Schermata 2014-05-22 alle 22.34.10

Il candidato sindaco nella mia città, Davide Drei, è un signore che non conosco. È stato assessore al welfare nella precedente giunta forlivese, quella guidata da Roberto Balzani, forse la peggiore amministrazione di questa città da che io mi ricordi, ma a parte questo non so nulla di lui. Drei è il candidato PD al Comune, in una offerta politica per le amministrative molto segmentata e piena di candidati mediocri, sia a destra che a sinistra. Questa lieta congiuntura probabilmente gli garantirà la vittoria. Che Drei sia renziano è un opzional, al giorno d’oggi tutti nel PD lo sono: quindi nemmeno questo conta.

Siccome detesto essere prevenuto ho deciso di dare a Drei una possibilità, nonostante le sue passate frequentazioni, facendogli una sola semplice domanda su un tema che mi sta molto a cuore e che a suo tempo come sapete mi ha fatto molto arrabbiare. Così sono andato sul suo sito web: la mia intenzione era scrivergli una semplice mail chiedendogli – privatamente – un giudizio personale sullo sconsiderato abbattimento di un’ottantina di pini centenari in un viale dietro casa mia avvenuta l’anno scorso mentre noi eravamo a Londra. Il fatto che Drei fosse componente in una giunta il cui Assessore all’Ambiente aveva preso una decisione tanto stupida, quasi senza informare i cittadini e nella quale il Sindaco aveva poi cercato in ogni modo di allontanare da sé la vasta responsabilità politica, non doveva autorizzarmi a pensare che Drei fosse dello stesso avviso.

Solo che sul sito web di Drei un indirizzo mail suo personale a cui scrivere non l’ho trovato. Gli unici contatti del candidato sindaco sono un profilo Twitter e una pagina Facebook (oltre a un indirizzo email del comitato elettorale). Così come prima cosa gli ho mandato un tweet, questo:




Sono passati due giorni e Drei non mi ha risposto. Magari, ho pensato, non solo non ha una mail sul suo sito web ma non legge nemmeno Twitter. Così sono andato sulla sua pagina Facebook dove non è che i commenti abbondino e gli ho rifatto la medesima domanda, sempre in toni gentili e adeguati:


Schermata 2014-05-22 alle 22.56.29


Anche in questo caso Drei non mi ha risposto. Per carità, lo capisco, mica si può badare a tutti. Poi ho anche pensato che se non aveva la mail sul sito, se non controllava Twitter magari non guardava nemmeno i commenti della sua semideserta pagina Facebook.

Solo che a questo punto a me suo potenziale elettore non è che rimanessero molte opzioni. Andare ad aspettarlo sotto casa per chiederglielo di persona (ma non sono il tipo) o dare per scontato che Drei abbia la stessa sensibilità verso il verde pubblico della sua città dei suoi ex compagni di giunta, gente che di sicuro non prenderà mai più il mio voto nei secoli dei secoli nemmeno se si candidassero come uscieri al circolo del marafone. E insomma, alla fine sono rimasto senza scelte.

Quindi, per farla breve, Drei faccia una cosa: prenda la calcolatrice e conti 3 voti in meno (in famiglia siamo tutti d’accordo e purtroppo Francesca ha solo 11 anni e non può non votarla). Nel mentre, se le capita, magari organizzi una casella email per la sua futura attività politica. E scriva l’indirizzo bello grande in giro. Che delle volte, non sempre ma delle volte, potrebbe servire.


update: per amore di verità devo dire che oggi Davide Drei mi ha telefonato.

44 commenti a “Dichiarazioni di non voto”

  1. Alessandro dice:

    Scusa Mante, io concordo con tutto il tuo pezzo, lo so che in tutto ciò quello che sto per criticare è decisamente troppo marginale… ma “Qual’è” non si può proprio vedere!

  2. Guga dice:

    Non t’ha risposto perché è un grammar nazi e hai scritto ‘qual è’ con l’apostrofo.

