Update: Vittorio Zambardino, che pur essendo un “professionista dei media” viene colto da un incontrollabile e misterioso prurito ogni qual volta trova motivo per dare addosso al sottoscritto, scrive sul suo blog che questi dati di Alexa sono inaffidabili e che la distanza (che io sospettavo) fra repubblica e corriere e’ invece considerevole. Prendo atto, anche se e’ bene sottolineare che Zamba non e’ certo un osservatore esterno. Io da parte mio rivendico il diritto di “giochicchiare” come mi pare: questo e’ un blog personale e non il NYT. Dopo aver faticosamente appreso l’importanza del “link”, credo che l’irascibile Vittorio potra’ nelle prossime settimane dedicarsi con impegno anche allo studio dell’aggettivo “personale”.
07
Set
Visto che in questi giorni sembra molto di moda ho giochicchiato un po’ anch’io con le statistiche di Alexa. Mi colpisce il fatto che i due siti informativi piu’ importanti del nostro paese (repubblica.it e corriere.it) abbiano piu’ o meno gli stessi numeri. Per qualche ragione avrei immaginato che repubblica avesse molti piu’ accessi.
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Settembre 7th, 2005 at 11:16
sottovaluti che, anche se poco aggiornato, dal sito del corriere si può leggere gratuitamente il quotidiano.
Settembre 7th, 2005 at 11:44
Anch'io pensavo che rep. fosse più vista del corriere.
Però poi ho pensato: in una giornata media vado n volte a visitare il sito della repubblica…ed altrettante volte su quello del corriere.
Forse che i visitatori sono gli stessi che si passano i siti in rassegna?
Settembre 7th, 2005 at 12:41
maggio 2005, nielsen:
repubblica.it – 2,075,000 UV
corriere.it – 1,774,000 UV
beppegrillo.it – 437,000 UV
per natale il gap sarà minore.
fra i due e Grillo, intendo…
Settembre 7th, 2005 at 13:22
mannaggia a me e a quando credo alle cose campate per aria. Ma questi dati sono FALSI.
Controllando su audiweb il rapporto rep/corriere è quasi 2 a 1
e meno male che ho letto qui
Settembre 7th, 2005 at 14:10
Non ti avranno ancora perdonato Perché i giornalisti odiano i blog.
Settembre 7th, 2005 at 14:57
Be', ma se giocherelli soltanto, non metterti a litigare con i grown up boys. E scrive bene Zambardino: non sei uno specialista dei media. Anzi, neppure di Internet. Fattene una ragione e continua a giocherellare.
Ciao, Fabio.
Settembre 7th, 2005 at 15:11
Mi dispiace, ma questa volta Zambardino ha ragione, mi sono occupato per molti anni di pianificazione media e Alexa non è una fonte attendibile.
E' più che legittimo giochicchiare con i numeri o dire qualsiasi cosa in un blog personale, ma se le affermazioni non sono corrette, si rischia di essere corretti,
d'altronde non è acidia, gli investimenti on line dipendono in buona parte dalle informazioni relative al traffico.
Comunque non si tratta di un peccato capitale, ma la correzione di Zambardino era doverosa per chiarezza nei confronti di tutto il comparto della pubblicità on line. Ho letto attentamente il post di Zambardino è sinceramente mi sembra pacato, se anche ci sono stati dei motivi di dissidio precedente che io non conosco, dal post sul blog di Repubblica non traspare.
Settembre 7th, 2005 at 16:37
Caro Massimo,
non devi risentirti per quanto ho scritto. Sono intervenuto proprio perché ti ritengo tra coloro che hanno la capacità di avviare quei turbini di "word of mouth" che poi creano certezze difficile da scalzare.
E se, come dice Goetz, queste certezze vanno a crearsi fra quelli che fanno gli investimenti, il mio stipendio viene messo a serio rischio (No, non sono una fonte terza, pensavo fosse chiaro, ogni parola che scrivo è impregnata degli interessi professionali e aziendali che mi muovono: è male?). Dunque: sono intervenuto perché valuto il tuo blog, non come personale ma a suo modo e nel suo ambiente mediatico, autorevole.
