Sapete quale è il fatto? Il fatto è che mentre Luca de Biase, insieme a pochissimi altri, continua incessante a produrre analisi lucide ed equilibrate sul futuro dei contenuti editoriali in rete, sui grandi media c’è un sacco di gente che gioca una partita molto differente. Un esempio clamoroso e recente: la settimana scorsa i maggiori quotidiani italiani hanno strillato una notizia falsa, anzi falsissima, quella secondo la quale Google aveva finalmente ceduto e le notizie su Google News sarebbero state a pagamento. Lo hanno scritto il Corriere e Repubblica con grandi titoli (al Corriere dopo qualche giorno hanno avuto il decoro di modificare il titolo) , con un minimo di misura in più ne ha parlato La Stampa. Cito per tutti l’inarrivabile inviato a NYC di Repubblica Angelo Aquaro:


Alla fine ha vinto Murdoch. Google si arrende: gli scrocconi del web dovranno fermarsi dopo cinque articoli, addio alle notizie gratis. L’annuncio è arrivato ieri da un blog di Google proprio mentre a Washington lui, SuperRupert, discuteva davanti alla Federal Trade Commission del futuro dei giornali e di Internet



Gli scrocconi del web e SuperRupert, capito?


Da simili infortuni discende una domanda: perchè io lettore dovrei accettare di pagare le notizie prodotte da soggetti che non si fanno scrupolo di falsificare la realtà nel momento in cui ne hanno interesse?

Nell’ambito di una vasta operazione di “informazione” che riguarda i modelli economici delle news online oggi IlSole24ore ospita l’ennesimo articolo di Carlo De Benedetti. Come in occasione del precedente pezzo, nel quale il Presidente del Gruppo Espresso suggeriva l’idea di far pagare ai fornitori di connettività i costi dell’industria editoriale prelevando un fee dagli abbonamenti DSL, oggi De Benedetti si concentra su Google, altro soggetto verso il quale si orienta da tempo l’attenzione degli editori. Ancora una volta si tratta di un articolo molto discutibile nel quale l’assunto principale è questo:


E anche nel suo articolo Schmidt dice che Google è una parte del problema complessivo dei giornali, ma non può essere anche una parte significativa dela soluzione. Giusto. Ma allora collabori davvero con loro e accetti di condividere con i giornali una minima quota dei profitti giganteschi che ha fatto e farà, visto che i giornali sono la più potente “esca” per i navigatori che vano sui motori di ricerca. Come? Semplicemente pagando i diritti di proprietà intellettuale.



Cosa significa questa frase? Che Google (che in tutto il pezzo prima di questo trafiletto e’ stata accusata delle peggiori nefandezze) sta attualmente rubando i diritti agli editori? La risposta ovviamente è no: oggi Google indicizza solo materiale che gli editori hanno gratuitamente messo online e l’indicizzazione è un procedimento comunque bidirezionale che chiunque può interrompere molto facilmente. E anche quando assembla notizie nel suo aggregatore, Google lo fa previo accordo con gli editori stessi, quotando solo una piccola parte del testo e linkando l’articolo originale. Quindi in effetti non si capisce davvero di cosa De Benedetti stia parlando. O meglio si capisce. De Benedetti partecipa come può a quella strategia del “non detto” (un po’ ti minaccio un po’ ti blandisco) molto utilizzata da Murdoch negli ultimi mesi.

Infine fa tenerezza la frase:

Tuttavia finalmente le anomalie e i troppi segreti del fenomeno Google – analizzati in due volumi appena pubblicati, Googled di Ken Auletta, in vendita solo negli Stat iUniti, ed “Eretici Digitali” di Massimo Russo e Vittorio Zambardino – sembrano non essere più un tabu’.


Quindi la disamina delle tematiche esiziali che vedono imputata Google di fronte al mondo, prima ancora che agli editori viene infine finalmente trattata da soli due testi, dei quali uno sfortunatamente in vendita solo negli USA? E allora chissà cosa abbiamo letto noi in questi anni. Chissa di cosa parlavano i tanti libri, gli articoli sulla stampa e sui blog che si occupano da molti anni della fine della verginità di Google.

