06
Apr
L’idea di corriere.it di mettere in frontpage uno slideshow di una ventina di immagini del terremoto in Abruzzo (in molti casi foto assai evocative) è una idea coraggiosa e inconsueta. Temo costi non poco in termini di traffico su collegamenti non velocissimi ma è comunque una maniera di sfruttare simili emergenze per sperimentare nuove forme comunicative. Personalmente avrei preferito che queste foto di grande formato fossero state messe in un luogo apposito seguendo lo schema inaugurato da Big Picture del Boston Globe.
Aprile 6th, 2009 at 15:35
ma forse anche no, dal momento che le immagini pubblicate erano inviate dagli utenti, i quali in alcuni casi si divertivano ad inviare immagini di terremoti cinesi o turchi:
http://www.mytechnology.eu/2009/04/06/terremoto-in-abruzzo-giornali-online-ed-immagini-fasulle/
Aprile 6th, 2009 at 15:59
Cmq è una notevole inversione di tendenza: al posto di una scarna landing page d’emergenza 27 (per limitare il carico) sparano immagini in slide… Peccato per la poca cura del dettaglio che sfocia in cattivo gusto: le 27 immagini sono nominate “foto_PASTIGLIONE1.jpg… 2, 3…”
Aprile 6th, 2009 at 18:02
A volte sembri Tognazzi nei Mostri quando al cinema con la moglie vede la scena di una fucilazione e sussurra qualcosa del tipo: “Che bella quella staccionata! La vorrei proprio così!”
Aprile 6th, 2009 at 18:48
@Marco
La valutazione estetico-progettuale delle pagine web durante le catastrofi, nazionali e non, deve essere un vezzo particolare del tenutario qui.
Vabbè, de gustibus.
http://www.mantellini.it/?p=5617
P.S. Sul post del 20 ago scorso mi sembrava pure di ricordare una lunga lista di commenti critici, a partire dal buon Minotti (e me compreso, pure). Forse con il porting del blog questi commenti han poi spiccato il volo…
Aprile 6th, 2009 at 19:01
come dice Paolo c’è poco da stare allegri con i contributi della “rete”.
http://educazionecinica.splinder.com/post/20260519/La+pornografia+del+giornalismo
Io francamente non capisco questi scherzi del cazzo in casi come questi. Va bene la polemica quando c’è il sole… ma qui c’è gente che ha perso parenti o comunque non riesce ancora a contattare i propri cari e si aggrappa a tutto. Pure alle foto di corriere.it inviate da lettori. Vai a sapere che un idiota ha preso le foto di un terremoto in Cina e le ha inviate al corriere come contributo di un lettore.
Aprile 6th, 2009 at 19:05
@frap
Boh, non mi ricordo dei miei commenti al post, ma potrei sbagliarmi.
Confesso di essere sempre ondivago sull’atteggiamento da tenere in certi drammatici momenti. Dunque è possibile quello che dici tu.
Aprile 6th, 2009 at 19:37
Se vi ricordate di commenti mancanti segnalatemelo, nella migrazione non dovremmo averli perduti
Aprile 6th, 2009 at 19:58
L’estate scorsa un blogger, Zoro, aveva ‘ingannato’ parecchia gente con dei reportage inventati da Pechino fatti senza spostarsi da casa. Il ‘popolo del Web’ (come lo chiamano il Corriere e Repubblica online) invece di considerare la cosa una premonizione dell’informazione web 2.0 l’aveva presa come l’ennesima beffa ai giornalisti ‘che non ci arrivano’: http://www.webgol.it/2008/08/26/se-e-vero-non-ce-gusto-il-falso-dautore-di-zoro/
A questo punto perchè criticare quelli che mandano foto false al Corriere? Il semplice fatto di non essere sul luogo degli eventi dovrebbe impedire loro di farsi sentire e vedere? La verità fa tanto Web 1.0…
Aprile 6th, 2009 at 20:14
Sascha,
perchè criticarli? perche sono degli idioti!!!
In questi casi la beffa non colpisce il corriere ma milioni di italiani “lontani”, soprattutto quelli che vivono all’estero, che attraverso il corriere, repubblica o qualsiasi altro sito cercano di avere notizie, immagini, video, testimonianze dirette.
Aprile 6th, 2009 at 20:17
Che vadano loro a far foto, perché mai dovergliele mandare a gratis?
Se un giornale come il corriere.it non ha un reporter sul posto o non può permettersi di acquistarle dalle agenzie, sappia a cosa va incontro. E spero che questo “scherzo” serva loro da lezione, in futuro.
Aprile 7th, 2009 at 08:25
Segnalo che anche La Stampa, Repubblica e Il Giornale hanno seguito questa idea.
Aprile 7th, 2009 at 10:54
Molti giornali online scandinavi seguono da diverso tempo questa impostazione, dando risalto a foto molto molto grandi e filmati che accompagnano notizie anche “piccole”.
http://www.aftenposten.no/nyheter/uriks/article3019042.ece
http://www.aftenposten.no/nyheter/iriks/article3018856.ece
Secondo me il risultato è una pagina più interessante e di impatto (ovvio, bisogna avere a disposizione e saper scegliere delle belle foto)
Ovviamente cè da dire anche che la situazione della connettività casalinga nordeuropea non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella italiana, là 100Mbit simmetrici di connessione domestica costano meno che i nostri striminziti 7Mbit di zoppicante ADSL che non arriva nemmeno dappertutto. E anche i costi della banda nelle server farm sono un ordine di grandezza inferiore ai nostri. Insomma, possono permettersi di sparare foto giganti & video senza troppa preoccupazione.