Infine, il merito: conosco la questione di cui ti sei occupato oggi come le mie tasche. Me ne sono occupato ogni giorno per anni e anche ora la seguom per professione. Ecco perché ho scritto a occhi chiusi. I dati audiweb sono sul mio desktop e ci faccio elaborazioni ogni mese.
Sulla questione "professionale" ribadisco la mia posizione: liberi tutti di pensare che un blog sostituità il giornale o addirittura la tv. A me sembra – anche grazie ad altri dati che ho in mano – una scemenza e lo dico ogni giorno, perché mi pare importante, e divertente allo stesso tempo, fare quella che una volta si chiamava "la battaglia delle idee". E poi questo è esattamente il mio lavoro.
Riconosco di aver messo un po' di veleno nella coda del mio intervento, ma come dici tu, io sono irascibile. Verissimo. Aggiungo anche che perdono con fatica, per non essere cattolico e per cattivo carattere ma sono un avversario leale, non colpisco mai alle spalle.
Un saluto
Vittorio Zambardino
Settembre 7th, 2005 at 16:51
io continuo a credere (lo so che è un argomento impopolare) che i dati sugli accessi hanno senso per repubblica e corriere e nessun senso per Grillo. Un blog non è un quotidiano.
E se avessero senso per Grillo, ci sarebbe una autorevolezza tutta da costruire sulla base, per esempio, della credbilità , della capacità di analisi, ecc. ecc.
io (parere personale di individuo che si confronta su un blog) continuerei ad informarmi su corriere e repubblica e a gironzolare di tanto in tanto da Grillo per interesse antropologico sui suoi modi (e metodi) un po' da predicatore, un po' da strillone, e un po' da Maurizio Mosca. :)
Precisazione doverosa: Alcune battaglie di grillo le ritengo giuste, ma per carattere, tradizione interpretativa (solo una tra le tante possibili, non la migliore) e aspirazioni per un mondo migliore, i suoi modi, i suoi argomenti e la sua visione del mondo non è la mia. :)
Settembre 7th, 2005 at 16:54
errata corrige: non sono *i miei* :)
Settembre 7th, 2005 at 17:00
io vittorio non mi risento (ho metitieri appollaiato nei commenti da anni, figurati) noto solo una certa tua fissazione nei miei confronti.
Settembre 7th, 2005 at 17:15
Un dato in più
secondo netcraft il ranking di repubblica è 359, quello del corriere 696, quello di beppegrillo 2846. Visto la differenza di forze messe in gioco, cosa vogliono dire questi dati? Quelli del corriere e di repubblica hanno qualcosa da imarare da Grillo?
Settembre 7th, 2005 at 22:48
Mante, Zambardino ti dice che sei autorevole – affermazione che non condivido per nulla – e tu gli replichi "sei un fissato"? Ma mai contento sei…
Piu' in generale, l'ho gia' scritto piu' volte, anche qui, ma repetita sia mai che prima o poi iuvant: e' il solito gioco del "rialto", molto comune tra diversi bloggher nostrani.
Quando tu becchi un errore altrui o comunque pensi di averci azzeccato, strombazzi di fare informazione e sostieni che i blog sono il futuro dei media; quando invece scrivi tu delle tavanate, allora e' "rialto", scusate ma non vale, il mio e' solo un blog personale, non un'autorevole testata, e in questi frangenti tutti voi bloggher rivendicate il diritto di scrivere fuffa e di essere esenti da ogni critica.
Eh, troppo comoda, questa schizofrenia, altro che le fissazioni che attribuisci agli altri…
Btw, non sono "appollaiato" nei tuoi commenti. Ci sto comodamente seduto, quando mi fa piu' comodo.
;-)
Ciao, Fabio.