  3. massimo mantellini dice:

    ahahah avete ragione

  4. Randolph Carter dice:

    Ma davvero non ha ancora digerito gli abbattimenti, Mantellini? Anche ora che vede le nuove piantumazioni in atto?

  5. massimo mantellini dice:

    @Radolph Carter no, non c’era molto da digerire del resto

  6. Mario dice:

    Caro mante, ti capisco, anche quando nella mia citta’ hanno abbattuto sei pini secolari per far posto ad un’orribile rotatoria (che avrebbe potuto integrarli) ci sono rimasto malissimo. Tutta la mia condivisione.

  7. gregor dice:

    Nel mio paesino natale è successa la stessa cosa. Dicono che gli alberi erano secchi e morti, andavano sostituiti.

    Tempo fa ho visto un servizio su un ragazzo morto a causa di un albero caduto su di lui. L’albero era secco e morto, andava abbattuto.

    Fosse successo nel tuo paese, oggi il post sarebbe contro una giunta che non taglia arlberi secchi che uccidono persone.

  8. diamonds dice:

    Se ancora non avete deciso il da farsi in merito alle elezioni ecco un aiutino

    http://darelfen.com/compilations/Disco%20Remix%20DJ%202012%20-%20Vol.1/20121217135351-34%20Duck%20Sauce%20-%20Barbra%20Streisand%20(UK%20Radio%20Edit).mp3

  9. Alessandro Ronchi dice:

    Gregor, un conto è abbattere un albero veramente malato o secco.
    Un conto è abbattere un albero sano e verde che non rappresentava nessun pericolo per i passanti.

  10. Pier Luigi Tolardo dice:

    In effetti, Mante il candidato non ti dà scelta a meno che non avesse inserito, come fanno alcuni, anche un numero telefonico da chiamare o inviare un Sms oppure un classico indirizzo postale….ma credo che non lo abbia fatto…
    Le spiegazioni potrebbero essere tante del suo comportamento:
    1) è sicuro di essere eletto perchè a Forlì il Pd eleggerebbe anche un bambino…
    2)era contrario all’abbattimento dei Pini ma non vuole smentire il suo predecessore
    3) non ci sono più Pini a Forlì e quindi il problema non si pone mai più
    4) gli hanno riferito che sei un pericoloso provocatore grillino e allora Dino Sani potrebbe scrivere sulla sua bacheca FB che non è vero, anzi il contrario…

  11. frank dice:

    Massimo, non lo conosco nemmeno io, e non sono sopporto essere prevenuto: “ma i grillini sono i grillini” :- D

    ti dono un garofano arancione

  12. Marcello Berengo Gardin dice:

    Il problema – chiedo scusa se torno sulla questione – non è l’ortografia corretta di qual è. Il problema è “opzional” con la z. Mi spiace, Mante, ma con questo hai perso il mio voto.

  13. massimo mantellini dice:

    @marcello ma come, ma se non sono nemmeno candidato! (cristo ma davvero O scritto opzional?)

  14. frank dice:

    ot

    Dreifuss

    https://en.wikipedia.org/wiki/Ruth_Dreifuss

    a Swiss politician affiliated with the Social Democratic Party

    Quanto costerà spostare Forlì in Svizzera? Vengo anch’io

  15. frank dice:

    Anche un diplomatico italiano allora di servizio a Parigi, Raniero Paolucci di Calboli, si convinse ben presto dell’innocenza di Dreyfus: cominciò così a raccogliere materiale sul caso, tanto da lasciare ai posteri un notevole archivio, oggi conservato a Forlì.

    tutte le strade portano a Forlì :- )

  16. frank dice:

    l’ultima, giuro: avete letto del referendum in Svizzera sul reddito minimo?

    ma qui viene il bello, stabilire una cifra, quantificare..

    TREMILA FRANCHI SVIZZERI

    non è possibile! non c’è gioco, in Svizzera vivono gli extraterrestri

  17. andrea61 dice:

    @frank: e’ vero in Svizzera vivono gli extraterrestri e non hai idea di quanti siano. Lo sai che il referendum interessava poco più dell’8% dei lavoratori, ovvero quelli che attualmente percepiscono salari inferiori a quella cifra ?
    Io vivo a meno di 40 km dal confine; quasi, quasi…..