Aprile 7th, 2009 at 13:51
ottima l’idea del corriere di far contribuire e tremendo che siano stati costretti a chiudere la possibilità di inviare foto per colpa di qualche fesso che si è divertito a inviare foto “sbagliate”.
Da chi critica vorrei tanto sapere come avrebbero dovuto fare per permettere il contributo in tempo reale dei lettori, evitando contemporaneamente rischi di essere presi in giro.
ho detto la mia qui
http://www.orangeek.org/archive/2009/04/07/when_the_crowd_(as_in_crowdsou/my_weblog
Aprile 7th, 2009 at 16:48
Infatti non c’è soluzione: la Rete pretende la massima rapidità (tutti a vantarsi che twitter ha dato la notizia prima) ma pretende anche che gli ‘old media’ verifichino, cioè perdano tempo. Si chiama ‘double bind’, cioè l’impartire due ordini contradditori fra di loro.
Ci metta poi i blogger che vogliono sostituirsi ai giornali come portavoce del governo, delle aziende, dei partiti etc e quindi farebbero qualsiasi cosa per mettere in cattiva luce un istituzione come il Corriere.
(fra l’altro loro, in nome della libertà, rifiutano qualsiasi principio di verifica dei fatti che non venga dal web, considerando la verità solo come opinione e non descrizione del mondo ‘la’ fuori’)
Aprile 8th, 2009 at 06:51
[…] è partito il tam tam sulla foto sbagliata di corriere.it (per tutti vi segnalo il dibattito su Manteblog, sito molto serio e attento ai problemi […]
Aprile 8th, 2009 at 12:06
Sconcerto e invadenza…
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Aprile 8th, 2009 at 14:14
A me non sembra tanto diversa la sensibilitá di chi ha inviato foto del terremoto in Turchia e voi che vi occupate di come studiare l’impaginazione delle immagini drammatiche della catastrofe in Umbria.
Che la sensibilitá sia una questione soggettiva oramai?
Aprile 9th, 2009 at 15:01
A mio modo di vedere, se un errore c’è stato, non è tanto quello di aver pubblicato la foto, che poteva tranquillamente trarre in inganno (bastava una precisazione, proprio come quelle che si utilizzano per gli errori di stampa. Non sarebbe la prima volta, ci sono molti casi di articoli cartacei pubblicati con foto errate) ma bensì quello di interrompere la possibilità d’invio delle foto da parte degli utenti: perchè? Per ammonire tutti gli altri? Per il timore di non essere in grado di continuare a gestire un’operazione di giornalismo partecipativo?
Se così è, tanto vale che il Corriere.it eviti in futuro di mettere in piedi iniziative del genere, perchè se al primo errore chiude la baracca, passa il messaggio che non si sia trattato di un semplice errore, ma bensì che non sia in grado di gestirle, quelle iniziative: e che abbia una paura terribile di aprirsi alla Rete.
Secondo il mio parere, questo terrore atavico nei confronti di Internet, sussiste: invece di dire, mettiamoci un paio di persone in più, perchè questa cosa qui ci porterà parecchi accessi, gente che manderà foto interessanti e altri che inizialmente arriveranno incuriositi dall’errore, ma poi potranno beneficiare dei contenuti, si pensa: presto, chiudiamo tutto, che adesso arriveranno una massa di cretini che invieranno foto sbagliate per metterci in trappola!
Aprile 10th, 2009 at 01:58
a proposito di “aprirsi alla rete”, inclusi i possibili errori di cui sopra che poi non sono certo la fine del mondo, se gestiti al volo e inpiena trasperenza, segnalo questo intervento oggi su repubblica.it di ZV:
http://zambardino.blogautore.repubblica.it/2009/04/09/493/#comment-5572
dopo l’intro in cui si accenna alla necessita’ proprio di questa apertura e integrazione, il pezzo passa a difendere a spada tratta la bravura della testata che, oltre alla professionilita’ giornalistica, in questi giorni avrebbe offerto “racconti non meno umani di quelli del social networking”, facendo perfino meglio del fluire caotico di internet…
senza alcun dubbio o tentennamento, ZV passa poi a difendere ancor piu’ strenuamente la questione degli spot-interstitial mantenuti da repubblica.it anche in questo caso: siamo matti a mai scandalizzarci? non sappiamo forse che (testuale): “Anche il dolore ha bisogno della pubblicità” ? e che per lenire tale dolore pubblico “con la solidarietà degli altri …è necessario vi sia chi paga le spese” ?
insomma, c’e’ un’unica fonte (repubblica.it) a fornirci informazione professionale, foto degli utenti, racconti stile-rete, e perfino spot utilissimi per tutti – cosa vogliamo di piu’ ? e come ci permettiamo di criticare?
anche su questo ZV conferma di essere tutto d’un pezzo: chi lo fa e’ sicuramente in malafede – come implica la battuta finale: “il resto è malafede”.
Amen.
Aprile 12th, 2009 at 08:02
[…] occupati dell’aspetto visivo della tragedia, con foto e sperimentazioni grafiche. Tra loro Mantellini Samuele […]
Aprile 13th, 2009 at 15:28
New media, old media…
Benvenuto in internet, recita la nota di un amico su Facebook, per segnalare la beffa messa a segno da un blogger inviando al Corriere Web una foto ripresa da un terremoto che non era quello abruzzese.La reazione; del Corriere è stata quel ch…
Gennaio 17th, 2012 at 00:02
[…] e Corriere di aprire con foto a tutta pagina? Forse si tratta – e condivido il giudizio di Massimo Mantellini e Luca Sofri – della linea editoriale più innovativa nella copertura giornalistica del dramma […]