Settembre 7th, 2005 at 23:09
Gigi', un livello di autorevolezza di Grillo, alto o basso che sia, secondo i gusti e le valutazioni di ciascuno, esiste gia', da parecchio tempo, dato che si tratta di un personaggio pubblico molto noto, passato in televisione per anni e ora impegnato nei teatri e spesso oggetto di articoli, anche sui media mainstream.
L'autorevolezza di Grillo non deve essere costruita in Rete e non ha nulla a che fare con i meccanismi generalmente descritti per i blog e basati su una reputazione fatta per lo piu' a colpi di link.
Da un certo punto di vista, Grillo e' come un marchio commerciale o come una grande testata giornalistica, conosciuto e riconoscibile. Chi lo ascolta o lo legge, sa cosa compera.
Il fatto che ora abbia anche un blog non cambia affatto la situazione. E non mi stuperei neppure se avesse sul serio una popolarita' in Rete superiore a quella di molti quotidiani on line.
E se Benigni facesse un blog? Quanti accessi farebbe? E per quali meccanismi di popolarita', riconoscibilita' e affidabilita', secondo te? Grazie a una reputazione faticosamente conquistata nella blogosfera, al rapporto con gli altri bloggher, ai blogroll, alla capacita' di interagire nelle migliaia di commenti che di certo avrebbe?
Ma via, siamo seri… a teorizzare troppo in astratto su queste cose, come tendi a fare tu, altro che non vedere piu' le foreste, tu ti incanti su un ago di pino con sopra un mantegeometride.
Ciao, Fabio.
Settembre 8th, 2005 at 02:04
Fabio, in astratto dici?
Io parlavo di autorevolezza come informatore/commentatore (paragonabile a ciò che trovo sul corriere o su repubblica) per "me come individuo che può scegliere" (e che sceglie come dichiarato in basso). La somma di queste scelte individuali darà il risultato.
E comunque, anche fuori dalle mie scelte personali, rimane non paragonabile un opinionista singolo (che si legge e si confronta con tanti altri) con un quotidiano che ti offre una copertura delle notizie diversa e una professionalità chiara nel fornirtele. Non credi?
Settembre 8th, 2005 at 03:26
Fabio, su una cosa ti sbagli. L'autorevolezza di un blogger non è assoluta, ma relativa. Io non leggo un blog per avere informazioni e commenti sulla politica o business internazionali, vado sul sito di Le Monde, Financial, New York Times, ecc.
Ma sui blog trovo una serie di riferimenti di fiducia su argomenti di mio interesse e su cui ad esempio sono meno competente, sui diversi blog trovo non solo commenti, notizie aggiornate, ma anche un blog roll che mi rimanda ad altre fonti.
Smettiamola di dipingere un mondo a compartimenti stagni, trovo una idiozia dire che i blog sostituiscono l'informazione tradizionale, ma vi si affiancono, la pungolano e fanno tante altre cose.
Sono anni che ho smesso di pensare che la rete è al centro del mondo. Snob lo sono stato anche io, ma è durato pochissimo, poi mi sono subito svegliato dal sogno.
Settembre 8th, 2005 at 03:28
Fabio ti prevengo, la critica che ti riguarda riguarda solo la prima parte del mio post.
Sulla seconda no, perché so che riflette anche il tuo pensiero, pertanto non mi attaccare selvaggiamente :)
Settembre 8th, 2005 at 03:57
"attaccare selvaggiamente", nel caso di Fabio, è una tautologia :P
(scherzo, ma mica tanto) :)
Settembre 8th, 2005 at 04:04
Io non capisco come Metitieri possa definire "non autorevole" qualcosa che legge (e commenta) così avidamente ogni giorno.
Metitieri, chiedo lumi.
Settembre 8th, 2005 at 09:33
Gigi', hai scantonato. Io rispondevo a questo tuo periodo:
"E se avessero senso per Grillo, ci sarebbe una autorevolezza tutta da costruire sulla base, per esempio, della credbilità , della capacità di analisi, ecc. ecc."
