Sono passati dieci anni dai fatti del G8 di Genova. Per non dimenticare sono andato a rileggermi Leonardo che era là e aggiornava il suo blog.

Alla prima sirena siamo tutti entrati all’interno del locale. Alla decima abbiamo tirato giù la saracinesca. Dentro è caldo, ma carino: c’è un paio di chitarre appese, la gente siede intorno alle botti. La gente sta telefonando agli amici nelle scuole, ascolta la paura di chi li sta vedendo entrare e picchiare. La gente ha paura ma non riesce a restare seduta. Sembra l’Argentina. Questo lo diranno in molti, da qui in poi. Un tizio d’Indymedia è furioso, urla che vuole andare là. Alla fine lo lasciano andare. E poi, alla spicciolata, usciamo tutti. Lo sappiamo che è pericoloso, ce lo diciamo a vicenda, ma serve solo ad eccitarci, come insetti intorno a una lampada. Glauco vuole portare indietro la sua amica belga, io gli dico fermati e intanto gli vado dietro, Ric ci segue, e quando arriviamo scopriamo che Ponz è già là, è entrato nel Centro Media senza pass, ha visto la gente seduta per terra, i marescialli coi manganelli che litigano coi giornalisti e una parlamentare.
Fuori c’è già una colonna di otto ambulanze. Altre poi ne arriveranno, ma quelle otto erano già lì all’inizio dell’irruzione.
Dopo aver passato l’ultima ambulanza c’è la prima macchina della polizia, e c’è un poliziotto che passeggia avanti e indietro con un bandana sulla bocca, un altro cowboy. Cosa fa? Fa il palo.

24 commenti a “Io ricordo Genova”

  1. nvedidanna dice:

    io invece penso che bisogna essere pazzi, o scemi, o tuttedue, a fare la guerriglia urbana e prendere botte dalla polizia è il minimo che ti può capitare

  2. Fabrizio dice:

    …e se foste rimasti a casa vostra?

  3. gio dice:

    “…e se foste rimasti a casa vostra?”

    Si, magari a guardare Buona Domenica, seduti buoni buoni in salotto da bravi berluscones decerebrati come te, Fabrizio.

    Nvedidanna, il punto è che se invece di vomitare le vostre scempiaggini destrorse provaste ad informarvi, sapreste che a Genova nel 2001 ad essere pestati dalle forze dell’ordine furono soprattutto coloro che con la “guerriglia urbana” avevano molto poco a che fare, mentre i teppisti veri agivano quasi indisturbati per le vie della città. Potreste cominciare a studiare leggendo gli atti dei processi su quei fatti e le relative condanne in appello comminate ad agenti e dirigenti della polizia.

  4. michele dice:

    sono d’accordo con Gio. La democrazia è partecipazione, e quindi il diritto di protestare pacificamente. 10 anni fa a Genova si è toccato uno dei punti più osceni nella storia della Polizia. Uomini pagati con i soldi delle nostre tasse per difenderci hanno sfogato la loro violenza contro manifestanti pacifici e non hanno difeso la città, i cittadini e i manifestanti dalla violenza dei black block. Anzi da certi filmati sembrano persino in combutta Polizia e Black Block.

  5. valentina dice:

    @nvedidanna ha ragione. Se scendi in piazza in assetto di guerra inquadrato in un corpo speciale comandato da veterani poi forse la guerra ti tocca farla davvero. E magari succede che ammazzi qualcuno con una pistola uscita da una fondina a coscia a estrazione rapida.

  6. Fabrizio dice:

    …gio e michele, voi c’eravate a Genova? E poi caro gio basta con questi berluscones avete già rotto i cogliones.

  7. gio dice:

    “…basta con questi berluscones…”

    magari

  8. se-po dice:

    >…e se foste rimasti a casa vostra?

    Certo, nulla di brutto sarebbe successo se fossimo rimasti a casa nostra. Ma, come spiegarlo, ci sono persone che credono in un ideale e sono contente di dimostrarlo.
    Genova è stato un esperimento, riuscito, di repressione poliziesca e rimbecillimento della popolazione che seguiva il tutto da uno schermo tv.

  9. P.G. dice:

    La repressione poliziesca, soprattutto la disorganizzazione della polizia (voluta, in qualche modo, o cmq lasciata accadere dall’alto), ci fu sicuramente, nel modo più bieco e grave possibile. In modo schifoso, pure, e fuori non solo dalla legge, ma dalla civiltà, ad es. alla Diaz, a Bolzaneto.
    Ma ci fu anche una parte del movimento che – per protagonismo, per piccole lotte interne, per le contraddizioni che covavano al suo interno – in qualche modo consentì, favorì, creò le condizioni di quello scontro. Ad es. certi atteggiamenti da “sommossa”, da guerriglia urbana, furono organizzati da una parte del movimento, effettivamente (tute bianche, Casarini etc.). Carlo Giuliani si trovò – completamente spiazzato e impreparato – nel mezzo di tutto questo, in qualche modo diventò l’epicentro inconsapevole e involontario, il punto di incrocio di una serie di gravissimi errori che ci furono soprattutto da una parte, ma anche dall’altra(il movimento).

  10. gio dice:

    P.G., non che Casarini sia un mio modello di riferimento, ma vorrei ricordare che il corteo delle tute bianche da lui guidate fu quello che venne caricato “per sbaglio” dai carabinieri in via Tolemaide, mentre alcuni sedicenti black block assaltavano Marassi in perfetta solitudine.

