L’età media dei telespettatori italiani negli ultimi 10 anni.

(via Quinta)

34 commenti a “I tuoi primi sessantanni”

  1. stefano dice:

    mi piacerebbe sapere come interpretare il flesso che si registra per tutte le reti (salvo r4) nel 2006. ci sono ipotesi? quanto al tg4 pare che gli (stessi) spettatori siano invecchiati insieme alla rete.

  2. claudio dice:

    Chiaramente le linee non sono i dati ma delle rette che ne dovrebbero rappresentare l’andamento. Sarebbe molto piu’ interessante vedere i dati reali (diciamo un punto per anno per canale). La retta di Rete4 e’ quasi imbarazzante (per il grafico, non per Rete4).

    Qual’e’ l’evento catastrofico occorso nel 2006?

  3. Marco D dice:

    L’audience generalista è lo specchio dell’invecchiamento del paese, ed ecco spiegato perché i palinsesti stessi sono affetti da alzheimer: sempre gli stessi programmi da quindici anni.
    Ed ecco spiegato anche la proliferazione del filone nostalgia: il meglio è sempre alle nostre spalle.
    E si spiegano perfino, certe dinamiche politiche: guardate il pubblico di Raitre, e capirete perché ha vinto la sinistra conservativa di Bersani nel PD.

    Insomma, sto’ schema spiega molte cose che, purtroppo, già sapevamo.

  4. claudio dice:

    @stefano
    chi ha fatto il grafico ha deciso che i punti prima e dopo il 2006 appertengono a due andamenti distinti, e che tali andamenti sono ben rappresentati da rette.

  5. piovedisabato dice:

    Nel 2006 c’è stato l’affermarsi definitivo e l’esplosione di una cosa chiamata YouTube e, inoltre, il 2006 è ricordato come l’anno del video sharing.
    Non è un caso che a partire da quell’anno l’età media abbia subito un’impennata. I più giovani si sono spostati in massa sul computer e se quelli dai 15 ai 25 abbandonano la TV, l’età media cresce e di molto.

  6. raxi dice:

    Ma se la popolazione invecchia
    volete che i telespettatori ringiovaniscano?

    Ma belin che stati

  7. manuele dice:

    L’impressione – leggendo il blog di Quinta – è questa: interpolazione lineare tra il 2000 e il 2006, metodo della Settimana Enigmistica (unisci i puntini) per raccordare il 2006 a dati del 2010 (forse nemmeno omogenei ai precedenti per metodologia).

    Magari mi sbaglio, ma è un grafico che fa sorgere molti dubbi.

    Divertente il tentativo di piovedisabato di spiegare un’anomalia macroscopica.

  8. Daniele Minotti dice:

    Ecco, pure io mi interrogavo su quella piega del 2006, ma ho postato, non so perche’, in altro luogo…
    Le ipotesi di piove mi sembrano, in effetti, un po’ apodittiche.
    La piega isolata fa, in effetti, pensare di piu’ ad un’anomalia metodologica.
    @raxi
    Invecchiamo, vero, ma, belin, mica a con quella progressione…

  9. Mammifero Bipede dice:

    L’età MEDIA… ca**o!
    Qui i casi sono due: o siamo tutti vecchi, o solo i vecchi guardano ancora la tv (la seconda mi sembra più plausibile).

  10. KilgoreTrout dice:

    Ma su quelli che hanno adesso 45 anni, come il sottoscritto, se ne deve dedurre che guardano tutti Sky o Youtube?
    Lo so che, metodologivamente parlando, è una sintesi azzardata però guardando i grafici calza a pennello…

  11. Robert01 dice:

    Il motivo della piega nel 2006 è evidente: per quasi tutti i canali a quanto pare c’erano a disposizione solo 3 dati per disegnare il grafico: quelli del 2000, 2006 e 2010. A parte questi mi sembra di intravedere solo un 2001 per RaiDue. Son semplicemente stati collegati i puntini.

  12. Sascha dice:

    Ma gli studi americani secondo cui da quando c’è la Rete il consumo in ore di televisione ha continuato imperterrito ad aumentare, confermando la tesi secondo cui la Rete è la continuazione della televisione con altri mezzi?

  13. Net Flier dice:

    marco d ha centrato il punto..

