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Io so.
Io so come andrà a finire la candidatura per le olimpiadi del 2024 a Roma.
io conosco i nomi dei responsabili di quella che verrà chiamata “conferenza dei servizi” (e che in realtà è solo un modo per assegnare appalti senza alcun controllo agli amici degli amici).
Io so i nomi dei responsabili del disastro di Italia ’90, le notti magiche col metrò leggero che diventa un tram, l’Air Terminal che diventa la casa degli orfani afghani e l’anello ferroviario che funziona per venti giorni lasciando poi tre stazioni nel più completo abbandono per decenni.
Io so i nomi di chi si è intascato tutti i soldi del Grande Giubileo del 2000, coi suoi sottopassi, e i sottopassini inutili e i nodi di scambio e le distese di cemento, e la stazione S. Pietro dove hanno aperto e chiuso e riaperto e richiuso cantieri per fare e sfare e rifare chissàchecazzocosa almeno quattro volte, e ancora adesso non si capisce a cosa serva quella voragine dietro il cupolone.
Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, i vari premier che avevano bisogno di una riverniciata, e poi i costruttori, e i palazzinari, e il Coni e la FIGC coi loro mafiosi e mafiosetti e mafiosini che garantiscono agli eroi di un giorno, gli “azzurri” degli sport minori, l’ultimo fossile del concetto di “posto fisso”, l’istruttore federale a vita di kayak o tiro con l’arco e non so cosa, perché a questo serve lo sport non professionistico in italia: per il voto di scambio dei dirigenti federali e la garanzia dell’eterna poltrona.
Io so quanto sarà alta la montagna di totem di cartone, di vetrofanie e di cianografiche, di cartelloni e cartellini, di presentazioni powerpoint e di rollup e barattoloni di vernice per coprire le falle dei cantieri che non saranno finiti nemmeno l’ultimo giorno, perché tanto cosa importa, tanto ormai chi doveva urlacchiare ottimismo e italianità dall’eterno palco dell’italia laboriosa e da bere e della moda e del made in italy l’avrà già fatto. E si saranno affacciate le solite eterne facce dei giovani che ormai hanno sessan’anni epperò ce li rivendono ancora come giovani, coi loro doppi e tripli cognomi, quelli di chi non ha maimaimai dovuto imparare uno straccio di mestiere, o rispondere a qualcuno dei propri risultati e delle proprie responsabilità di manager in una qualsivoglia parvenza di contesto competitivo.
E so anche che a loro converrà anche se la candidatura non dovesse farcela, visto che chi dovrà intascare avrà già intascato, fino al prossimo Palazzo dei Congressi, fino alla prossima candidatura mediatica che sa di nuovo e moderno come sa di nuovo e moderno la pubblicità dei pennelli Cinghiale.
Io lo so perché sono un intellettOHWAIT – no, non lo sono affatto e quasi mi vergogno di avere un cognome così simile a quello di un uomo di statura immensa, che scriveva infinitamente meglio, e con immenso coraggio, cose molto più belle e molto più coraggiose, per denunciare ben altri scandali.
Ma vivo in questo paese da troppi anni, e ne ho visti tanti, di questi tizi che zompano sui palchi, imbracciano microfoni e parlano sorridenti e energetici in camera, davanti a folle di persone che sanno benissimo perché sono lì: hanno preso i pullman per raccogliere le briciole.
E so anche che può sembrare consolante vederli così ridicoli ad aspettare la loro microscopica frazione di potere, ma in realtà siamo anche stufi di essere consolati dalla ridicolaggine. Adesso non possiamo nemmeno più permetterci di dileggiarli. Semmai, dobbiamo fermarli perché Roma, e con lei l’Italia, nel 2024 avrà bisogno di tutto tranne che delle Olimpiadi.
Soprattutto di queste Olimpiadi, con questa gente che sarebbe piuttosto bene togliersi di torno al più presto possibile.
Perché stavolta potrebbe non esserci più una prossima volta.
Ricordatevi Atene 2004, e soprattutto quello che è venuto dopo. Noi siamo solo i prossimi della lista.


