Sono stato qualche giorno a Napoli a seguire Repubblica delle Idee. Una delle idee che ho avuto mentre ero a Napoli per Repubblica delle Idee è che chiunque decidesse di voler fare il Premier in questo Paese forse dovrebbe prima farsi un giro privato e silenzioso da queste parti. Se dopo un simile giro privato e silenzioso penserà ancora di voler fare il Primo Ministro allora si accomodi, in bocca al lupo e che dio lo benedica. Ho idea – in ogni caso – che qualcuno rinuncerebbe.

Pensavo questo oggi, durante il mordi e fuggi in città di Matteo Renzi (treno- corteo di auto – Repubblica delle Idee -corteo di auto e treno in due ore nette). Dentro questa operazione militare dai tempi perfetti a Piazza Plebiscito e nei pressi c’erano tutti, dal commissario al sacrestano, le unità cinofile, quelle antiesplosivi, vigili del fuoco, celerini a centinaia, colonnelli dei carabinieri sofferenti sotto il sole dentro le loro alte uniformi, pazienti psichiatrici (come sempre in questi casi) che vagavano con i loro cartelli addosso.

E poi, fuori da Palazzo Reale, ad attendere Renzi con le trombette ed i megafoni, precari organizzati, disoccupati, operai di Bagnoli, signore dal viso simpatico a srotolare i loro cartelli rossi su sfondo bianco con Che Guevara nell’angolo. Alcune perfino con hashtag #stopjobact a tradire una potente modernità. Poco più in là, all’ingresso della Galleria, gli indipendentisti esibivano i loro cori (non ho sentito bene era lontano ma uno urlava una domanda del tipo “Chi ha causato il buco dell’Ozono? e gli altri in coro urlavano R_E_N_Z_I). Gli indipendentisti a Napoli, con una coreografia organizzata, in una mattina di giugno. Non so.

Renzi nel frattempo è passato da dietro, non l’ha visto nessuno: nemmeno il corteo di auto hanno potuto insultare questi poveretti. Se lo sono visti comparire in grisaglia sul maxischermo della Repubblica delle Idee ed ecco che improvvisamente la trombetta non serviva più. Anch’io Matteo e Paolo che stavamo lì sotto il sole ad aspettare il passaggio di Renzi come si attende il passaggio del Giro d’Italia, a quel punto ci siamo un po’ intristiti e siamo tornati dentro il Caffè a seguire la diretta su repubblica.it

Che distanza enorme -pensavo – fra le contingenze del mondo reale preso così com’è, non idealizzato, non ignorato e la sua caricatura raccontata dalle TV. E mentre lo pensavo l’abbronzatissimo ed elegante sindaco De Magistris prendeva il caffè accanto a me al Gambrinus. Immobile ed algido, abbastanza ignorato dai suoi concittadini, mi è sembrato.

Non conosco Napoli, come molti vedo soltanto la cartolina di luoghi comuni che mi si para davanti ogni volta che ci torno. E ogni volta che ci torno, nonostante persone che conosco e che stimo provino a raccontarmela, sono sempre il medesimo estraneo meravigliato, con gli automatismi borghesi di uno vissuto altrove, in posti con più regole, meno casino, meno sporco, meno taxi con il cruscotto che segna 385 mila chilometri (una vecchia Uno coi sedili sfondati che mi ha riportato in albergo ieri sera).

Questa mattina da dentro un divano giallo del Caffe del Teatro ascoltavo Luca Bottura (che è bravissimo) mentre durante la puntata di Lateral in onda da Repubblica delle Idee, diceva ai napoletani in sala che i lavori davanti al Maschio Angioino sono ormai più vecchi del Maschio Angioino. Loro i napoletani in sala ridevano, e sono convinto che anche il sindaco De Magistris così abbronzato e serio una risatella se la sarebbe fatta. Perché da queste parti come si sa ogni tragedia sfuma quasi sempre in qualcosa di differente.

I precari organizzati non hanno visto Renzi, nemmeno per l’istante isterico del passaggio al alta velocità del corteo di auto scure. Perfino Gimondi si concedeva 5 secondi mentre sfrecciava al Giro d’Italia, che senso ha – pensavo – lasciare tanta gente due ore sotto il sole ad aspettare il niente?

Renzi non ha visto i precari organizzati, non ha visto le trombette, i cartelli, non ha visto il tizio curioso che urlava con voce stentorea sopra gli altri con un enorme bianchissimo cerotto in fronte. Non ha visto gli indipendentisti, le Unità cinofile e gli artificieri, i celerini che passate le due ore della visita lampo sono risaliti dentro i loro autobus verdi e se ne sono andati via chissà dove. Non ha visto la signora con il cartello pieno di hashtag. E nemmeno la sua amica più giovane col cartello giallo.

Non ha visto niente, magari qualcuno gli ha raccontato cose. Magari, fosse stato da solo un giorno in giro per la città forse si sarebbe fatto un’idea diversa. Forse, investito dal grande entusiasmo del voto di milioni di italiani, avrebbe detto, no grazie, grazie molte ma no, non si può fare. Oppure avrebbe dato retta al tassista che mi ha portato in albergo ieri sera che mi diceva sa dotto’ io faccio i turni di notte perché qualche euro in più mi serve per i miei due figli che fanno l’università. Così domattina dovrò andare a dormire ma se non dovessi andare a dormire, le giuro dotto’ io a Renzi la mano domattina gliela vorrei andare a stringere davvero.

11 commenti a “Cronache napoletane di un estraneo meravigliato”

  1. Alessandro dice:

    Il tuttologo Mantellini in questo articolo dimostra proprio quello che scrive: di Napoli sa poco o nulla.. al pari di Renzi.

  2. Marco Frattola dice:

    E in effetti questo post non presume la conoscenza di Napoli

  3. gregor dice:

    @Alessandro

    Napoli è conosciuta e apprezzata più da chi non vive a Napoli che da i napoletani stessi.

  4. Maurizio dice:

    Massimo, ti aspettiamo a Torino se pensi di cambiare città ;-)

  5. Concetta dice:

    Napoli è bella,
    ma io non ci vivrei.
    Anche perché
    ci sono tassisti, non tutti, che non capiscono niente.

  6. mORA dice:

    @Concetta

    A Napoli non so, non ho mai preso taxi, ma Milano sì

    http://pizzeriaitalia.wordpress.com/2014/05/23/uber-alles/#comment-1724

    e c’ho vissuto. Forse ci rivivrei, ma non prenderei il taxi.

  7. Claudio dice:

    Il TUO presidente del consiglio.

  8. simone dice:

    vedi napoli e poi…

  9. Daniele Minotti dice:

    Pretendere di capire anche soltanto un caffe’ del Sud senza avere neppure una sola goccia di sangue terrone non e’ soltanto arduo, ma veramente assai presuntuoso.

  10. diamonds dice:

    una nuova forma di governo concepita in vitro, con politici geneticamente modificati e media ammaestrati ad uso e consumo di una societa` deprivata

  11. cla van dice:

    Magari si può tornare dal tassista fra due o tre anni a chiedere se, dopo aver visto i suoi figli laureati ma perennemente precari grazie al jobact, se vuole ancora stringere la mano di renzi o sputarci dentro…