Nicola ha un bel post sulla vicenda dello SkypePhone di Tre di cui si e’ parlato molto nella blogosfera in questi giorni. Aggiungo alle sue un paio di altre considerazioni che interessano il lato strettamente mediatico. La prima riguarda i rischi legati alle relazioni sociali in rete. Apparentemente basta un grado di separazione perche’ molte delle nostre certezze sulla reputazione dei nostri contatti possano essere messe a dura prova. Io per esempio ho letto dell’esistenza del post di Francesco che tutti linkano in questi giorni da Wittgenstein. Ho pensato: se Luca dice che questo e’ “giornalismo” avra’ le sue ragioni: le sue ragioni sono spesso da me condivise o se non lo sono (capita) sono lo stesso per me interessanti e questo accade con discreta regolarita’ da molti anni. Leggo cosi’ il post in questione su un blog che non ho mai visitato prima nel quale si racconta degli inghippi contrattuali e pubblicitari dello Skypephone (con alcuni dubbi interessanti e qualche eccesso) e forse perche’ ho un po’ di esperienza in fatto di “sindrome da sdegno sui blog” (mi e’ capitato spesso di esserne vittima), passo avanti. Gli operatori telefonici del resto sono riusciti a costrursi negli anni una pessima fama e noi poveri clienti siamo disposti a credere a qualsiasi ulteriore malefatta da parte loro nei nostri confronti appena questa viene anche solo lontanamente sospettata. Capita pero’ che molte persone abbiano dato credito immediato e completo al post in questione, un credito che forse non meritava: arrivi, leggi una cosa di quel tipo su un blog che non conosci, ti infervori e lo linki. In questo modo i meccanismi sociali su cui basiamo la nostra idea di reputazione in rete vengono bypassati. Cio avviene almeno parzialmente, se non altro perche’ il medesimo post offre anche moltissimi commenti che criticano e mettono in dubbio le affermazioni contenute. Ognuno si fa una propria idea insomma (anche se secondo me il fattore determinante e’ che Tre ha accumulato negli anni una pessima fama fra la propria clientela) ma i meccanismi di propagazione in rete prescindono assai dal contesto sociale che e’ invece quello che normalmente ci rende forti.

Il secondo aspetto per me importante e’ che a margine di tutta questa questione alcuni aspetti postivi possono essere lo stesso intravisti anche nei rapporti fra azienda e clienti. Io per esempo trovo positivo che Massimo Cavazzini, che lavora per Tre, abbia un blog personale nel quale con passione ed entusiasmo difende la causa del suo datore di lavoro e poco mi interessa se magari in questa occasione i toni utilizzati non sono stati improntanti all’understatement: ce ne fossero di aziende che hanno dipendenti che provano a spiegare e a dialogare sui propri prodotti, specie se a titolo personale come in questo caso (a me il “titolo personale” di Massimo pare un valore aggiunto non trascurabile nei confronti dei prodotti di Tre). L’altro aspetto e’ che, a seguito delle ampie discussioni occorse pare, come sottolinea giustamente anche Stefano, che Tre sia intervenuta per aumentare la chiarezza sulla offerta pubblicata sul proprio sito. Il che mi sembra un altro effetto importante legato alla condivisione delle informazioni in un ambito tutto sommato piccolo come la blogosfera.

28 commenti a “PUR CHE SE NE PARLI”

  1. Luca dice:

    Non avendo un'opinione in merito, ma essendomi limitato a riportarne di altrui, volevo quindi precisare che la battuta sul giornalismo era una citazione del post linkato, e non una mia valutazione. Ciao, L.

  2. Mr Oz dice:

    Ciao Luca.

    Anche io, leggendo il tuo blog, avevo capito diversamente.

    Non avendo messo le virgolette, e avendo linkato il post di Minciotti sulla parola "vera", hai suggerito l'interpretazione che fa anche Mante.

    Sembravi proprio voler indicare un esempio di vero giornalismo.

    Oppure la tua era una sarcastica critica?

    Perché, diciamocelo, il post di Minciotti sta al giornalismo come il tapiro di striscia sta al premio Pulitzer…

  3. Roberto Dadda dice:

    Credo che Luca abbia ragiona, la parola "vero" ha una connotazione decisamente positiva e come tale è stata da molti interpretata, io per primo sono andato a leggere il post citato con l'idea che fosse qualche cosa di condiviso da Luca.

