Io voglio bene a Luca de Biase. Gliene voglio da quando l’ho incontrato per la prima volta molti anni fa, durante un convegno alla IULM a Milano. Oggi Luca, con la signorilità e la leggerezza che lo contraddistingue, ha lasciato la direzione di Nòva. Per i disattenti sottolineo l’ovvio: Nòva è stato, negli ultimi 5 anni, l’unico esperimento serio di giornalismo dell’innovazione partorito in questo paese. L’unico. Si può discutere se tutto questo sia funzionale ad un grande quotidiano conservatore come Il Sole 24 ore, si potrà argomentare sul numero di copie vendute, sull’essenza del prodotto o su quello che volete voi, ma la sostanza non cambia. L’unico prodotto di livello del panorama editoriale italiano sui temi tecnologici stampato in questo Paese è stato fino a ieri l’inserto del giovedì del Sole. La sua parabola discendente è iniziata con la dipartita di Ferruccio de Bortoli (da qui in avanti denominato San Ferruccio). Gianni Riotta, che gli è succeduto, è stato al Sole per quel che si racconta un signor-so-tutto-io, esperto dell’universo mondo e particolarmente ferrato in materia tecnologico-internettiana (la internet dei primordi, che Lui stesso ha quasi contribuito a fondare, assieme ad Al Gore e ad un paio di altri illuminati). E proprio per questa sua attitudine informatica (per altro mille volte riaffermata e dolorosamente quasi mai riconosciutagli) l’inserto del Sole è rimasto in piedi fino alla sua dipartita. Sul nuovo direttore del Sole, Roberto Napoletano, noto nell’ambiente per aver portato in prima pagina l’oroscopo, ai tempi della sua direzione al Messaggero, girano aneddoti che, per amor di patria (e timor di querela), non racconterò. Napoletano, imprevedibile come il giovedì quando si avvicina la metà settimana, ha subito detto che lui Nòva non lo capiva (e ci mancherebbe) e nonostante i molti differenti tentativi per farlo ragionare (l’ignoranza è una costante di questo pianeta, ci riguarda tutti, tutti abbiamo un elenco ampio e variegato di materie che non conosciamo) quella annunciata oggi è solo la temuta conclusione di una vicenda tutto sommato molto italiana, dove il merito ed il talento vengono riconosciuti, nella migliore delle ipotesi, con impercettibile ritardo. Certo si potrebbe – democristianamente – attendere di vedere cosa sarà Nòva domani, oppure ci si potrebbe domandare quale sia la ratio di Confindustria nella scelta dei suoi recenti direttori, ma sono abbastanza certo che finiremmo troppo lontano, in territori nei quali lungimiranza e talento sono parole di un dimenticato dialetto caucasico. Quindi meglio lasciar perdere, un abbraccio a Luca e la mia (sporadica) collaborazione con Il Sole 24 ore, ovviamente, termina qui.
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Giugno 7th, 2011 at 19:39
> Per i disattenti sottolineo l’ovvio: Nòva è stato, negli ultimi 5 anni, l’unico esperimento serio di giornalismo dell’innovazione partorito in questo paese. L’unico.
Sputi cosi` su puntoinformatico? :/
Giugno 7th, 2011 at 21:18
Un vero peccato! Bisognerebbe “costringere” Luca de Biase a continuare, magari in altre forme…
Giugno 7th, 2011 at 21:25
Dipartita? Mi sembra un termini un po’ *sfigoforo*…
Giugno 7th, 2011 at 21:38
Sì ma, se avesse ragione il nuovo direttore? Se Nova non fosse rimasto nella sua intenzione di innovazione a raccontare quell’innovazione di 5 anni fa? Se fossero i blogger di allora oramai a esser prevedibili come il giovedì?
Questo così come il fallimento della linea editoriale di Luna a Wired, la becera e sorpassata convinzione che la tecnologia sempre e comunque ci salverà, la distanza del mondo dell’informazione e dei blogger dalle avanguardie politiche e artistiche in tema di rete, forse sono questi i temi su cui varrebbe la pena riflettere.
Questo perché sia uno spunto per tornare a reinventarsi invece di creare nuovi spazi per farsi le pippe a vicenda e cantare perfino le lodi dell’illuminato (oibò!) Gianni Riotta…
Ormai certe tematiche son mature e complesse, e non più “nove”, bisogna spingersi oltre!
In bocca al lupo!
Giugno 7th, 2011 at 23:52
E comunque la cosa è molto più seria di quel che sembra, uno dice va beh, che sarà mai, ma nel suo piccolo viene a mancare l’unica voce di una informazione che altrove è un intero mondo e non un inserto.
Giugno 8th, 2011 at 07:05
Questa è davvero una brutta notizia.
Giugno 8th, 2011 at 08:00
Il taglio dei costi al Sole si rivela veramente privo di lungimiranza. Nova è stato l’unico prodotto editoriale innovativo degli ultimi anni e spero che non ci si stia giocando, definitivamente, non solo l’inserto ma tutto lo staff e il know-how creato.
Ma effettivamente cosa altro può essere il Sole24Ore se non un grigio, monotono quotidiano politico economico finanziario creato nel 1865.
Giugno 8th, 2011 at 09:07
@ avvelentani
Per come la vedo io, Nòva lo è stato negli ultimi 5 anni ed è stata un’innovativa espressione di un editore tradizionale legato ad una forma di giornalismo convenzionale e forse anche un po’ conservatrice; PI è giornalismo dell’innovazione, ma è nato in Rete nel 1996 ;-)
Giugno 8th, 2011 at 12:34
Massimo: sante parole.
Non c’è nessun bisogno (“democristianamente” come dici tu) di aspettare e vedere cosa succederà. :(
Io ne ho scritto qui: http://pangloss.info/2011/06/08/ieri-a-milano-pioveva/
Giugno 8th, 2011 at 14:19
Grazie LDB, speriamo in un altrove
Giugno 8th, 2011 at 15:35
se qualcuno mi dice che la confindustria ha qualche chance di acquistare la 7 forse ho la soluzione per tutto quello che è successo nelle ultime tre settimane.Salud
http://indies.eu/download-zdarma/mp3/a/153/s/1940/super-taranta_-_04_-_supertheory-of-supereverything.mp3
Giugno 8th, 2011 at 16:29
Che, diventerà Jack?
La butto lì, eh!
Giugno 8th, 2011 at 16:32
più che altro Nova è di carta, PI no… :)
Giugno 8th, 2011 at 22:14
Riotta non è stato certamente il migliore dei direttori ma è quello che ha avuto il coraggio di affidare ‘chiavi in mano’ il sito del Sole a uno dei migliori designer in circolazione, Mario Garcia. E il risultato si è visto: un sito innovativo con un linguaggio grafico rivoluzionario, da prendere come esempio. Poi i gusti personali non si discutono, può piacere o no, ma va riconosciuto che il ‘so-tutto-io’ palermitano ha fatto un buon lavoro.
Guardatelo invece adesso il sito del Sole dopo la cura Napoletano (cercate di rimanere svegli almeno per un paio di minuti): se tanto mi dà tanto cosa ci si deve aspettare dal giornale di carta?
Giugno 10th, 2011 at 17:14
Che peccato e che… vergogna. Povero giornalismo italiano.