I numeri dell’ultimo studio di PEW Research su quanti utenti americani hanno prodotto contenuti per Internet.

44% of Internet users have created content for the online world through building or posting to Web sites, creating blogs, and sharing files

20 commenti a “PERCHE’ il PROGRAMMA lo FATE VOI da CASA”

  1. Fabio Metitieri dice:

    Si', ho letto anche io i riassuntini di questa ricerca. Son pessime notizie, direi…

    Detto piu' seriamente: ben il 66% degli utenti Internet non scrive nulla in Rete, non partecipa a newsgroup, liste di discussione o comunita'. I due terzi degli utenti insomma, fanno pura navigazione passiva, presumibilmente sul Web, probabilmente su pochi grandi portali.

    Te lo spiego ancora piu' semplicemente: la grande maggioranza e' popolo bue, che applica a Internet la stessa filosofia con cui guarda la televisione…

    E tu che hai da bearti?

    Ciao, Fabio.

  2. Paolo Graziani dice:

    Sono completamente d'accordo con Metitieri. La maggior parte degli utenti fruisce passivamente di Internet, come fosse televisione. Nel 44% indicato dalla ricerca sono contenuti anche quelli che sharano: non mi sembra che sharare contenuti altrui, sia "creare" contenuti. I blog attualmente presenti nella blogosfera italiana sono qualche decina di migliaia; la maggior parte poco o per nulla aggiornati. I newsgroup e le ML sono semimorte, in genere, salvo ciò che riguarda argomenti tecnici e specialistici.

    e gli spettatori di Sanremo sono aumentati!

  3. Fringe dice:

    Ha ragione metitieri. Non e' un dato entusiasmante. C'e' un uso pigro del mezzo che e' disarmante. Io mi chiedo come si possa resistere al fascino di partecipare con i propri contenuti, io uso internet dai tempi di VOL e non ho mai rinunciato almeno a partecipare.

    Ormai si sta creando un altro red lining: utenti passivi e utenti attivi. Saremo una casta nella casta.

  4. marco dice:

    Pur concordando con molto di quanto detto fin qui, direi che il creare contenuti, ci piaccia o no, sara' quasi sempre un'eccezione, e quindi che l'eccezione arrivi al 44% vuol dire che non si tratta di esigua minoranza.

    Quel che forse vale la pena di dire e' che considerare 'sharing files' un modo di produrre materiale e' un po' ottimistico.

    Altra faccia della medaglia, il fatto che il 56% se ne stia zitto e' secondo me una prova del fatto che cresce la quantita' di gente 'normale' che accede ad Internet, che ovviamente come primo tipo di fruizione del mezzo ha l'ascolto/lettura.

    E poi, senza che questa sia una critica ad personam ai commenti precedenti, non si puo' dire allo stesso tempo 'Che palle 'sti blog con la gente che scrive valanghe di menate' e allo stesso tempo 'E ma qui non scrive nessuno'.

    O l'una o l'altra.

    La terza ipotesi che forse qualcuno ha in mente ('Scrivono tutti e il materiale prodotto e' sempre sublime') non descrive qualcosa che ha a che fare con il mondo reale.

  5. mafe dice:

    Paolo Graziani, che fonte hai per dire che "newsgroup e mailing list sono semimorte"?

  6. Fabio Metitieri dice:

    Marco, io parlerei di partecipazione attiva. La creazione di contenuti, concetto utile per le ricerche come quella citata, e' un po' tirata per i capelli… chi scrive una mail su una lista non pensa di essere un creatore di contenuti. Detto questo, ADESSO la partecipazione attiva e' cosa che interessa una minoranza, ma solo 6 o 7 anni fa (diciamo fino al '98) era l'attivita' principale dei navigatori.

    Mafe, i newsgroup sono moribondi nel senso che interessano una percentuale sempre minore sul totale dei navigatori. Quanto alle liste… dove sono le nuove liste che hanno successo? Io noto solo che quelle esistenti peggiorano e quelle nuove non riescono a decollare.

    Nel panorama italiano gli unici servizi in crescita sono i messenger/chat (primo fra tutti C6) e i servizi di dating. E dato l'uso che se ne fa (banalmente: caricare la scopata giornaliera), direi che anche questo e' un segnale che indica poca voglia di fare comunita' o di produrre contenuti, o piu' in generale di "partecipare" (nel senso gaberiano del termine).

    Non mi pare che a livello internazionale le cose siano molto diverse; forse, l'unico altro settore in crescita che comporta un po' di interazione e' quello dei giochi on line.

    Ciao a tutti, Fabio.

  7. marco dice:

    Mi sembra che la terminologia di Metitieri aiuti a definire meglio il problema: per quanto tra le due cose ci sia un'intersezione non nulla, se al posto di 'creazione di contenuti' si parla di 'partecipazione attiva' tutta la discussione mi sembra molto piu' sensata.

  8. mafe dice:

    Scusami, Fabio, ma moribondi vuol dire un'altra cosa.

  9. Fabio Metitieri dice:

    Mafe, se i newsgroup non risvegliano l'interesse dei nuovi navigatori, di fatto saranno destinati a vivacchiare e nulla di piu'. Il che e' come dire moribondi. Non sottilizzare troppo. Anche Irc sopravvive, ma non direi che e' un sistema che ha un brillante futuro davanti. Certo, costa poco e quindi lo si tiene aperto…

    Ciao, Fabio.

