Contrappunti su Punto Informatico di domani.
L’ultima polemica politica italiana legata all’uso di Facebook, quella che ha visto alcuni esponenti leghisti di primo piano tra i quali il figlio di Umberto Bossi aderire ad una campagna razzista e violenta chiamata “Legittimo torturare i clandestini”, è utile per aggiungere un altro tassello alla grande incomprensione che in questo paese continua a circondare la rete Internet.
Facebook in particolare rappresenta oggi l’ambiente principe di rappresentazione di questa schizofrenia e ciò accade per un numero vario di ragioni, la più importante delle quali è quella di essere percepito dalla politica e dalla stampa come il primo luogo realmente “popolare” della rete italiana. I media in particolare hanno da sempre mantenuto un preventivo distacco dalla cose di Internet, identificate come riservate ad un gruppo limitato di persone, e così ha fatto la politica, per anni edotta della necessità di includere le nuove tecnologie di comunicazione nei propri vacui discorsi elettorali, ma poi mai davvero interessata alle dinamiche di Internet e a ciò che accadeva in rete, proprio in relazione alla marginalità numerica di quel luogo misterioso e complicato.
Oggi Facebook ha forse spezzato un diaframma fra vita reale e “seconda vita”, non tanto in relazione all’effettivo suo successo numerico (un successo largamente sovradimensionato, in rapido calo pur se evidentissimo), ma alla sua percezione di piazza variamente frequentata da individui di estrazione, interessi e attitudini molto differenti.
Assistiamo quindi ad un fenomeno di amplificazione curioso, ancora una volta purtroppo mediato dalla pochezza della informazione tecnologica in Italia: i gruppi di “sostegno” alla mafia su Facebook sono di fatto piccole cretinate nate dall’idea di qualche sciocco e sottoscritte dalla noia di qualcun altro, ma, ingigantite dall’hype giornalistico diventano comunque in grado di smuovere la coscienza di qualche parlamentare capace di superare di slancio ogni propria assoluta incompetenza sulle cose di Internet per dedicarsi a produrre articoli di legge al riguardo.
La somma di differenti sciocchezze ed incompetenza è in grado in questo paese di generare leggi e dibattiti nei quali regolarmente si parte dal nulla e si arriva al nulla, con la sola, non trascurabile appendice di riuscire a farsi ridere dietro in qualsiasi paese normalmente tecnodotato, facendo anche solo balenare l’ipotesi di voler imporre la chiusura di un servizio con milioni di utenti in nome della censura a quattro cretini.
Lo stesso accade in questi giorni con la polemica agostana sui leghisti che sui loro gruppi su Facebook riproducono un volantino satirico che Mauro Biani disegnò 5 anni fa e che evidentemente oggi viene considerato “buono” dagli stessi bersagli di quella satira, il cui slogan è: “Immigrati clandestini. Torturali! E’ legittima difesa”. Prendere le difese della Lega Nord è genericamente difficile ma attribuire a Renzo Bossi o al parlamentare leghista Cota una qualche responsabilità politica solo per aver sottoscritto su Facebook un gruppo nel quale, in mezzo a mille altre cose qualcuno ha appiccicato un volantino idiota non è davvero possibile.
Forti del fatto che tanto la maggioranza delle persone non capirà, la stampa (nel caso specifico quella di sinistra ma avviene regolarmente anche il contrario) usa Internet e le sue dinamiche a vantaggio della propria linea editoriale, abiurando al proprio compito minimo di spiegare ai lettori la logica ed i meccanismi delle cose. Questo perché una minima attitudine ad essere mediatori informativi di fatto spegnerebbe sul nascere ogni polemica e cancellerebbe la notizia, senza scatenare lunghe code di commenti e prese di posizione che aiuteranno a vendere il giornale di domani e quello di dopodomani.
Internet esce da queste strumentalizzazioni ridimensionata e con le ossa rotte e più che il luogo di crescita culturale e informativa che potrebbe essere, diventa lo stagno melmoso nel quale andare a pescare frasi, immagini e parole che potranno essere utili al proprio scopo, qualsiasi esso sia.