(Antonio Pavolini su Facebook)

29 commenti a “Olimpiadi a Roma: io lo so”

  1. Mariano Giusti dice:

    Pensavo fosse tuo e intendessi Montanelli-Mantellini :)

  2. Dino Sani dice:

    Per una volta che pensavo avessi scritto una bella cosa politica….alla fine scopro che era un post di un altro!
    Ma tutto questo comitato D affari come lo abbattiamo?
    200mila persone che si arricchiscono sulle spalle di 59 milioni e passa di italiani, con qualche milione che ne raccoglie utili e vantaggi e piccoli privilegi.
    Persino Grillo sembra essersi stancato, ed è tornato in teatro.
    Come se questa lenta agonia dell’Italia non finisse mai…..

  3. Francesco dice:

    Poi c’era anche, partorita dalle spremitura delle stesse meningi, l’ideona della pista di Formula Uno all’EUR.

  4. Emanuele dice:

    Lo sa ma non lo dice e non spiega nel dettaglio chi ha incassato cosa per fare danni.

  5. Fulvio dice:

    Sacrosante parole. E che si faccia il referendum come a Boston e ad Amburgo, così ognuno si potrà prendere le sue responsabilità.

  6. .mau. dice:

    che c’entra Montanelli? http://www.corriere.it/speciali/pasolini/ioso.html

  7. malb dice:

    Fermiamo l’assurda idea delle Olimpiadi 2024

  8. Maurizio dice:

    Amen.

  9. Alessandro Ronchi dice:

    Basta fare un rapido conto per capire che qualcosa non va.

    5,3 miliardi di euro di preventivo, mobilità esclusa, significa che diventeranno almeno 15 come consuntivo.

    177’000 posti di lavoro stimati significa un costo di circa 90’000 euro a posto di lavoro.

    L’idea non è “non fare le olimpiadi”, ma fare qualcos’altro.
    Qualsiasi altra cosa, con 15 miliardi di euro: mobilità pubblica, ristrutturare gli edifici per migliorare il consumo energetico, aprire musei, manutenere le strade esistenti, incentivare posti di lavoro, investire in ricerca.

    Un insieme di investimenti che un buon padre di famiglia farebbe per risparmiare spreco di denaro nel medio/lungo periodo (come acquistare l’auto nuova quando la vecchia costa troppo di meccanico e carburante).

    Qualsiasi altra cosa al posto delle Olimpiadi a Roma, con altre strutture sportive troppo grandi per essere utili l’anno dopo.

    Non c’è bisogno di pensare ad Atene, basta pensare ai mondiali di nuoto di Roma del 2009.

  10. Enrico dice:

    La maggioranza degli Italiani però è favorevole alle Olimpiadi a Roma quindi mi sa che ci sono poche speranze di fermarle anche perchè pare che la candidatura di Roma sia attualmente la più accreditata (e immagino che le lobbies siano già al lavoro).

  11. sav. dice:

    Io credo invece che dobbiamo dire basta alla corruzione, agli sprechi e al malaffare ma non per questo dobbiamo smettere di pensare in grande e guardare avanti.
    I grandi eventi, se ben gestiti, sono un incredibile volano di crescita, sviluppo e benessere.
    Londra 2012 o le stesse Olimpiadi Invernali del 2016 a Torino ne sono un esempio lampante.
    Se vogliamo ripartire e ricominciare a sperare in un futuro migliore dobbiamo farlo con dei grandi progetti, senza evitare di piangerci addosso.
    Utilizziamo le nostre energie per controllare e condannare sprechi e corruzione, e non per criticare e tenere tutto fermo…