    Mantellini hai ragione, il problema della potenza del passaparola non è banale: il messaggio che è passato è una denuncia di truffa e ieri mattina c'era ancora qualcuno che scriveva post sdegnati con link ovviamente al post di denuncia e non a quello di precisazione.

    Quando la gente incontra davide e golia tende a pensare che il gigante sia sempre il cattivo ed allora veste la tunica di robin hood e comincia a lanciare frecce…

    bob

  4. Massimo Moruzzi dice:

    >Perché, diciamocelo, il post di Minciotti sta al giornalismo come il tapiro di striscia sta al premio Pulitzer…

    condivido :)

  5. massimo dice:

    pur che?

  6. .mau. dice:

    mah. Mante, mi fai venire voglia di dare ragione a ciaoFabio, e a PTWG.

    Non credo che Minciotti abbia voluto fare del giornalismo, però sicuramente qualcosa ha ottenuto, se Tre ha migliorato la chiarezza dell'offerta. Il tutto indipendentemente dal fatto che Wittgenstein l'abbia linkato o no :-)

  7. Dario Salvelli dice:

    Ma perchè tu linki solo i giornalisti nel tuo blog? Io no,anche perchè Repubblica e Corriere non lo fanno: perchè spostare il problema su un eventuale "inchiesta" che tale non è?

    E vabbè riempiamoci la bocca con parole come "citizen journalism" inutilmente. D'accordo con .mau. questo ping pong è un po inutile: oltre al fatto di "pubblicizzare" (se pur negativamente) Tre.

  8. ciro pellegrino dice:

    Ognuno poi reagisce rispetto alla sua opinione del mestiere di giornalista. Per me il giornalista è anche uno (chiunque) che va al di là  della "pietanza cotta e mangiata" messa lì sul tavolo e cerca invece di capirne gli ingredienti, la loro natura il metodo di preparazione e – soprattutto – se qualcuno ci specula, su quel piatto; per poi informare la collettività  senza secondi fini.

    Quel post lì ha fatto il suo lavoro. Non tutto oro colato al 100 % ma almeno se n'è parlato.

    Bisogna ringraziare sempre chi solleva in pubblico delle questioni (anche se occorrerebbe usare toni meno aggressivi e ascoltare SEMPRE le repliche). Su questo si basa la libera impresa, il libero giornalismo, la libera circolazione delle idee. Mo' mi rendo conto che in Italia la parola "libero" fa venire in mente solo un giornale e un portale web ma magari tutti facessero così coi colossi della telefonia, senza farsi tapparse la bocca con un cellulare in regalo…

  9. Luca Carlucci dice:

    Senza contare la giravolta del cantore della blogosfera che, a quanto pare fuminato sulla via dell'editoriale terzista in stile cartaceo, si stupisce del fatto che un blogger senza reputazione (!) possa suscitare link e clamore (ma non era anche questo il bello, e il potente, della blogosfera?).

    Apparentemente ignorando che, al di là  della reputazione, c'è un altro piccolo elemento in gioco di un certo peso: ciò che si scrive. E il post di Minciotti, pur tra eccessi scandalistici e imprecisioni (per altro ampiamente giustificate dalla pessima comunicazione tipica delle telco), di ciccia ne conteneva e non poca. Quella stessa ciccia che spesso ahimé manca in chi gode di reputazione (chissà , magari c'è margine per stabilire una sorta di legge italica dei contenuti bloggheschi, in cui reputazione da un lato e coraggio/iniziativa/interesse/pregnanza dall'altro si pongono in un rapporto inversamente proporzionale).

    Mi fa abbastanza ridere poi l'aspetto comportamentale: Mantellini va a leggere Minciotti, e che fa? Va sul sito di 3 in cerca di conferme o smentite? Si attiva per sviluppare un approfondimento per conto proprio, e caso mai arricchire, o correggere, il dibattito? No: constata che il blogger non ha reputazione, e tira oltre. Salvo poi, quando altri si son dati da fare, scrivere un editoriale in cui distribuire medagliette e rimbrotti (non si sa bene poi a che titolo). Mitico :)

    Certo è che se il watchdog delle aziende glielo facciamo fare agli attuali e cosiddetti top100, stiamo freschi :)

  10. spider dice:

    Sottoscrivo, non senza una risata, il commento di Luca Carlucci :-D

  11. massimo mantellini dice:

    "L'aspetto comportamentale" tu semplicemente Carlucci, non l'hai capito (oppure fai finta). Io ho fatto l'esatto contrario di quanto dici: sono andato a legger eun post che non mi ha convinto troppo e non l'ho linkato. Faccio sempre cosi' indipendentemente da chi sia la fonte. La reputazione e i contenuti sono due faccende collegate ma differenti. Tu scrivi qualcosa che a me pare intelligente e vedrai che la linko, anche se non ho la piu' pallida idea di chi tu sia. Ma la reputazione e' una cosa diversa.

