02
Nov
Contrappunti, su Punto Informatico di domani.
Non è ben chiaro se la recente decisione del Senato francese di approvare la strategia a “tre colpi” contro la pirateria informatica possa avere un analogo sviluppo anche in altri paesi europei differenti dalla Francia, in barba alla già espressa posizione contraria del Parlamento europeo. Nell’ipotesi in cui una simile evenienza possa concretizzarsi forse è il caso di sottolinearne alcuni aspetti dubbi. (continua)
Novembre 2nd, 2008 at 11:43
io non conosco la costituzione francese, ma quella italiana si. e da noi questa cosa non si può fare. punto.
perché non è illegale il p2p, è illegale usarlo per commettere un illecito o un reato. e gli isp non hanno e non possono avere, né per legge, né in mancanza di una legge, l’autorizzazione a guardare che cosa io sto scaricando e se io ne abbia o meno il diritto. amenoché non glielo ordini un magistrato che abbia già fatto delle indagini ed accertato quantomeno la possibilità che si stia commettendo un illecito o un reato.
si tratta di un abominio giuridico, che se applicato ad altri contesti farebbe insorgere non solo la popolazione. è come se, per legge, telecom o la tim o vodafone fossero considerati responsabili del contenuto più o meno illecito delle telefonate dei propri utenti ed invitati a prendere provvedimenti. ve la immaginate la raccomandata? “si avvisa l’utente che se sarà sorpreso una altra volta ad usare una sim di wind per chiedere un riscatto, ci vedremo costretti a risolvere il contratto”. no way.
inoltre, uscendo dallo specifico, si dovrà affrontare prima o poi la questione di che cosa servono la magistratura e le forze dell’ordine. perché ultimamente pare che siano, soprattutto la guardia di finanza, corpi ad uso e consumo del privato.
il perché ci debbano essere in giro migliaia di poliziotti postali o finanzieri a rincorrere non ladri, evasori ed assassini, ma chi scarica illegalmente l’ultimo disco degli u2 o cracca il telefonino di 3 è inaccettabile. non perché 3 si meriti di essere derubata, ma perché la tutela da parte delle forze dell’ordine di ciò che è, né più né meno, rischio di impresa, non può essere una priorità .
capisco che con i rastrellamenti nei confronti di qualche ragazzino che non compera cd o con le schiacciasassi che triturano rolex falsi si finisce come seconda notizia al tg4, ma credo che la giustizia si debba occupare del pubblico prima che del privato.
Novembre 3rd, 2008 at 09:06
Attraverso quali profonde analisi dei pacchetti il mio ISP potrà stabilire il tipo di file che sto scaricando dal P2P?
Ipotizzo nessuna analisi, ovvero penso che il lavoro lo faranno – per conto dei provider – le società già specializzate nel monitorare le reti p2p con il metodo di spacciarsi per un nodo della rete. Forse concentrandosi sui nodi che effettuano il traffico maggiore, e questo i provider lo sanno..
Novembre 3rd, 2008 at 11:41
qualcuno dovrebbe spiegare a questi signori che la repressione, in questo contesto, non paga. Non funziona. Sono dieci anni che danno la caccia ai fantasmi, corrono dietro alle streghe.
Risulati? ZERO.
Questi non vogliono capire che il mondo è cambiato. I loro CD, i loro DVD, non li vuole più nessuno. E’ cambiato il mondo che cambi anche il loro modello di business. Hanno perso dieci anni rincorrendo politici e giudici, tribunali e parlamenti, carabinieri e finanzieri.
Risultati? ZERO.
Ma dico, una via diversa era possibile? Certo che era possibile. Se avessero capito quella grande occasione che è stata napster. Se l’avessero cavalcata invece che denunciarla. Se l’avessero sfruttata invece che criminalizzarla. se… se… se…
Novembre 3rd, 2008 at 12:16
Questi non vogliono capire che il mondo è cambiato. I loro CD, i loro DVD, non li vuole più nessuno.
Considerato che nelle top ten del materiale scaricato illegalmente ci sono sempre le hit e i blockbuster del momento, avrei qualche perplessità sulle affermazioni di questo tipo.
Novembre 3rd, 2008 at 12:25
forse mi sono spiegato male. Parlavo di supporto e non di contenuti. Parlavo di “cataloghi” e di offerta, non dei contenuti. Io nel corso degli anni ho acquistato di tutto. Dai 45 giri ai 33 o meglio gli LP. Dalle musicassette alle VHS, dalle stereo 8 al CD, dal vinile alla plastica. Tutti supporti ingombranti. Questi supporti hanno fatto il loro tempo e in casa non ho più spazio. Tutto quello che ho acquistato nel corso degli anni può stare benissimo in un pacchetto di sigarette. Di questo parlavo. Loro continuano a vendere plastica. Noi continuiamo a preferire i bit. Come ne usciamo?
Novembre 3rd, 2008 at 15:54
Guarda che per chi preferisce i bit (io preferisco ancora la plastica, ma è un altro discorso) ci sono anche i download digitali legali.
Novembre 3rd, 2008 at 19:56
cioè? mi stai dicendo che devo riacquistare in bit tutti i contenuti che ho già pagato su vari supporti? Non mi pare una cosa fattibile. IO, ho già dato.
Novembre 4th, 2008 at 09:07
Lunar, qualcuno ti impedisce di acquisire i tuoi supporti fisici se preferisci il bit?
Novembre 4th, 2008 at 12:23
è quello che ho fatto nel corso degli anni. Ho trasformato in bit tutto quello che avevo regolarmente acquistato su altri supporti. L’avessero fatto loro al posto mio gli avrei riconosciuto un diritto a pretendere qualcosa. Ma loro hanno fatto altre scelte. Loro sono andati per tribunali, inseguendo politici, criminalizzando degli adolescenti. Sono scelte legittime, per carità . Ma sono perdenti. Stanno alzando sempre più le “pene”. Tra qualche anno magari si arriverà alla fucilazione sul posto per chi ha scaricato l’ultimo singolo di DJ Francesco.
Che poi non sarebbe mica una pena tanto sproporzionata.