Il video del sindaco di Firenze che “scherza” il sindaco di Venezia urlandogli “Allah akbar” per molte persone che lo hanno commentato in queste ore rinfresca una certa idea di cosa significhi essere un cretino. E io, per carità, sono d’accordo. Che un politico, proprio in queste ore, trovi la verve per giochetti a tema del genere certamente dice molte cose, tutte poco edificati, su Dario Nardella. Eppure – sarà strano io – ma il fastidio maggiore che ho provato quando ho visto la scenetta sul sito di Repubblica non riguardava tanto la miseria di una simile battuta (ognuno di noi prima o poi dice cose impresentabili e fuori luogo) quanto il clima generale di tutta l’allegra combriccola. Che mi ricorda il celebre verso di Enzo Jannacci dedicato ai tifosi di calcio:
Quelli che quando perde l’Inter o il Milan dicono che in fondo è una partita di calcio e poi vanno a casa e picchiano i figli, oh yeh!
Ogni tanto inavvertivamente si scopre il dietro le quinte. Le facce serie e le espressioni compite, i proclami su Twitter o in TV, i toni pensosi, la angoscie per il futuro del Paese, tutta la retorica della comunicazione politica per un momento può essere dimenticata: ora è il momento di una piccola rimpatriata fra amiconi. Poco importa che il collega sindaco sia distante mille miglia da noi, abbia idee che noi dichiariamo pubblicamente come indecenti o pericolose o perfino fascistoidi: appena le telecamere si spengono è tutto un darsi gomitate divertite e goliardiche. L’elettore di centro sinistra che pensa tutto il male possibile di Brugnaro (ma ovviamente anche quello di centrodestra che detesta in ugual maniera Nardella) vede per un istante sollevarsi il velo dell’ipocrisia. Intercetta il sottotesto che è il chissenefrega generale che separa noi e loro, gli eletti e gli elettori. Il tifoso del Milan torna a casa la sera e celebra il lutto della sconfitta della sua squadra: in quel momento l’amato centravanti è in discoteca o a ripassarsi l’ultimo tatuaggio. Il povero elettore riformista vede un sindaco poco furbo di centro sinistra fraternizzare con l’avversario di mille battaglie. E va bene così: guai a farglielo notare che poi si finisce in un battibaleno nella schiera dei più noiosi moralisti.
Agosto 23rd, 2017 at 08:01
Eppure una persona ammanicata e introdotta come Mante dovrebbe conoscere i fondamentali del ‘teatrino della politica’: una volta smessi i panni del personaggio, si resta tutti membri della stessa compagnia di giro, come immortalato in questa scena, cui ho assistito anch’io più volte dal vivo, seppure a livello locale.
https://www.youtube.com/watch?v=3QOfqzynyrg
Agosto 23rd, 2017 at 08:34
Sono le élite de noantri
Agosto 23rd, 2017 at 09:22
E tutto questo fa il gioco di quelli che si presentano come diVersi, Movimentisti e puri a 5 carati (o stelle)
Agosto 23rd, 2017 at 16:47
Non mi è chiaro se per Mantellini il problema è l’essere stati poco furbi, mostrando il dietro le quinte, o che dietro le quinte ci sia quella roba lì.
Agosto 24th, 2017 at 02:52
Fuori di scena la nuda verità. Se preferite, il re nudo.
Il problema è che noi tutto questo lo sappiamo. Lo sappiamo da sempre. Ma ci riesce più comodo non saperlo.