  12. frap1964 dice:

    "In questo modo i meccanismi sociali su cui basiamo la nostra idea di reputazione in rete vengono bypassati."

    "ma i meccanismi di propagazione in rete prescindono assai dal contesto sociale che e' invece quello che normalmente ci rende forti. "

    Ecco appunto. Parliamo di questi.

    Quali sarebbero, scusa?

    La posizione in classifica su BlogBabel ?

    Il numero di convegni che si frequentano?

    Il bla-bla un colpo al cerchio ed uno alla botte?

  13. Luca Carlucci dice:

    Massimo, ho di default fiducia nei miei interlocutori, quindi probabilmente hai ragione, non ho capito (l'accenno malignetto al far finta, in compenso, te lo puoi tenere).

    Ciò detto, rileggo, e vedo da un lato non entri nel merito del post di Minciotti, e dall'altro dici che forse non meritava credito, parli a più riprese di reputazione, di meccanismi sociali che fondano la reputazione bypassati, ribadisci due volte che si tratta di un blog di uno sconosciuto etc

    Ecco, probabile non abbia capito. L'altra possibilità  è che, in questo caso, fosse abbastanza difficile capirti.

  14. massimo mantellini dice:

    si luca, forse il mio post presume troppo (su argomenti peraltro toccati un milione di volte in passato)

  15. Luca Carlucci dice:

    Ok, ho capito. Ma faute, ignorantone che non sono altro. Nel frattempo, mentro corro a recuperare il millione di tuoi post che mi renderanno perfettamente chiara la presente lettura, chiudo ricordando, così en passant, che lo sconosciuto Minciotti ha esposto, dal suo piccolo e tranquillo blog, il suo nome, il suo cognome e la sua reputazione al giudizio della blogosfera e al rischio tutt'altro che remoto di una querela.

  16. frap1964 dice:

    Mante, avrai anche toccato l'argomento della reputazione in rete e dei meccanismi collegati un milione di volte in passato, ma ti invito a fare una ricerca sul tuo blog con le parole chiave reputazione e meccanismi (in AND) e vedere cosa succede (o anche solo reputazione).

    O nemmeno tu sai cosa scrivi o è meglio che cambi la piattaforma del blog.

  17. mr oz dice:

    La seconda che hai detto, "è meglio che cambi la piattaforma del blog".

    Chi ha orecchie…

  18. Massimo Moruzzi dice:

    @Luca Carlucci: il fatto che una persona si esponga al rischio di una querela perchè scrive senza pensarci bene e senza controllare come stanno le cose non è che lo renda un eroe, non almeno ai miei occhi…

  19. Luca Carlucci dice:

    Moruzzi, di eroi hanno bisogno solo i poveri di spirito :) Era per dire che Minciotti è stato estremamente diretto e trasparente nella sua azione, e che la sua reputazione l'ha messa direttamente in gioco senza nascondersi dietro nick o altro, e questo mi sembra un ottimo comportamento per un blogger.

  20. Effe dice:

    l'argomento, in sé (quel coso telefonico, l'operatore 3 e via elencando), mi interessa men che poco.

    Mi ihteressa invece l'uso del mezzo e del linguaggio nella comunicazone.

    Il blogger-non-linkato (ma lo si potrà  nominare?) usa nel primo post toni da blog pride. Il blogger, afferma in sostanza, dice quello che pensa, senza che nessuno possa mettergli un bavaglio, senza che l'essere prezzolato (in ipotesi: il giornalista che scrive per una testata che, magari, ha interesse nella raccolta pubblicitaria di un certo inserzionista) possa costituire un freno e una diminnuzione.

    Nel secondo post, invece, il linguaggio usato fa di tutto per rientrare nella categoria del bavaglio delle briglie.

    A scrivere il primo post è stato certamente un blogger.

    A scrivere il secondo, forse un ghost writer della mala o della pubblicità .

    (spero sia chiaro: a livello di uso del mezzo e della comunicazione, poco rileva il fatto che nel primo, oppure nel secondo post, siano contenute più verità  che menzogne)

  21. frap1964 dice:

    Wittgenstein scrive:

    Se tu eri un giornalista

    Facevi un'indagine vera sui telefoni skype

    e ci fa sapere nei commenti qui che per lui era una semplice citazione del post, non avendo opinione nel merito.

