Il mio articolo su Nova di ieri.
L’ultima in ordine di tempo è la proposta di legge dell’On. Beatrice Lorenzin del PDL che vorrebbe introdurre il reato di “istigazione al ricorso a pratiche alimentari idonee a provocare l’anoressia”. La conseguenza di questa proposta potrebbe essere la chiusura di circa 300.000 siti web ad opera della Polizia Postale e condanne fino ad un anno di reclusione per chi osi discutere di anoressia in rete in maniera eticamente discutibile. Prima di questa negli ultimi mesi in Italia si sono susseguite un numero cospicuo di iniziative legislative focalizzate sulla rete Internet e sulla necessità di renderla un luogo migliore e più salubre. L’elenco è lungo e noioso e va dal Senatore Giampiero D’Alia dell’UDC che è riuscito a far approvare in Senato, all’interno di un decreto che parla di tutt’altro, un articolo di legge che consentirebbe, in certi contesti e senza troppi patemi, la chiusura di Youtube e Facebook in Italia, all’Onorevole Gabriella Carlucci che nelle ultime settimane ha presentato una proposta di legge che lei stessa definisce “antipedofilia” ma che di fatto vorrebbe azzerare l’anonimato in rete per fini di tutt’altro genere, come per esempio identificare agevolmente le violazioni al diritto d‘autore.
La superficialità di simili proposte talvolta lascia attoniti, quattro righe vagamente vergate, quasi sempre ignare (volutamente?) della complessità delle materie che vorrebbero regolare. Al di là di questo colpisce la grandissima sottovalutazione della centralità della rete nelle pratiche sociali e culturali dei cittadini, la grande capacità di soffermarsi sugli aspetti deteriori di Internet (che certo esistono ma che sono clamorosa minoranza), ignorando valori e potenzialità che ovunque altrove nel mondo sono riconosciuti. Secondo il senatore D’Alia è certamente plausibile “spegnere” Facebook per molti milioni di italiani in nome della scomparsa dei gruppi di fans di Riina (fenomeni stupidi e marginalissimi, spesso banalmente goliardici), secondo Gabriella Carlucci è normale che una proposta di legge che porta il suo cognome sia ispirata (per non dire scritta) dagli industriali dell’intrattenimento, nel caso specifico dal Presidente di Univideo Davide Rossi; secondo Luca Barbareschi, anch’egli assai desideroso di regolamentare la rete ed autore, prima occulto e poi rivelato, di un ennesimo disegno di legge contro la pirateria on line che vorrebbe trasformare i fornitori di connettività nei nuovi guardiani della rete, Internet è prima di tutto un luogo nel quale si violano gli interessi della industria multimediale, mentre tutto il resto è evidentemente assai meno importante.
La discussione, lo scoramento e la rabbia degli utenti della rete verso simili progetti di legge, difficilmente oltrepassa i blog, i siti web specializzati e i forum di rete, ma quello che è peggio è che questo “mood” negativo nei confronti di Internet non impegna solo la laboriosa elaborazione politica dei nostri rappresentanti ma è facilmente riconoscibile un po’ ovunque nella società civile. Nei confronti di Internet l’Italia si scopre un paese per una volta omogeneo e tutti, dal raffinato intellettuale all’uomo della strada, eleggono i distinguo sui rischi legati alla rete a punto centrale di ogni discussione che la riguarda.
Manca insomma quella convenzione sociale che si è creata ormai ovunque in molti paesi del mondo della imprescindibilità della rete, del grande valore legato alla condivisione e mescolamento di opinioni differenti, della pratica formidabile dell’educarsi on line al rispetto delle altrui diversità.
In assenza di questa dignità minima condivisa può succedere di tutto. E di tutto infatti è quello che sta tristemente accadendo in questo paese che ha deciso che Internet deve essere riprogrammata a misura di chi non la conosce.
Marzo 27th, 2009 at 12:22
credo tu abbia scritto il pezzo prima di questo evento:
http://tinyurl.com/cb6ggh
Ecco, chissà cosa staranno pensando i “nostri” molto fortunati legislatori. ;)
Marzo 27th, 2009 at 13:55
Sottoscrivo su tutta la linea.
La superficialità e la poca conoscenza degli argomenti trattati sarebbe motivo sufficiente a cambiare in blocco la classe politica.
Marzo 27th, 2009 at 16:03
Non è piaggeria ma… di Mantellini ce ne vorrebbero di più :-)
Marzo 27th, 2009 at 20:13
Tutta questa preoccupazione per le varie e diverse proposte di regolamentazione della rete dimentica poi di fare i conti con la produttività media del ns. Parlamento.
http://www.parlamento.it/leggi/elelenum.htm
Nel 2008 sono state promulgate 111 leggi ordinarie (buona parte sono ratifiche di Convenzioni, Accordi, ecc.)
Nei primi tre mesi del 2009 ne sono state promulgate appena 16 e nell’attuale legislatura siamo a un totale di 91 (in 11 mesi).
Per contro le proposte di legge, in termini numerici, sono almeno un ordine di grandezza sopra….