  14. pietro dice:

    Premesso che citare studi americani per contestare un dato italiano mi sembra ridicolo, in Italia il calo di spettatori televisivi è sostanzioso, almeno a credere all’unica statistica disponibile, ovvero i dati auditel.
    Oltre a ciò anche gli studi americani mostrano lo stesso fenomeno, l’età media degli spettatori aumenta, e l’audience aumenta solo nelle fasce di orario mattutine e pomeridiane, nella fascia 18:30 – 22:30 l’audience è calata vistosamente.
    Insomma la TV è un passatempo sempre di più per pensionati annoiati.
    Basta vedere i dati Nielsen Media Research gli spettatori dei telegiornali della sera in USA sono scesi da 52 milioni a 23 milioni dal 1980 a oggi, se Sasha questo lo chiama aumento …..

  15. pietro dice:

    Poi c’è un osservazione abbastanza elementare in base alla mia esperienza, io quando avevo 15 anni guardavo molta TV mio nipote quasi zero, adesso a 50 anni guardo pochissima TV e mia madre ottantenne passa mezza giornata davanti alla TV, se ci sono molte famiglie come la mia facendo le medie tutto quadra.

  16. Sascha dice:

    Peccato che io stessi proprio citando dati Nielsen…
    http://en-us.nielsen.com/content/nielsen/en_us/insights/nielsen_a2m2_three.html
    Il bello della Rete, ovviamente, è che uno trova i dati che preferisce per sostenere la sua tesi – sapete, tutta quella storia della Rete come ‘regno della verità’.
    La contrapposizione della Rete vs. Televisione è una delle balle più colossali, utile solo all’autostima del ‘popolo del Web’, e che impediscono una più realistica visione della realtà della Rete. La Rete è riuscita a portare più fondo la penetrazione della tivù e della pubblicità nelle nostre vite, regalando in cambio un diritto di chiacchiera senza effetto (l”interattività’) e un tot di gadget spesso utili e divertenti. Leggere, come in questo caso, la soddisfazione di un certo numero di signori che si sentono ‘ggiovani’ perchè smanettano in Rete e ad uno stadio evolutivo superiore ai ‘vecchi’ che guardano la tivù…
    Il problema del ‘popolo del Web’ è che è conscio di se stesso solo in forma mitica…

  17. Sascha dice:

    In breve: cominciate a pensare alle CONTINUITA’ fra la televisione e la Rete e avrete le idee più chiare.

  18. Daniele Minotti dice:

    Sascha, hai molte ragioni, pero’, senza dati scientificamente rilevanti, posso dirti che molti dei miei coetanei (che non saranno nativi digitali, ma non sono distantissimi) frequentano veramente poco la TV perche’ Internet e’ infinitamente piu’ ricca ed anche interattiva (o partecipativa). Ti parlo di sino ai 50, piu’ o meno.
    D’altro canto, siamo sinceri, cosa propongono le reti del grafico per uno che nella vita ha ancora qualche curiosita’?

  19. stefano dice:

    Questi dati hanno un senso solo se qualcuno mi spiega nel dettaglio da dove vengono e come sono stati ottenuti (non verranno mica dall’auditel???), altrimenti non sono diversi da un’opinione ascoltata al bar.

  20. pietro dice:

    Non vedo cosa c’entri il “popolo del WEB” mi sembra una paranoia di Sasha, il fatto che la TV sia un divertimento per pensionati che non hanno i soldi per fare altro è un elementare ovvietà.
    E dato che la percentuale di pensionati è aumentata notevolmente negli ultimi 20 anni è ovvio che le ore di TV e contemporaneamente l’età media degli spettatori possono essere aumentate, questo dicono le statistiche Italiane, e faccio nuovamente notare ai distratti che si stava parlando di ITALIA; forse un minimo di attenzione al fatto che l’Italia , a differenza degli USA è una nazione in declino demografico sarebbe utile per capire meglio le cose.
    Insomma i DATI SCIENTIFCAMENTE RILEVANTI ci sono, sono i dati auditel, e parlano in Italia di un calo degli spettatori e di un aumento dell’età media.
    Se Sasha ha dati diversi per l’Italia, li faccia conoscere.

  21. Marco dice:

    Non so Nielsen, ma da quando ho Internet guardo pochissima tv.
    Però immagino ci sia molta gente che mentre usa Internet tiene il televisore acceso.