  10. Paolo Graziani dice:

    Mafe: la mia esperienza di internet. In particolare di Usenet, che frequento attivamente dal '97( per approfondire, clicca qui). Negli anni ho assistito alla progressiva desertificazione di Usenet, perlomeno per quanto riguarda la gerarchia it., in particolare per quanto riguarda la maggioranza dei gruppi non tecnici. Soprattutto se mettiamo in relazione il numero di utenti attivi su it.*, con il progressivo aumento del numero di utenti totali della rete, ci rendiamo conto che ormai solo una percentuale minima di utenti internet _scrive_ su Usenet(meno dell'1% sicuramente). Per quanto riguarda le ML, ho fatto diversi tentativi di farne nascere o partecipare a liste, ribadisco, NON TECNICHE(non per specialisti di web); ho assistito a diversi fallimenti.

    Anche Irc è stata soppiantata completamente dai sistemi IM: più simili, quest'ultimi, all'unica forma di alfabetizzazione diffusa, a livello di scrittura, ovvero, gli Sms.

  11. mafe dice:

    Paolo, anch'io sono su Usenet dal 1996: frequento un gruppo non tecnico (it.arti.cinema) e ne lurko parecchi non tecnici (alimentazione, diritto, libri, scrivere). Gente nuova continua ad arrivare – poca – ma continua. La percentuale è e sarà  sempre minima, ma non vedo perché stupirsi: la percentuale di persone "attive" è sempre minima, in tutti i campi. Per le mailing list, i numerosi fallimenti hanno molto piu' a che fare con gli errori di gestione che con il rifiuto dello strumento. Per IRC, non vedo come paragonarlo agli instant messenger.

  12. Paolo Graziani dice:

    Io la mia l'ho detta, e la confermo. Del resto quello che tu scrivi conferma quanto basta il mio pensiero.

    Irc è un sistema di chat. Gli IM pure.

    Non vedo questa grande differenza, avendoli usati entrambi(servono entrambi per parlare in diretta con altre persone, attraverso lo scambio di brevi messaggi di testo). Diciamo però che gli IM somigliano di più al modo di "chattare" tipico dei telefonini.

  13. .mau. dice:

    non vedo il problema.

    Quanta gente volete che produca contenuti in genere? (e non sto a parlare della validità  o dell'interesse).

    Quello che mi sembra stupido è avere messo il peer to peer in quella percentuale, tanto per gonfiarla. E quello che mi interessa è capire se c'è la possibilità  di produrre contenuti in maniera facile.

    (ps: più gente arriva, più bestie si vedono… ehm, intendevo dire "più calano le percentuali di persone attive", almeno fino a che non c'è una significativa semplificazione dei modi di lavorare)

  14. Fabio Metitieri dice:

    Mau, il problema e' che si pensava che Internet fosse un mezzo in grado di influenzare il messaggio, ovvero che fosse in qualche modo capace di trascinare i suoi utenti – anche quelli nuovi – in modalita' di utilizzo piu' interattive e meno televisive. Il che, come vediamo tutti anche senza leggere i dati di Pew, non e', e lo si constata gia' adesso, quando la popolazione in Rete e' ampia, si', ma di certo comprende ancora soltanto un'elite, con persone fornite di almeno un diploma, con un buon reddito a disposizione e con una certa curiosita' per la tecnologia.

    Quindi, ritengo abbastanza sconfortante l'attuale prevalere della navigazione passiva, o del semplice download di Mp3, suonerie e materiale porno vario.

    E Ok, tu ami essere elite in mezzo al popolo bue, e piu' gli altri sono buoi e piu' tu ci godi, ma io la penso diversamente.

    Ciao, Fabio.

  15. .mau. dice:

    Fabio, tu pensavi che internet fosse un mezzo per influenzare il messaggio. Io molto più banalmente l'ho ritenuto un mezzo che ti dà  una possibilità  di farlo, cosa che è indubbiamente un miglioramento rispetto alle altre cose ma non ti porta automaticamente a chissà  quale risultato.

    Per quanto riguarda il popolo bue, io accetto quello che passa il convento, e faccio il poco nelle mie forze per cambiare la situazione.

  16. Fabio Metitieri dice:

    Solo io, lo pensavo? Non credo…

    Ciao, Fabio.

  17. Paolo Graziani dice:

    C'è una minoranza di tecnocrati che è ben contenta di questa spicciola superiorità  tecnocratica – e un'altra minoranza, di persone tecnicamente preparate, ma con una visione culturale imho più ampia, che invece crede che le innovazioni mediatiche debbano(e inevitabilmente finiscano per) servire a mutare le modalità  della comunicazione, a influenzare la vita di chi le usa. E indubbiamente internet era stato ritenuto, a lungo, un medium "interattivo", dunque "attivo", non "passivo" come gli altri media. Però…grosse lobby della comunicazione, una delle quali datrice di lavoro di Mau, se non erro, evidentemente sono interessate a una fruizione "passiva" di internet.

  18. .mau. dice:

    I miei datori di lavoro sono ovviamente interessati a una fruizione passiva di internet, visto che quello è il loro lavoro in genere. Su questo non c'è dubbio.

    Però mi sembra che state dribblando amabilmente la mia affermazione. Voi siete convinti che internet sia per sua natura un medium attivo. Io sono solo convinto che abbia le potenzialità  di diventare attivo (e ci mancherebbe altro) ma non lo sia per natura divina.

    Resta poi il punto che questa volta non avevo detto: raddrizzare a forza le gambe ai cani serve a poco.

  19. Fabio Metitieri dice:

    Ecco, e' questa idea – che direi ditrica piu' ancora che codognana – che gli altri siano dei cani e per di piu' non raddrizzabili, che non mi e' mai piaciuta molto….

    Ciao, Fabio.

  20. .mau. dice:

    se vogliamo essere precisi, la mia idea è "se un utente è un cane, io non perdo tempo a raddrizzargli le gambe".

    Non pretendo tu capisca la differenza.