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Mag
La decisione della Corte di Giustizia Europea sul diritto all’oblio è una decisione folle e pericolosissima. Quindi essendo una decisione folle e pericolosissima non mi stupisco per nulla che il Garante della Privacy Italiana Antonello Soro l’abbia caldeggiata.
Siccome sono piuttosto seccato vi lascio alcune cose ragionevoli da leggere al riguardo meno offensive di quelle che potrei scrivere io ora:
Guido Scorza
Mario Tedeschini Lalli
Maggio 13th, 2014 at 23:23
Esistono direttive e leggi che definiscono il titolare del trattamento. E credo sia parecchio difficile ritenere che un motore di ricerca – specie uno cosi’ strutturato come Google – non appartenga a questa categorie, pur su notizie originariamente altrui.
Non sono d’accordo con Scorza e, probabilmente, ci sara’ da discuterne. Invece, con tutto il rispetto, l’opinione di un non giurista (Tedeschini Lalli) mi importa poco.
Se le sentenze non piacciono, si cambiano le leggi, non ce la si prende con giudici e autorita” varie che le applicano (in questo caso correttamente)
Maggio 13th, 2014 at 23:30
P.S.: Per la verita’, la sentenza parla di *responsabile* che non e’ esattamente la stessa cosa di *titolare*.
Maggio 14th, 2014 at 07:39
Mi associo a Minotti: in Italia abbiamo già 60 milioni di allenatori. Potremmo evitarci di avere anche 60 milioni di cassazionisti.
Ad ogni modo anche ai condannati la legge riconosce il diritto alla riabilitazione che significa che dopo un certo numero di anni la mia condanna non compare più sul certificato penale.
Non vedo perché non dovrebbe valere analogo diritto per personalissimi fatti propri.
In ogni caso legiferare sul tema a livello nazionale serve a poco: se invece di Google la richiesta riguardasse un soggetto non presente sul territorio nazionale la legge italiana sarebbe un’arma spuntata.
Maggio 14th, 2014 at 08:57
E’ che proprio non va giù che il mondo cambi cambiando. Il diritto all’oblio applicato al web è la SideB della scure dei discografici contro interi siti web. I nuovi paradigmi spaventano.
ps. ovviamente gli effetti della sentenza nei fatti saranno nulli ma daranno vita a intriganti tool utili per i cacciatori di gossip.
Maggio 14th, 2014 at 18:20
In pratica visto che la posizione dominante di Google é impossibile da contrastare e che il gigante di mountain view non é tassabile, almeno che si faccia carico di tutto il lavoro di vigilanza e di patrolling della rete!