E, riprendendo dalle tue tesi su come funziona l'autorevolezza tra i blog – come ha appena ripetuto anche Goetz – ho scritto che questi modelli, se gia' mi perplimono per bloggher ignoti e qualsiasi, per i blog di personaggi gia' ben noti non hanno proprio senso.
Balocco, per me i post di Mante non sono informazione o commenti editoriali, e in effetti non mi preoccupo neppure di valutarne l'attendibilita'. Per me sono solo pretesti, per poi discutere tra i commenti, come su una mailing list.
Ue', ma chi mai attacco selvaggiamente, io? Anni fa, forse, ero un po' irruente, on line, ma adesso sono uno zuccherino.
;-)
Ciao, Fabio.
Settembre 8th, 2005 at 12:52
"Selvagge aggressioni" :-)
Fabio: potrei fare racconti di fuoco sulle tue intemperanze agoriane, direi attorno ai 10-11 anni fa….
Credo che da qualche parte il vecchio Sandrucci abbia perfino conservato i testi delle diverse "conferenze", nelle quali manganellavi senza sosta.
Ora, come una stella in declino, ti sei trasformato da Flamer in Troll, ma l'archetipo mi sembra quello
:-)
Settembre 8th, 2005 at 13:30
Stavolta sono d'accorto con Fabio, il paragone tra un blog è un sito di informazione è spesso improprio, perché molto spesso afferiscono a "tempi di fruizione diversi", spiego meglio il concetto che ho cercato di esprimere prima.
Repubblica appartiene alla sfera del mio tempo produttivo, cerco l'informazione, il blog dell'incontrista, afferisce alla mia sfera del tempo libero, perché mi diverto un sacco a leggere le avventure di un single su un servizio di incontri, mentre il blog di Mantellini afferisce alla dimensione del mio tempo sociale. Mi diverto, mi confronto e vedo cosa succede nelle dinamiche relazionali. Per favore non mescoliamo le carte, perché le polemiche passate sul mondo dei blog erano del tutto irrilevanti come ho cercato di dire.
Esistono dei blog, scritti male, con contenuti non straordinari che continuo a frequentare per motivazioni diverse.
Vogliamo fare un po' di chiarezza. Credo nella coesistenza tra blog e mondo dell'informazione tanto che lo sapete tutto questi due mondi si stanno perfettamente integrando in certi casi.
Vorrei quindi archiviare il tema autorevolezza. Si è autorevole in funzione della definizione data dai propri pubblici.
Almeno questo accade in rete. Se non passiamo oltre il nostro dibattito rimarrà fermo ancorato a presupposti completamente errati. Non si possono confrontare le mele con le zucchine.
Settembre 8th, 2005 at 13:39
Zetavu', non sono mai stato in Agora' e non ho mai sentito nominare Sandrucci.
Informati, prima di parlare a vanvera.
E non ho mai fatto trolling, ne' in passato ne' ora, ma solo e sempre flaming. E se non sai distinguere le due cose, studia.
Ciao, Fabio.
Settembre 8th, 2005 at 14:02
Goetz:
"Si è autorevole in funzione della definizione data dai propri pubblici".
Non concordo. La valutazione delle fonti non e' soggettivita'. Per i documenti, leggiti questo libro, sempre interessante, mentre per le risorse on line c'e' lamia insostituibile opera, che e' pure on line aggratis.
Per i blog come fonti di informazione, leggiti Dan Gillmor, o le interviste che avevo fatto a Joi Ito e a Gigi' (che purtroppo non e' on line), o ancora il saggio del Gigi' medesimo.
Poi, dopo che avrai letto qualcosa, se vuoi ne parliamo un po' piu' seriamente…
Ciao, Fabio.