I cretini giocano con Facebook (che su molte applicazioni sciocchine ha basato la sua fortuna) come hanno sempre fatto con qualsiasi strumento di rete ma oggi hanno un sostegno in più alla propria cretineria fino a ieri giustamente archiviata nelle parti meno frequentate del web. Quello di trovare qualcuno che per proprio interesse eleva le loro sciocchezze a discussione buona per tutto il paese.
Che questo qualcuno siano organi di stampa, politici alla ricerca disperata di argomenti da opporre ai propri contendenti o semplici cittadini pronti ad anteporre la propria morale superiore a qualsiasi buonsenso e tolleranza, il risultato finale resta sempre il medesimo: osserviamo la rappresentazione di un paese vacuo, vecchio e senza speranza, dove la prevalenza del cretino genera spesso e volentieri l’agenda informativa e quella politica, avendo come effetto collaterale quello di deprimere per quanto possibile le nostre opzioni di crescita legate alla tecnologia.
Agosto 30th, 2009 at 10:03
gran bel post
Agosto 30th, 2009 at 11:32
Sul tema dell’allineamento della cultura imperante, nella ns scalcagnata società, alla realtà effettuale possono essere interessanti questi due link.
Le regole con le quali la Homeland Security ha stabilito tempi e metodi per trattenere (fino a 5 gg) i dispositi elettronici di chi passa la frontiera USA.
http://arstechnica.com/tech-policy/news/2009/08/new-dhs-laptop-search-policy-crap-sandwich-fancier-bread.ars
E la sentenza con la quale una corte di giustizia ha stabilito che i commenti anonimi sono protetti dal Primo Emendamento…e il bello è che la materia riguardava dei semplici Donuts
http://arstechnica.com/tech-policy/news/2009/03/appeals-court-refuses-to-unmask-anonymous-donut-shop-critics.ars
De hoc satis, avrebbero detto i latini!
Agosto 30th, 2009 at 15:21
bel pezzo.
Agosto 30th, 2009 at 15:33
Decisamente d’accordo con questo articolo. Ma esistono anche le vie di mezzo tra la “sciocchezza” e “la non colpa dell’adesione a un gruppo”.
Il giochino sui respingimenti presente sul profilo della Lega, curato dalla stessa stessa trota di Bossi, era stato coscientemente inserito.
Qui la responsabilità esiste ed è grave. Respinsabilità a cascata, dalla trota a chi gli ha affidato la responsabilità di mantenere questo avamposto nella piazza virtuale del Web.
In quel caso non è sbadataggine o incuria, ma precisa volontà.
Agosto 30th, 2009 at 18:11
‘le parti meno frequentate del web’? Sta scherzando, vero?
Le ‘piccole cretinate nate dall’idea di qualche sciocco e sottoscritte dalla noia di qualcun altro’ non sono l’eccezione di un web che permette l’espressione di intelligenze censurate dagli old media ma la foresta reale all’interno della quale si trovano piccole oasi di calma e intelligenza.
Sul Guardian c’è un articolo di David Denby – critico cinematografico del NewYorker – su quello che lui chiama ‘snark’ e presenta come lo stile dominante della comunicazione online e di gran parte dei media di lingua inglese:
http://www.guardian.co.uk/books/2009/aug/29/digital-media-celebrity-snark
Mi rendo conto del desiderio di tenere vivo un sogno che porta ad attribuire ai ‘media’ e alla ‘politica’ problemi che sono strutturali alla Rete ma, beh, io quel sogno non l’ho mai avuto…
Agosto 31st, 2009 at 11:07
Lega Nord INNOCENTE. Informati prima!
“riproducono un volantino satirico che Mauro Biani disegnò 5 anni fa e che evidentemente oggi viene considerato “buono” dagli stessi bersagli di quella satira”
E questo sarebbe giornalismo? Ma stiamo scherzando?
Se ti fossi informato prima di scrivere certe assurdità avresti scoperto che l’account facebook di una rappresentante politica locale della Lega Nord è stato compromesso mediante FURTO DI CHIAVE USB contenente le password usate per portare a termine questo defacement.
La cosa è comprovata da una precedente denuncia per furto presentata ai carabinieri del luogo.
Visto che ci sono varie denunce riguardo a questo fatto – fra le altre anche della stessa Lega Nord che è la prima danneggiata da tutto questo – spero proprio che prendano il responsabile e sono curioso di vedere che faccia ha. Non mi stupirei se uscisse da qualche centro sociale. Un ladro che usa il suo tempo per danneggiare la Lega Nord non è una persona qualsiasi. Deve avere una matrice politica ben determinata.
