
Il voyeurismo peloso sugli omicidi italiani, di cui parla anche Michele Serra sulla sua rubrica su repubblica oggi, viene forse – per lo meno nella sua versione televisiva a-la-BrunoVespa – da parecchio lontano (magari da certi vecchi Mixer di Minoli poi immortalati anni dopo da Corrado Guzzanti). Quello sui quotidiani e sui nuovi media ha invece radici piu’ recenti. Tanto che viene da chiedersi se sia lecito e fino a che punto, che i siti web ed i quotidiani si riforniscano di foto e video in rete che riguardano presunti omicidi o persone assassinate. Negli ultimi giorni ci sono state mostrate le foto di una ragazza inglese uccisa a Perugia prelevate dal suo profilo su Facebook. Le immagini di uno dei sospettati, immortalato sul suo blog, con tanto di travestimento da idiota e mannaia alzata, le foto private dell’amica sospettate prelevate dal suo personal space su Myspace (innocue foto di viaggi con lo zaino), i filmati di un pluriomicida diciottenne scandinavo lasciati ai posteri su Youtube. Ora a parte questo ultimo caso c’e’ da chiedersi se sia lecita la ripubblicazione altrove di contenuti personali prelevati su Internet, in differenti contesti e tempi. Perche’ non solo si rende un cattivo servizio informativo a quanti vedono la foto di uno con la mannaia in mano e pensano “allora l’ha sgozzata lui” quando magari quelle foto erano state scattate in una serata alcoolica per Halloween, ma perche’ in nome di un diritto di cronaca che avvicina solo i piu’ deboli, si avvalora l’ipotesi di una identita’ fra la presenza di contenuti in rete e la loro appartenenza al pubblico dominio o la loro incontestabile schiavitu’ al superiore diritto di cronaca. Spesso non e’ cosi’, ma si tratta per i media di una questione evidentemente trascurabile. Specie se il passo successivo e’ quello di spezzare un video di un minuto in tre parti (come ha fatto poco fa corriere.it) per mostrare a noi famelici cortigiani dell’orrore online 15 secondi di spot della nuova Mini ogni 15 secondi di testamento del semisuicidato pluriomicida finnico.
“Non so come sia farsi assassnare negli altri Paesi, ma farsi assassinare in Italia e’ il peggio che puo’ capitare. In conseguenza del fatto che la cronaca nera e’ un genere di successo, il cadavere diventa una specie di proprieta’ pubblica”
(M.Serra, oggi)
Novembre 7th, 2007 at 16:35
Stavo pensando proprio questo, proprio ora….dopo aver guardato i 3 video del ragazzo finlandese e tutte le foto dei due ragazzi di Perugia. Non credo sia giusto mostrare certe immagini così "coram populo", ma del resto la gente vuole quello (me compreso). All'intelligenza di ognuno l'inquadrarle nella giusta maniera…
Novembre 7th, 2007 at 16:39
Scusate, ma com'è che vi guardate tutta questa roba? non vi basta il testo? (aggià , io sono troppo 1.0)
Novembre 7th, 2007 at 16:56
A voler fare i filologi il blog del ragazzo accusato del delitto di Perugia non è neppure un blog…
http://www.wayn.com/waynprofile.html?member_key=7250969
Novembre 7th, 2007 at 18:11
Personalmente non ho il coraggio di guardare i video in questione o di guardare le immagini… Sento il dolore che esce da quelle immagini ed evito di farvi parte.
Non condanno chi le guarda e forse chi le pubblica non si accorge del gorgo di malessere che genera e che pesca nella "pancia" di ognuno di noi.
Grazie Mante per la riflessione e grazie anche per aver riportato la frase di Serra.
Novembre 7th, 2007 at 20:26
Sono d'accordo. Lo spot mini andava messo, per decenza, ogni 20''.
(no, è che questa neoreligione del marketing everywhere, tanto in voga nella microsfera, comincia a conquistarmi)
Novembre 7th, 2007 at 20:35
D'accordo sul fatto che il diritto di cronaca non possa giustificare qualunque cosa. Credo invece che qualunque cosa messa in rete e non criptata sia di pubblico dominio. Il che giustifica il suo utilizzo, se si tratta di un utilizzo corretto, che non stravolga il senso di ciò che viene riprodotto.
Insomma, per dirla terra terra: se non voglio correre il rischio che qualche malintenzionato (un giornale o un singolo sul suo blog) mostri al mondo intero ciò che ho fatto, basta che lo scriva su un quaderno da tenere a casa o che lo registri su un cd da conservare in studio.
Carlo Felice
Novembre 7th, 2007 at 20:59
A me sembra semplicemente che i giornali stanno prendendo le misure coi nuovi media. Però la pelosità c'è sempre stata, anche quando non c'era il web. Le foto private della ragazza trucidata giravano già all'epoca della Montesi..
