A margine della notizia secondo la quale la SIAE avrebbe chiesto 1000 euro ad una no profit messinese per l’esecuzione dell’Inno di Mameli, questo blog sposa la proposta di Maurizio Codogno per risolvere in futuro questioni simili:
A questo punto i miei ventun lettori, che sono molto svegli, hanno capito cosa sta succedendo. È evidente che non ci sono registrazioni ufficiali dell’Inno di Mameli ai tempi della Repubblica Romana; quando così si suona l’inno all’inizio di una manifestazione si prende una sua elaborazione (detto in altro modo, un disco o un MP3) e subito l’avvoltoio… ehm, il funzionario SIAE arriva a chiedere la sua libbra di carne. Tutto legalissimo. Ma deve per forza essere così?
La soluzione, dal mio punto di vista, è semplicissima. Sono ragionevolmente certo che la Presidenza della Repubblica ha la possibilità di pagare un’orchestra per una registrazione ufficiale dell’inno, e nel caso voglia anche le parole possa anche pagare un coro; tanto la parte istituzionale è solo la prima strofa che non è così lunga e a volte riesce a essere memorizzata persino da un calciatore. A questo punto il Quirinale prende la registrazione (di cui ha acquistato i diritti economici di elaborazione), rinuncia esplicitamente ai suoi diritti e la lascia a disposizione di tutti i cittadini senza alcuna distinzione. Sarebbe preferibile porla nel pubblico dominio, ma anche solo una cessione a titolo gratuito dei diritti di esecuzione sarebbe sufficiente. Tutti quelli che vogliono eseguire l’inno lo prendono, lo suonano e salutano l’ominio SIAE.
Aprile 27th, 2010 at 22:52
Sì, è giuridicamente corretto. Grande .mau. !
Aprile 27th, 2010 at 23:01
ma andrebbe pagata per l’esecuzione o anche solo per la riproduzione? perchè in tal caso un po’ tutti i partiti politici (Lega esclusa ovviamente, ci mancherebbe) avrebbero molti arretrati da pagare.
Aprile 27th, 2010 at 23:45
Sono d’accordo, il problema c’è. Però pare che le cose non stiano proprio così (per quel che riguarda i mille euro). In quel pezzo si legge:
… anomalia seccamente smentita, nel pomeriggio, dalla Società Autori ed Editori, che in un comunicato spiega che «solo 100 euro sono stati incassati l’anno scorso dalla Siae per il noleggio dello spartito dell’Inno di Mameli e per conto della casa editrice Sonzogno»
Aprile 27th, 2010 at 23:48
semplice curiosità:
«a lanciare il sasso nello stagno è il presidente del consiglio comunale di Messina, Giuseppe Previti».
Parente?
Aprile 27th, 2010 at 23:49
O anche più semplicemente, trovo assolutamente folle che possa esistere un diritto d’autore a 150 anni dalla composizione di un’opera. Passi l’eredità diretta alla prima generazione, che comunque già trovo un istituto dal sapore medievale, già che il figlio non ha alcun merito dell’opera del padre, se proprio viceversa, ma poi basta.
Aprile 28th, 2010 at 00:26
ciro
domani Messina sarà tappezzata con cartelloni con scritto su: “non sono parente!”
Aprile 28th, 2010 at 06:33
il problema della SIAE è che vogliono essere sempre pagati in qualsiasi tipo di esecuzione musicale in pubblico (forse escluse solo le bande ma non ne sono sicuro)
Aprile 28th, 2010 at 06:53
Giuridicamente ineccepibile ma la strada dovrebbe essere un’altra: eccezione di incostituzionalità attraverso una causa contro la Siae. L’Inno di Mameli, pur non essendo ancora stato costituzionalizzato e non basandosi su una normativa precisa, è comunque un “bene comune” del popolo italiano, appartiene a tutti i cittadini, che hanno il diritto e il dovere di eseguirlo e cantarlo, un simbolo della nostra identità civile, culturale, statuale. Pagato giù(sarà retorica?) con il sangue di tanti e di troppi, a partire dal suo Autore. C’è nella pretesa della Siae qualcosa che somiglia il vilipendio, forse un abuso di potere, comunque la moprtificazione, attraverso la mercificazione di un grande elemento costitutivo del nostro essere nazione, una pretesa che non solo andrebbe stigmatizzata da parte delle più alte cariche pubbliche ma anche sanzionata e non solo moralmente.