  11. P.G. dice:

    E quindi? Basta cercare in rete per trovare delle dichiarazioni di Casarini, già pochi giorni dopo il vertice, di almeno parziale autocritica: “Nella gestione del controvertice ho un sacco di cose da rimproverarmi – risponde Casarini -. La dichiarazione di guerra, per esempio, l’ avrei spiegata meglio. Ne avrei sottolineato il carattere metaforico. Poi ho da rimproverarmi anche una certa ingenuità nell’ affrontare la piazza». Nessun ripensamento invece sull’ «autodifesa»: «E’ vero, abbiamo lanciato pietre, ma è stato giusto farlo: dovevamo difenderci dalle pistole di carabinieri e polizia»” http://archiviostorico.corriere.it/2001/agosto/06/Agnoletto_Casarini_quell_incontro_non_co_0_0108067805.shtml

  12. se-po dice:

    P.G. hai ragione, il corteo delle tute bianche era deciso allo scontro, da lì la decisione dei caschi e degli scudi protettivi. L’obiettivo era entrare dentro la zona rossa.
    Era perlopiù un obiettivo simbolico, in altre manifestazioni precedenti si era cercato lo scontro, c’era stata qualche carica e qualche contuso, ma niente di così serio.
    Genova è stata diversa in questo, lo scontro non era più ‘teatro’ ma era guerra vera, polizia e carabinieri attaccavano coi gas (come oggi in val di susa). E avevano licenza di fare quello che volevano senza conseguenze.

  13. gregor dice:

    Mi ricordo bene i fatti di Genova..
    Mi ricordo bene la fotografia del ragazzo con l’estintore in mano e del poliziotto con la pistola puntata..
    Sono passati 10 anni e penso che li, in quell’immagine, in quelle giornate.. c’era solo il male.. e il bene era a casa a guardare la tv…

  14. michele dice:

    Per moti commentatori Genova fu una lotta buoni – cattivi. Buoni la polizia – cattivi i dimostranti (o viceversa).
    Io la vedo come una contrapposizione tra dimostranti e stato in cui si sono inseriti diversi cattivi : dirigenti della polizia, poliziotti violenti o impreparati, tute bianche che cercavano lo scontro, black block che non ho capito ancora da chi erano controllati.

    Io a Genova non c’ero ma avevo amici di associazioni cattoliche o ultra-pacifiste che sono state picchiati senza motivo solo perche’ erano piu’ facili da picchiare.

    per Fabrizio. se non vuoi essere chiamato Berluscones, e’ sufficiente che tu ti dissoci da Berlusconi. Se ti allinei al miliardario ridens e’ normale che tu venga etichettato in quel modo.

  15. Fabrizio dice:

    …caro Michele allo stato attuale colui che ride di piu’ è l’ing. .carletto che con un bancomat prodigioso (alias tessera PD n.1) si è intascato 560 milioni di euro. Ripeto se mi definite berluscones io vi ridefinisco cogliones.

  16. P.G. dice:

    Il “bancomat” di cui parli è una sentenza della magistratura, che evidentemente non è stata corrotta dal PD – ma da chi è stato condannato in quella sentenza.

  17. unit dice:

    Io sono stato in diverse manifestazioni e il passamontagna come il povero (detto senza ironia) carlo giuliani non me lo sono mai portato, penso che fosse questo che nvedidanna voleva dire.

    Poi, che ci siano stati crimini gravissimi anche da parte della polizia è vero, ma che la manifestazione contro il g8 sia stata preparata dai papaboys e dalle loro nonne è una palese sciocchezza. L’evento era stato caricato di tensione anche e sopratutto da chi voleva andare lì a fare la guerra e, purtroppo, alla fine l’ha trovata. Questo non significa togliere responsabilità a chi ha usato violenza, ma darne anche a chi a creato i presupposti e l’ha cercata, questa violenza. Non vanno cercati alibi solo perchè sono dalla parte politica che si crede “giusta”, si vedano i personaggi con i massi in mano in Val di Susa.

  18. simone dice:

    Io ricordo anche Lucca

  19. gio dice:

    @P.G. E quindi? Quindi niente, ricordavo semplicemente chi ha cominciato: i carabinieri, quelli che invece di andare a Marassi a farmare i black block che stavano vandalizzando il quartiere in perfetta solitudine, hanno caricato senza giustificazione alcuna il corteo delle tute bianche.

    @Fabrizio. Il delinquentello di Arcore deve risarcire De Benedetti perchè gli sottrasse la Mondadori corrompendo un giudice.

  20. Fabrizio dice:

    …caro gio, “il delinquentello di Arcore” ha dato lavoro a migliaia di famiglie, l’ing.carletto ha letteralmente disintegrato uno dei distretti industriali piu’ floridi del tempo (Olivetti-Ivrea).

  21. P.G. dice:

    Ha dato lavoro a migliaia di famiglie, e quindi questo gli dà la licenza di corrompere i giudici e di sfuggire alla giustizia?

  22. gio dice:

    @Fabrizio, il delinquentello di Arcore ha sottratto la Mondadori a De Benedetti corrompendo un giudice. Per questo oggi paga. Rassegnati.

  23. Fabrizio dice:

    …caro gio, “rassegnati”, guarda che gli euro li caccia il cav. mica io. Spero solo che il carletto non li porti tutti in Svizzera.

  24. gio dice:

    Sempre meglio che in un fondo nero alle Bahamas