Novembre 8th, 2007 at 02:48
Michele Serra ha scoperto l'acqua calda (che altro fa di solito?), la cronaca nera è un genere di successo da sempre e lo è anche per colpa nostra dato che tutti ne siamo attratti, chi più chi meno. Alzi la mano chi preferisce leggere le banalità mortali di Veltroni piuttosto che le ultime rivelazioni sul delitto di Perugia o di Garlasco.
Novembre 8th, 2007 at 03:59
Scusa Mante, se uno mette le sue foto su MySpace o Facebook e le lascia "aperte" a chiunque, in qualche modo rinuncia consapevolmente (se maggiorenne) a una parte della sua privacy. Ogni tanto mi chiedo, in caso qualcuno mi sgozzasse, se sui giornali finirà qualche mia fotina ridicola – magari una con il naso da pagliaccio fatta a Carnevale con mio figlio – e poi mi rispondo che sono cavoli miei, è colpa mia, se ho messo on line quellla foto come pubblica poi non posso lamentarmi. Ti pare?
Un caro saluto
Ps Chi lavora nei giornali fa benissimo a cercare foto sul Web, ci mancherebbe. Una volta in cronaca nera si andava a casa dei parenti del morto e si implorava a una zia l'album di famiglia, adesso non ce n'è più bisogno – e a pubblicare su carta una foto già pubblicata dall'interessato sul Web non c'è proprio nulla di male né alcuna violazione indebita, secondo me.
un caro saluto a te e ai tuoi lettori.
Novembre 8th, 2007 at 04:57
le mi foto su facebook sono solo aperte agli iscritti ma se mi ammazzassero sono certo che finirebbero cmq sui giornali. in italia si dà per scontato che un morto ormai non necessiti più di privacy. su questo sono molto d'accordo.
Novembre 8th, 2007 at 04:58
Gilioli, cercare un ritratto sul web per pubblicare la foto di un protagonista della cronaca è sicuramente lecito. Mi piacerebbe però sapere se i giornalisti resistono alla tentazione di scandagliare la rete per trovare qualche foto "più accattivante" e costruirci una teoria. In questo caso è malafede e non è più "colpa mia".
Novembre 8th, 2007 at 05:44
Pensate a quando ci sarà il primo caso di rapimento o delitto, organizzato studiando le abitudini della vittima su Twitter…
Novembre 8th, 2007 at 05:52
Mi aspettavo di trovare quasi qui un urlo contro Web,nuovi media: è sempre una questione di etica e rispetto da parte dei giornalisti ma se per una volta fanno un utilizzo massiccio delle risorse online (se aperte e condivise) non ci vedo nulla di male. Perchè in base a quel principio dei fatti che regge la loro professione non potrebbero con nuovi strumenti sminuirlo.
Insomma si parla tanto di 2.0,condivisione,di Twitter e poi si critica subito il social web quando c'è di mezzo un cadavere o quando un ragazzo utilizza YouTube per filmarsi: la cronaca nera ha sempre fatto successo,vediamo di non confonderla e portarla sul Web.
Novembre 8th, 2007 at 05:59
Elvetico e se fossero i parenti del defunto a volte a ritoccare foto per farle pubblicare dai giornali?
I giornalisti fanno il loro mestiere, anche Vespa con le 27 mila puntate su Cogne con tanto di plastico e ospiti ricoperti dal telo, la selezione deve essere fatta da chi guarda la tv.
Perchè il fatto che un attore o un calciatore per definizione non possa avere una privacy è giusto?
Novembre 8th, 2007 at 06:10
volevo stare alla larga da questo post. Premetto che detesto la cronaca nera, detesto quel gioco al massacro tra colpevolisti e innocentisti, detesto quei programmi con il bravo presentatore, la brava ggggiornalista, la brava magistrata ecc ecc. Detto questo non capisco come ci si possa lamentare dei media che vanno alla ricerca di qualcosa che è pubblico, che l'interessato ha messo in piazza. Signori, Internet è una piazza sterminata e VOI prima di mettere online, in piazza, le vostre foto, le vostre vacanze, i vostri ricordi, i vostri affetti pensateci un milione di volte. Internet e il mondo che ci circonda non è poi così bello come lo vogliamo rappresentare.
Novembre 8th, 2007 at 06:16
sulla pelosità degli italiani (giornalisti, lettori di quotidiani, metalmeccanici e professori universitari) non ci piove. il video dell'omicida + spot della mini l'hai guardato pure tu no? dato questo per scontato, credo che le contromisure debbano essere individuali. manca in molti neo-adepti del 2.0 la coscienza della pubblicità dei contenuti che rendono disponibili in rete, per leggerezza, per stupidità , per menefreghsimo, whatever, fatto sta che non ci pensano. dopo un po' alcuni imparano, cominciano a pensare che quel post potrebbe leggerlo il loro capo, il loro coniuge o la polizia e si comportano di conseguenza. alcuni non imparano e finiscono su repubblica.it con una mannaia in mano. la colpa è loro, non dei cronisti. che i cronisti italiani siano mediamente degli squallidi guardoni è un *fatto*.