Settembre 8th, 2005 at 14:20
Caro Fabio,
la comunicazione interattiva è il mio lavoro da oltre dieci anni, non intendo qui sciorinare l'elenco dei libri che ho letto e degli articoli che ho scritto. Non sono d'accordo con te proprio per le ragioni che adducevo prima. L'autorevolezza di una testata giornalistica e quella di un blogger afferiscono a dimensioni diverse ecco perché la tua analisi è completamente errata, perché lo sono i presupposti. I livelli di autorevolezza possono essere assoluti in taluni casi e relativi in altri.
Quello che voglio dire è che il blog non è una categoria, ecco perché in funzione della natura del processo di fruizione/frequentazione il concetto di autorevolezza può assumere dimensioni diverse. Se ti piace su questo principio sto organizzando due corsi di laurea.
Settembre 8th, 2005 at 14:31
Poveri studenti, allora…
;-)
Ciao, Fabio.
Settembre 8th, 2005 at 14:33
Fabio,
questo è il tuo problema, per te un sito di informazione come Repubblica e un blog come Manteblog sarebbero sullo stesso piano e per questo tu attribuisci a entrambi gli stessi criteri di valutazione, questo è profondamente errato. Lo stesso errore si tende a compiere sulla televisione digitale quando si cerca di comparare un palinsesto di una televisione ad esempio free to air, con i nuovi progetti di televisione con contenuti generati dagli utenti come nel caso degli ultimi progetti di Channel 4 e BBC e la neotv di Al Gore negli Stati Uniti.
Sulla differenziazione dei tempi di fruizione sta lavorando Michele Mezza che oltre ad insegnare all'Università di Perugia è vice direttore delle scelte strategiche di Rai e proprio su questo insieme abbiamo organizzato a giugno un convegno internazionale con un titolo volutamente provocatorio dal titolo "Le televisioni digitali". Tornando al blog, uno dei criteri di valutazione puà essere non la qualità dei contenuti, ma delle dinamiche relazionali provocate. Ecco perché utilizzare i testi che hai proposto tu in certi contesti è completamente fuorviante il blog non è un documento e non è un contenuto o non è un insieme di contenuti o testi o almeno non solo.
Se vogliamo discutere cerchiamo almeno di partire da premesse identiche altrimenti non ci si intende.
Settembre 8th, 2005 at 14:38
o scritto senza rileggere, mi scuso. Spero che il pensiero sia lo stesso sufficientemente chiaro.
Settembre 8th, 2005 at 14:39
Scusate proprio, ma stasera su questo pc ho davvero problemi con la tastiera.
Settembre 8th, 2005 at 14:53
Goetz, sai leggere?
Ho proposto tre livelli di analisi, con relativi suggerimenti di lettura, minimi ma pertinenti al discorso che stiamo facendo.
1) documenti tradizionali
2) risorse on line
3) blog
Tu, piuttosto, che sei cosi' "autorevole", che bibliografia suggerisci, per tutit e tre gli aspetti?
Quanto a Mezza… uno che da anni presenta la tv digitale come la rivoluzione che scalzera' mediaset… ba'… e quando gli chiedi perche', piuttosto che rispondere ti fa sbattere fuori dalla "sua" lista di discussione. Bella gente, con cui lavori. Grandi esperti di comunicazione interattiva, senza dubbio. Come te, del resto.
;-)
Ciao, Fabio.
Settembre 8th, 2005 at 15:00
Ho letto l'intervista di Ito che mi sembra che dica le stesse cose che sostengo io, solo che vorrei sentirne l'originale temo che la tua traduzione possa creare confusioni.