Aprile 28th, 2010 at 07:49
Oltre la SIAE, ci sono gli interpreti… (ovvero la presunta orchestra del Quirinale): http://www.imaie.it
Aprile 28th, 2010 at 07:59
Come spiegato sul blog di .mau., la SIAE vuole i diritti sull’arrangiamento per orchestra dell’originale, che qualcuno a un certo punto deve pure avere scritto e pubblicato.
Quello che mi sembra strano, è che non ci siano già degli arrangiamenti liberamente utilizzabili di brani così famosi.
Aprile 28th, 2010 at 08:11
Caro Mantellini, la proposta è molto interessante quindi rilancio: http://bit.ly/9dYx8M la soluzione può venire dal basso senza attendere il Presidente della repubblica, chi vuole collaborare ?
Aprile 28th, 2010 at 08:15
il problema insito nella soluzione al problema sta nel fatto che si immagina una cosa come il pres della rep che sta li’ a risolvere i nostri problemi. mentre invece cosi’ non e’.
Aprile 28th, 2010 at 08:46
Ma visto che bisogna scomodare il Presidente della Repubblica, non possiamo chiedergli direttamente di abolire la SIAE? facciamo prima! :-)
Aprile 28th, 2010 at 09:01
[…] Mantellini segnala oggi sul suo blog una spiegazione dell’avvenuto e una proposta, decisamente interessante, di […]
Aprile 28th, 2010 at 10:51
[…] di legge, diritti dei quali beneficia Pupo e premesso che come soluzione tampone, quella ripresa da Massimo MANTELLINI mi pare interessante, mi pare tuttavia che una simile iniziativa mostrerebbe una volta di più che […]
Aprile 28th, 2010 at 11:26
http://www.radicali.it/view.php?id=156362
Aprile 28th, 2010 at 11:58
no pizzo no party!
Aprile 28th, 2010 at 12:08
Non ho capito bene se l’inno è stato eseguito “live” da un’orchestra o solo mandato in versione registrata. Nel caso della versione registrata sarebbero comunque dovuti i diritti di esecuzione e di riproduzione della musica. Sull’inno di Mameli non ci sono diritti d’autore perchè già stradecaduti. Però se io lo suono, la siae parte dal presupposto che gli orchestrali abbiano dovuto usare degli spartiti pubblicati per leggere la musica. Ma allora dico: questa questione dell’affitto dello spartito non la si risolverebbe se qualcuno con un pò di orecchio trascrivesse l’inno e mettesse liberamente a disposizione il “suo” spartito, senza rivendicare alcunchè a nessuno? Se volete lo faccio io, ci metto non più di 10 minuti…Per l’arrangiamento orchestrale ci vuole di più, ma non bisogna di certo essere Ravel per una cosa del genere…
Aprile 28th, 2010 at 12:13
siae la mafia musicale
Aprile 28th, 2010 at 15:49
Free Mameli e tutti gli altri…ma Free anche mio Cugino. Anzi, Free anche A mio Cugino!!
Aprile 28th, 2010 at 17:28
Cassinelli ha presentato un’interrogazione parlamentare e, insieme a una quarantina di altri onorevoli, una proposta di legge, i testi qui: http://bit.ly/9DkWso
Aprile 28th, 2010 at 22:32
http://www.quirinale.it/qrnw/statico/simboli/inno/ascoltainno.htm
Aprile 29th, 2010 at 07:26
Gulp ! la prima traccia si può anche scaricare ;) non ci capisco più nulla, abbiamo un Presidente Pirata, o ne ha i diritti?
Aprile 29th, 2010 at 17:05
Sul sito ufficiale dei Carabinieri vi sono numerosi brani MP3 scaricabili con le esecuzioni della loro Banda.
http://www.carabinieri.it/Internet/Cittadino/Download/Brani/
Se andiamo “Inni e Marce” ci sono ben due inni nazionali, da due Autori diversi.
C’e’ speranza che si possa risolvere cosi’ una questione di lana caprina cosi’ devastante? L’Inno c’e’ gia’ e pure su un sito istituzionale…
Aprile 30th, 2010 at 11:03
Avanti, fuori i nomi dei furboni che l’hanno “arrangiato”. Ora faccio un arrangiamento in 5/8 e mi becco la mia libbra, giusto?
Gennaio 1st, 2011 at 22:21
Sorvolando sul fatto che l’Inno Nazionale Italiano appartiene allo Stato e lo Stato sono i cittadini italiani. A chi dovremmo pagare i diritti di autore per l’Inno di Mameli? Goffredo Mameli e Michele Novaro sono morti più di 100 anni fa e se non sbaglio gli eredi (ammesso che ci siano ancora) passati i 100 anni dalla morte dell’autore non dovrebbero più godere dei diritti.
Luglio 22nd, 2012 at 15:15
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