20 commenti a “Carletto in campo”

  1. L1 dice:

    mammamia, l’ultima frase fa davvero tenerezza.

    comunque, avrei una curiosita’. io trovo che la questione “fee sulle dsl” non sia strana: voglio dire, ho sempre detestato l’affermazione “leggere le notizie gratis su internet”. mi riferisco al fatto che, pagando un bel po’ di euri mensili per la connessione, la lettura delle notizie non e’ per niente gratuita. e allora, telecom dovrebbe o no passare una cifretta agli editori?
    mi pare di capire, pero’, che la mia impostazione sia sbagliata. perche’?

  2. Elena dice:

    L1, sebbene la stupidità e malizia sia più dei giornali italiani che di quelli internazionali, la questione non colpisce solo gli utenti di Alice ma anche quelli che vivono in paesi o in situazioni dove l’accesso alla rete è gratuito.
    L’inutilità (come servizio pubblico) di certa stampa e di certi giornalisti è disarmante (o anche armante, a seconda dei punti di vista!)
    Su tutto il resto, mi inchino alla lucidità di Mantellini.

  3. massimo mantellini dice:

    @L1, io non lo penso, credo che la connettivita’ vada separata dai contenuti. Poi nulla osta che insieme all’accesso io possa pagare (come prevedono alcuni modelli di business illuminati) un prezzo fisso per i contenuti

  4. Dario Salvelli dice:

    Dice Marissa Mayer oggi a Le Web che:

    “People can come in and read one story from the source and then move on. That’s the atomic unit.”

  5. ste dice:

    Il Corriere avra’ anche avuto il “decoro” di cambiare il titolo, ma forse dovrebbe avere la decenza di eliminare l’articolo, visto che anche con il nuovo titolo quello che dice e’ semplicemente falso (o meglio, con nessuna attinenza alla realta’ dei fatti)

  6. La linea dell'inutile (Mauro) dice:

    ottima l’analisi di Mantellini, qui per ostacolare big G (che continuo e continuo a non capire perche’ faccia cosi’ paura) finiremo per dare vantaggi ai soliti noti … che sono bravi a cavalcare la tigre

    se G vi da’ noia usate Yahoo!

  7. Lunar dice:

    Mauro, google fa paura perchè è brava, ha i soldi, la tecnologia e una missione. Chiuderti in un bel giardino pieno di fiori con muri alti tre metri. Tu sei interessato ad avere un solo padrone della rete? Io no.

  8. Cafonauta dice:

    Bella Mantelli’
    sei stato veramente lucido. Anche l’articolo di De Biase, per una volta, sembra abbastanza lucido. Gli altri suoi scritti sul tema invece mi sembrano molto fumosi e con poca ciccia.

    Per la “tassa sulle connessioni” già scrissi commenti incazzati all’uscita di Carletto. Ribadisco solo che questa idea è sorella del canone RAI, sorella della tassa sui supporti digitali e videoregistratori. Ma se io mi collegassi solo per vedere youporn o leggere wikipedia per quale motivo devo pagare una tassa a priori agli editori? Ditemi con quale coraggio possiamo ingaggiare una lotta contro l’attuale copyright e il workflow della SIAE se poi appoggiamo un’idea simile.
    All’introduzione della tassa sui supporti digitali, non ricordo chi coniò una metafora IMHO molto azzeccata: “farmi pagare una percentuale alla SIAE sull’acquisto di un CD vergine perchè potrei masterizzarci materiale protetto da copyright è come farmi due mesi di galera preventiva all’acquisto di un coltello da cucina perchè potrei uccidere qualcuno.”

    Ritornando a Google, Murdoch, De Benedetti & co. il significato sottinteso al loro balletto è che sono simbionti: hanno bisogno l’uno dell’altro. Noi purtroppo serviamo da spettatori e da combustibile.