Novembre 8th, 2007 at 06:54
Elvetico scrive: "Mi piacerebbe però sapere se i giornalisti resistono alla tentazione di scandagliare la rete per trovare qualche foto "più accattivante" e costruirci una teoria". Qui non sarebbe questione di internet, questo sarebbe semplicemente del pessimo giornalismo, che si può fare con o senza internet (come il bel giornalismo, per fortuna). Per il resto ribadisco quello che ho scritto nel primo commento, una decina di ore fa: "se non voglio correre il rischio che qualche malintenzionato (un giornale o un singolo sul suo blog) mostri al mondo intero ciò che ho fatto, basta che lo scriva su un quaderno da tenere a casa o che lo registri su un cd da conservare in studio".
Novembre 8th, 2007 at 07:57
Concordo con Gilioli. Attenzione: Serra cita la foto del cadavere perché questa va trattata, come dovrebbero sapere tutti i giornalisti, con discrezione nel rispetto della dignita della persona. Sulle foto Halloween chissenefrega. Se proprio hai problemi su questo, ti consiglio di eliminare le tue mutande da questo blog.
Novembre 8th, 2007 at 08:05
Il video del ragazzo è agghiacciante.
Non ne farei una colpa, come spesso fanno, ad internet. Anzi un po' più di attenzione e forse si poteva evitare la strage.
Novembre 8th, 2007 at 08:42
Credo che sia la prima volta che scrivo un commento in questo blog che apprezzo e seguo da tempo.
Scrivo solo per esprimere tutto il mio disgusto per quest'epoca di informazione che potremmo tranquillmanete definire di decadenza.
Decadenza dell'informazione. Vi sono tutte le ipotesi a supporto di tale tesi: l'abbuffata di testo, foto, video, collegamenti tra cose e persone ha dato alla testa, alla testa di tutti.
Così che il giornalismo (?) in preda a sindromi di perdita d'identità ingoia goloso l'esca dello spettacolo, dell'horror masticando l'immensa ondata mediatisca e risputando una realtà non più lineare ma plasmata da un carrozzone di artisti di serie B dediti al freak show.
Quelle foto di halloween, quelle della gita, quelle in cui l'amica della giovane assassinata posa dietro ad un mitragliatore in un museo… sono messaggi chiari ed evidenti dell'unica realtà esistente:
Il "mostro" non esiste.
Il giornalismo moderno fa schifo.
La società è tanto marcia da sentire essa stessa puzza ovunque.
Iene tra cadaveri di coscienze, anime e morale.
Simone
Novembre 8th, 2007 at 09:43
Ciao a tutti,
siamo sempre alle solite. la cronaca nera conquista i primi posti sempre e ovunque!!!
Novembre 8th, 2007 at 09:49
Vorrei rispondere a chi schifa tanto la società e l'informazione attuale con toli apocalittici e savonaroliani che noi esseri umani siamo sempre gli stessi, saranno cambiati gli strumenti ma non certo le coscienze, gli animi… e i mostri.
2000 anni fa si andava allo stadio non per vedere una partita di calcio ma per vedere altri esseri umani sgozzarsi tra loro in diretta, che ancora poco più di due secoli fa le pubbliche esecuzioni, molto cruente e molto dolorose, erano spettacoli di grande richiamo davanti ai quali venivano portate intere famiglie a solazzarsi.
Che nel periodo tra le due guerre, lo scandalismo della stampa aveva raggiunto toni al pari dei quali certa stampa di oggi potrebbe sembrare un bollettino parrocchiale.
E si potrebbe continuare a lungo.
Insomma un po' meno moralismo sui tempi non guasterebbe. In fin dei conti stiamo solo cercando di vivere nel miglior modo possibile il nostro tempo con tutti i difetti e tutti i pregi che esso comporta, compresa la moltiplicazione degli input informativi (che ha punti di forza e punti di debolezza), a ui bene o male tutti partecipiamo.