  18. 8viano dice:

    Mah, la mail del comitato c’era e mi sembra più onesto dare quella che una falsa mail personale a cui tanto risponde l’assistente del portaborse in prova come accade con il 99% dei politici.

    BTW: ahem, opzional si scriverebbe optional. Ma farlo è un optional

  19. Dino Sani dice:

    Mi fa tenerezza questa tua “ingenuità, caro Mante. Ma di quante altre prove hai ancora bisogno non tanto per non votare questa gente, ma per trovare il modo di combatterli e possibilmente renderli innocui al nostro Paese? Ma che vi hanno fatto questi del Pd? ipnosi? droghe pesanti? NON CI credo che una persona lucida come te possa ancora avere dei dubbi che il Partito Democratico non è l’erede del Pci ma, semmai, di un misto fritto Dc/PSI craxiano…. Non ci sta nulla da salvare, e ci facciamo poco con quella bella faccia da bravo ragazzo di Pippo Civati, l’unico santo in un comitato di malfattori…. Resto allibito: ome fai ad avere ancora dubbi quando le prove sono dappertutto intorno a noi????
    Un saluto dalla mia bacheca Fb (che non ho) al buon @Tolardo
    Al quale voglio solo ricordare che votare M5S non vuol dire essere grillino ne condividere tutte le esternazioni di Grillo…(ma il 90% delle proposte reali presentate in parlamento si…)

  20. Alessandro dice:

    Gli impiantano un Cip (chip) e non riescono a votare altro, manco quando gli tagliano gli alberi sotto casa.
    Solo RAM senza hard disk

  21. Pier Luigi Tolardo dice:

    Sono d’accordo con Dino Sani: Il Pd non è l’erede del Pci e questa è una grande fortuna…l’erede legittimo del Pci è Rifondazione Comunista, che aderisce alla Lista Tsipras, il Pci voleva una terza via fra capitalismo e comunismo, Il Pci era contro il Sistema Monetario Europeo antesignano dell’Euro, il Pci era per la questione morale ma non si vergognava di prendere i soldi da Mosca….Se il Pd fosse l’erede del Pci, io, per esempio, non lo voterei…
    Sono d’accordo anche sul fatto che chi la stragrande maggioranza degli elettori del Movimento 5 Stelle non è grillina e questo mi fa ben sperare per l’Italia….

  22. ar dice:

    provato qui?
    assessore.drei@comune.forli.fc.it

    :D

  23. Shylock dice:

    @Alessandro:
    “Solo RAM senza hard disk” è la versione nerd di “solo chiacchiere e distintivo”?

  24. Paolo d.a. dice:

    Qui a Bolsena ho visto solo abbattimenti di alberi secolari (cinque in tutto) per far posto a 20 metri di un urgente marciapiede lato spiaggia. I successivi 150 metri di spiaggia non essendo alberati pare non necessitino di marciapiede.
    Devo dire che, quando passiamo là in fondo, il mio cane, in effetti, sembra prediligere il mattonato reso scivoloso dalla sabbia. Ci piscia pure sopra.

  25. La politica faccia a faccia - manteblog dice:

    […] il post di un paio di giorni fa il candidato sindaco della mia città mi ha telefonato. Oggi abbiamo preso […]

  26. Andrea Sacchini dice:

    Ormai i pini sono andati, e pazienza. Forse si può ancora fare qualcosa per quel “qual è” con l’apostrofo.
    ;)

  27. massimo mantellini dice:

    @Sacchini, dati i miei trascorsi è più facile far resuscitare i pini temo

  28. unit dice:

    Per ragioni di hobby ho seguito delle lezioni di un noto agronomo molto esperto nella gestione degli alberi. Il tema dell’abbattimento degli alberi è molto complesso e il fatto che fossero lì da cent’anni o che esternamente fossero verdi non conta nulla. Per dire: l’agronomo di cui sopra usa una specie di tac a ultrasuoni per verificare lo stato del legno nelle strutture portanti. Tenete presente che la parte centrale del tronco degli alberi è tessuto morto, come i nostri capelli. Può essere preda di funghi o parassiti che lo indeboliscono senza un effetto evidente sulla pianta.

