Morgan a capofitto nel luogo comune della industria discografica.

(via chiamiamoloblog)

32 commenti a “Fermo con quelle gambe!”

  1. onanrecords dice:

    Ma proprio fitto, fitto.

  2. bgeorg dice:

    e questo qui è quello colto del giro

  3. Lunar dice:

    vorrei chiedere a morgan:
    ok, dammi un paio di titoli per cui valga la pena di muovere il culo, andare in negozio (ha parlato di negozi) e pagare un pezzo di plastica come se fosse oro. morgan, dai retta a me, se domani dovessero chiudere Internet, il p2p, la baia e tutto il resto del mondo VOI non vendereste neanche un disco in più di quelli che vendete oggi. Senza offesa, la vostra musica non vale niente. Tenetevela.

  4. Fulvio Zappatore dice:

    “Scaricare i dischi significa mettere in ginocchio tutto un intero sistema di produzione”. Sono pienamente daccordo ed è per questo che lo faccio

  5. Fozzillo dice:

    Quoto Fulvio Zappatore.
    Non ce l’ho con chi lavora nell’industria discografica, ma se appartengono al passato è un problema loro.

    Mi viene in mente il mestiere dell’acquaiolo, quello che portava l’acqua alle case quando ancora gli acquedotti non erano diffusi.
    Ebbene, non credo che qualcuno dicesse di non usare l’acqua corrente, o di usarla per tutto tranne lavarsi e bere per salvaguardare l’industria degli acquaioli, pensate, c’era chi la raccoglieva, chi la decantava e purificava, chi la distribuiva con il carro trainato da buoi, chi accudiva le bestie, chi riparava il carro… . L’uso dell’acquedotto per bere e lavare ha distrutto le loro professioni, bisognava limitarne l’utilizzo a fontane e giochi d’acqua, abbiamo rovinato tante famiglie.
    Ma va!

  6. Manfredi dice:

    Io credo che le cose non andranno male per le band dai grandi numeri, che infatti differenzieranno le proprie entrate con le suonerie e lo sfruttamento commerciale dei diritti (leggi: spot televisivi o colonne sonore di film). Per gli indipendenti sarà sempre la stessa cosa (vendevano poco prima, venderanno poco in futuro, almeno col p2p diffondono in maniera più ampia la propria musica con indubbio vantaggio per il numero di persone ai concerti). Il futuro è nero invece per i negozi di dischi, che stanno vivendo un vietnam commerciale: infatti chiudono tutti.

    Vedo poi che nessuno dice nulla del fatto che molti scaricano mp3 in maniera compulsiva. Una volta un cd lo ascoltavi dieci volte prima di dire che faceva schifo. Oggi basta mezzo mp3 e poi via, trascinamento col mouse sul cestino, sotto a chi tocca.

  7. Tommaso Baldovino dice:

    Ormai l’abbiamo perso definitivamente… in compenso c’è chi ha capito qualcosa di più, come i Coldplay, che hanno rilasciato un album live gratuitamente sul loro sito.

    Ok, loro possono permetterselo, ma è un atteggiamento che invoglierà molta gente ad andare a spendere per vederli dal vivo. Cosa che non succede con Morgan: l’ultimo suo concerto a Prato è stato un incubo.

  8. Michele dice:

    Quindi posso continuare a scaricare selvaggiamente mp3 secondo voi?Mi spiegate gentilmente quale sarebbe questo luogo comune?

  9. massimo mantellini dice:

    @michele, il luogo comune secondo me e’ che nella distribuzione musicale tutto debba restare com’era che va bene cosi’.

  10. Carlo M dice:

    massimo, sostenere però che è bene che tutto cambi senza preoccuparsi ad esempio delle sorti dei negozi di dischi, di chi produce onestamente musica o dei piccoli gruppi musicali che non possono permettersi le mosse promozionali dei coldplay è anch’esso un luogo comune.
    credo anch’io che la posizione di morgan sia piuttosto conservativa e di retroguardia, però ad alcune domande e questioni irrisolte bisognerebbe rispondere:
    i) un cantante o autore che crea o produce un pezzo e lo pubblica ha diritto di essere direttamente remunerato per questo? senza accontentarsi di pensare che in un futuro non si sa quanto lontano potrà contare su un po’ più di spettatori ai suoi concerti?
    ii) quali sono le nuove forme nelle quali un autore può legittimamente aspettarsi un introito diretto (diretto) da una sua creazione musicale?
    iii) come si può conciliare il diritto di scaricare musica da internet con il diritto d’autore?
    una volta liquidati i luoghi comuni di morgan, bisognerebbe anche avere la forza di analizzare il problema in maniera seria.

