L’aspetto affascinante della storiella di Piano Man e’ che, dopo centinaia di articoli sognanti sulla provenienza e sulle sorti del Glenn Gould smemorato, sia sufficiente qualche settimana di decantazione per poter scrivere sui medesimi fogli di tutto il mondo che Piano Man in realta’ e’ un tizio qualsiasi, uno che, a dispetto del nick subito coniato, non sapeva per nulla suonare il piano. Se ne stava li’ a spingere sempre lo stesso tasto e forse prendeva in giro tutti quanti. Il messaggio e’ che basta che una persona qualsiasi (non ha importanza chi, talvolta si tratta di originale produzione giornalistica ma altre volte di voci raccolte a caso) spari una idiozia a caso, purche’ questa sia affascinante, perche’ si scateni una reazione a catena sui media che porta la storia rapidamente sulle bocche di tutti gli abitanti del pianeta. Nessun controllo sulle notizie. Tutti prendono per buono tutto. E’ la lezione dei reality show e di tutta una serie di programmi TV e libri basati sulla verosimiglianza. Della verita’ non gliene frega piu’ nulla a nessuno. Specie quando questa non e’ abbastanza divertente.

3 commenti a “PIANOFORTI SCORDATI”

  1. Pier Luigi Tolardo dice:

    c' anche una componente di mito: proprio perché con i reality show e altro sembra tutto trasparente, conosciuto, e senza ombre mentre l'uomo è asffascinato dal mistero.

  2. Marco Fabbri dice:

    Nella sempre ulteriore ricerca di nuovi stimoli per il "nostro" annoiato stupore la veridicità  diventa un vezzo trascurabile di fronte al fascino ed alla stravaganza, estremizzando fino al paradosso la massima "beauty is in the eye of the beyolder", dell'essenza del "guardato" poco importa.

  3. Davide Tarasconi dice:

    a me questa storia di Piano Man puzzava di finto lontano un chilometro: cioè il fatto che in questi mesi NESSUNO lo avesse riconosciuto (e ancora peggio, scambiato per 10000 persone) poi questa storia del piano…

    Alla fine salta fuori che è uno psichiatra tedes co che ci ha presi tutti per il c…o.

    E io dico, a fronte di questa "suggestionalità  mediatica", bravo lui!