    Tu Mante la leggi (la citazione) nel senso di "questo è un esempio di vero giornalismo" (se poi una telefonata bastasse per fare un'indagine vera… andiamo bene, voglio dire…).

    Io ad esempio la leggo nel senso esattamente opposto, ovvero come "se fossi stato un giornalista avresti fatto un'indagine vera invece di fare solo una telefonata, trarre delle conclusioni e scrivere 'sta roba", cioè come una bella stroncatura. Ed anche questa è una chiave di lettura plausibile.

    Detto questo, decidi di non dare troppo credito alla cosa e poi te ne esci qui con delle considerazioni il cui senso, francamente, è lampante quanto l'offerta di 3. Ovvero: forse non era il caso di dare troppo credito alla cosa… eh, se ci si infervora si bypassano i meccanismi su cui basiamo l'idea di reputazione in rete (e quali sono?). Ma "per fortuna" ciò avviene solo parzialmente, perchè c'è qualcuno che critica e mette in dubbio.

    Ognuno si fa una propria idea (basata ovviamente sulla reputazione di 3)… ma i meccanismi di propagazione in rete prescindono assai dal contesto sociale che è invece quello che normalmente ci rende forti (forti in che senso? Nel senso di avere una buona reputazione?)

    Scusa, ma cosa vuoi dire in lingua italiana?

    Devo dire che tra te, Wittgenstein e 3 c'è davvero una bella gara a non farsi capire.

  22. mr oz dice:

    Dare troppo peso all'aria è lo sport preferito della blogosfera…

  23. Luca dice:

    Io non ho capito se la questione sia l'attendibilità  di quel post sul telefono Skype, oppure la mia segnalazione. Nel dubbio, dico che io l'ho letto, mi pareva carne al fuoco, e l'ho linkato, come molte cose che non linko senza farle per forza mie (anche per incompetenza). Se il mio è parso un endorsement, mi scuso del fraintendimento: però non si capisce perché debba avere più rilievo un mio eventuale – ripeto, non c'era: salvo un apprezzamento per la curiosità  telefonica dell'autore del post – endorsement che non aggiungeve niente di niente, del contenuto assai più ricco di quel post. Luca S.

  24. frap1964 dice:

    #1 era una citazione del post linkato, e non una mia valutazione.

    #23 mi pareva carne al fuoco, e l'ho linkato, come molte cose che non linko senza farle per forza mie (anche per incompetenza)

    La gara si fa avvincente. :)

  25. Luca dice:

    Mi è evidentemente scappato un “non” che non c’entra, se ti riferisci a questo: “altre cose che linko”. Non vedo invece contraddizione tra i due commenti. L.

  26. Luca Carlucci dice:

    Sofri, dovrei tacere, visto che mi mancano ancora 999.998 post di manteblog arretrati, ma credo che Massimo ti rimproverasse questo fatto: siete amici e lui ha fiducia in te; questa fiducia ha fatto sì che, a tradimento, sotto gli augusti occhi del medesimo finisse un post che lui giudica essere l'ennesimo piagnisteo sui cattivoni dei cellulari di un blogger sconosciuto e probabilmente non degno di credito. Insomma, in quanto meccanismo del sistema di filtraggio dei contenuti (basato su reputazione e legami sociali) di Mantellini, hai fatto cilecca, e, come il cavallo omerico, hai permesso che quel post immeritevole di Minciotti bypassasse quel sistema e irrompesse all'interno della Troia mantelliniana.

    Bravi comunque Tre e Cavazzini a ripondere ai piagnistei (e ai linkaggi compulsivi dettati da pressapochismo e isteria da indignazione) tutto sommato non degni di credito.

    Alla luce di note e apparati, credo Mantellini intendesse una roba del genere. Ora torno alle sudate letture.

  27. spider dice:

    Luca a dire il vero anche io l'avevo capita come una tua valutazione, tant'è vero che ho scritto "Luca Sofri lo definisce un'indagine vera come dovrebbe fare un giornalista". Ora so che ho sbagliato.

    Però, visto che hai precisato cosa intendevi, non vedo il motivo di alcuni di insistere sull'equivoco. Non avevamo capito, capita.

  28. frap1964 dice:

    Gli pareva 'carne al fuoco', ma non era una sua valutazione: più chiaro di così. :))

    Non avevamo capito, capita.