La bugia – perché di questo si tratta – pronunciata ieri dal palco del Family Day dal suo organizzatore Gandolfini è molto utile a spiegare il livello misero del giornalismo italiano nel suo complesso.

Ieri mattina tutti i principali siti web aprivano con la notizia secondo la quale al Family Day erano in arrivo 1 milione di persone. Lo scrivevano in grande, come fosse una verità rivelata anche se riferita ad un evento che doveva ancora accadere. La fonte? Gli organizzatori del raduno, ovviamente.
Nel pomeriggio gli stessi euforici organizzatori hanno iniziato a dire “Siamo due milioni” e tutti i siti web italiani si sono prestati alla pantomima dei “Due milioni al Circo Massimo”. Anche se al Circo Massimo ci stanno – pigiandole molto – forse 250-300 mila persone e anche se a voler essere onesti gli attivisti del Family Day ieri erano un numero variabile fra i 50 e i 70 mila.

Ovviamente il punto non è questo: l’oste vende il suo vino anche quando fa schifo ed è sempre stato così. Per esempio qualcuno su Twitter mi ha fatto notare questo pregevole articolo di Repubblica in occasione di una manifestazione della CGIL sempre al Circo Massimo nel 2010. Secondo gli osti ubriachi del tempo quel giorno a Roma in quello spazio c’erano 2,7 milioni di persone.

Il punto – dicevo – è un altro. E cioé la complicità e la tendenza dei media a pubblicizzare le peggiori stronzate. L’assoluta incapacità di applicare quel filtro informativo che sarebbe l’unico valore aggiunto per distinguere le notizie dalla propaganda e dalle testimonianze da social network. Né sarà possibile accontentarsi della solita foglia di fico che i media valutano come idonea a parare il proprio culo. Nel caso di ieri la foglia di fico è stata la frasetta “Secondo gli organizzatori”.

Perché se “secondo gli organizzatori” ieri a Roma erano in 2 milioni anche solo riaffermare una simile sciocchezza, magari nei titoli, magari scritta in grande – costringe ad un giudizio molto critico sul giornale che l’ha ribattuta.

In un paese nel quale la maggioranza dei lettori legge solo i titoli dei siti web scritti in grande o le locandine di fronte alle edicole semivuote, accettare di occupare quello spazio di attenzione con una bugia, pur se protetta dal “sostiene Gandolfini”, è un fallimento di vaste proporzioni.

Un simile fianco spalancato alle balle della propaganda (oggi è il turno degli integralisti del Family Day, ieri era quello degli attivisti della CGIL, l’altroieri delle manifestazioni con i pulmann pagati da Berlusconi) è una delle ragioni per cui la stampa italiana nel suo complesso sceglie di essere inadatta al suo ruolo fiduciario.

Se secondo gli organizzatori l’acqua va in salita non lo si scrive e basta. Se non nelle due righe in fondo per completezza dell’informazione o nella vignetta a pagina 27 che stigmatizza la stupidità gretta di ogni propaganda.

11 commenti a “La metafora dei due milioni”

  1. Roberto Re dice:

    Forse certe persone hanno bisogno di sentirsi dire bugie, per accrescere la propria autostima di appartenenza ad un qualsivoglia gruppo.Poi quando le bugie non bastano più entrano in gioco i Dogmi…ed iil relativo indotto.

  2. Daniele dice:

    Adoro come questo articolo sia stato scritto oggi e non settimana scorsa, in cui tutti i giornali dicevano che in piazza c’erano un milione di persone solo perché l’aveva detto arcigay.

  3. Valeria dice:

    Trovo la cosa piuttosto grave, mi spiego: esistono opinioni – i “secondo me” – e ci sono i dati – espressi da cifre che prescindono le sensazioni del singolo. È facile facile, se c’è confusione è voluta. Ecco, a me sembra che siamo pieni di queste confusioni più o meno volute e questo ci rende insicuri e guardinghi sempre. In questo caso, forse veniale, facciamo spallucce e chissene, però sono convinta che la continua manomissione della buonafede alla lunga ci renda persone peggiori.

  4. Stefano dice:

    Ricordo un docente del Poli che circa quindici anni fa raccontava che quello che avrebbe fatto vincere la stampa ‘tradizionale’ sul web sarebbe stata una verifica sulle fonti, la ‘notizia’ di per sé sarebbe valsa zero, il valore aggiunto sarebbe stato solo l’autorevolezza.
    Lo spiegava a dei futuri ingegneri, avrebbe dovuto spiegarlo ai giornalisti.

  5. mEis dice:

    Per onor del vero, La Stampa ha fatto un bel lavoro di pulizia della notizia e di fact-cheking.
    Dovrebbero essere portati ad esempio di buon giornalismo.

  6. nicola dice:

    Chi pagherebbe per degli articoli con i dati degli organizzatori di una manifestazione? I giornali se lo chiedono?

  7. Tafanus dice:

    Rivendichiamo l’onore di essere stati i primi (e forse a lungo gli unici) ad aver dimostrato “per acta” che per mettere 2,5 milioni di persone nei circa 70.000 mq utili del Circo Massimo, vuol dire che hanno messo 40 persone al metro quadro, più o meno. E’ come dire che nel mio studiolo di 16 mq io riesca a ficcare 600 persone…

    http://iltafano.typepad.com/il_tafano/2016/01/il-family-day-e-le-cifre-ad-cazzum-degli-organizzatori-due-milioni-e-mezzo-basta-ficcarne-40-al-metr.html?cid=6a00d83451654569e201b7c80f752d970b#comment-6a00d83451654569e201b7c80f752d970b

  8. rico dice:

    Erano poche migliaia, ma se contiamo le ex-famiglie dei separati e divorziati presenti, arriviamo facilmente ai due milioni. ;-)

  9. ArgiaSbolenfi dice:

    Un milione di gay in piazza posso anche aspettarmi che ci entrino (battuta finissima)

  10. Andrea Dolci dice:

    Mante, quotidianamente vediamo in televisione politici dire le più immani cavolate senza che alcun intervistatore si senta in dovere anche solo di aggrottare il sopracciglio. Gli stessi giornali da anni ripetono all’occorrenza balle come il fatto che nessun paese europeo punisca penalmente l’immigrazione clandestina o che il carcere per il reati di diffamazione sia inesistente nei regimi democratici e nessuno si scandalizza nonostante in ambo i casi la realtà sia esattamente l’opposto di quanto affermato.
    Siamo pratici, nessun organo di informazione italiano sopravviverebbe ad un accurato fact checking e i due milioni alla fin fine mi sembrano quasi in peccato veniale.

  11. Emanuele dice:

    Parole sante…