Ho scritto una cosa per Fanpage su Internet nel Paese dei furbi:

Avete a cuore la restaurazione del mondo precedente? Vi piacciono i bei tempi andati in cui ogni cosa, dalla più inutile alla più importante, veniva decisa nelle segrete stanze? Siete, in definitiva, conservatori, leggermente cinici, monarchici incalliti o semplicemente incoscienti del mondo che cambia? Bene, allora Internet farà al caso vostro.


5 commenti a “Internet nel Paese dei furbi”

  1. Pinellus dice:

    Bello poterti leggere anche su Fanpage. Spero in una lunga collaborazione.
    Ma quindi in questo caso Internet è non è “il filtro”?

  2. diamonds dice:

    “sapete a proposito qual`e` la definizione di ‘una persona conservatrice’?”
    “qual`e`?” risposi aggrottando la fronte.
    “E` una persona che desidera ardentemente che la sua vita cambi…ma non subito.”

    Eran Katz

  3. frank dice:

    Nel Paese dei furbi in principio È la TV.

    Internet permette qualcosa in più ovvero la possibilità di partecipazione.

    ‘furbo’ può anche essere un preconcetto su un giocattolo che di fatto non si conosce. Non so se il fatto di non conoscere il giocattolo sia una base valida per un complotto, ma è. Una possibilità

  4. frank dice:

    Massimo scusa ma le votazioni online del Movimento 5 Stelle non sono certificate dalla Dnv Business Assurance? Tu sai come funziona il giocattolo?

    Certification – DNV
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    Un cittadino può ignorare completamente la piattaforma informatica di Casaleggio. Nel caso italiano il virtuale non sostituisce in alcun modo il sistema democratico reale, un cittadino può liberamente votare il signor Grillo esattamente come leader di un partito tradizionale, con i suoi programmi e le votazioni politiche con matita copiativa. Internet è solo un’estensione non vincolante, con dei limiti (anche numerici, di partecipazione: vedi digital divide) ma anche interessanti potenzialità per la partecipazione e la collegialità.
    Se internet invece soppiantasse integralmente la democrazia basata su matita copiativa allora sì sarebbe molto molto pericoloso, ed è quel che avviene negli States: con l’introduzione del voto elettronico facilmente manipolabile soprattutto quando i voti di scarto sono pochissimi, come quando ‘non perse’ Bush contro Al Goore …

    Sarebbe utile approfondire in modo laico la questione e più in generale per le consultazioni ‘democratiche’, ‘dal basso’, che non hanno valore legale e non sono riconosciute dallo Stato

    Es: le primarie, Matteo Renzi vince con circa 1,8 milioni di voti (67,6%) su 2,8 milioni di votanti. Ma l’anno precedente Renzi denunciò brogli ed irregolarità: «ci sono in giro 4 milioni di schede mai ritirate e ci viene il dubbio che qualcuno le stia precompilando». E non sono scarti trascurabili: 4 milioni di schede vorrebbe dire più del doppio dei voti dati a Renzi…

  5. frank dice:

    Se non sbaglio anche Ambrosoli, rappresentante del partito democratico in lombardia, ha implementato sul suo sito la piattaforma liquid feedback. Non so i numeri e non so cos’abbia prodotto, ma prima di metter le mani avanti cercherei di approfondire la questione in modo laico.