    Tutto questo per dire che forse bisognerebbe avere informazioni da un tecnico più che da un politico.

  29. alessandro ronchi dice:

    In merito alle analisi sugli alberi, qualche anno fa è stata fatta. Se fosse stata ripetuta prima degli abbattimenti di questa estate, forse avrebbero trovato un albero malato, non tutto il viale.

    E se anche fosse, non ci sarebbe stato bisogno di partire coi lavori senza parlarne e senza avvisare i cittadini.

    Questa storia non ha giustificazioni, sia di merito sia di metodo

  30. Alberto Bellini dice:

    A bocce ferme, vorrei condividere alcuni punti.
    Nel caso di viale Bolognesi la situazione è molto chiara. L’analisi post mortem, realizzata in maniera indipendente, ha mostrato che oltre 3/4 dei pini era compromessa. Naturalmente, l’analisi preventiva, realizzata con metodo Visual Tree Assessment (VTA), indicava una percentuale superiore.
    Credo sia necessario interrogarsi sulla valutazione del rischio, che è un concetto estraneo alla discussione pubblica, ma determinante per molte scelte. Mi pare che nessuno sia consapevole di come la soglia di rischio accettabile sia per alcuni casi nulla, ad esempio per la caduta di alberi, e straordinariamente elevata per altri, ad esempio la sicurezza stradale. Questa valutazione di rischio, naturalmente, incide sulle valutazioni preventive per le alberature.
    Rimane il fatto che l’episodio è stata una straordinaria occasione di portare attenzione e interesse verso il verde nella nostra città e oltre. Di questo sono estremamente felice.
    Rimane il fatto che il conflitto è nato a causa di una comunicazione incompleta (incontri fatti a marzo senza partecipazione e sovrastima dei quartieri e delle loro reti), una mancanza che abbiamo sempre riconosciuto, e che purtroppo, non può essere recuperata.

  31. massimo mantellini dice:

    @Bellini ah quindi adesso, a bocce ferme, viene fuori che i pini erano malati? Ma guarda un po’, mi era sfuggito. Quanto alla comunicazione quasi assente, che ora ammette e a suo tempo no, è purtroppo solo una parte, forse quella meno rilevante, del problema. Che come le ho ripetuto spesso è una faccenda culturale di approccio alla città che vedo continua a risultarle totalmente estranea. Ma visto che ora, improvvisamente, dopo aver fatto tagliare decine di alberi alla chetichella in agosto si appassiona alla comunicazione Bellini mi faccia una cortesia se può: metta online tutti i dati (tutti) a sua disposizione a riguardo di questa grave e improvvisa malattia. E magari ci aggiorni anche sui risvolti giudiziari della vicenda, anche questo credo sarebbe dovuto. Grazie.

