Ad Ars Technica si sono fusi il cervello. Così hanno tentato un esperimento durato 12 ore per bloccare la visione dei propri contenuti a tutti quelli che utilizzano una piattaforma di adblocking. Come a dire: blocchiamo i bloccatori. Siccome l’idea era cretina il giusto ci hanno poi ripensato e sono tornati sui loro passi. Ma certamente far seguire ad un esperimento del genere una discussione pacata sui rapporti fra contenuti e pubblicità resta anch’essa una cattiva idea.
Starting late Friday afternoon we conducted a 12 hour experiment to see if it would be possible to simply make content disappear for visitors who were using a very popular ad blocking tool. Technologically, it was a success in that it worked. Ad blockers, and only ad blockers, couldn’t see our content. We tested just one way of doing this, but have devised a way to keep it rotating were we to want to permanently implement it. But we don’t.
Marzo 7th, 2010 at 16:19
mantellini, ma l’hai letto il post? non è che “ci hanno ripensato”, era un esperimento – che già dal principio doveva durare 12 ore – per sensibilizzare l’utenza sul fatto che chi blocca gli ad fa perdere dei soldi al sito che visita. esperimento che ha avuto successo, peraltro, perché – come spiegano – gran parte degli utenti ha poi “whitelistato” ars technica.
Marzo 7th, 2010 at 17:00
@gi, l’ho anche quotato mi pare, e’ solo che non sono ottimista come te ;)
Marzo 7th, 2010 at 18:17
Di solito gli ads occupano una posizione fissa sul monitor (gli spazi laterali di un sito, ecc), se uno si organizza con delle pecette da applicare allo schermo…come lo bloccano? :-))
Marzo 7th, 2010 at 18:22
Perchè ti pare una idea cretina?
Marzo 7th, 2010 at 18:28
Mah…se un utente adotta un ad blocking già non ne vuole sapere della pubblicità ergo anche se fosse costretto a vederla non ci cliccherebbe su. Nessuna perdita economica per il sito, semplicemente l’utente “costretto” a vedere i banner non è il possibile “target” dei banner stessi, per non parlare degli utenti che, per principio, vedendo un sito comportarsi così, emigrano verso altri lidi telematici.
Marzo 7th, 2010 at 19:01
La stessa cosa aveva fatto un blogger che mio malgrado mi ero ritrovato in un feed di un aggregatore tematico.
Se avevi JS disattivo lui ti mandava simpaticamente affanculo motivandolo.
Credo che adesso stia pascendo in santa pace, magari tenendo il conto delle visite a mano, che immagino gli basti e avanzi.
Marzo 7th, 2010 at 19:12
@massimo, mah, secondo me è servito. è vero che molte pubblicità, specialmente quelle in flash e i popup/popunder, sono ancora particolarmente invasive, quindi tenere attivato di default l’adblocker è per molti un miglioramento all’esperienza di navigazione, ma per moltissimi siti la pubblicità è comunque l’unica fonte di sostentamento, e una “campagna di sensibilizzazione” sul whitelisting ai siti che si frequentano, si amano e si desidera supportare mi sembra più che dovuta. anche perché in effetti la maggior parte degli utenti non si rende neanche conto che l’hosting, la banda, la gestione, costano davvero tanto, e tenere la pubblicità visibile in cambio non è un sacrificio enorme. io personalmente credo di aver cliccato su un banner due volte in dodici anni di internet, ma non mi sono mai sognato di mettere degli adblocker, anche perché sostanzialmente i miei occhi neanche la notano più (come i fnord :). oltre al fatto che tutti quegli spazi bianchi al posto della pubblicità rovinano il layout!
Marzo 7th, 2010 at 20:08
Io trovo che questa posizione necessariamente anti-pubblicitaria sia un po’ pretestuosa. Ma i (giustissimi!) compensi che chi ti corrispondono gli editori che ti pubblicano da cosa derivano se non dalla pubblicità sotto una forma o un’altra?
Poi lunga vita agli ad-blocker, per carità. E’ come girare canale quando danno la pubblicità in TV, ci mancherebbe, ma perché ad Ars Technica si dovrebbero essere addirittura fusi il cervello per questo esperimento?
Marzo 7th, 2010 at 23:27
Massimo sarebbe bello che tu ci spiegassi il ragionamento che ti porta a dire che si tratti di una idea cretina, io francamente la trovo interessante.
Qualcuno prepara contenuti e finanzia la cosa con la pubblicità, qualcuno decide che non vuole vedere la pubblicità ed allora questo qualcuno che offre il tutto gratuitamente decide di negare l’accesso a chi non vuole la pubblicità.
Ognuno di noi deciderà se i contenuti valgono il fastidio della pubblicità, se la maggioranza degli utenti deciderà che non ne vale la pena il traffico precipiterà, con lui calerà la pubblicità ed il sito chiuderà, se i contenuti saranno tanto buoni da fare accettare la pubblicità il sito sopravviverà e saranno tutti contenti.
Dove sta il problema?
bob
Marzo 8th, 2010 at 11:08
Ne ho parlato anche io ieri anche se in maniera un po’ più articolata seguendo quanto dice Roberto, potrebbe essere realmente uno scenario futuro, chè piaccia o meno. E trovo più interessante invece questa notizia:
http://www.guardian.co.uk/media/2010/mar/08/ad-rules-twitter-facebook
Marzo 8th, 2010 at 12:12
@ roberto dadda
Mettiamo che Ars Technica decida di “bloccare i bloccatori” per sempre, e inibisca la lettura dei contenuti a chi ha il bloccatore attivo. Quanto pensi resisterà? Tempo 1 settimana (sto largo) e si troverà il modo per aggirare questa “barriera”, e leggere comunque i contenuti.
Per questa strada non si va da nessuna parte.
Marzo 8th, 2010 at 13:02
@iced Questo è tutto un altro discorso, ma se si trovasse un modo tecnicamente non facilmente superabile non ci sarebbe nulla di male. Possiamo dire che perdono tempo, ma non che si sono bevuti il cervello!
bob
Marzo 8th, 2010 at 13:43
Massimo, secondo me anche se è irritante, il comportamento di chi vuole che venga visualizzata la pubblicità è giusto. Io stesso come qualcuno scriveva poco sopra, non penso di aver mai cliccato su un banner o su un link pubblicitario in vita mia, e per questo uso adblock, perchè spesso le pagine sono purtroppo costellate di pubblicità eccessiva che fa solo perdere l’orientamento tra le pagine e oltretutto ne rallenta pure di molto il caricamento, soprattutto quelle dannate in flash che si mettono pure in primo piano rispetto alla pagina. Ma non per questo mi sento di biasimare chi cerca di combattere questo fenomeno, visto che molti siti che non hanno altre possibilità di finanziamento sono costretti a metterle. Ci vorrebbe un po’ più di dialogo, credo, tra utenti e webmasters, per limitare l’invasività degli spot e crearli più “mirati” sull’utente, in modo che possa leggere solo la pubblicità che realmente gli interessa. A quel punto credo che comincierei a whitlistare più di un sito che abitualmente visito.
Un saluto, sperando in una tua risposta.
Matteo