Ito parla di due livelli di autorevolezza. Sono d'accordo, il primo è quello che indichi tu, relativo alla valutazione delle fonti, su cui non voglio dilungarmi. Il secondo invece è legato alla credibilità che si basa sulle dinamiche del trust, che sto proprio studiando con l'Università Cattolica. A tale proposito ti invito io a leggere due testi fondamentali evitando Fukuyama le cui tesi sono controverse. I due testi sono Trust di Kieron O' Hara e Credibility di Kouzes e Posner che affrontano il tema credibilità in senso molto ampio. Se poi mi scrivi in privato posso farti avere una bibliografia di oltre 200 articoli catalogati relativi alla costruzione di credibilità on line, nelle communities e in altri contesti. Ti invito poi a leggere i diversi testi del Journal of Computer Mediated Communication che ha ripetutamente affrontato il tema delle dinamiche del trust in rete soprattutto in ambito delle communities tra cui cito
ICT Enabled Virtual Collaboration through Trust, http://jcmc.indiana.edu/vol7/issue3/boyd.htmlù
Settembre 8th, 2005 at 15:07
Fabio spiega a me e a tutti quelli che mi hanno preceduto nella domanda, come mai continui a frequentare ambiti che a parere tuo sono così inferiori a te, è autolesionismo o cosa. Mantellini una volta ha scritto, che lui certo traffico non lo vuole. Se certe frequentazioni ti vanno strette evitale, per il resto è assolutamente improprio continuare in questa discussione sui commenti di questo sito, questo non vuol dire che mi tiri indietro. Certo che non lascio che la mia professionalità venga discussa con quattro battute scambiate. E non mi interessa affrontare la tua, questo è un problema tra te e chi ti da mangiare.
Non sono alla ricerca di visibilità .
Settembre 8th, 2005 at 16:39
Goetz, ma proprio non leggi tu, eh?
Sul perche' frequento questi commenti – domanda tra l'altro a cui ho risposto gia' ennemila volte, perche' qui c'e' sempre qualcuno che non si fa gli affari suoi e me lo chiede – guarda il commento 20, penultimo capoverso, appena scritto. E a parte il fatto che sono affari miei, quali ambienti on line frequento e perche', ne ho po' siffatte ciuffole, di ripetere sempre le stesse cose.
Sull'intervista a Joi Ito, e' ovvio che io non traviso mai nulla, ne' con la traduzione ne' in altro modo, anche perche' esistono delle agenzie di Pr che poi leggono quanto pubblicato e in caso di errori protesterebbero. E questo come esperto di comunicazione forse avresti dovuto saperlo.
L'intervista e' chiara, anche se mi pare che tu abbia fatto un po' di confusione: il primo dei due meccanismi – di cui parlano anche Dan Gillmor e Granieri, e di certo non sono io a sostenerlo – si applica ai blog; il secondo agli ambienti Wiki-like, e mi pare che si tratti di meccanismi di rilettura, verifica e correzione che c'entrano poco o nulla con il trust.
Mandami pure la tua bibliografia via email, gli do un'occhiata volentieri, grazie.
E Ok, smettiamo qui, che senno' ti viene un coccolone, a vedere che "la tua professionalita' viene discussa", e dopo "dieci anni che lavori sulla comunicazione interattiva".
Certo, pero', che propugni i meccanismi di autorevolezza in funzione del proprio pubblico, o anche di autorevolezza relativa, ma quando chi ti legge ti chiede precisazioni prima ti agiti e poi scappi via… Quanto alla mia, di professionalita', e' discutibilissima da parte di chiunque: il mio civvi' e' on line da anni, e da brava "stella in declino", come mi definisce affettuosamente Zetavu' dopo avermi confuso con un altro, accetto critiche.
;-)
Ciao, Fabio.
Settembre 9th, 2005 at 00:52
Goetz, l'ho letta, la pizza di articolo di Boyd che hai citato come esempio di letteratura fffondamentale sul trust.
Ora, a parte il fatto che quando leggo questi lavori accademici poi apprezzo molto e sempre di piu' gli articolacci dei media kattivi, che saranno anche un po' stringati e semplificati, ma almeno non allungano il brodo e non menano il can per l'aia, ma ti dicono subito il succo in poche righe e sono di solito anche scritti almeno decentemente e in tutta scorrevolezza,
having said that, mi pare che i meccanismi di e-bay esaminati da Boyd c'entrino come i cavoli a merenda, con i blog, per non dire un beato cazzo.
