Amazon ha annunciato che negli ultimi tempo ha venduto più libri elettronici che non libri cartacei a copertina rigida. C’è incertezza ed apprensione per le vendite dei cartacei semirigidi.

17 commenti a “97,4% of all statistics are false”

  1. EmmeBi dice:

    Come creare una notizia quando in fondo non c’è.

  2. Camillo Miller dice:

    Non capisco il problema, in fondo l’hardcover equivale a dire le prime edizioni… cui poi seguono gli economici, no?

  3. leo dice:

    E le pergamene? Nessuno che ci ragguagli sulle pergamene!

  4. raxi dice:

    Ci vuole Dadda per ste robe.

  5. EmmeBi dice:

    Ritorno sui miei passi. Ha ragione Camillo Miller. Hardcover significa prima edizione. In effetti, se i dati sono veri, è un segnale di cambiamento.

  6. max dice:

    I libri sono pubblicati di solito come “hardcover” per la prima edizione e poi come “paperback” nelle edizioni successive. Annunciano che le vendite di libri in formato elettronico abbiano superato quelle in formato hardcover. Cosa c’è che con va nella statistica di Amazon? Non capisco il titolo di questo post. Qualcuno mi illumini. :)

  7. ESC dice:

    La notizia di Amazon è del tutto sensata per chi conosce un po’ di editoria, che distingue il mercato nettamente tra “hardcover” e “paperback”, o come diciamo in Francia “grand format” e “poche”. In particolare, la novità hardcover tende a convogliare massicciamente gli investimenti di marketing sul singolo libro e in generale gli sforzi economici dell’editore, mentre il tascabile vale come seconda vita in una prospettiva di più lungo termine.
    L’hardcover è attualmente la posta in gioco del digitale, per ragioni logiche (presenza di novità e best-seller) ma anche illogiche (visto che il digitale dovrebbe piuttosto servire a valorizzare la coda lunga). Fatto sta che gli editori capiscono bene il significato dell’annuncio di Amazon. La cosa piuttosto paradossale, va notato, è che i prezzi piuttosto elevati degli e-book sono calibrati sui prezzi degli hardcover. Per chi è abituato a comprare tascabili, che è poi la fascia dei “grandi lettori”, i prezzi di certi e-book fanno rabbrividire, ma visto che il pesce da catturare (in una prospettiva per nulla long tail appunto) è il lettore da Codice da Vinci, l’idea è chiaramente di fregarlo finché si riesce.

  8. massimo mantellini dice:

    Il senso potrebbe essere che visto che la offerta digitale non e’ minimamente paragonabile a quella cartacea in termini numerici l’approssimazione che riguarda gli hardcover avvicina i campioni. In ogni caso sarebbe stato molto piu’ onesto paragonare il nuemro assoluto del venduto digitale/carta e simili annunci fanno inevitabilmente pensar male.

  9. max dice:

    Ottimo commento ESC :)

  10. max dice:

    @massimo mantellini
    Ok. Però non mi sembra una statistica falsa :P

  11. massimo mantellini dice:

    fara’ parte del 2,6 % ;)

  12. ESC dice:

    Non credo che sia questione di onestà, perché la statistica in questione non è menzognera, ma fornisce semplicemente l’informazione che interessa agli editori (e che sembra “parziale” solo vista da fuori). Aggiungo due cose che possono spiegare la ragione di questa statistica. 1) Il punto è che se Amazon lucra sulla coda lunga, questa è composta da un grande numero di editori che — individualmente — non possono lucrare essi stessi sulla coda lunga (cioè hanno un catalogo più piccolo). Questa coda lunga di editori, in grande parte piccoli, non ha nemmeno collane di tascabili, ma solo hardcover (che peraltro spesso non hanno *davvero* la copertina rigida). 2) Il libro digitale non è competitivo con il libro tascabile, e per questo gli editori stanno bene attenti a tenersene fuori. Intendo dire che i prezzi dei tascabili sono così bassi che questi libri sono già concepiti come degli “usa e getta”. Visto che per ora il tascabile è tenuto fuori dalla corsa, non avrebbe senso una statistica che li confrontasse con gli e-book.

  13. massimo mantellini dice:

    @ESC da lettore il fatto che le edizioni economiche siano fuori dalla logiche digitali mi pare un discreto errore di prospettiva

  14. ale dice:

    La distinzione tra hardcover e paperback è spesso mancata nelle analisi dei prezzi e della vera o presunta convenienza degli ebook.

    Ad esempio Luca Sofri (qui http://www.wittgenstein.it/2009/10/27/mattonella-un-altro-pezzo-su-kindle-per-la-gazzetta/ ) sostenne la convenienza dell’ebook rispetto alla versione cartacea, basandosi su un solo esempio (The Girl Who Played with Fire, Stieg Larsson). Ed era il caso di un libro che allora (27 ottobre 2009) non era ancora disponibile nell’edizione economica (che è uscita, stando ad Amazon, nel marzo 2010). Non un raffronto corretto, dunque.

    Nel frattempo il prezzo delle edizioni su carta dello stesso titolo è evoluto come era prevedibile: hardcover a $ 17.79, paperback a 8.77, mass market a 7.99 e usato a partire da 4.07 (prezzi amazon).

    Cos’è successo all’edizione kindle? Rispetto ai $ 5.73 dell’ottobre scorso il prezzo è oggi raddoppiato ($ 11.37).

    Naturalmente anche la mia osservazione si basa sui prezzi di un solo titolo, alla data di oggi.

  15. Carmelo dice:

    forse sarebbe stato interessante avere un raffronto sulle vendite per lo stesso pool di titoli. Cioe’ per i libri a, b, c, sono state vendute x copie in hardcover e y copie in digitale.
    Invece, in questo modo si ritrovano nella stessa statistica contenuti editoriali diversi, distribuiti con meccanismi e a prezzi diversi…in altre parole, nel numero dei volumi digitali sono compresi titoli non disponibili in hardcover.

  16. ESC dice:

    Massimo, diciamo che in questa prima fase di early-adaptation gli editori hanno fatto delle scelte “paradossali”, ma nessuno crede davvero che le modalità e i prezzi attuali siano un modello sostenibile! Allora per adesso si mandano in “avanscoperta” gli hardcover, perché é ovvio che l’arrivo dei tascabili provocherebbe un allineamento dei prezzi verso il basso che in questa fase non conviene a nessuno (soprattutto per gli hardcover che hanno dei costi “editoriali” — non dico di stampa — più elevati dei tascabili). Un attore che intervenisse oggi proponendo il prezzo che avranno i libri nel 2013 sarebbe giustamente definito come “aggressivo”. Certo, dal tuo punto di vista é un illuminato precursore, ma tecnicamente si chiama dumping.

  17. ESC dice:

    Una nota : mi diverte notare come questa discussione sui tempi di adozione delle tecnologie e di assestamento dei mercati assomigli alle classiche discussioni politiche sull’opportunità delle rivoluzioni. Direi dunque che il “cambio di paradigma” tecnologico necessita una certa violenza, ovvero una forte concentrazione di potere e di capitale, un investimento rischioso, appunto una forma di dumping, come fece Apple per esempio. Ok. Ma direi che ci vuole anche comprensione per tutti i piccoli attori che non hanno le spalle abbastanza larghe per scatenare il cambiamento, e che in fondo si comportano nell’unico modo che gli é concesso: secondo le loro vecchie logiche, passo a passo, timidamente, riformisticamente.