  22. Cafonauta dice:

    Forse un’occhiata alla presentazione da cui è stata tratta la slide chiarisce le fonti e i concetti:

    http://slidesha.re/aWLtUN

    Piu’ o meno dalla slide 27

  23. Carlo M dice:

    a me pare che sascha cerchi di analizzare dei dati e dei fenomeni, senza farsi attrarre dall’autocompiacimento internettiano, mentre dall’altra parte si replica con osservazioni che oltre il proprio giardinetto non hanno già più valore, tipo “i miei amici guardano poca tivvù”, “mio nipote ne guarda zero”. se questo è il metro, vi comunico che i miei cuginetti guardano la tivvù dal mattino alla sera, agevolati dal fatto che oggi con sky “il mondo di patty” si può mettere in pausa per andare a fare la pipì… come la mettiamo?

  24. massimo mantellini dice:

    @Carlo M, che Sasha non si faccia “attrarre dall’autocompiacimento internettiano” mi pare piuttosto evidente ;)

  25. Daniele Minotti dice:

    @Carlo M
    Se ti riferisci a me ho premesso di non avere dati scientificamente rilevanti, ma, pur facendo l’avvocato, ho conoscenze anche tra quelli che *fanno grafici*. Credimi, non mi sento peggio di tanti cialtroni e/o prezzolati.

  26. Carlo M dice:

    l’offerta televisiva, oggi, è diversissima da quella di 10 anni fa. e il nesso di causalità fra l’avvento di internet e l’invecchiamento degli spettatori di canale 5 mi pare assai debole.

    dieci anni fa c’erano di fatto 6 canali nazionali in chiaro (e praticamente nulla in pay tv). oggi ci sono almeno 30 canali visibili su tutto il territorio nazionale solo sul digitale terrestre, di cui almeno una 15na, fra canali musicali e canali d’intrattenimento vario, pensati per un pubblico giovane.
    in più ci sono tutti i canali della tv a pagamento: il pacchetto sky contiene almeno un’altra 15na/20na di canali per bambini e ragazzi.

    mi sembra molto più plausibile che i giovani abbiano smesso di guardare canale 5 perché oggi la televisione offre moltissime alternative di gran lunga più allettanti.

  27. Sascha dice:

    Innanzitutto vorrei ricordare che una delle peculiarità meno studiate della Rete è che i fatti sono un tanto al chilo: una breve ricerca porterà SEMPRE ai fatti necessari a confermare qualsiasi tesi. E’ questo il motivo per cui è impossibile smentire alcunchè online e che balle incredibili restano a circolare ed essere credute anni dopo essere state decisamente smentite.
    Sulla quantità di ore passate davanti alla tivù chiaramente preferisco i dati che ne confermano l’aumento. Ma il fatto che oggi vi siano molti più canali che in passato vuol dire qualcosa? E la quantità di televisione vista attraverso lo schermo del pc la contiamo? Contiamo in generale l’aumento esponenziale di tempo passato davanti ad uno schermo?
    L’idea da considerare è l’inesistenza di una contrapposizione netta fra tivù ‘cattiva’ (unidirezionale, in mano al potere, volgare…) e Internet ‘buona’ (interattiva, diffusa, intelligente, onesta, educativa…), senza dimenticare l’altro media ‘cattivo’ di cui si auspica la scomparsa, il ‘giornale cartaceo’ (in mano al potere, non aggiornato in tempo reale, gestito da una casta…) e il ‘libro’ (fisso, morto, costoso…). Sarebbe piuttosto il caso di considerare che tivù, Rete e giornali sono compenetrati l’un l’altro (e tutti in mano alla pubblicità) e che la situazione non potrà certo migliorare con la banda larga o l’aumento percentuale di utilizzatori della Rete. L’idea che il mondo diventi migliore se la gente guarda meno tivù generalista e frequenta più Facebook è, detto molto direttamente, stupida. Quasi altrettanto stupida di quella secondo cui il problema con i libri è il formato cartaceo e che il giorno che saranno tutti digitali allora la gente leggerà tanto di più, come se il problema fosse il ‘collo di bottiglia’ degli editori cartacei, in un paese in cui escono in media 163 (centosessantatre!) nuovi titoli al giorno…

  28. Sascha dice:

    Riassumendo: non è che se guardi Amici sul pc o il telefonino invece che alla tivù la situazione migliori molto, eh?

  29. Carlo M dice:

    sascha, temo che tu stia predicando nel deserto.