  32. Alberto Bellini dice:

    @mantellini le valutazioni che avevamo ricevuto sono sempre state presentate, e, legittimamente, contestate. Qui si trova la sintesi dell’analisi realizzata a ottobre 2012, che, appunto, mostra che l’alberata di viale Bolognesi è compromessa: http://ambiente.comune.forli.fc.it/public/cms_page_media/20/Report_viali_alberati_final.pdf. Quella che ho definito analisi post-mortem è riportata qui: https://www.youtube.com/watch?v=ZViRi52MMs4 (minuto 6:00). Ciascuno può verificare che da un’analisi del singolo albero solo circa il 30% era in buone condizioni e ciascuno può sentire le conclusioni.
    Per quanto riguarda la comunicazione, nessuno ha mai negato che fosse ampiamente perfettibile. Ho negato, e continuo a negare, di aver cercato di fare ‘di nascosto’ un intervento contro qualcosa o qualcuno. Abbiamo preso atto delle valutazioni ricevute e agito di conseguenza.
    Per quanto riguarda l’iter giudiziario, non ho nessun aggiornamento rispetto a quello che abbiamo già divulgato a mezzo stampa e/o social network. Sono aperti procedimenti di verifica degli esposti ricevuti e delle indagini di polizia giudiziaria. Sono certo che gli organi preposti faranno un lavoro preciso e puntuale.
    A mio parere, un punto che merita ampia riflessione è la valutazione del rischio. Un parametro che condiziona in maniera rilevante le decisioni e il rapporto tra disponibilità di denaro pubblico e le scelte. Credo si dovrebbe aprire una ampia discussione pubblica su questo, per evitare conclusioni divergenti, non per diverse opinioni, ma per la diversa valutazione delle condizioni iniziali. Sarebbe, ad esempio, interessante capire se e come viene considerato nel Regno Unito il rapporto tra spesa pubblica e valutazione di rischio.

  33. massimo mantellini dice:

    @Bellini è possibile che non mi sia spiegato. E prova a ripeterlo con calma. Renda disponibili i dati grezzi a vostra disposizione, consenta ad altri esperti indipendenti di analizzarli ed eventualmente contestarli. I disegnini della commissione e le frasi in libertà ai convegni non sono utili al riguardo. Sono dieci anni che in questa città si abbattono alberi a centinaia per poi dire “ah era malato”. Molto comodo. Ripeto: renda pubblici i dati tecnici sulla malattia delle piante abbattute. Essere tardivamente trasparenti non sarà sufficiente per riparare i danni che avete fatto ma forse aiuterà ad aumentare un po’ il rispetto degli amministratori verso i cittadini.

    p.s. nel video citato l’esperto (che guarda gli alberi da google earth) non dice mai che le piante erano malate ma che la chioma in molti casi aveva problemi. Quindi che facciamo, abbattiamo tutti gli alberi con una brutta chioma? E come si fa dall’analisi post mortem che lei cita ad accertare la presunta “compromissione”

    p.p.s lasci perdere le discussioni filosofiche sul Regno Unito. In UK come altrove hanno il FOIA, il rispetto si misura tutto lì. Loro hanno il FOIA, noi amministratori che straparlano in libertà.

  34. Alberto Bellini dice:

    @mantellini Anche io le rispondo con estrema calma. Mi è chiaro che non ci spieghiamo a vicenda, probabilmente perché, legittimamente abbiamo punti di vista diversi. Io ho reso pubblici tutti i dati in mio possesso. Ho ricevuto una relazione che stabilisce il rischio di pericolosità degli alberi. Relazione redatta da un fornitore qualificato, che se ne assume la responsabilità, come i funzionari pubblici che hanno redatto e sottoscritto gli atti conseguenti. Noi abbiamo preso atto di questo, e di una relazione redatta dalla commissione del verde pubblico, commissione consultiva, che ha analizzato e proposto soluzioni per la riqualificazione dei viali alberati.
    Tutto qui. Mi dispiace se dal suo punto di vista ‘straparlo in libertà’. Io ripeto da un po’ i fatti. Questo naturalmente non significa che non vi siano scelte perfettibili, oppure opinioni diverse.
    Mi dispiace ma non capisco la relazione tra il rapporto tra valutazione di rischio e spesa pubblica e Il Freedom of Information Act. Come dicevo prima, non conosco la legislazione inglese, quindi sicuramente mi sfugge qualcosa.
    Il mio punto di vista è semplice. la disponibilità di denaro pubblico è finita. Se molte scelte sono vincolate dalla necessità di rispettare vincoli giuridici o riduzioni di rischio (a mio parere in alcuni casi eccessive), non si possono poi programmare gli interventi di manutenzione necessari. Se ad esempio per vincoli esterni dovessi rifare il fondo stradale delle strade ogni sei mesi, non rimarrebbe capacità di spesa per altri interventi, ad esempio per il verde pubblico, o i servizi scolastici. Tuttavia, se non si interviene in modo efficace sulla normativa che definisce il rischio, i funzionari responsabili saranno sempre orientati a tutelarsi con scelte drastiche.

