29
Apr

STELLA MAGNI: L’HO LETTO e MI PIACE

Io credo che un po’ la centralita’ dei blog sia una balla. E un po’ no. Hanno ragione alcuni valenti commentatori (di cui ho scordato i nomi) che su questo e su altri blog sono sempre in agguato a sottolineare come i weblog in definitiva siano posti nei quali parlarsi addosso. Di come si tratti di piccoli e insignificati clubs per iniziati (‘ I know that the clubs are weapons of war diceva quel tale) fastidiosi nella propria reciprocita’ e talmente innamorati di se’ stessi da non sospettare la propria assoluta ininfluenza. Hanno torto perche’ e’ talmente evidente ormai il filtro formidabile che il blogging applica al web che simili diari elettronici sono oggi diventati, a tutti gli effetti, una fonte chiara e piana per chiunque abbia orecchie. Fonti per altri blog innanzitutto ma ovviamente anche e sempre pu’ spesso per altri media. Se le cose stanno in questi termini, trovo molto interessante che si creino dei vasi comunicanti fra due pianeti editoriali lontanissimi. Quello istituzionale e conosciuto dei giornali, delle TV e dell’editoria in genere e quello sgarruppato artigianale e tecnologico dell’editoria elettronica personale. Comunicano fra loro? Un poco, si’. Su piani di forza spesso molto variabili. Due casi italiani. Claudio Baglioni si rifa’ il look alla capigliatura dopo essere uscito sbertucciato su decine di blog e Selvaggia Lucarelli raggiunge la grande stampa e i palcoscenici TV dopo essersi inventata una quasi letteratura blog-ostiense-gossippara nel piccolo del suo sito di attrice ai margini. Mondi che comunicano quindi. Ma non sono questi gli esempi per me piu’ interessanti di questo incrocio di bit e inchiostro. Io sono incuriosito dalle cose piccole. Forse amo Internet per questo. E dei blog adoro spesso il loro incredibile e improbabile egocentrismo. E la loro presunzione. E la voglia di farsi alternativa (piccola) a tutta una serie di categorie esistenti. Un esempio? Pietro e Giorgia si sono messi in testa di lanciare nella blogosfera una scrittrice esordiente, Stella Magni. Hanno letto Danza nella notte, un libro fra i tanti che nessuno considera. Lo hanno apprezzato. Ora spargono il verbo. Non sono il New York Times, il cui influente critico letterario qualche decennio fa pare rispondesse a chi implorava un suo cenno cartaceo con la frase “Il suo libro? Non l’ho letto e non mi piace“. Loro l’hanno letto e gli piace. Non sono i critici di un bel nulla. Ma oggi potersi permettere di dire “l’ho letto e mi piace” ad un pubblico piccolo (o grande) di osservatori attenti, e’ davvero un gran bel blog-lusso. Per Pietro, per Giorgia, per Stella e per tutti noi.

9 commenti a “”

  1. Pietro B. dice:

    …mamma mia, Massimo.

    Quasi piango di gioia.

    Nelle cose l'importante è crederci… Poi per dirla con à‰mile Cioran "Il futuro è sempre stato atroce".

    Intanto, Grazie.

  2. agnul dice:

    Ma Sting non e' tirato un po' per i capelli la' sopra ? :-) [Ma quanto pignolo sono ?]

  3. nicola dice:

    anch'io mi sono riconosciuto (non so se dire "purtroppo" o "per fortuna" o entrambi) nella frase: "Io sono incuriosito dalle cose piccole. Forse amo Internet per questo. E dei blog adoro spesso il loro incredibile e improbabile egocentrismo. E la loro presunzione. E la voglia di farsi alternativa (piccola) a tutta una serie di categorie esistenti.".

    Anche a me è sempre piaciuto scovare le alternative più alternative esistenti in quel dato periodo, le più sconosciute, anche le più sfigate. Un esempio lo faccio anch'io: andavo a scovare il gruppo sfigatissimo, che però dopo 4-5 anni diventava famosissimo, tipo Offspring o Rancid. Oppure con i libri, ma anche tennisti, registi eccetera. Anche il blogger-tipo secondo me ha questa caratteristica.

  4. Fabio Metitieri dice:

    Un "filtro formidabile applicato al Web"?

    Forse in origine, per esempio sui primi sacri testi usciti sul blogghingh, era cosi'. Serendipity, si diceva.

    Ma ora, soprattutto su questi blog italiani del "salotto bene", mi pare che i link verso il Web siano ridotti al minimo, all'assolutamente indispensabile per documentare i discorsi postati. Un vero peccato.

    Quanto alle contaminazioni, come sempre e' il medium piu' debole che insegue quello che piu' forte. Sono i blog che, quando non parlano di blog, parlano di quanto sono brutti e kattivi i grandi media. Inevitabile che – anche perche' le mode sono sempre notizia – un pochino succeda anche il contrario e i grandi si occupino ogni tanto dei blog.

    Si accettano scommesse su quali saranno gli scambi tra i blog e i media "quelli veri" quando la moda sara' passata e il fenomeno si sara' assestato.

    Ciao, Fabio.

  5. Silvio dice:

    Se Selvaggia fosse stata un cessone, non avrebbe certo raggiunto i palcoscenici TV. Altro che letteratura blog.

    Concordo con Metitieri: i blog italiani sono un fenomeno di moda da "salotto bene".

    SL.

  6. Pietro B. dice:

    Allora cosa facciamo? Per non essere di moda ritorniamo alle home-page personali con gif animate a gogò?

    I salotti bene forse ci sono, le mode vengono e passano ma anche la spocchia è sempre esistita…

  7. Silvio dice:

    Le home page con giffone animate create coi template di frontpage esistono ancora, i siti di molti comuni italiani sono fatti cosi'. Il fatto che la spocchia sia sempre esistita non equivale a fenomeno positivo.

    Avere un blog di successo (forse anche solo un blog e basta) e' la moda del momento. Come frequentare certi locali, vestirsi in un certo modo prendendo spunto dalla bibbia "MAX", ecc… gli esempi sono infiniti.

    La moda passera', il fenomeno blog si sgonfiera'. Non scomparira', resteranno i servizi piu' validi e interessanti. Come questo sito personale di Mantellini (opinione personale, ovvio).

    Col quale ogni tanto non concordo (tipo la storia su questa selvaggia o quando parla troppo di blog), ma sostanzialmente lo leggo con piacere.

    SL.

  8. b.georg dice:

    ma dove le ho gia' sentite queste? ma dove le ho sentite?

  9. carlo annese dice:

    Qualche giorno fa ho letto su Repubblica un articolo a proposito di Memorie lontane, di Guido Nobili (ed. Sellerio), rilanciato anche da Zoooom: Esiste per fortuna una letteratura "minore", che delizia chi vorrebbe aver letto tutti i libri, e ha imparato che nessuno ci riuscirà  mai. Il lettore abituale non rispetta soltanto i grandi libri canonici, ci mancherebbe. Anzi, i minori che valgono non li definisce tali, se li sceglie con cura e li considera irrinunciabili. Come sarebbe impositoria, monumentale, ieratica, insopportabile una letteratura di soli "maggiori"! I minori non s'infiltrano tra i monumenti, ballano loro intorno.