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Greenpeace al Salone del Libro di Torino ha pubblicato la pagella dei buoni e cattivi fra gli editori a seconda del tipo di carta usata.
(via Il Post)
Greenpeace al Salone del Libro di Torino ha pubblicato la pagella dei buoni e cattivi fra gli editori a seconda del tipo di carta usata.
(via Il Post)
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Maggio 16th, 2010 at 23:01
Ci sono editori ed editori. Ci sono lettori e lettori. E ci sono libri e libri. Libri che puoi trovare sempre utili o vuoi comunque conservare nella tua biblioteca e libri il cui compito si esaurisce prevedibilmente nel giro di pochi mesi o anni – manuali di informatica per esempio – e ti rendi conto che comprarli stampati su carta eco sostenibile o meglio in versione ebook sarebbe un atto di responsabilità civile. Metterei in discussione anche le scelte scriteriate di editori di periodici, enti e aziende che per comunicare impiegano carte e inchiostri poco rispettosi dell’ambiente.
Maggio 17th, 2010 at 09:16
Io penso che la questione sarebbe molto più rilevante per le riviste ed i periodici da edicola, che hanno una vita media di 1-2 settimane (a parte quelli di studi medici e barbieri).
Per i libri, bene ben più durevole, per me questa cosa non ha un gran senso.
Maggio 17th, 2010 at 11:07
“Carta Canta”…
Tramite l'ottimo ManteBlog, la classifica degli editori secondo GreenPeace.Il metro di valutazione è, ovviamente, l'uso di carta riciclata. Ci sono alcune belle sorprese, come Bompiani, altre brutte, come Stampalternativa e Minimum Fax…
Maggio 17th, 2010 at 11:56
Lavoro per una compagnia svedese che tratta un pò tutta la filiera della produzione forestale (forestry, legno, carta e cartoncino, pellet, ect.), mi occupo in particolare di commercio carta per il mercato Italiano (soprattutto libri).
Non entro nella discussione sul futuro del libro e dei dispositivi digitali, preferisco puntualizzare un paio di cose perchè sul tema c’è parecchia confusione.
La carta riciclata non può essere considerata ecosostenibile perchè la carta da macero acquistata dalle cartiere può provenire da qualsiasi fonte, incluse le foreste primarie.
In altre parole, se non avete in casa un cestino per separare la carta certificata, la carta riciclata non può dirsi ecologicamente sostenibile…
Inoltre la carta da fibra vergine può essere riciclata, nel migliore dei casi, per 7/8 volte (ad ogni riciclo vengono perse le fibre troppo corte per garantire adeguata resistenza), il che voul dire che non c’è industria del riciclo senza industria legata alla foresta.
Da notare che, con un utilizzo virtuoso delle risorse forestali, una conifera (che è un pò come il maiale, non si butta via niente…) vive 90 anni prima del taglio, il che vuol dire un bel quantitativo di CO2 sottratta dall’atmosfera.
Ultimo ma non meno importante, gli alberi vengono tagliati per diversi usi (il primo terzo dal basso diventa legname, il secondo carta e cartone, il terzo pellet, truciolari, etc)
La scelta c’è tra acquistare carta o legname certificati (o quantomeno non da produttori “canaglia”) più cara o andare da chi non ci prova neanche (e ammazza il mercato con i prezzi).
Questo vale anche per tutti i prodotti incluso l’hardware, di cui non metterei la mano sul fuoco rispetto la tracciabilità e sostenibilità di tutta la filiera produttiva e le infrastrutture tecnologiche ad essa connesse..
Che poi Harmony sia più virtuosa di Baldini e Castoldi… Vabbè… Apriamo un post a parte…
Maggio 17th, 2010 at 14:41
beh, leggendo i commenti sono rincuorato: pensavo di esser l’unico scettico verso questa iniziativa
Maggio 18th, 2010 at 08:23
interessante, Steve.. non è che mi gireresti qualche link di approfondimento?
Grazie.
Maggio 18th, 2010 at 09:08
Dai un’occhiata a questi siti:
http://www.cepi.org (federazione produttori europei di carta)
http://www.paperonline.org
http://www.upm.com
http://www.storaenso.com
http://www.sca.com
http://www.holmenpaper.com
Ognuno di questi siti ha una sezione dedicata all’ambiente.
Naturalmente stiamo parlando di produttori di carta, logico che tirino acqua al proprio mulino.
Tuttavia è anche vero che le foreste scandinave stanno aumentando di superficie e la biodiversità è decisamente salvaguardata (non pensate ai pioppeti italiani, lì ci girano le alci).
Interessanti i lavori di Maria Enroth, dai un’occhiata su Google oppure:
http://www.stralfors.fi/en/Information-Logistics/About-us/Articles/Electronic-communication–an-exiting-challange/
Tutti calcoli a proposito della “carbon footprint” vanno prese con le dovute cautele.
Benjamin Disdraeli (due volte primo ministro ai tempi della regina Vittoria) sembra abbia detto “Ci sono tre tipi di menzogne: le menzogne, le dannate menzogne e le statistiche”.
Maggio 18th, 2010 at 10:09
[…] Carta canta (tags: ecology, paper, recycle) […]
Maggio 18th, 2010 at 12:17
Stampa Alternativa tra i cattivi? Ci credo molto poco. O si sono persi il questionario (i soliti cazzari ;-) )? Il discorso che magari “fare gli ecologisti è un lusso” perché gli costa più cara già sarebbe più interessante.
Maggio 18th, 2010 at 13:15
Riprovo a postare (qualcosa sembra andato storto):
cepi.org
paperonline.org
upm.com
storaenso.com
holmenpaper.com
sca.com
Naturalmente i produttori di carta tendono a tirare l’acqua al proprio mulino… Tuttavia penso ci sia un buon margine di credibilità.
Interessante il punto di vista di Maria Enroth (dai un’occhiata su Google).
Maggio 22nd, 2010 at 08:10
[…] si è concluso il Salone del Libro e Massimo Mantellini ha rilanciato l’interessante pagella stilata da Greenpeace per stilare la classifica degli editori buoni e di quelli […]
Maggio 23rd, 2010 at 09:44
mi fa piacere che se ne parli, preferirei comunque rendessimo la pubblicità dei supermercati/volantini nella cassetta delle lettere Opt-in (e magari digitale) piuttosto che broadcast com’è al momento. Ogni settimana, per ogni persona è oltre un kilo di carta straccia che ci lasciamo infilare in tutti i buchi.
Febbraio 4th, 2013 at 12:53
[…] l’ottimo ManteBlog, la classifica degli editori secondo GreenPeace. Il metro di valutazione è, ovviamente, […]