  11. Lunar dice:

    @Carlo M
    guarda che sono dieci anni che diamo consulenze aggratis a questi signori. Sono dieci anni che gli diciamo; guardate che la musica si è smaterializzata, Il disco è morto, sepolto. A chi lo dici, al muro? Questi continuano a parlare di dischi di plastica. Invece di cercare talenti sono andati per tribunali. E noi a dirgli: guardate che vi siete messi sul binario morto che non porta da nessuna parte. E tu vieni a parlare di questioni irrisolte? Ci hanno venduto per anni “musicisti” che non sanno suonare, cantanti/e che non sanno cantare. Dopo tutto questo hanno iniziato a produrre programmi televisivi, fabbriche di illusi, e poi parlano di lavoro che sparisce. Bene, con i loro programmi abbiamo scoperto che in Italia ci sono delle belle voci che sanno cantare i classici di sempre. Idee nuove? zero assoluto e non è un gruppo musicale.

  12. Carlo M dice:

    lunar, va benissimo. però non hai risposto alle mie domande.

  13. fra dice:

    Non c’è solo morgan.

    http://quotidianonet.ilsole24ore.com/musica/2009/06/04/187070-fabrizio_moro_canta_caso_noemi.shtml

  14. Lunar dice:

    Carlo, credevo di aver risposto. ;)
    guarda che io negli anni passati ho speso capitali per l’acquisto di musica. Ora non spenderei un centesimo. Se il prodotto non vale non è colpa mia. Non puoi vendermi la stessa minestra riscaldata per sempre.

  15. ArgiaSbolenfi dice:

    E’ curiosa la posizione di quelli che scaricano perché tanto l’industria produce musica che fa schifo, quindi vada pure tutto in malora. Devo concludere che ascoltate musica che fa schifo, anche se gratuitamente? Personalmente in piú di venti anni di acquisti non ho mai avuto problemi a trovare artisti meritevoli. Anzi, semmai il problema di trovare la musica buona c’era prima di internet quando la diffusione delle informazioni era molto piú difficoltosa.
    Comunque su questi argomenti consiglio vivamente il libro “Appetite for self-destruction. The spectacular crash of the record industry in the digital age” di Steve Knopper, su amazon.co.uk in paperback a pochi euro.

  16. Michele dice:

    continuo a non capire ma va bene cosi’..
    Lunar, a me non pare che Mantellini si riferisca in maniera specifica al mercato italiano.

  17. Lunar dice:

    Argia, il prodotto è da interdersi come CD. Come supporto. Che poi un artista del XXI secolo riesca, impresa ardua, a produrre un singolo che valga la pena è un fatto che non sposta di un millimetro il discorso nel suo insieme.

  18. worm dice:

    in asia le copie pirata le vendono nei negozi

  19. Michele dice:

    Lunar sei riuscito ad essere meno chiaro di Mantellini..
    quindi che fai tu? Non acquisti piu’ un disco da 10 anni perche’ la musica, da 10 anni a questa parte, ha iniziato a farti schifo oppure semplicemente perche’ la trovi aggratis su internet?

  20. ArgiaSbolenfi dice:

    Lunar, il supporto fisico é morto, lo sappiamo tutti, continuerá per qualche anno in maniera residuale e come prodotto di nicchia per fan e collezionisti.
    Ma non ho ancora chiaro il ragionamento di alcuni per cui visto che la musica fa schifo, allora la scarico gratis (anziché comprarla su itunes o qualsiasi store online).
    In ogni caso, credo che cosa comporterá realmente la smaterializzazione (e relativi problemi di commercializzazione) nel futuro della musica registrata nessuno possa ancora dirlo. Potrebbe essere l’inizio di una nuova era di opportunitá come l’accelerazione di un declino verso una forma marginale di intrattenimento.

  21. Lunar dice:

    @Michele, la prima che hai detto.
    @Argia, la musica farà la fine dei programmi shareware. Lo scarico, lo provo e se mi piace lo acquisto per conservarlo altrimenti lo butto nel cestino e amici come prima. Gli artisti, quelli veri, non hanno bisogno del disco per campare. Il disco serve alle major per tenere calda la loro poltrona.

  22. ArgiaSbolenfi dice:

    Lunar, la tua ipotesi é una di quelle che circolano ma non c’é nessuna garanzia sul fatto che se le cose dovessero finire proprio cosí, la musica potrá essere della stessa qualitá ed avere la stessa rilevanza culturale che ha avuto fin’ora.
    Sono in attesa del primo artista-gruppo che partito da zero sviluppi una carriera paragonabile a quella di un zappa – bowie – cure – radiohead [inserire l’artista preferito qui] finanziandosi solo con il modello ”shareware”. Ne riparliamo tra qualche anno?

  23. Daniele Minotti dice:

    Vado un po’ controcorrente.
    Devo dire che ho trovato Morgan molto piu’ convincente di altri.
    Anche se concordo con chi dice che cade in qualche luogo comune.

  24. Carlo M dice:

    lunar porca paletta scusa se mi incavolo un po’ (sempre con cotresia eh), ma uno parla di pere e tu rispondi con le mele.

    i) come suggerisci di campare a un artista che non può vendere le sue creazioni? un pittore i suoi quadri li vende, o no? uno scrittore i libri li vende no?
    ii) è giusto che un artista (musicista) si aspetti una remunerazione diretta da ciò che crea (canzone), vendendola?
    iii) quali sono oggi secondo te i nuovi modi attraverso i quali un autore può legittimamente aspettarsi un introito diretto (diretto) da una sua creazione musicale se non la può vendere?
    iv) come si può conciliare il diritto di scaricare musica da internet con il diritto d’autore?

    ti sarei grato se tu rispondessi a questre domande, senza divagare. thanks.

