Questa mattina Repubblica ha pubblicato questo articolo firmato da Corrado Zunino. Nonostante l’ambiguo cappello iniziale in cui cita il contesto in cui si è svolto l’incontro il formato del testo è quello della classica intervista. Il giornalista fa la domanda (in grassetto) e il politico risponde. Il punto è che non c’è stata alcuna intervista: il giornalista di Repubblica ha semplicemente preso il testo dell’intervento di Reggi alla “Giornata di ascolto del mondo della scuola” e lo ha rigirato come meglio ha creduto. Anche lasciando perdere il titolo (il titolo è l’alibi preferito dei peggiori e il titolista un collaboratore abietto e sempre senza nome) che recita “Scuola, il sottosegretario si sfoga:”Renzi dà i numeri”, l’intero articolo suggerisce al lettore una quasi rottura fra Reggi e Renzi. Chiunque abbia la pazienza di riascoltarsi l’intervento utilizzando la provvidenziale registrazione di Radio Radicale potrà constatare che nulla di tutto questo ha il minimo fondamento. Io una definizione per questa maniera di fare giornalismo fatico a trovarla.
11
Mar
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Marzo 12th, 2014 at 00:54
Chiamasi diffamazione a mezzo stampa.
Marzo 12th, 2014 at 09:12
E’ già da tempo che Repubblica ha suppergiù la stessa credibilità de Il Giornale. Sfortunatamente sono rimasti un po’ indietro (tipo di una quarantina d’anni) e pensano ancora che il loro compito sia quello di educare i loro lettori, non di fornirgli i semplici fatti magari corredati a margine da un’opinione.
Marzo 12th, 2014 at 09:18
Sono felice che il blogmaster se ne sia finalmente reso conto… sarebbe stato meglio se lo avesse fatto ai tempi in cui lo stesso trattamento era riservato unicamente ai rappresentanti del M5S e non solo al PanDa ma meglio di niente (fa ancora in tempo comunque ;-) )
Marzo 12th, 2014 at 09:34
Quando le cose appaiono strane cerca il conflitto di interesse che c’e’ dietro e avrai la spiegazione del perche’.
In che modo il titolista, con quel titolo, fa contento l’editore?
Marzo 12th, 2014 at 10:06
“Seguire i soldi”.
Marzo 12th, 2014 at 10:49
Faccio notare che Corrado Zunino ha risposto così al post di smentita di Reggi su Facebook: “L’articolo di Repubblica ha riportato le parole del sottosegretario Roberto Reggi, a cui ho assistito in religiosa attenzione. Quelle parole sono state confermate e integrate in una lunga telefonata tra il sottoscritto e il sottosegretario, nel primo pomeriggio. Il sottosegretario, sollecitato, non ha ancora inviato una rettifica a Repubblica. Probabilmente non ne ha motivo.” Si aspetta la replica…
Marzo 12th, 2014 at 10:56
Repubblica fa del giornalismo? Questa si che è una notizia!
Marzo 12th, 2014 at 11:11
credo che siano operazioni normali nel giornalismo moderno.Una volta a un incontro pubblico diGianrico Carofiglio a cagliari vincendo un certo imbarazzo mi sono alzato per fargli due domande,domande che con le risposte relative erano state inserite nella fantasmatica intervista in un quotidiano il giorno seguente,a firma di qualcuno.Sulla ormai scarsissima attendibilità della grande testata che un tempo fu chiaramente non c’è molto da aggiungere,fermo restando il talento di tante belle firme del gruppo(ricordo che capii che qualcosa non quadrava quando notai che c’erano troppi articoli firmati con doppi cognomi.Fatto che,quando non è l’espressione della vittoria della parità di genere o di altre conquiste civiche,non è mai un buon segno)
http://www.youtube.com/watch?v=oexvkELSZbY
Marzo 12th, 2014 at 13:11
Be’, Zunino ha parlato anche di un colloquio telefonico. Dov’è lo scandalo?
