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Ottimo pezzo di Michele Boroni su cinema e pirateria su Il Foglio di oggi.


Primo: non è sempre vero che la crescita della pirateria provochi un mancato guadagno all’industria. Questo, ad esempio, accade se le proposte sono di tipologia diversa o, quantomeno, percepite dal pubblico in modo diverso. Nel caso di Avatar è accaduto che molte persone si sono scaricate illegalmente il film sul proprio pc, lo hanno visto, intravisto, oppure lo hanno tenuto lì nel proprio hard disk – magari per una visione successiva, e poi sono andate a goderselo nella poltrona della sala, con occhialini 3D e popcorn, insieme agli amici e tanta altra gente. Esperienze e percezioni diverse, consumi diversi.

10 commenti a “Pirati buoni”

  1. Simone Stenti dice:

    Perfetta conclusione di un assunto tutto da dimostrare: e chi gliel’ha detto a Boroni che “molte persone” l’hanno scaricato per poi andare al cinema? E, soprattutto, quante sono “molte”, dove le ha contate e quante sono rispetto a quelle che poi al cinema non ci sono andate perché l’avevano già visto a casa? Un’ottima teoria fondata su un si dice o un’idea filosofica di quello che potrebbe essere il futuro mktg del peer to peer?

  2. Daniele Minotti dice:

    Sono d’accordo con Stenti. Il problema (badate bene, da una parte e dall’altra, cioe’ major e pirati buoni) e’ sempre quello. Mancano dei dati certi e quelli ambigui ognuno se li gira un po’ come vuole.
    Poi, ovviamente, se qualcuno mi tira fuori questi dati certi (temo sia impossibile, ma non per l’incapacita’ di chi dovrebbe fornirli), sono dispostissio a ricredemi completamente e pubblicamente di cio’ che ho appena scritto.

  3. massimo mantellini dice:

    @minotti, daniele pero’ occorre ricordare che i dati falsi invece abbondano, e da anni anche.

  4. EmmeBi dice:

    @Stenti: E’ vero, non ho dati alla mano. Ho solo un po’ di racconti di esperienze lette e vissute sul web e nella vita reale, un po’ di riflessioni e la voglia di non cadere nella trappola dei luoghi comuni (vedi industria discografica). Del resto non mi sono nemmeno messo sul piedistallo ad enunciare una nuova rivoluzionaria teoria economica.
    Credo però che il caso Avatar sia piuttosto chiaro . Laddove c’è una vera innovazione e unicità, è evidente che cambiano anche le percezioni di consumo e di bisogno. Quindi la copia piratata e la copia nella sala 3d non sono né tecnicamente nè sostanzialmente confrontabili l’un con l’altra.
    Boh, poi si è visto che che con i numeri e con i dati, a seconda di come vengono presentati e “manipolati”, si possono associare teorie e interpretazioni molto diverse (e te lo dice uno che ha lavorato per quattro anni in Nielsen). Quindi per guardare avanti e “innovare” credo che sia necessario un po’ sganciarci dal Dio dato.

  5. ciro pellegrino dice:

    aspetta che inventino gli occhialini 3d per casa e vedi

  6. mkvlover dice:

    @ ciro

    E’ stato un anno record per le major in fatto di incassi, anche senza contare Avatar e “a dispetto” di film perfettamente godibili anche da casa: http://tinyurl.com/yepe6km

    Piuttosto dovrebbero cominciare a pensare ad una piattaforma distributiva alternativa, che ad un prezzo onesto e con file codificati ottimamente e senza DRM possa aprirsi a chi non vuole più avere niente a che fare col supporto fisico.

  7. Domiziano Galia dice:

    Qui la vera notizia è che c’è gente che se lo sia guardato due volte. :-|

  8. Camillo dice:

    Anch’io non credo molto ai pirati “buoni”, ma mi pare di capire che – comunque – aumentano fatturati, guadagni e spettatori. Serve altro?

  9. Simone Stenti dice:

    @EmmeBi, non contesto la filosofia di fondo del tuo pezzo, quanto l’estrapolazione di Mantellini. Quel periodo è il più sdrucciolevole e, preso a se stante, m’è sembrato figlio di un atteggiamento esageratamente (e ingenuamente) geek, per cui, in fondo, siamo tutti rivoluzionari del web. Quindi, viva i pirati buoni! Personalmente, la pirateria, in tutte le sue forme, mi pare solo una carognata. Magari meritata se ci si limita a guardare alle majors, ma non riesco a dimenticare che poi queste hanno sempre qualcuno a cui far ripagare il danno: consumatori e, soprattutto, lavoratori e collaboratori intellettuali.
    Poi, ovvio, presto o tardi, anche le majors sapranno trarre il massimo vantaggio da quello che oggi sembra il peggior nemico. Ma non è detto che sia un bene nemmeno quello.

  10. piovedisabato dice:

    questo pezzo è di una assurdità come pochi: perchè non considera che la gente va a vedere il 3D perchè non può avercelo a casa. Se lo avesse starebbe a casa.

    Come si fa per i dvd…o i film normali.

    Poi ovviamente le major spesso sono nel torto marcio ma sta scusa del guardo assaggio e se mi piace vado a vedere (o a comprare il cd) è una classica favola che ci si vuole raccontare tra chi vuole discutere sul nulla. E qua mi sembra che di discussione (in quel senso) ce ne sia….molta.