  9. Roldano De Persio dice:

    Ribadisco quello che vado dicendo da tempo ma sembra che io dica eresie. Google è un falso bersaglio e anche la sua creatura YouTube è un falso bersaglio. Qui si continua ad osservare il dito ma non la Luna.

    I governi, gli editori e i potenti, quelli cioè che hanno un qualche potere da difendere hanno un solo problema che li attanaglia: Internet e la libertà che è insita nella sua struttura a rete e non piramidale e gerarchica.

    Google, ripeto è il bersaglio finto di chi vuole farci credere che lstiano attaccando su quella parte del fronte, ma sappiamo bene che anche Facebook comincia a dare fastidio e presto se avrà successo anche Twitter.

    Quindi non facciamoci turlupinare come fossimo bambini. La guerra in atto è libertà di espressione e di scelta contro fascismi di tutti i generi e qualità sparsi in giro sul pianeta terra. Cina, Turchia, Birmania, editori tutti dei del passato unitii contro questo novello prometeo che cerca di portargli via il fuoco della conoscenza e del controllo.

  10. Sandro kensan dice:

    Quoto Roldano

  11. Sandro kensan dice:

    Volevo segnalare sidewiki (di cui sicuramente Mantellini ha già parlato) e del plug in per firefox per fare i sidewikicommenti.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Google_Sidewiki

    Mi è servito per fare un po’ di commenti sugli articoli di disinformazione giornalistica.

  12. ArgiaSbolenfi dice:

    E mentre alcuni strepitano contro Google che “ruba le notizie”, altri cavalcano la tigre con esperimenti come questo.. chissà chi coglierà i frutti migliori, e per primo?

    http://livingstories.googlelabs.com/

  13. Cafonauta dice:

    @ArgiaSbolenfi

    Spettacolare, non lo avevo mai visto.
    Bellissima l’idea con cui rappresentare una notizia con la scala temporale e gli highlights a destra.

    Questi esperimenti mostrano che non serve a nulla urlare ma ci (si) deve rimboccare le maniche.

    Certo, ripensando che l’innovazione maggiore dell nostre testate online è la colonna a destra con la parata di fighette… e dovrei pure pagare

  14. DB dice:

    Di questo passo, vedremo (anzi, qualcun altro vedrà) una puntata di Voyager dedicata a Google News, con Giacobbo pronto a sventolarne i misteri, celati dietro al nuovo progetto Living Stories.

  15. LaMela dice:

    …ma quindi …no dico…alla fine che mi stai dicendo? Che i giornali scrivono mezze verità e che la gente parla di cose che non conosce?
    …porca vacca!

  16. marco pierani dice:

    Giusto Mantellini, condivido: http://pierani.wordpress.com/2009/12/10/non-e-proteggendo-che-si-compete-ma-gareggiando-nel-trasferire-valore-agli-utenti/

  17. nicola dice:

    De Benedetti poteva anche citare l’italianissimo (a dispetto del titolo) e gratuito (gradita la donazione) The Dark Side of Google.

  18. Nicholas dice:

    Ma noi italiani non diamo già abbastanza soldi alla stampa attraverso i contributi all’editoria?

  19. Michele ficara dice:

    Ognuno (giustamente) difende il proprio profitto, il proprio business ed i propri dipendenti.

    La guerra tra il vecchio ed il nuovo è iniziata e Google ha vinto solo la prima battaglia … Vedremo chi vincerà la guerra.

    Personalmente non amo nessun monopolio sia esso Google o l’editoria …

  20. Infuriano le polemiche, ma Google continua a lavorare a testa bassa | LSDI dice:

    […] quanto riguarda invece le nuove ‘’bordate’’ contro Google dal fronte editoriale, Massimo Mantellini commenta in particolare l’ intervento di De Benedetti sul Sole24ore, (‘’Perché Google deve pagare i […]