Agosto 31st, 2009 at 11:33
E ti pareva che non arrivava il ‘bravo militante’…
Agosto 31st, 2009 at 12:29
Sascha la verità ti dà fastidio? Preferivi credere alle balle che ti fanno felice, vero?
Agosto 31st, 2009 at 12:40
[…] Finite e dimenticate le ferie, si torna alle solite letture. Ecco un bel pezzo dal blog di Massimo Mantellini. […]
Agosto 31st, 2009 at 13:33
@Sascha
A proposito di snark: la gente non va al circo per vedere la sciura Cesira che fa il risotto o don Peppino il barbiere che taglia i capelli, la gente va al circo (anche mediatico) per vedere pagliacci, equilibristi e sculettatrici molto scosciate.
E, siccome quelli che contano vanno in pista per loro autonoma e precisa volontà, è chiaro che il giornalismo, quello ufficiale o quello naif del web, si concentri sui VIP, che sono spesso nudi.
Il web è una rivoluzione perchè la battuta cattiva è ormai alla portata di tutti, ed è difficile abituarsi al fatto che non è più riservata (e confinata) all’intellettuale.
Ve lo ricordate Woody Allen nel Dormiglione che, a proposito di Nixon, dice “Era un presidente che, quando usciva dalla Casa Bianca, il servizio segreto controlla l’argenteria”?
Pensate che effetto avrebbe fatto una tale velenosa battuta con Nixon in carica e se allora ci fosse stato il web.
Agosto 31st, 2009 at 15:44
è stato compromesso mediante FURTO DI CHIAVE USB contenente le password usate per portare a termine questo defacement.
Dunque uno tiene le sue password in chiaro dentro una chiave USB? Cioè una cosa che è facilissimo perdere, dimenticarsi inserita in un computer, farsi sottrarre…? Andiamo bene..
Agosto 31st, 2009 at 18:25
Innanzitutto, su Nixon in carica si facevano battute ben più velenose e in pubblico. Giusto per fare un esempio il romanziere Philip Roth pubblicò nel 1972 (pure prima dello scandalo Watergate) un romanzo satirico su Nixon, violentissimo, intitolato Our Gang (in italiano tradotto come ‘Cosa bianca nostra’…)
Lo dico per ricordare per l’ennesima volta la riscrittura ‘staliniana’ della storia portata avanti dal partito internettiano che descrive il passato pre-Web come un mondo in cui nessuno sapeva nulla e tutto era controllato e censurato e la gente andava in giro zitta e triste e ignorante…
Quanto alla rivoluzione del Web me ne sono accorto da anni e l’ho riassunta così: ‘dove un tempo solo una ristretta elite aveva il potere di mentire, calunniare, disinformare, offuscare, pontificare, ora questo potere è alla portata di tutti’
La differenza è che non vedo la cosa come necessariamente così positiva. Come in tutte le rivoluzioni, ci sono effetti imprevisti e poco piacevoli.
Denby fa notare che siamo solo agli inizi: lo sviluppo futuro è la sorveglianza non dei famosi ma dei non famosi che abbiamo sotto mano (e stiamo già cominciando a notare certi casi sgradevoli…) e che porterà ad un sistema di sorveglianza di massa di tutti su tutti che farà rimpiangere le buone, vecchie, limitate dittature totalitarie del XX secolo…
Agosto 31st, 2009 at 18:26
@ Mario Rossi
Guarda che con me non attacca. Non mi metto al livello dei ‘bravi militanti’.
Settembre 1st, 2009 at 07:52
ridere dietro o ridere davanti?
aaaaaaaaaaa, l’italiano!
Settembre 1st, 2009 at 17:00
Dio mio, non so cosa farei senza TheOnion, uno dei pochi siti per i quali pagherei se fosse necessario.
Basta che accenni ai pericoli del controllo orizzontale, p2p, possibile grazie al Web che loro ci fanno un video favoloso:
http://www.theonion.com/content/video/facebook_twitter_revolutionizing?utm_source=a-section
Ah, che bel futuro vi aspetta…