Su e-bay contera' anche il comunitarismo, ma l'essenziale – e lo dice anche Boyd – e' la sicurezza… argomento su cui tra l'altro ho intervistato da poco il suo sistema di pagamento, Paypal.
Se posso molto umilmente darti un consiglio, senza turbarti, tieni presente che forse tu hai un'impostazione troppo da markettaro, anche su fenomeni che markettari non sono.
Anyway, aspetto il resto della tua preziosissima bibliografia, poi ti dico.
Ciao, Fabio.
Settembre 9th, 2005 at 02:25
Fabio,
spero che tu non sia un troll come dicono.
Ripeto per l'ultima volta il mio pensiero e ti invito a leggere un articolo che spero ti risulti chiaro cerca di inserirlo nel corretto contesto.
Non puoi valutare alcuni blog come artefatti digitali perché spesso appartengono a categorie differenti in cui è rilevante la dimensione dell'interazione sociale. Paradossalemte posso dire che la comunicazione su certi blog è più simile a quella che avviene nelle chat in cui non più importante la dimenssione connettiva.
Spero che questo articolo ti chiarisca le idee altrimenti non voglio rubare ulteriore spazio al tenutario di questo blog
http://blog.lib.umn.edu/blogosphere/blogging_as_social_action.html
Saluti
Maurizio
P.S io sono un uomo di marketing che si occupa di comunicazione, cosa dovrei dire di te un agrario che ha lavorato nel software? Se andiamo in quella direzione vuol dire che ti mancano gli argomenti. Non sono interessato comuqne a questa polemica. Questo è l'ultimo messaggio.
Se ti interessa la discussione troviamo sedi più opportune.
Settembre 9th, 2005 at 02:31
Questo è il passaggio che mi interessa sottolineare
"Because the personal form of the blog is what seems to both motivate and satisfy the readers and writers of blogs and thus to have particular evolutionary survival value, we suspect that the generic exigence that motivates bloggers is related less to the need for information than to the self and the relations between selves. Understanding exigence as an “objectified social need” that functions as rhetorical motive (Miller, 1984, p. 157), then, we must characterize the generic exigence of the blog as some widely shared, recurrent need for cultivation and validation of the self; furthermore, in these particular times, we must locate that need at the intersection of the private and public realms, where questions about identity are most troubled."
Mi sembra molto chiaro.
Saluti
Maurizio
Settembre 9th, 2005 at 04:05
Metitie', certo che quando te rode, te rode. Ho confuso sì, perchè sono un po' rincoglionito, la tua partecipazione ad Agora' che certo non hai fatto, con quella ad una lista. Mi pare di ricordare – e non scattare come un orologio a cucu' se mi sbaglio ancora – che fosse Media-L. Ci scrivevano una serie di maestrine dalla penna rossa che tu bastonavi senza pieta', con mio godimento inenso e prolungato. Non sei in declino, lo riconosco, il povero Goetz lo stan curando per ecchimosi, e credo che dovrebbe farti causa per danno biologico. Ma considera la possibilita' che tu faccia parte di un profilo psicologico, un tipo junghiano legato a una freudiana coazione a ripetere (e non farmi il torto di costringermi a scrivere che scherzo). A me una votla mi han detto che appartenevo al tipo del Vecchio Sporcaccione. Per te siamo nell'ambito della Penna Fiammeggiante. E 'nnamo, rilassate, che la vita e' breve, sei un cacacazzi per carattere, riconoscilo e morta lì. Per usare una categoria familiare a Goetz, sei un ballardiniano, sempre in bilico tra invettiva e bibliografia.
Settembre 9th, 2005 at 04:41
Cavolo Vittorio, sono anni che non vedo più Ballardini, dai tempi gloriosi di Interacta.