  12. Emanuele dice:

    Il problema principale a mio modo di vedere è che quando si progetta qualcosa in questo paese alla fine non si rispettano mai tempi e costi. Quindi bisognerebbe innanzitutto chiedersi perché succede questo, e cambiare le normative di conseguenza. Mi è stato detto che nel campo dei lavori pubblici le norme introdotte dopo tangentopoli hanno peggiorato la situazione: è vero?
    Negli altri paesi come fanno? Le gare le vincono le ditte che vanno a ribassi assurdi come da noi?
    Chi vince le gare subappalta a ditte spesso non in grado di fornire i risultati attesi e che poi magari falliscono dopo un anno?
    E chi controlla?
    Per rimanere a Roma basterebbe vedere cosa è successo e succede con la metro c per capire che le istituzioni cittadine non sono state in grado (sul perché lascio parlare chi sa) di gestire la situazione.
    Quindi è inutile parlare di grandi occasioni da sfruttare se con la normativa attuale la riuscita o meno dipende dalla fortuna di avere persone oneste e/o competenti al posto giusto e non dalle garanzie che un sistema serio dovrebbe fornire a prescindere da chi governa la città in quel momento.
    Nel caso di Olimpiadi la primissima cosa da fare, prima ancora di dire che si vogliono organizzarle, sarebbe avere progetti completi di cosa si deve realizzare e prevedere da subito cosa fare delle strutture dopo l’evento.
    Inoltre basta appalti di progetti preliminari, basta appalti al massimo ribasso con costi che lievitano dopo di 4-5 volte per le consuete varianti in corso d’opera. Chi si aggiudica l’appalto riceve la somma decisa e quella rimane, niente subappalti a catena e controllo delle opere con rapporti pubblici periodici in modo da confrontare la situazione con quanto previsto dai progetti.

  13. Mariano Giusti dice:

    comunque tante cavolate in sto post, da record, al netto della condanna a chi si è intascato tangenti, ovviamente.

    Innanzitutto il paragone finale con la Grecia, ma basta, ma per piacere, basta. In Emilia Romagna e Lombardia ci sono province che hanno da sole 10 volte il PIL della Grecia.
    Non ci sono semplicemente paragoni tra noi e loro.

    E’ come dire che perchè la panetteria di mio zio è fallita allora la Nestlè deve tremare.

    Inoltre, a tutti i ragionieri da blog che fanno i conti qua sopra, come se quei soldi si potessero spendere in altro modo.

    Sono in gran parte fondi sbloccati dall’Europa destinati alle Olimpiadi, ed il motivo è che le Olimpiadi potenzialmente generano indotto ovvero occupazione e ritorno economico per lo stato in tasse, per le aziende in fatturato, per chi lavora in quelle aziende in stipendi.

    L’equazione è insomma molto più complessa che “prendiamo i soldi delle Olimpiadi e diamoli ai bambini poveri”.

    Poi che in Italia (sopratutto a Roma, meno al nord) le cose in passato si siano fatte male e rubando, è tutto un altro paio di maniche.

  14. Giacomo dice:

    +1 per dare i soldi delle olimpiadi ai bambini poveri

  15. Umberto dice:

    Se si ragionasse come ragiona l’autore di questo post in Italia non si dovrebbe fare più nulla, condannati per sempre all’irrilevanza. Ma è vero che si sono fatte le stesse polemiche per l’Expo e per mille altre buone occasioni, in Italia è così. Per fortuna chi deve decidere non si cura di queste polemiche di bassa qualità.

  16. Mariano Giusti dice:

    [“Il problema principale a mio modo di vedere è che quando si progetta qualcosa in questo paese alla fine non si rispettano mai tempi e costi. Quindi bisognerebbe innanzitutto chiedersi perché succede questo, e cambiare le normative di conseguenza. Mi è stato detto che nel campo dei lavori pubblici le norme introdotte dopo tangentopoli hanno peggiorato la situazione: è vero?”]

    Veramente il caso l’Expo è lì da vedere, e testimonia il contrario: un’inversione di tendenza.
    Tempi rispettati, costi e magna magna tutto sommato sotto controllo (considerando che non pensiate che in Germania se fanno l’Expo non ci mangia un pochino l’amico dell’amico, suvvia, è fisiologico), enorme successo (a chi interessava è piaciuto, a me no sinceramente mi ha fatto cagarissimo) e indotto enorme.

    Potrebbe essere un modello da seguire per migliorare ancora, invece di stare qua a martellarci i coglioni con le tangenti di Italia 90.

  17. Mariano Giusti dice:

    Servono due cose in Italia, e sono gratuite.

