Il mio articolo su Nova di giovedi.

“Le voci circolate sulla mia morte sono francamente esagerate” ha detto scherzando Steve Jobs, citando Marc Twain nel corso del suo ultimo keynote a San Francisco. Forse un analogo ironico promemoria andrebbe appeso in giro per le redazioni tecnologiche dei quotidiani e dei mensili che da alcuni anni scrivono della prossima o appena avvenuta “fine di blog”. L’ultimo iscritto fra i sostenitori di questa tesi è Paul Boutin che dalla colonne dell’ultimo numero di Wired racconta di come lo strumento blog sia caduto in disgrazia, sostituito da Twitter ed altre interfacce di relazione sorte nel frattempo.

Un rapido sguardo alla classifiche dei blog più frequentati suggerisce a Boutin una valutazione sulla virata mainstream dei blog in generale. Un veloce volo d’uccello sullo scenario del marketing 2.0 indica all’articolista l’esistenza di concreti rischi di avvelenamento di quelle falde di integrità e passione hobbistica che per qualche anno hanno reso i blog “diversi” rispetto al panorama circostante. (continua)

Un commento a “ERA NOVO GIOVEDI’”

  1. Claudio Iacovelli dice:

    Il blog é, per ricondurre l’uso ed il significato di questo strumento di comunicazione alla mia esperienza personale, come un muro su cui affiggere poster e manifesti dove sono sviluppati i propri pensieri, talune considerazioni e qualche riflessione “ragionata”.

    Sono diverse le ragioni che invogliano i blogger a comunicare nella rete, penso che sia abbastanza arduo poter creare delle categorie in cui inserire gli uni o gli altri: lascerei il blogging libero, senza dare altri giudizi in aggiunta a quelli che, negli ultimi anni, dovrebbero aver inquadrato il fenomeno (additandolo anche, spesso, a “populismo” o fenomeno di moda).