Settembre 9th, 2005 at 04:45
non sarà stata LISA, la lista dove CiaoFabio imperversava? (sì, non era solo quella, lo so)
Settembre 9th, 2005 at 04:59
Zetavu', non mi rode quasi mai nulla, in realta', non on line, altrimenti a fare flame con tanta assiduita' mi sarebbe gia' scoppiato il fegato anni fa, ma se provochi, mi dai del troll – cosa che fanno in molti, e che mi urta – e per di piu' in declino, e oltretutto ridacchi su mail in Agora' che non ho mai scritto, poi non stupirti se ti mando a stendere…
Da Media-L mi hanno sbattuto fuori quasi subito, se ben ricordo: era territorio strettamente filo-cintinv e io, quando avevo inziato a scriverci, da citinv ero gia' stato processato, espulso e dichiarato nemico pubblico numero uno, nonche' distruttore di liste, paria, ammorbato e intoccabile. Quindi non credo di avere avuto il tempo di bastonare molti maestrini, li' sopra, e probabilmente ti confondi ancora.
Anyway, non importa, tanto anche le mie reminiscenze non sono piu' precise, su episodi cosi' vecchi, e non ho voglia di andare a cercarmi i back up degli archivi dell'epoca, ammesso che io riesca a ricordarmi su quali floppy li avevo messi.
Se quello che volevi dire era soltanto che on line sono un rompipalle, ok, posso anche concordare. Rompipalle ma flamer, pero'….
;-)
Ciao, Fabio.
Settembre 9th, 2005 at 05:21
LISA. Era Lisa, grazie grazie. E c'era una che si chiamava "Mafe" o una cosa del genere, una che, quando io scrissi che leggevo la lista in modo "digest" (avevo mica tempo da buttare), mi rispose: sapevo che non avevi il coraggio di affrontarci direttamente.
Or something like that.
Grande. No Flamer here. Ok, grande. Bacia tutti. torno a travagghiare.
Settembre 9th, 2005 at 05:42
Però Vittorio devi ammettere quella di Ballardini era un'altra stoffa.
Un giorno dovremmo aprire i nostri archivi della memoria sul digitale in Italia, sarebbe divertente non credi?
Settembre 9th, 2005 at 05:45
Vittorio, vogliamo parlare anche di chi oggi pontifica di comunicazione digitale e un tempo mi voleva mandare i "bunner" per fax?
Altro che ecchimosi, se si apre il vaso di Pandora, se ne vedono delle belle.
Settembre 9th, 2005 at 06:02
Ok, Goetz, ho ben capito la tua posizione, e' inutile che me la ripeti.
Secondo te i blog non sottostanno ad alcun meccanismo o problema di validazione, perche' sono un'interazione sociale. Io non concordo, e diversi autori il problema dei meccanismi di validazione – o di reputazione, o di autorevolezza, o chiametelo come piu' vi aggrada – per i blog se lo sono posto e continuano a porselo, con soluzioni che io trovo poco efficaci.
E personalmente, pur non essendo io un sostenitore della "rivoluzione blog", anzi, per nulla, mi pare molto riduttivo oltre che profondamente errato paragonare i blog alla comunicazione via chat, come fai tu. Ti risuggerisco di leggerti almeno Gillmor, che forse e' piu' chiaro ed efficace delle lenzuolate che leggi tu, e di certo meno pizzoso.
Ah, e su un fitopatologo che ha fatto per 10 anni l'informatico e che adesso, da 9 anni, fa il giornalista di Ict puoi dire tutto quello che ti pare, io non mi sconvolgo di certo… Anche perche' io non esamino la comunicazione in Rete come se fosse un problema di coltivazione…
;-)
Ciao, Fabio.
Settembre 9th, 2005 at 07:36
Fabio, hai travisato il mio pensiero. Intanto i blog non sono omogenei, non fanno parte di una unica categoria. Non mi interessa partire dal blog, ma dai meccanismi della loro fruizione. Essi possono di volta in volta afferire al proprio tempo produttivo, tempo libero o tempo sociale. Quindi non è assolutamente possibile fare un discorso che sia omogeno per tutte le categorie di blog in cui di volta in volta predominano istanze differenti. In alcuni casi hai ragione tu, in altri no.