    1) Legalizzare il lobbismo, come in America, per portare alla luce del sole tutti gli affari e scambi di favori fisiologici in qualsiasi lavoro pubblico.

    2) Che chi “sa” anzichè scrivere editoriali romantici su facebook vada dai carabinieri a deporre.

  18. malb dice:

    [“Poi che in Italia (sopratutto a Roma, meno al nord) le cose in passato si siano fatte male e rubando, è tutto un altro paio di maniche.”]
    Appunto.
    E mi interessa far notare le tangenti del MOSE a Venezia, quelle sulla sanità in Lombardia (non solo le ultime), il fatto che per far andare avanti l’EXPO è stata necessaria un’autorità anti corruzione (tra l’altro mi piacerebbe sapere se è andato avanti qualcosa per il dopo EXPO) e le miriadi di piccoli casi di estorsioni, concussioni ecc. che insieme fanno una valanga.
    La questione in gioco non è bloccare le iniziative, ma quello di privilegiare azioni di più largo respiro di quella delle Olimpiadi come avere e sostenere una politica industriale (che manca volutamente in un paese che è ancora in gara parte manifatturiero), evitare che i tagli di spesa siano tutti sui servizi, quindi sul welfare (lo dice persino la Corte dei Conti), risparmiare con il riordino della pubblica amministrazione agendo sui ministeri otre che sugli enti locali (e non pensare che se si licenziano degli impiegati inefficienti si crea un problema occupazionale – peccato che non mi ricordo chi l’a detto proprio stamattina – come se lavorare nel PA fosse pura assistenza). Tutte cose che non sono di visibilità immediata e che perciò vengono sistematicamente trascurate.

  19. Michele dice:

    Senza negare gli enormi problemi del nostro paese, a beneficio di Pavolini e di tutti gli anti-italiani in ascolto faccio notare che all’estero, a cominciare dalla “civilissima” e invidiatissima Germania, le cose non vanno molto meglio. Magari – per carita’ di patria – parlano meno dei loro problemi interni (vedi: i panni sporchi, etc.) oppure semplicemente sanno nasconderli meglio. Provate un po’ a guardare la disastrosa situazione delle banche regionali tedesche, oppure lo scandalo del nuovo aeroporto di Berlino, cosi’, tanto per consolarvi…

  20. Alessandro Ronchi dice:

    I denari europei non appaiono sotto il cuscino grazie alle fatine buone, sono tasse che paghiamo e che vengono in percentuale immesse nel bilancio dell’Unione, poi ridistribuite.

    Ecco, sarebbe forse meglio ridurre il peso di questo bilancio, perché di fatto il rientro dei fondi europei viene malgestito. Come i finanziamenti a pioggia delle Regioni per i bandi e le iniziative imprenditoriali / startup, che stanno in piedi solo finché ci sono finanziamenti.

    Riduciamo la pressione fiscale, piuttosto, e facciamo andare avanti le imprese che reggono il mercato.

    Il volano di crescita è una bella immagine. Si usa questa espressione per dare l’idea di qualcosa che aumenta la crescita anche dopo aver terminato l’immissione di denaro (energia). A volte quasi ci viene da pensare al moto perpetuo, all’accelerazione infinita. Quanta poesia!

    In realtà i grandissimi eventi funzionano esattamente come un volano meccanico: accumulano energia che rilasciano con inerzia, sprecandone un po’ (o molto, a seconda dei casi).

    Il rientro economico è però un’altra cosa ed andrebbe fatto con un bilancio vero, complesso: quanto, a tutti i livelli, si è speso? Quanto è rientrato? Qual è il beneficio a lungo termine? Non vale esternalizzare le spese, dicendo che la spesa è altrui (Europa). Che poi è sempre nostra, sia chiaro!

    Vuoi un incentivo allo sviluppo culturale ed economico del nostro Paese? Sarebbe meglio un grande piano sulla banda larga, non una nuova pista da pattinaggio sul ghiaccio con 100’000 posti a sedere.

