – non ho capito il collegamento tra l’argomento (il giornalismo) e Sallusti.

    Io credo, comunque, che l’Ordine dei Giornalisti vada abolito. Abolirei anche gli altri ordini professionali (compreso il mio) sostituendoli con associazioni di categoria, ma quello dei giornalisti proprio non ha alcuna utilità.

  10. Roby10 dice:

    Basta poi non puntare il dito quando il blogger di turno pubblica una notizia prima della stampa ufficiale, perchè se lui sbaglia è solo un blogger credulone, ma se il giornalista sbaglia allora non è un professionista.