  35. massimo mantellini dice:

    @Bellini eppure è semplice. Lei ha commentato citando dati in suo possesso sugli alberi di Via Bolognesi. Dati – come dice Lei – post mortem. Se ci fosse un FOIA i dati “indipendenti” da lei citati sarebbero ora liberamente disponibili a tutti. L’adozione di un FOIA riequilibra il rapporto amministratore-cittadino e infatti lItalia è uno dei pochi paesi al mondo che non lo ha adottato. Gli analizzatori indipendenti sarebbero noti (chi viene chiamato a fare cosa è in questi casi molto molto importante) e ci metterebbero la faccia: prima di pubblicare dati in qualche maniera attaccabili ci penserebbero due volte e non sarebbe più sufficiente convincere un amministratore, magari in buona fede, in un senso o in un altro. O nella peggiore delle ipotesi ottenere una consulenza per scrivere quello che vuole il committente. Pensi poi che ostacoli insormontabili crea una simile trasparenza ad eventuali amministratori in cattiva fede. Ovviamente una simile discussione pubblica andava sollecitata prima di prendere simili drastiche decisioni ma ora che il danno è fatto si potrebbe ugualmente rendere solide le proprie posizioni con dati concreti. Questo le chiedevo.

  36. Alberto Bellini dice:

    Tutto chiaro. Credevo, ingenuamente, che tutto fosse già di dominio pubblico. L’evento del 26 ottobre è stato utilissimo per chiarire i vari punti e l’analisi dei fatti ed è disponibile in rete.
    Sicuramente, sulla comunicazione siamo in difetto, in generale, non solo in questo caso. La causa è semplice: non destiniamo risorse pubbliche a questo scopo, probabilmente perché non abbiamo regolato bene il FOIA. La comunicazione avviene con modalità volontarie e senza il supporto di adeguate competenze professionali. Segnalerò, lei lo ho già fatto mi pare, al nuovo sindaco questa necessità in generale, e in particolare, sulla questione alberi.
    Mi permetto di insistere sul rapporto tra valutazione di rischio e spesa pubblica. Il tema, dal mio punto di vista, è molto rilevante è indipendente dalla necessaria trasparenza nella comunicazione pubblica.

  37. Alessandra Farabegoli dice:

    La valutazione del rischio, anche in rapporto ai relativi costi, si farebbe mille volte meglio avendo a disposizione – in modo trasparente e aperto – i dati. Completi, aperti, facili da analizzare, per poi trarne tutte le dichiarazioni riassuntive che uno vuole.

  38. Alberto Bellini dice:

    http://www.comune.forli.fc.it/censimentoalberi/
    Qui trova i dati dei singoli alberi e le schede VTA per quelli in classe D. Concordo sul fatto che si debbono mettere in linea i dati di tutti gli alberi. E’ una proposta che avevo fatto e che trasmetterò al nuovo sindaco. Oggi non avviene perché non è previsto nel capitolato del fornitore che svolge le verifiche VTA.
    La mia riflessione era di carattere generale. La spesa pubblica è finita. Decidere se e come impegnarla su un aspetto o sull’altro dipende da vincoli, che spesso non sono evidenti al di fuori della struttura amministrativa.
    Concordo sul fatto che una buona e trasparente comunicazione serve, soprattutto, a rendere chiari questi vincoli.

  39. paolo dice:

    Siccome ci sono pochi soldi e costa troppo la cura e la manutenzione degli alberi, avendo obblighi di sicurezza che obbligano a una cura e a una manutenzione rigorose e minuziose, meglio abbatterli, costa meno. Ho tradotto bene ?

  40. Alberto Bellini dice:

    @paolo avevo espresso un pensiero di fatto opposto alla ‘traduzione’. Avevo sottolineato che i principi, giusti e condivisi, si scontrano con la realtà dei fatti (alberata largamente compromessa), ed elevata sensibilità ai rischi.

