– può capitare che l’INPS immagini di dialogare con gli utenti (milioni di italiani), in chiaro e direttamente, su temi sensibili come il reddito di cittadinanza, nei commenti pubblici su una pagina Facebook. Un’idea pessima. Ogni caso è un caso singolo, privato e diverso dagli altri.

– può capitare che chi si occupa di gestire quella pagina (dipendente Inps, agenzia esterna o chissà chi) e i suoi commenti si dimostri del tutto inadeguato al compito. Inadeguato in una maniera talmente spumeggiante e cafona da far strabuzzare gli occhi a chiunque si occupi professionalmente di un simile difficile mestiere.

– può capitare che al social media manager maleducato decine di utenti della pagina FB mostrino la propria ridanciana solidarietà trasformando la pagina di “aiuto” dell’Inps alle famiglie in un bar dove urlano gli ubriachi e i sordi assieme.

– può capitare che invece che comportarsi come avviene ovunque (scusarsi in maniera ampia e incondizionata e poi restandosene in silenzio) la pagina FB dell’Inps si scusi vagamente e in maniera quasi tangenziale. E contribuisca poi, quando nei commenti a quelle mezze scusa molti utenti rinnoveranno la solidarietà per i toni da caserma (i toni da caserma hanno molti estimatori in rete) ringraziando uno per uno quelli che scrivono “avete fatto bene”.

– può capitare che non ci sia un nome e un cognome di un supervisore che a nome dell’Inps si prenda i necessari pesci in faccia. Perché Internet è anonima e virtuale, nessuno sa che c’è un cane dietro lo schermo e domani, comunque, tutti si saranno dimenticati.


3 commenti a “In un Paese senza cultura digitale”

  1. Davide dice:

    Tutto vero. I permetto di aggiungere qualche altra considerazione:

    – può capitare che chi si balocca con i social dalla mattina alla sera dichiari di non riuscire ottenere un PIN (per metà del quale si rimane nel mondo analogico con una lettera, se non erro) come se la procedura fosse un supplizio.

    – può capitare che chi dialoga con una pagina istituzionale ufficiale adotti toni eccessivamente colloquiali, non impegnandosi nemmeno a scrivere in italiano perchè…non so perché, ma ipotizzo:”perché tanto è Facebook”?

    – può capitare che – sempre sulla stessa pagina istituzionale ufficiale – ci sia chi si lamenta di percepire un RdC basso (come se l’ammontare fosse determinato dall’INPS), o di non riuscire a percepirlo, affermando in tutta tranquillità di lavorare in nero.

    – può capitare (concedo qui il beneficio del dubbio sul fatto che si tratti di trolling, ma più per non stramazzare al suolo seduta stante) che sulla suddetta pagina – vale la pena ripeterlo # istituzionale ufficiale – qualcuno si “vanti” di poter cumulare RdC e lavoro in nero.

    – può capitare che chi non è in grado di digitare “come ottenere SPID” su Google passi il tempo a tempestare di messaggi inutili il social media manager della pagina INPS, invece di provare ad ottenere l’agognato PIN; il tutto facendo perdere tempo (non si può ignorare, credo, pena l’essere tacciati di non occuparsi della gente) e pensando, forse, che il problema si risolverà da sè.

    Solo le prime cose che mi sono venute in mente.

    Grazie per gli spunti di riflessione, specialmente quando il punto di vista è diverso dal mio.

  2. Antonio Fracasso dice:

    Gentile Mantellini,
    dice bene Lei. É assurdo che l’INPS tratti Facebook come uno sportello violando le regole di privacy che uno sportello impone. Però come dice Lei é un intero Paese senza cultura digitale, perché dall’altro lato é ancora più assurdo che ci siano utenti che pensino che quella pagina Facebook possa essere tale e quale ad uno sportello.
    Saluti
    Antonio

  3. Bic indolor dice:

    Considerazioni mie:
    1. Facebook non mi sembra il luogo ideale per fare da help desk.
    2. In un paese normale, che cerca di mantenere un rapporto semplice col cittadino, uno che non sa usare la tecnologia potrebbe SEMPLICEMENTE rivolgersi allo sportello dell’ente di competenza e richiedere la prestazione. Ma noi vogliamo essere i primi della classe in “elettronica “. Mah.
    3. A parti invertite, il cittadino che avesse usato certi termini con l’addetto di cui sopra sarebbe stato denunciato per offese a pubblico ufficiale. Quel maleducato probabilmente ha conservato il posto e lo stipendio. Siamo sudditi.