  25. Daniele Minotti dice:

    @Carlo M
    O aggiungi sei domande oppure non vale…

  26. Lunar dice:

    @Minotti, bella la battuta. Sul serio. :)
    @Carlo M
    io rispondo ma tu non vuoi capirmi.
    Parere personale: (ovvio)
    Le note sono sette e le combinazioni sono finite. Al momento non c’è un solo artista che meriti di essere acquistato. E’ stato già scritto tutto e quando ascolto un nuovo brano ho sempre la sensazione del già sentito. Non è colpa mia. Io ho consumato, a pagamento, tanta di quella musica che oggi per invogliarmi all’acquisto mi devi proporre una cosa nuova, mai sentita prima.
    Oggi, se proprio devo spendere in musica, preferisco il contatto diretto con l’artista. Di quelli che sanno suonare e cantare. Non di quelli creati a tavolino dalle major.
    Gli altri, per campare, possono sempre scrivere musichette per le suonerie dei cellulari. Mica li devo mantere in vita io.

  27. Daniele Minotti dice:

    Sì, ma… il *nuovo modello di business*?

  28. Daniele Minotti dice:

    Scusate, m’è saltato un pezzo.
    Dicevo, tutti parlano del *nuovo modello di business* che i discografici dovrebbero adottare.
    Però i discografici (e i distributori) si lamentano. Ciò vuol dire che non lo hanno adottato oppure non funziona come vorrebbero.
    iTunes? No, proprio no…
    Ma qual è allora? Che tutti ne parlano, ma nessuno lo sa.
    Non è che, alla fine, il nuovo modello è un DRM anche se ai più fa schifo?

  29. Lunar dice:

    Daniele,
    ora la faccio io una domanda:
    vi pare possibile illudere migliaia di giovani con queste iniziative?
    http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=61001&sez=LEALTRE
    E’ come per le ragazze che vogliono fare le veline o quelli che sognano di entrare nella casa del GF.
    C’è posto secondo voi per tutta questa gente nel mondo della musica o dello spettacolo?

  30. ArgiaSbolenfi dice:

    @lunar: se la metti sul piano del ”la musica rock é morta” allora non c’e’ piú molto da discutere. Peró questo si sente dire piú o meno dai tempi di ”ummagumma” dei Pink floyd…
    @minotti: il nuovo modello per vendere un artista credo che dovrebbe essere quello di considerare le fonti complessive di entrate, quindi non solo i d/l digitali ma anche concerti, gadget, suonerie, diritti per pubblicitá, abbigliamento, sponsorizzazioni varie.. cose delle quali le case discografiche spesso si sono disinteressate (pensate allo sterminato mercato dei gadget di gruppi come i Kiss mai gestito dai discografici stessi).
    Il problema é che questo approccio funzionerá bene per alcuni artisti, i piú legati all’immagine, e per chi ha gia’ sviluppato un certo seguito di fan.. e il gatto si morde la coda.
    Io credo che non esista una soluzione a livello di DRM o di polizia postale. La musica si é smaterilizzata e diventata pulviscolo rispetto alla capacitá degli hard disk. Quale sia il futuro di un’industria con ricavi ridimensionati e orientata all’immagine lo scopriremo col tempo, come dicevo non escludo in futuro un ridimensionamento della rilevanza culturale della musica registrata rispetto al ruolo che ha avuto dalla nascita del disco a 78 giri ad oggi. Forse la musica rock é morta davvero, ma l’ha uccisa l’mp3..

  31. frap1964 dice:

    Sarò scemo, ma io i dischi continuo a comprarli.
    Ovviamente degli artisti per cui ritengo valga la pena riconoscere il costo del CD. Però sono anch’io convinto che quel modo di vendere la musica sia morto e da parecchio (compreso il concetto di album). E ciononostante occorre trovare un modo per riconoscere il giusto compenso per un’opera d’ingegno senza che questo diventi però un inutile supplizio (DRM).
    Immagino un sistema di cessione permanente di ascolto anche differenziato per tipologie, un po’ come le licenze d’uso per il sw shareware, cedibile o non cedibile a terzi.
    Ergo anche musica open e/o per ascolto in gruppo e/o per ascolto via radio, via internet, ecc..
    Il punto è come poter “marcare” un flusso di bit in modo univoco e riconoscibile rispetto a chi acquista e come rendere poi facilmente verificabile “la firma” e quindi la legittimità del possesso.
    Senza odiosi e complicati meccanismi di protezione.

  32. Daniele Minotti dice:

    @Lunar
    Enno’, eh… X Factor me lo lasci stare. E’ un programma culto e colto (c’e’ anche Morgan), mica e’ come Amici, eh…