  41. Paolo dice:

    Guardi, sig. Alberto Bellini, confesso che non ho capito quasi niente, in questo rimestarsi di alberi compromessi, di discorsi sulla comunicazione e di capitolati.

  42. Alessandro Ronchi dice:

    E’ vero, la spesa pubblica è finita.
    Però il controllo della spesa, se fosse reso pubblico, aiuterebbe a ridurre gli sprechi e sarebbe un deterrente per chi prende in appalto lavori pubblici, che sarebbe motivato a lavorare meglio e nelle regole.

    Basta guardare quello che è successo con l’expo, se ci fosse stata più trasparenza, non sarebbe stata la stessa cosa.

    Ho guardato la sintesi dell’analisi fatta ad ottobre 2012. Non trovo però il dettaglio, albero per albero, dell’analisi. Tra l’altro la sintesi non contiene nemmeno il conteggio delle alberature da rimuovere, quindi l’impressione è che sia una sintesi più discorsiva che scientifica.

    E’ stato scritto qui sopra che i 3/4 delle alberature era compromessa, e che l’analisi preventiva era ancora più pessimistica:

    L’analisi post mortem, realizzata in maniera indipendente, ha mostrato che oltre 3/4 dei pini era compromessa. Naturalmente, l’analisi preventiva, realizzata con metodo Visual Tree Assessment (VTA), indicava una percentuale superiore.

    Immagino quindi che l’analisi preventiva sia stata messa a disposizione del Comune. Ritiene possibile averne accesso? Anche se non è disponibile su internet, sarà comunque stata prodotta e consegnata. Se non è così, non è nemmeno da prendere in considerazione nel dibattito come giustificazione dell’intervento.

    Riprendo un pezzo della sintesi che ha linkato:

    Il viale è caratterizzato da lunghi filari di pino domestico (Pinus pinea) e in misura minore (poche
    unità) di ippocastani (Aesculus hippocastanum), di ibischi (Hibiscus syriacus) e dei cosiddetti
    “alberi di San Bartolomeo” (Lagerstroemia indica). Il progetto prevede l’abbattimento di tutti i
    suddetti alberi
    (compresi quelli all’intersezione con la via Decio Raggi) e della via laterale, Renato
    Serra.
    Viale

    Ora, che i 3/4 di quegli alberi, di specie diverse, fossero tutti malati e compromessi per me è una affermazione poco credibile.

    Quindi ho provato a verificare con i pochi dati che abbiamo a disposizione su Internet.
    Ho provato con l’applicazione GIS segnalata da lei a verificare i pini di viale Bolognesi, e risultano tutti come punti di colore Verde.
    Sempre dal riassunto in pdf, leggo: “Tutte le piante che appartengono alla classe D sono indicate con un pallino rosso nel censimento georeferenziato, e per ciascuna di esse e disponibile la scheda di valutazione”

    Quindi ne deduco che i pini di Viale bolognesi erano, secondo il censimento georeferenziato tutt’ora disponibile sul sito del comune, non a rischio di caduta.

    Me lo sa spiegare?

  43. Alberto Bellini dice:

    @paolo Condivido il fatto che il verde pubblico (e privato) e’ un patrimonio insostituibile e va tutelato. Nel caso citato, e’ stata elaborata un’analisi scientifica nell’ottobre 2012 che considerava compromessa l’intera alberata. L’intera alberata, non i singoli alberi. L’analisi post mortem indipendente conferma che una gran parte degli alberi erano compromessi. Compromessi non significa malati, ma a rischio per vari motivi (interferenze con le abitazioni, potature di emergenza, che il pino per sua natura non può facilmente rigenerare). La mia riflessione di carattere generale era sulla valutazione di rischio. Un albero si definisce compromesso sulla base della tolleranza al rischio che viene considerata accettabile nel caso specifico. Per gli alberi non si accetta nessun rischio, per altri casi la soglia accettabile e’ molto alta.

  44. paolo dice:

    e allora mi sembra che la mia traduzione tenga.