Marzo 12th, 2014 at 14:42
Lo scandalo forse è nel titolo “disfattista”
Marzo 12th, 2014 at 15:42
Il titolo in effetti è molto lontano dal testo stesso della dichiarazione presunta telefonica, senza tenere conto della conferenza stampa : nella dichiarazione Reggi lamenta il fatto che le richieste dei Sindaci e le singole situazioni siano molto diverse fra loro, che tutta la materia sia complessa e non si presti ad annunci ad effetto come ha fatto il Premier….Forse il titolo più esatto era : ” Renzi la fa facile ma qui è un casino”…
Marzo 12th, 2014 at 15:52
La politica italiana si presta molto a questi equivoci: Reggi, responsabile della prima campagna per le primarie di Renzi, quella del 2012 contro Bersani, a “Porta a Porta” replicò a chi lo accusava di voler abolire l’art.18 e quindi favorire i licenziamenti, disse “non è vero, anzi abolendolo noi ridurremo i licenziamenti”, ora uno può voler abolire l’intero Statuto dei Lavoratori e pensare in buonafede che l’umanità vivrà meglio ma almeno non negare che l’art.18 rende più difficili i licenziamenti….cioè non vorrei che fosse anche un po’ incasinato Reggi…
Marzo 13th, 2014 at 03:02
[…] Il contrario di tutto – manteblog http://www.mantellini.it/2014/03/11/il-contrario-di-tutto/ […]
Marzo 13th, 2014 at 15:32
La critica è rivolta giustamente a Repubblica in quanto l’incredibile articolo compare su quel giornale, ma si tratta di un caso esplicito che corrisponde a un modo presente e dominante in tutti i mezzi di informazione (giornali e TV) e che presenta alcuni tratti caratteristici che tento in parte di riassumere:
1. Negli articoli prima viene proposto il commento (nel caso il titolo e le righe che precedono la pseudo intervista) e poi vengono fornite le documentazioni (interviste, descrizioni dei fatti, immagini) scelte in modo da giustificare e sostenere il commento.
2. La grande maggioranza dei lanci di informazioni e quasi tutti i dibattiti nei talk show sono gestiti con un linguaggio molto conflittuale, talvolta addirittura violento. Raramente però viene rappresentato il conflitto base delle società capitalistiche, quello tra capitale e lavoro. Sembra quasi che esso non esista più e che si sia trasformato in una rappresentazione nella quale la necessaria mediazione non viene neppure considerata. Verrebbe da pensare che i contendenti, descritti o reali, presentati nell’informazione o visti nel talk show, al di fuori della prima o una volta finito il secondo si ritrovino in strada per scannasi a vicenda. Invece probabilmente vanno al bar a ristorasi dalla fatica della rissa.
3. Vi è mai capitato di essere dentro una caso di cronaca quotidiana o un fatto politico. A me sì. Quasi sempre il giorno successivo sui giornali ho stentato a riconoscerlo. Il giornalista lo descriveva a modo suo probabilmente ricavando la notizia da un lancio di agenzia. Lasciamo perdere gli eventuali commenti.
Poche note non esaustive, ma che descrivono, purtroppo lo stato dell’informazione in Italia.
Marzo 13th, 2014 at 17:08
Tutto compreso.
Guardando certe offerte, lo confesso, mi è venuto da sorridere. Per chi sottoscrive un certo abbonamento con tablet con una certa compagnia telefonica riceve anche un abbonamento di 12 mesi al quotidiano in questione.
Non si sa se l’abbonamento a LaRepubblica è un valore aggiunto o sottratto… (un ‘offerta che posso rifiutare)
Marzo 14th, 2014 at 15:52
Possiamo dire che questo articolo e’ peggio?
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cultura_e_tempolibero/2014/13-marzo-2014/contarello-padova-ruolo-jep-doveva-essere-benigni-2224208531961.shtml
Il ruolo doveva essere di benigni (titolo)
Il ruolo e’ sempre stato di servillo (articolo)
Marzo 14th, 2014 at 19:27
[..] Su quegli ottanta euro molti hanno sorriso quando Renzi, rivolto ai troppi che stringono la cinghia, ha riconosciuto il loro diritto “di comprarsi un libro in più e di uscire a cena una volta in più”. È facile ridere se si pensa a quei ladri di pubblico denaro che spendono al ristorante 200 euro per un’aragosta. E se anche si tratta di un gruzzolo elettorale, fa niente. [..]
(A. Padellaro)
Il buon Padellaro però dimentica un dettaglione (il metodo) e dimentica che il ‘gruzzolo elettorale’ e la compravendita del voto, dall’IMU agli ottanta euro: rimane un reato sia con Berlusconi sia con Renzi. Sarebbe bene non alimentare ulteriormente (ed elettoralmente) simili metodi governativi (s)pregiudicati.. Visto l’effetto che fa.
PS
“Il nostro padrone è il lettore” e ora anche l’azionista. Auguri sinceri per il progetto industriale e la quotazione in borsa del quotidiano, affinchè ‘lo sviluppo’ e ‘maggior forza’ possano continuare a ‘garantire l’indipendenza del quotidiano’.