Novembre 8th, 2007 at 09:54
Forse è opportuno parlare di chi attraverso la rete urla il suo bisogno di aiuto. La recente alluvione in Messico ha reso drammatica la vita di molte famiglie privandole della casa…. nel mio blog si racconta il dramma di un blogger messicano che ha perso tutto …
http://ilparra.myblog.it
Novembre 8th, 2007 at 10:57
Ultimamente sei tu a decidere la strada
Io resto dietro di te
raccolgo i sassi rotondi in una scatola quadrata, ho un passatempo inutile
Sinceramente da un po’ si vive alla giornata
non posso dire di no
usciamo fuori dal quartiere una volta al mese solo di sabato
ma pensa che coincidenza…
Chiedi un autografo all’assassino
guarda il colpevole da vicino
e approfitta finché resta dov’é
toccagli la gamba fagli una domanda
cattiva, spietata
con il foro di entrata, senza visto di uscita
E’ stato lui, io lo so
non credo alla campana degli
innocentisti perché
anticamente ero io un centurione con la spada e non lo posso difendere
Mi ricordo quando ci fu Galileo e Giovanna D’Arco
ero presente in piazza,
provavo immenso piacere
mi sentivo bene a vedere come si muore,
sono di un’altra razza
Chiedi un autografo all’assassino
guarda il colpevole da vicino
e approfitta finche’ resta dov’é
toccagli la gamba fagli una domanda, ancora
chiedi un autografo all’assassino
chiedigli il poster e l’adesivo
e approfitta finche’ resta dov’è
toccagli la gamba
fagli una domanda
cattiva
spietata
è la mia curiosità impregnata
di pioggia televisiva
comincia un’altra partita….e non lo posso
Samuele Bersani, Cattiva
Massimo, e' pure delle tue parti.
Novembre 8th, 2007 at 11:31
mentre state a farvi le pippe mentali su quanto pelosa sia l'informazione sui morti, ecco quello che ne approfitta per farsi pubblicità , rigorosamente offtopic. la nemesi.
Novembre 8th, 2007 at 12:03
concordo pienamente
Novembre 8th, 2007 at 12:11
Ecco, poi dice perché hai mantellini tra i link. Perché è un valore aggiunto: ora ascolterò "Povera Patria" e poi guarderò il "dolore fisico, dolore fisicoooo" di Guzzanti-Minoli su Youtube.
Cmq non è solo internet: non è uscito che c'è un libro (la cui pubblicazione è stata "strategicaemente" sospesa) dal titolo "Murder in Perugia" che ha una storia del tutto simile a quel che è accaduto alla povera ragazza americana? Forse quando la verità supera l'immaginazione vien più forte la voglia di vederla in faccia per vedere com'è, questa verità più brutta degli incubi.
Novembre 8th, 2007 at 12:22
è lo spazio privato che diventa pubblico, e lo è per atto consapevole. Troppo comodo invocare la libertà di espressione quando si deve esprimere la propria opinione (magari, en passant, infamando altri) e il diritto alla privacy quando i media mainstream cannibalizzano i contenuti multimediali dei poveri utenti sfruttati.
Era piaciuta tanto la copertina del Times (mi pare) che proclamava i surfers 2.0 protagonisti del nuovo medium, mo' beccatevi il rovescio della medaglia.
Novembre 8th, 2007 at 12:35
Giusto vede… ma sto rovescio della medaglia mi sembre SMISURATO.
Davvero si comincia a vedere la punta di un iceberg… enorme :(
Simone
Novembre 9th, 2007 at 20:46
Ps: Mantellini, complimenti per aver ottenuto il tuo primo commento di spam da BEppegrillo.tv
http://www.google.it/search?hl=it&q=beppegrillo.tv%2C+concordo+pienamente&btnG=Cerca&meta=
Novembre 12th, 2007 at 18:58
Mi spiace, ma dissento. A suo tempo, avrò sentito un milione di storielle da colleghi neristi su come si sono procacciati la foto della vittima, o del suo fidanzato/marito/amante/assassino. Storie in cui il furto della foto dal comò dei parenti era il caso meno rivoltante. E come minimo, si trattava sempre di sciacallaggi nei confronti di persone, perlopiù congiunti, che avevano tutt'altro a cui pensare. Il prelevare una foto messa liberamente a disposizione di comunità formate magari da milioni di persone mi pare assai meno grave. Non che questo assolva la categoria di alcunché, magari però queste vicende possono aiutarci a utilizzare con maggior consapevolezza strumenti "social" di cui ancora spesso non cogliamo tutte le implicazioni.
Novembre 14th, 2007 at 03:22
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Novembre 14th, 2007 at 15:41
Caro Mantellini, preciso solo che corriere.it non ha spezzato un "un video di un minuto in tre parti per mostrare a noi famelici cortigiani dell'orrore online 15 secondi di spot…".
Sono tre video diversi, recuperati in rete prima che venissero rimossi da YouTube (e anche dopo grazie ad alcuni tool che si trovano facilmente rete). Lo preciso visto che la ravanata in rete per recuperare i video è toccata a me. Saluti, Paolo O.
Marzo 18th, 2008 at 02:43
Scusate, ma com'è che vi guardate tutta questa roba? non vi basta il testo? (aggià , io sono troppo 1.0) China mp4 watch