La più rivoluzionaria e gratificante invenzione degli ultimi lustri è senza dubbio la pirateria on line. In un momento in cui scarseggia il contante e abbonda l’ignoranza, accedere “da pirata” alla cultura, qualunque essa sia, è una grande possibilità , un esercizio di uguaglianza, una ridistribuzione del sapere più equa, un servizio pubblico che andrebbe incentivato.
(via akille)
Ottobre 3rd, 2005 at 17:41
Di certo a questo punto è necessario più che mai ridefinire il concetto di "cultura" visto che questi fenomeni ne svelano la definizione relativista…
Ottobre 3rd, 2005 at 17:51
Un giorno utenti e fornitori di contenuti si accorderanno finalmente sull'utilizzo di questi strumenti per lo scambio di file.
Forse per allora non ce ne fregherà più niente.
Ottobre 3rd, 2005 at 22:58
In effetti, sarebbe il caso che Zoro e tu pensaste a cosa e' la cultura.
E per carita', anche musica e film sono cultura, anzi, spesso sono opere d'arte, ma molto piu' spesso quello che si scarica in P2p e' soltanto intrattenimento. Industria dello spettacolo, direi.
Cultura on line sono i testi digitalizzati, su cui peraltro e non per caso ci sono accesi scontri in questo periodo. O i mezzi di informazione internazionali, liberamente leggibili in Internet. O, meglio ancora, persone di tutto il mondo, raggiungibili on line.
Oppure, chesso', i cataloghi bibliografici on line, materia di cui lo studente medio – e temo non solo in Italia – non sa un beato cazzo. Non ne sa un beato, pero' scarica tanta musica per il suo lettore Mp3 ed e' contento, convinto di riappropiarsi di un casino di cultura…
E Ok, tu e Zoro dategli ragione, cosi' restera' per sempre un ignorante, tagliato fuori dai circuiti dell'informazione e della cultura che possono sul serio produrre conoscenza, oltre che potere in questo mercato.
Mante, a fianco del tuo fondamentale testo "Perche' i giornalisti odiano i blog", ti consiglio di produrne e di metterne un altro: "Come i blog producono sottocultura e promuovono l'ignoranza". E puoi ripartire dalle tue vecchie tesi sul rogo dei musei e delle biblioteche in Iraq, tanto per parlare di qualcosa che gia' sai bene.
Ciao, Fabio.
Ottobre 4th, 2005 at 04:12
come invidio le persone che hanno sempre un' opinione su tutto e tutti…pronti ad illuminarci con il loro snobismo da scrivania del nonno.
ancora con ste storie dello studente medio…
bah, vado a "flasharmi" un gioco nella mia PSP…alla faccia di ciao fabio.
Ottobre 4th, 2005 at 04:58
"Come i blog producono sottocultura" . Già questo sarebbe un buon motivo per aprirne uno, cento, mille.
E produrre una, cento, mille sottoculture che rompano i coglioni a CiaoFabio.
Ottobre 4th, 2005 at 06:02
Secondo me Fabio non ha detto una cosa sbagliata. E vedete, nei due post successivi nessuno ha voluto contraddirlo o devo dire "potuto"?
Ottobre 4th, 2005 at 06:11
Peccato che CiaoFabio abbia volutamente sottaciuto la parte più interessante: com'è che la vera cultura, come i testi digitalizzati, non si riesce a portare in formato digitale, mentre l'intrattenimento sì?
Ottobre 4th, 2005 at 06:22
Se posso permettermi… mi sembra che la discussione sulla distinzione tra cultura "alta e bassa" sia leggermente vecchia come il cucco, oltre ad essere la classica discussione nella quale ognuno rimane sulla sua posizione.
Secondo me il focus del post di Zoro (che suppongo vi siate letti) era leggermente più in qua (o il là , come volete voi).
La "cultura" è stata nominata di sfuggita, si parlava di Peer 2 Peer come metodo di difesa contro una certa deriva di giornali, radio, tv, che riducono sempre più l'offerta musicale limitandola a due/tre generi ed esaltano sempre più spesso le novità discografiche cercando di venderle prima che recensirle.
Questa era il punto, secondo la mia modesta opinione.
Se poi vogliamo parlare di blog, nonblog, biblioteche, cultura… come volete voi insomma, siamo in democrazia.