    Cosa c’entra la dimensione della Grecia con la sostenibilità economica delle sue Olimpiadi? Uno stato più grande può certamente sopportare maggiormente una grande perdita economica, ma se l’evento avesse creato più benessere e denaro di quello che ha richiesto la Grecia avrebbe migliorato i conti invece che peggiorarli, no?

    Un Paese che tra l’altro che i Giochi Olimpici li ha inventati e che vive di tanto turismo.

    L’Expo, percepito da tutti come un grande successo, è un evento molto meno costoso delle olimpiadi (1/5?) ed è stato macchiato comunque da indagini della magistratura. Un vero bilancio economico complessivo ancora non è stato fatto (si parla di Aprile), ed in ogni caso riguarderà solo i conti di EXPO e non comprenderà tutti i costi di tutte le amministrazioni pubbliche (pensate solo al dispiego di forze per la sicurezza pubblica in città, mica conteggiate nel bilancio). Tra due anni il suo volano starà ancora girando? Avrà veramente messo in circolo più denaro di quello che è costato? Nel caso, può un evento sportivo avere lo stesso rapporto costi/benefici di una fiera, che nasce per mostrare prodotti?

  21. malb dice:

    Il fatto che la Germania abbia dei problemi simili ai nostri non mi sembra molto consolatorio. Se qualcuno si accontenta mi dispiace per lui-

  22. Mariano Giusti dice:

    [“La questione in gioco non è bloccare le iniziative, ma quello di privilegiare azioni di più largo respiro di quella delle Olimpiadi come avere e sostenere una politica industriale”]

    Le due cose non hanno niente a che vedere l’una con l’altra, e i fondi destinabili alle Olimpiadi non sono destinabili ad altro.

    Si possono fare bene le Olimpiadi, che sono un guadagno e non una spesa, e buona politica industriale.

  23. malb dice:

    Peccato che questo governo chieda le Olimpiadi, ma si rifiuti di fare una politica industriale.

  24. Enrico dice:

    @Michele:

    guardare i panni sporchi degli altri non aiuterà a migliorare la nostra situazione. Ogni nazione ha i suoi problemi ma questi possono essere gestiti e risolti (caso della Germania e dei Paesi nord-europei in genere) oppure possono essere ignorati, sottovalutati o addirittura (e qui il costume italiano è al top) si incolpano gli altri dei nostri problemi.

    @malb:

    sacrosanta osservazione che riprende anche lo spirito del post: l’Italia adesso ha bisogno di una politica lungimirante nel medio periodo che deve agire sui nodi incancreniti del vostro/nostro sistema-paese. I punti focali li conosciamo tutti, incluso il super-premier m.renzi che invece ha preso una via antieuropeista di grillina memoria.

    Non c’è speranza, mi spiace.

  25. gregor dice:

    La mentalità da fallito e pensare alle olimpiadi in Grecia senza citare quelle di Londra, un successone da tutti i punti div ista.

    Ecco, se questi cervelli partissero dall’italia per andare a inquinare altri stati… L’italia guadagnerebbe tantissimo!

  26. ArgiaSbolenfi dice:

    La F1 all’EUR sarebbe una gran ficata :-)

  27. Pahl dice:

    @Mariano Giusti: L’intera Emilia Romagna fa il 60% del PIL della Grecia, che è superato solamente da quello dell’intera Lombardia (e non di tanto poi). Confondi l’export con il PIL (la provincia di Vicenza esporta tanto quanto la Grecia) ma sono grandezze molto diverse. La Grecia non è una economia così piccola e le spese di un’olimpiade fatta come in Grecia sarebbero più che sufficienti per destabilizzare definitivamente anche un’economia molto più forte come quella italiana. Poi, stiamo parlando di Roma; la realtà politica ed organizzativa è così diversa da Torino e Milano che fare paragoni con le olimpiadi invernali o l’Expo è parlare quasi di nazioni diverse.

  28. Aurelio Pisano dice:

    Visione pessimistica. Vero che la storia insegna e che dobbiamo stare ben attenti a non mettere i piedi in fallo, ma osare si deve!

  29. HotHello dice:

    Quanto pessimismo. Potrebbe invece essere l’occasione per completare le piscine progettate da Calatrava a Tor Vergata.