  30. massimo mantellini dice:

    Non sono d’accordo Sasha, se guardi Amici sul PC, anche nella peggiore delle ipotesi, hai qualche chance di redenzione in piu’

  31. Daniele Minotti dice:

    Se becco quello che guarda Amici sul PC vivo ce lo faccio mangiare! (cit.)

  32. pietro dice:

    La critica sulla Rete in cui i fatti sono tanto al chilo sarebbe sensata se in TV non si vedessero cose come le “inchieste” di Giacobbo, serie credibili e affidabili come un forum su Indymedia.
    Il punto è che non c’è una contrapposizione netta non c’è un media BUONO e uno CATTIVO, c’è una piccola non insignificante differenza, oggettivamente nella rete c’è molto più spazio per prodotti di qualità e di valore, chissenefrega se escono 163 libri al giorno se poi “Civiltà materiale, economia e capitalismo” di Braudel e migliaia di altri libri fondamentali sono definitivamente fuori catalogo?
    A sasha può interessare solo l’aspetto quantitativo, ma per chi vuole anche approfondire le proprie conoscenze la rete offre molto a chi sa usare la propria testa per qualcosa di più serio che sostenere la capigliatura.
    Senza contare poi che anche dal punto di vista economico la televisione ha perso moltissimo peso, i profitti di una società come Google sono in rapporto al fatturato 100 volte aggiori di una qualsiasi impresa televisiva, e non lo dice la Rete, lo dicono i bilanci.
    Dato che Sasha tempo fa vantava come una prova della superiorità dell’industria discografica i guadagni molto più alti di chi pubblica CD rispetto a chi vive di concerti penso che questo sia un argomento che non può rifiutare senza contraddirsi pesantemente.

  33. Carlo M dice:

    è proprio questa idea della superiorità di internet che è una bischerata. su internet c’è roba di qualità e roba scadente esattamente come in tivù, alla radio, sui giornali, al cinema, e in qualsiasi altro “luogo” creato e frequentato dal genere umano.

    sarebbe inutile e tedioso mettersi qui a fare l’elendo dei siti web che se sparissero domani nessuno verserebbe una sola lacrima.

    per quanto riguarda la televiione, si continua a trascurare quella a pagamento, dove ormai ognuno si può costruire il proprio palinsesto. scegliendo, registrando, acquistando a piacimento. e non sto parlando di qualità (ché ognuno ha i suoi gusti) ma di quantità, di offerta.

    sicché o murdoch è un pirla, oppure la tivvù non è affatto in crisi.

  34. Sascha dice:

    La pura ipocrisia che immagina una specie di cospirazione che tiene fuori catalogo Braudel e impone Twilight, cospirazione contro la quale solo la Rete può reagire, toglie il fiato.
    Sono concetti nati da decenni di chiacchiere musicali (la musica ‘commerciale’, ricordate?) in cui le ‘cattive’ major imponevano i loro gusti deteriori alle masse, opprimendo gli artisti ‘originali’. Oggi che c’è tutta questa libertà come vanno le cose? Le masse scelgono ‘naturalmente’ il ‘meglio’? Un po’ la vecchia storia secondo cui ‘Internet è il regno della verità’?
    Qui non è una questione di dati, di cui ce n’è una quantità infinita, ma degli schemi in cui si inseriscono. Se uno schema è farlocco troverà sempre tutti i dati necessari a confermarlo ma non produrrà una immagine fedelo o anche solo realistica della realtà.
    La chiacchiera internettiana è piena di miti e idee ricevute che offuscano la visione e non la migliorano.
    Uno come me, con una cultura strettamente e intensamente ‘libresca’, trova un mucchio di cose utili e interessanti online perchè può usare strumenti intellettuali forniti ‘prima’ e ‘fuori’. I ‘nativi digitali’ invece sono catastrofici nel valutare la montagna di informazioni disponibili su Google o altrove perchè lo spirito critico non fa parte del telos della Rete: il primo o al massimo i primi tre risultati sono quelli che contano. Del resto chi ha il tempo, per conto suo, di verificarne 10000? L’espressione ‘l’ho letto su Internet’ oggi ha sostituito il ‘l’ha detto la tele’ e il ‘c’era sul giornale’ di un tempo e la famosa interattività non pare proprio sviluppare una sfera pubblica migliore della precedente (vedasi, in Occidente, cosa sta venendo fuori dalla recente crisi finanziaria, crisi, fra l’altro, per la quale la Rete non ha fatto il minimo esame di coscienza…).