Ottobre 4th, 2005 at 06:26
In effetti parlare di cultura nel caso nel grosso di quanto preso dal p2p mi sembra azzardato. Insomma, è come se si facesse un esproprio proletario di un luna park: non è molto serio affermare che lo si faccia per cultura. Però Mante sottolinua come questo non sia certo l'argomento più importante. E' insomma una situazione di nicchia, eppure esiste: alcuni usano il peer t peer per accedere a opere d'arte, musica rara, film d'autore introvabili o trovabili solo a costo di acquistare online all'estero e pagare le spese di spedizione.
Sbaglia chi dice che il peer to peer è principalemnte per appropriarsi di cultura (ma chi lo dice? Non Mante). Ma c'è anche, in minoranza, questa componente.
Ottobre 4th, 2005 at 06:26
Suppongo sia un po' superflua come precisazione, ma la faccio: ovvio che il difendersi dalle scelte imposte in ambito musicale abbia un'importanza relativa.
Ma se cominciando così si imparasse che esistono altri canali anche per l'informazione, l'espressione politica, il consumo consapevole, e via così?
Ottobre 4th, 2005 at 17:22
Mau, per i file musicali c'e' una domanda di massa, mentre per la cultura dello studio, della ricerca (o anche dell'internazionalizzazione dei contatti personali) la domanda non e' di massa, la fruizione vuole essere legale e la soluzione non passa per il P2p ma per progetti piu' organizzati.
Progetti che quando intaccano il copyright vengono contestati nella loro rivendicazione di essere legali, e che comunque restano nel loro complesso poco noti e utilizzati ancor meno.
Ma e' ancora necessario spiegare queste banalita'? E a te, poi, che sei in Rete da un decennio…
Sul P2p di massa, concordo con chi dice che e' l'esproprio del luna park. Almeno nel 99% dei casi. Di un luna park che sta imponendo prezzi ingiustificati e che per questo perdera' tutti i clienti se non si decide a proporre un nuovo modello di business, ma si tratta comunque di divertimento, in gran parte, e molto poco di cultura.
E, Achille, si scaricano proprio i soliti grandi big spinti dall'industria discografica e molto di meno i prodotti indipendenti o rari, quindi non vedo neppure la formazione di nuovi gusti o di una capacita' di consumo consapevole.
Quello che si e' formato e' il desiderio di una fruizione diversa, secondo nuovi schemi, dei soliti prodotti. E in fondo son cazzi del giostraio, se riuscira' o no a cavalcare questi nuovi desideri.
Ciao, Fabio.
Ottobre 5th, 2005 at 03:33
Fabio, tu lo sai bene che non hai risposto. "la fruizione vuole essere legale e la soluzione non passa per il P2p" non significa nulla perché sono due frasi completamente scorrelate tra loro, a meno che tu intenda dire che il P2P è intrinsecamente illegale…
Ottobre 5th, 2005 at 04:28
Tipica pedanteria un po' stupida da torinese…
Mau, e' un elenco di punti. Impara a leggere cogliendo i contenuti, non sempre le analisi grammaticali o logiche ti portano al significato di una frase. E non ho tempo ne' voglia di riscrivere, se non capisci il problema e' tuo.
Comunque, si', il P2p oggi viene usato al 99% in modo illegale.
Ciao, Fabio.
Ottobre 5th, 2005 at 04:35
vedo che continui a non rispondere… (e comunque se vuoi che parli di tutti i punti, potrei ritornare a dire "se i progetti esistenti non sono conosciuti, le possibilità sono due: o li si fa conoscere, o si parte da qualcosa di conosciuto – come il P2P – e ci si lavora su". Come vedi, non è che la cosa cambi molto)
Ma d'altra parte sei molto più esperto di me nelle pontificazioni.
Ottobre 5th, 2005 at 15:09
mau, sono molto piu' esperto di te di digitalizzazioni e di risorse on line.
Ciao, Fabio.
Ottobre 5th, 2005 at 15:58
Fabio, è ovvio che tu sia più esperto di me.
àˆ anche ovvio che tu continui a non rispondere alla mia domanda.
Vabbè, non si può avere tutto dalla vita, lo so.
Ottobre 5th, 2005 at 23:09
Mau, e' ovvio che per scritto sei un po' duro di comprendonio, su queste cose, e che io non posso mettermi qui a scrivere un manuale per te.
Facciamo cosi': telefonami. Giovedi' sono fuori, venerdi' nel primo pomeriggio o di sera, anche tardi, mi trovi. Forse per telefono ce la faccio e non ci mettiamo un secolo.
Ciao, Fabio.
Ottobre 6th, 2005 at 03:36
Fabio, ti ringrazio per la gentile offerta ma ero convinto che tu fossi interessato a spiegarlo a tutti, e non solo a me…
lasciamo perdere, inutile farti sprecare tempo.